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Autore: H a n a e    06/02/2016    8 recensioni
[NaLu] [AU] [OOC]
Lucy era stanca di vedere il mondo in bianco e nero, voleva sperimentare nuovi colori.
Non ne poteva più di vivere in una felicità apparente, di sopravvivere in quella degli altri. Voleva la sua di felicità.
Lucy voleva dare un tocco di colore alla sua vita e Natsu di colori a disposizione ne aveva tanti.
Si dice che esista l’amore a prima vista, ma in questo caso anche quello a primo scontro non è da meno.
•••••••••
---Dal testo---
~“Soffrire a volte significa solamente soffrire. Non è come molti dicono. Non rende più forte. Non aiuta a crescere e non forma il carattere. Fa solo male.
E Lucy era stanca di soffrire e basta, quella situazione la stava distruggendo.”
~“-Sai, Natsu, ogni volta che siamo vicini, per qualche strana ragione desidero sempre che ci sia una prossima volta. Credo che ci sia qualcosa di sbagliato in me.-
-Vuoi sapere un’altra cosa, Lu? Provo la stessa identica sensazione. Forse c’è qualcosa di sbagliato anche in me. Credo però che insieme riusciremo a capirne il perché, ti va di provare?.-”

⭐⭐⭐⭐⭐⭐
✴E n j o y i t✴
🌸H a n a e🌸
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6





 
“Cosaaa?! Vi siete baciati?!”
“Sì, Levy, e vedi non urlarlo a tutto il mondo!” rispose in un sussurro Lucy mentre tentava inutilmente di coprire la bocca della turchina.
“E quando è successo?!” aveva iniziato ad agitare le mani al vento e a camminare per la stanza. Sembrava arrabbiata, o ancora peggio: delusa. “Dovevi chiamarmi subito!”
“Preferivo dirtelo di persona…” Rispose torturandosi le mani per il nervosismo. Poi le sarebbe toccato doverlo dire a Juvia e sperò che almeno lei non si infuriasse per non averla contatta.
Levy aveva iniziato a parlare e parlare e Lucy sapeva che non si sarebbe fermata fino a quando non fosse stata costretta. Sapeva che stava facendo tutto quello per lei, però si sentiva oppressa. Aveva bisogno di decidere per se stessa quella volta, senza nessun suggerimento o aiuto. Doveva essere lei a sentire di volerlo.
Era l’intervallo e Lucy e Levy erano le uniche ad essere rimaste in classe a parlare; non volevano che qualcuno le sentisse. La bionda era seduta su uno dei banchi dell’aula e da quando avevano iniziato quella conversazione non aveva fatto altro che tormentarsi le mani e ogni tanto ad attorcigliare un lembo della gonna della divisa scolastica e guardare in basso. Sapeva che Levy non l’avrebbe perdonata facilmente per non averla chiamata nel momento del bisogno e sapeva anche che adesso l’aspettava una bella ramanzina sul fatto che dovevano sostenersi a vicenda, parlare dei loro problemi e di ciò che le tormentava insieme. Solo che quella volta Lucy sentiva che quel sentimento avrebbe dovuto tenerlo per sé e scoprirlo piano piano, imparando a comprenderlo e a interpretarlo.
Le faceva piacere che le sue amiche si preoccupassero per lei, perché dalla morte dei genitori ne aveva proprio bisogno di qualcuno su cui contare e poter fare affidamento. Levy e Juvia c’erano sempre state per lei e lo stesso cercava di fare con loro. Levy poi era diventata un po’ troppo iperprotettiva da quando si era lasciata con il suo fidanzato delle medie: Jackal, un tipo sadico e fiero, che aveva però attratto Lucy fin dal primo momento, arrivando a anche provare un certo interesse per lui.
L’aveva tratta male e l’aveva abbandonata quando tutto ciò che lei cercava era stabilità e affetto. Le aveva spezzato il cuore e fatta chiudere in sé stessa.
Solo con l’aiuto delle due ragazze era riuscita a superare tutto e accantonare quella delusione amorosa in un angolino del suo cuore.
Nonostante per Lucy non fosse la prima volta che si era riscoperta interessata a un ragazzo aveva passato tutta l’ultima settimana di vacanze a pensare a cosa fare. Il sentimento che provava per Jackal sapeva che era ben diverso da quello che sentiva per Natsu. Quest’ultimo era sempre nei suoi pensieri e il ricordo di quel bacio era ancora vivo nella sua mente.
Ricordava perfettamente le sue labbra sottili sulle proprie, le sue mani intrecciate alle proprie e il pollice sulla sua guancia.
Aveva pensato tante volte a chiamare una delle due ragazze per avere qualche consiglio o anche solo per distrarsi qualche minuto. Però, dopo aver composto i numeri li cancellava subito e dentro di sé si ripeteva che quella era una cosa a cui avrebbe dovuto pensare da sola. Era lei che doveva capire che cosa provasse per Natsu, non Levy o Juvia.
“Levy, mi dispiace di non aver chiamato te o Juvia… Però sento che questa è una cosa che devo affrontare da sola. Se mi piace e questo sentimento diventerà più intenso devo essere io ad accorgermene,” le disse decisa Lucy prendendole le mani fa le sue e stringendole appena, “so che ti stai preoccupando per me e lo apprezzo davvero tanto. E tu lo sai. È stato grazie a te se mi sono accorta di provare qualcosa per lui. Sei stata tu a darmi lo slancio per partire però…”
“Però adesso vuoi fare da sola. Non è vero, Lu?” concluse per lei Levy, che la guardava con un sorriso intenerito.
Lucy annuì e inclinò leggermente la testa rispondendo al sorriso dell’amica.
Sapeva che se avesse avuto bisogno di aiuto lei ci sarebbe stata, ma aveva capito che quello era il momento di mettersi da parte e lasciarle fare i suoi errori e le sue esperienze.
Levy dopo il lutto di Lucy si era sempre sentita in dovere di proteggerla e fungere da sorella maggiore, però adesso quei tempi erano parte del passato ed era arrivato il momento che Lucy si difendesse da sola e vivesse veramente.
Layla le aveva sempre raccontato di quanto l’amore e l’amicizia fossero potenti, insegnandole che uno dei grandi passi della vita è proprio l’innamorarsi. Un passaggio delicato e molto potente, ma che andava affrontato e Lucy aveva tutte le intenzioni di buttarsi e viverlo fino in fondo adesso che sembrava averlo finalmente trovato.
Sentiva che Natsu aveva qualcosa di speciale e che poteva fidarsi di lui, solo che aveva intenzione di farlo gradualmente. Sapeva che se non fosse andata a finire bene poi ne sarebbe rimasta distrutta e non ne poteva più di soffrire e rimanere sola. Perciò riteneva più che giusto procedere un passo alla volta.
Lucy scese dal banco sul quale era seduta e strinse Levy in una abbraccio soffocante, nel quale la turchina era praticamente compressa contro il suo corpo.
Il suono della campanella fece staccare le due ragazze, che con l’arrivo di tutti i compagni e della loro insegnante ritornarono ai loro posti.
Lucy durante tutta la lezione di storia non fece altro che rimuginare all’incontro che avrebbe avuto con il rosa; dopo tutto gli doveva ancora delle spiegazioni. Sempre se non ci era rimasto troppo male da non volerle parlare più. Quel pensiero fece attorcigliare le budella di Lucy, però doveva farlo, anche se al solo pensiero si sentiva male.
Quando anche l’ultima ora di scuola terminò tutti gli studenti uscirono di corsa dall’aula. Lucy con calma raccolse le sue cose e dopo aver indossato il cappotto, messa la borsa con i libri in spalla e salutato Levy si diresse verso il portone principale della scuola; da lì poi sarebbe andata a lavorare.
Aveva già varcato gli enormi cancelli in ferro battuto della recinsione che delimitava i territori della scuola e si trovava già sul grande marciapiede quando si sentì chiamare.
Si voltò e vide Natsu correrle incontro con una mano al vento, la zazzera rosa ancora più scompigliata e il bianco sorriso stampato in faccia.
“Ciao, Natsu” disse rossa in volto. Era felicissima di vederselo arrivare incontro.
“Stai andando a casa?” le domandò mentre con una mano si sistemava la tracolla di stoffa rossa strapiena di libri sulla spalla e riprendeva fiato.
“No, oggi ho il turno al locale,” spiegò “tu invece, cosa fai?”
“Prima di andare a casa avevo pensato di passare al Fairy Tail, a mangiare qualcosa.”
Un sentimento di felicità si fece largo nel cuore di Lucy; anche solo fare la stessa strada la faceva sentire come una bambina il giorno di Natale.
I due ragazzi ripresero a camminare insieme lungo il marciapiede in silenzio, Lucy però voleva approfittare di quel momento per potersi scusare e dargli una spiegazione quantomeno accettabile – e soprattutto credibile.
“Senti, Natsu, a proposito della-”
“Natsu!” una voce femminile richiamò l’attenzione dei due giovani interrompendo il discorso della bionda.
A Lucy quella voce sembrò familiare ed era sicura di averla già sentita prima di allora. “Lisanna!” rispose Natsu.
Lucy si voltò e vide l’albina corrergli incontro.
“Natsu, avevi detto che ci andavamo insieme a mangiare!” lo rimproverò la ragazza dagli occhi blu.
Come tutta quella gioia era arrivata nello stesso modo se n’era andata. La frase pronunciata da Lisanna aveva appena distrutto tutti i propositi di Lucy di passare del tempo con Natsu e di potersi chiarire. Lucy si portò una mano al cuore e strinse la stoffa della giacca.
“Oh, sì, scusami Lisanna. Me ne ero proprio dimenticato, sai volevo parlare un attimo di una cosa con Lucy” si giustificò il rosa scompigliandosi i capelli con una mano e guardando con la coda dell’occhio la bionda accanto a lui.
La presa sulla giacca di Lucy si fece ancora più salda quando Natsu confessò le sue vere intenzioni.
Lisanna rimase sorpresa da tale risposta e Lucy la vide serrare appena la mascella “Ma avevi promesso che venivi a mangiare con me!” continuò l’albina afferrando con una mano la manica del cappotto di Natsu.
“Dai, oggi c’è anche Mira-nee a casa. Sono sicura che non vede l’ora di salutarti.” Insisté.
“A dire il vero io-” A Natsu non venne data alcuna possibilità di controbattere perché Lisanna l’aveva trascinato con lei nella direzione opposta alla quale si stavano dirigendo loro due fino a qualche attimo fa.
 “A-aspetta Lisanna” tentò Natsu guardando la bionda.
Finse che non importava, perciò per fargli capire che era tutto okay gli mimò con le labbra un “Non fa nulla” e poi gli sorrise; Natsu, in risposta, la guardò intensamente negli occhi, per poi essere bruscamente trascinato via dalla Strauss.
“Mi dispiace Lucy, sono costretta a rubartelo per oggi!” esclamò Lisanna facendole l’occhiolino.
Lucy rispose con un flebile “Sì” e seguì con lo sguardo i due che si allontanavano.
Aveva notato quanto fossero amici anche negli anni passati, arrivando addirittura a sospettare che stessero insieme. Il modo in cui Lisanna guardava Natsu era davvero unico, era come se le brillassero gli occhi tutte le volte che si posavano sulla figura del rosa.
In quel momento Lucy era triste e delusa. Voleva parlare con Natsu, passare del tempo con lui. Aveva però come l’impressione di essere di troppo.
Forse si era illusa anche quella volta.
Si portò una mano alle labbra. E quel bacio allora, che cosa significava?
Non ne aveva davvero la più pallida idea, sperava solo di non essere stata ingannata.
Guardò un’ultima volta il punto in cui i due erano spariti e poi riprese a camminare verso il Fairy Tail.
 
 

Il turno al locale sembrò non finire mai, era come se l’orologio avesse deciso di fermarsi e non ripartire più. Lucy aveva la mente da tutt’altra parte, infatti combinò diversi guai, provocando l’ira di Cobra, già poco paziente di suo.
“È il caso che ti prenda una pausa” le aveva intimato il suo capo lanciandole uno sguardo infuriato.
Lucy si sedette ad uno dei tavolini accanto al bancone e poggiò la testa sul legno duro, battendola leggermente.
Kinana dopo aver rimproverato Cobra per essere stato troppo duro con lei le si avvicinò e cercò di confortarla: “Non preoccuparti, capita a tutti di avere una giornata no”
Lucy sollevò leggermente il capo e la guardò con la coda dell’occhio:
“È una settimana che mi capita di avere la giornata no” le rispose con una nota d’irritazione, estranea al suo carattere solare e dolce.
Kinana la guardò preoccupata, avrebbe voluto rimanere e magari parlare un po’, ma un “Cameriera” pronunciato da un cliente le fece capire che non aveva tempo. Si alzò dalla sedia accanto a quella della biondina e le lasciò una carezza sui capelli biondi.
Lucy era stanca, era una settimana che si sentiva uno schifo. Non aveva più potuto parlare con Natsu dopo che l’ultima volta Lisanna l’aveva letteralmente trascinato via con sé, lasciando Lucy da sola. L’albina era diventata ancora più presente e ogni qualvolta Lucy provasse ad avvicinarsi al rosa lei si frapponeva tra i due e lo portava da tutt’altra parte.
In più Levy era partita per una vacanza studio di sue settimane a Tokyo e non sarebbe tornata prima della prossima settimana. Juvia invece era stata impegnatissima con le sue gare di nuoto e non avevano avuto nemmeno un minuto da passere insieme per un caffè. Per non parlare di tutta la montagna di compiti che le erano stati assegnati.
Percepì qualcuno sedersi accanto a lei e, alzando leggermente il braccio destro riconobbe Yukino: i corti capelli azzurro chiaro le solleticavano il collo e le frangetta le ricopriva buona parte della fronte, lasciando però i grandi occhi marroni scoperti.
“Yukino” la ragazza in risposta sorrise, accostando di più la sedia al tavolino rotondo.
“Va tutto bene?” le domandò slacciandosi il grembiule.
“Potrebbe andare meglio,” rispose voltando la testa verso la sua interlocutrice. “Tu invece?”
“Io sto benissimo. Fra tre giorni festeggerò un anno con Sting!” Yukino arrossì e congiunse le mani e se le portò al cuore, sorridendo al solo pensiero del fidanzato.
Anche Lucy sorrise, sapeva benissimo che cosa aveva passato per poter stare finalmente insieme a lui.
“Sono felice per voi.”
“Grazie mille, Lucy.”
“Sai, in quest’ultimo periodo ho notato che sei un po’ giù di morale, come mai? Posso fare qualcosa per te?” Yukino aveva appoggiato i gomiti sul tavolo e con le mani si sosteneva la testa leggermente inclinata, intenta a osservare Lucy.
La ragazza si sollevò completamente con il busto dal tavolo e con gli occhi puntati sul legno si morse il labbro inferire, le mani posate in grembo impegnate a pasticciarsi fra di loro.
Non sapeva se era il caso di dirglielo, la situazione era alquanto delicata e soprattutto lunga da raccontare.
Lucy le lanciò una breve occhiata e alla fine abbandonandosi allo schienale della sedia sospirò: “C’è un ragazzo…”
Yukino si posizionò meglio sulla sua sedia e si sporse di più verso la bionda, incitandola timidamente a andare avanti.
“E credo anche di piacergli – o almeno questo è quello che dice Levy e potrei anche azzardare a confermare la cosa visto che ci siamo baciati -, però in quest’ultima settimana è sempre stato con un’altra e io… Io non so cosa fare…” concluse Lucy in un sospiro di frustrazione.
Quella situazione la stava facendo impazzire, tutta quella tensione la metteva in forte disagio e la mandava in confusione; stava andando tutto a rotoli.
L’azzurra le prese una delle mani sottili e la strinse nelle sue ancora più piccole e candide. La guardò dritta negli occhi e poi le sorrise.
“Non devi abbatterti per ciò, devi solo dare tempo al tempo. Prima o poi le cose si aggiusteranno, sono sicura che se questo ragazzo ti ha baciata ci tiene molto a te.”
Lucy guardò l’amica e le sorrise, aveva apprezzato il fatto che avesse provato a tirarla su di morale, anche se non era abbastanza e che quel vuoto che sentiva dentro non si sarebbe colmato così facilmente: con il solo pensare che Natsu tenesse a lei.
“Grazie, Yukino” rispose la bionda alzandosi dal tavolino, pronta per tornare a servire i tavoli.
Quando il turnò finì e il locale chiuse erano già le 22:00. Lucy con fatica si trascinò fino a casa e con estrema lentezza aprì la porta, richiudendola subito dopo; ci si accasciò contro e chinando la testa all’indietro scivolò sul pavimento freddo del suo appartamento.
Portò le ginocchia al petto e si slacciò gli stivali, lanciandoli poco lontano da dove si trovava; gli occhi rivolti verso il soffitto bianco illuminato solo dalla flebile luce della luna che proveniva dalla finestra della cucina; quella che non abbassava mai.
I riscaldamenti erano stati spenti per tutto il giorno e il contatto delle cosce nude, sperate solo dal leggero tessuto del collant nero con il parquet freddo le provocava piccoli brividi per tutto il corpo.
Era stanca di stare a guardare Natsu e Lisanna sempre insieme, aveva anche provato ad accettarlo, ma giorno dopo giorno anche solo il pensiero le faceva chiudere lo stomaco.
Aveva visto Natsu osservarla qualche volta, di sfuggita, quando si incontravano in mensa o per i corridoi e tutte le volte che i loro occhi venivano in contatto, lei, spostava subito i suoi da un’altra parte, per ripotarlo immediatamente su di lui.
Una lacrima scese dal suo occhio sinistro e proseguì fino alla mandibola, lasciando una scia umida e salata sulla pelle di Lucy.
Chinò la testa e la nascose tra le ginocchia: avrebbe tanto voluto che bastasse solo il tempo a sistemare le cose, proprio come aveva detto Yukino, ma ne dubitava; il dolore della morte dei suoi genitori era ancora vivo dentro di sé, anche a distanza di molti anni e non aveva per niente voglia di aggiungere anche quello di un amore non corrisposto alla lista.
Soffrire a volte significa solamente soffrire. Non è come molti dicono. Non rende più forte. Non aiuta a crescere e non forma il carattere. Fa solo male.
E Lucy era stanca di soffrire e basta, quella situazione la stava distruggendo.

















Angolo autrice:

Ohayo minna!
Gioite gioite (?) miei carissimi lettori e lettrici! Questa volta sono puntualeeee! Yeeee!
Questa volta non ho molto da dire sul capitolo visto che è breve e non accade quasi nulla di significativo, a parte il fatto che si scopre un pochino di più sul passato di Lucy e fa finalmente chiarimento con i suoi sentimenti. Credo lo stavamo aspettando tutti
 😂 

Non chiedetemi da quale parte ancora sana del mio cervello mi sia venuta immente l'idea di Midnight e Lucy insieme perché non lo so nenanche io. Stavo cercando un candidato a caso e siccome non riesco a vedere nessun altro all'infuori di Natsu con Lucy, allora ho deciso di prendere uno degli ultimi personaggi che vedrei con lei.
Se non si fosse capito io adoro il rapporto di amiciza/sorellanza (passatemi il termine, pls) che c'è tra Lucy e Levy. Sono adorabili! Quindi aspettatevi altri momenti del genere!
Io vorrei ringraziarvi di cuore perché nello scorso capitolo abbiamo superato il numero di recensioni per capitolo! Non ci posso credere! Sono felicissima. Grazie mille, davvero.
Vi ringrazio in ogni capitolo, ma nonostante ciò mi sembra sempre poco e vorrei fare qualcosa di più per dimostrarvelo.
Quindi dico grazie a tanomaxDreamworkDaimler, Gnarly, naku_kun 94 e Simplegirl001.
Come obiettivo finale sto cercando di puntare alla categoria "Più popolari" del fandom XD. So che sembra una pazia ma sarebbe una cosa davvero fenomenale per me: un sogno che si avvera.
Spero che anche questa capitolo vi sia piaciuto.
Un bacione,

Hanae
   
 
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