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Autore: Tequila_Ev    08/02/2016    2 recensioni
Forse è questo l'amore?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lydia Martin, Sceriffo Stilinsky, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Stiles >>
<< Stiles >>

La voce era ovattata, ma era sempre la stessa voce che lui conosceva benissimo. L'unica voce che avrebbe sempre amato, l'unica voce che nonostante gli anni e i brutti scherzi della memoria, avrebbe sempre ricordato come quella più angelica, come la più pura.
Sentiva la madre sussurrare il suo nome, nonostante i sforzi, Stiles non riuscii a catturare con gli occhi la sua immagine.
Stiles aprii gli occhi. E intorno a lui non vide nient'altro che buio. Quella poca luce del lampione che traspariva dalla finestra, era annebbiata dalla pioggia forte e dal vetro appannato.
Era un sogno. Un altro. Il vero incubo era tornare alla vita reale, il vero incubo era arrivare alla consapevolezza che quella voce non l'avrebbe più sentita.
Stiles si mise seduto nel letto. Le coperte scivolarono fino alla vita e lui si girò verso il vetro appannato. Aveva paura dei tuoni e la tempesta che stava colpendo la cittadina ne era piena.
Stiles scese immediatamente dal letto quando sentii l'ennesimo rumore.
Non sapeva cosa fare, non sapeva se andare dal padre, e infilarsi nel lettone, al posto della mamma. Ma  aveva paura. Sapeva che era impossibile, sapeva che erano passati due anni, ma aveva paura di posare il viso sul cuscino appartenente alla madre, aveva paura di sentire il suo profumo, e che poi non se ne sarebbe più staccato.
Stava considerando l'idea di rinfilarsi nel proprio letto e tirare le coperte fino a sopra la testa. Ma aveva senso? Aveva paura del rumore, aveva paura di quel suono, aveva paura dei tuoni.
Decise, e gli sembrava una buona idea, andare nella camera dei propri genitori, portandosi il suo cuscino. L'avrebbe messo su quello della mamma e non avrebbe rischiato.
Aprii la porta facendo più piano che poteva, e per fortuna, il lieve cigolio non svegliò il papà, che dormiva. Il suo sonno era diventato pesante, forse perché le ore in cui dormiva erano diminuite a picco.
Sul comodino c'era qualcosa che puzzava. Un bicchiere con qualcosa di marroncino dentro che aveva un odore fortissimo e schifoso. Era quello che faceva girare la testa a papà. Sembrava coca-cola, ma non lo era affatto.
Decise di ignorare il bicchiere quasi vuoto di quella coca-cola puzzolente, si mise nel letto posando il cuscino su quello già presente e per non sentire l'odore, si mise sul fianco rivolto verso il papà, che a sua volta, era rivolto verso Stiles, come se sapesse che lui prima o poi sarebbe venuto.
Per qualche minuto il piccolo di 8 anni restò a guardare il papà dormire, o meglio, russare. Era buffo e contemporaneamente dolce. Stiles era così concentrato ad esaminare i solchi delle rughe d'espressione del padre, che non sentii più i tuoni che divampavano fuori dalla casa e, in poco tempo, affondò in un sonno profondo.<< Stiles >> <> il bambino si girò cercando la madre, inutilmente.<< Mamma, dove sei? >> disse lui girando più volte su sé stesso per poi cadere a terra in lacrime << Mi manchi così tanto, mamma >> mormorò lui tenendo strette le mani contro gli occhi. Non voleva vedere, non voleva vedere un modo in cui sua mamma non c'era, e purtroppo sapeva che quella voce era solo un'illusione.
<> la voce ora era cambiata, era il padre che stava svegliando il figlio. Era mattina, e la tempesta di quella notte aveva portato una bella giornata con sè. Era un nuovo giorno.
Uno, come tanti altri. Abbracciò il padre. Anche se sapeva che lui non era la mamma, sapeva che quell'abbraccio serviva a lui quanto a sé stesso. Il padre in un primo momento sorpreso, lo abbracciò forte forte, Stiles amava quegli abbracci, perché la mamma lo abbracciava così.
Il piccolo raccontò al padre quello che era successo quella notte, e perché si era messo a dormire con lui. Non gli avrebbe mai detto dei sogni, della voce che sentiva, credeva fosse meglio, se almeno questo peso non ricadeva sulle spalle e sulla coscienza del papà.
 Il padre sorrise solamente, intenerito da quella paura che per gli adulti è tanto sciocca. Gli scompigliò i capelli.
<< Preparati, che stai facendo tardi per la scuola >> mormorò il padre uscendo in direzione della cucina. Stiles sorrise per quella frase.
Era felice di andare a scuola. Perché avrebbe rivisto Lydia. Stiles aveva parlato solo di lei da quando l'aveva incrociata davanti la classe, e Scott non ne poteva già più.
Era innamorato, e ogni volta che lo diceva a qualcuno tutti ridevano. << Chi si potrebbe innamorare a 8 anni? >>.
Quella era stata la risposta di tutti.
Ma Stiles sapeva. L'amava, sopra ogni cosa, e non c'era amore più puro.

Prossimo capitolo: In elaborazione
   
 
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