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Autore: missherondale    07/02/2016    1 recensioni
«Non importa quanto sei lontana da me, Magdalene, sai che troverò di nuovo il tuo viso e finalmente riuscirò ad averti in sposa »
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono stata una stupida a stargli dietro e le possibilità per scappare in queste occasioni sono davvero poche. Riusci a trascinarmi fino alla Riva riuscendo ad immergere la mani, cosi riuscendo a farmi curare le ferite che ricoprivano ormai tutto il mio corpo. 
Lui si avvicinò a me con un sorriso demoniaco stampato sulle labbra e si inginocchiò di fianco a me, portando le labbra vicino al mio orecchio e mi sussurrò.

«Non importa quanto sei lontana da me, Magdalene, sai che troverò di nuovo il tuo viso e finalmente riuscirò ad averti in sposa »

Il mio corpo ebbe un fremito di disgustodopodiché iniziò a tremare dal freddo , ormai sentivo la vita scivolare via e...

Mi svegliai completamente sudata, mentre il cuore tamburellava all'impazzata dentro al mio petto e respiravo come appena tornata da uno scatto di corsa . 
Era tornato, continuava a ripetere la mia mente mentre i miei muscoli erano rigidi e contratti. Sai che è tornato e non puoi mentire a te stessa,Mag
Quel nome continuava a comparirmi in testa, Magdalene, anche se non capivo perché la mia testa continuava a ripeterlo. 
Allungai la mano verso il comodino e guardai l'orario sul cellulare, decidendo ormai di alzarmi. Scostai le coperte dal corpo e poggiai a terra i piedi, iniziando a stiracchiarmi. Ovviamente era lunedì mattina e la settimana stava nuovamente cominciando. 

Il telefono vibrò sul comodino e con il corpo mi avvicinai ad esso per leggere la notifica . 
'Edward: oggi ho l'auto, ti passo a prendere' 
Sorrisi al messaggio, alzandomi finalmente dal letto per andare a prepararmi.

Apri la borsa controllando che avessi recuperato tutto per la giornata ed infine chiusi la porta alle mie spalle, tenendo stretta a me la borsa a tracolla che mi portavo sempre dietro. Da lontano notai che Edward, il mio migliore amico, era intendo a giocare al cellulare mentre rimaneva seduto silenzioso in auto. Oltrepassai velocemente l'auto e arrivai al posto vicino a quello del conducente, aprendo la portiera ed entrandoci subito dopo. 

«Tutto bene, Andrea?» mi chiede con tono preoccupato il ragazzo, seriamente in pensiero per la solita espressione da morto vivente che mi portavo in viso. Accennai appena un si con la testa, abbassando leggermente lo sguardo per recuperare gli occhiali rinchiusi dentro la mia borsa. 

«Perché non sei sincera? Sai che ormai ti conosco così tanto che riesco a comprenderti fin da subito!» disse mettendo in moto la macchina e partendo per l'università. 

«E va bene!» cedetti io poco dopo, sospirando rumorosamente. «Ho riavuto un incubo e continuo a vedere quel viso in ogni mio sogno, sembra che mi perseguiti nei sogni quell'uomo.» Passai una mano tra i miei capelli sistemandoli su un lato e lasciandomi andare poco dopo indietro sullo schienale dell'auto. 

«Perseguitare è una parola grossa, direi. » scosse appena il capo. «Magari sarà solo stress, non preoccuparti.». Cercò di tranquillizzarmi, proprio come faceva sempre, ma io non ne ero totalmente convinta, così annuì tanto per non farlo preoccupare ulteriormente. «Oggi che materie hai?» chiese spostando appena lo sguardo su di me, tornando infine a guardare di nuovo la strada. 

«Guarda la strada che la patente l'hai appena presa.» gli dissi scoppiando a ridere, tirandomi su e scorgendo l'edificio scolastico da lontano. «Cosa che per me rappresentano totalmente l'arabo e il greco antico» sorrisi spostando verso di lui lo sguardo. 

«Quindi hai un paio di ore tra matematica, chimica, scienze e fisica, sbaglio?» rise parcheggiando poco lontano dall'entrata. 

«Preso in pieno» dissi schioccando le dita, scoppiando a ridere insieme a lui poco dopo. 

Entrai in classe e presi subito posto in terza fila, il mio solito banco. Tirai fuori silenziosa il mio quaderno e il portapenne, sorprendendomi che Nadia non fosse ancora arrivata. 

«Wow, cambierai mai banco? Perché ormai quello ha preso le tue forme» scherzò Travis, togliendosi di dosso i soliti occhiali da sole scuri che teneva su. 

«Mai.» ammiccai io, notando finalmente la mia migliore amica fare ingresso dentro quella sudicia classe. «Buongiorno principessa. » le dissi sorridendo radiosa, notando che le mancava poco alla bestemmia. 

«Taci idiota» disse chiaramente irritata anche solo dalla luce solare. 

Il professore fece la sua entrata poco dopo, seguito da un ragazzo sicuramente più grande di noi di almeno un anno. 

  «Ragazzi lui è William, il vostro nuovo compagno di classe» Disse indicando il ragazzo. 

Il mio sguardo rimaneva incollato al suo, e viceversa, come se un legame già ci fosse. Era strano, era diverso, ma quello sguardo l'avevo già incontrato prima.   

   
 
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