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Autore: psychobitch    07/02/2016    0 recensioni
Salve! Una precisazione: non ho descritto il protagonista più di tanto per lasciare ogni cosa alla vostra immaginazione. Detto questo, spero che la storia vi piaccia.---
---"Forse un giorno ci rincontreremo."
 A quelle parole avrei potuto avere due reazioni completamente differenti. La prima; voltarmi verso il muro dietro di me, fregarmene del contare fino a dieci e tirarci un pugno. La seconda; abbracciarlo per l'ultima volta. Perché questa volta sapevo che sarebbe stata l'ultima.
-Forse un giorno ci rincontreremo- disse Jared abbassando lo sguardo e serrando le labbra contemporaneamente, come se stesse raccontando un evento spiacevole.
-Ah si?- sussurrai io, con la mia solita ironia. -E parleremo di come ci siamo torturati per poi arrivare a questo?-
La sua espressione mutò. Era diventata un pò la mia espressione.
-Comunque una cosa la so per certo.- Affermò, portando lo sguardo dalla parte opposta alla mia, come se volesse evitarmi.
-Cosa? Cosa sai?- Gli chiesi quasi avessi fretta.
La realtà è che probabilmente mi mancava il respiro, o forse erano solo le urla dei fan lì fuori che mi impedivano di sentire bene.
-È che t'ho amato
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi voltai verso di lui, confuso.
-Cosa vuoi dire?- gli chiesi. Quella si che era una domanda strana, stavamo parlando di suo fratello dopotutto.
-Perché non l’hai colpito..- alzò le spalle, voltandosi verso di me, come se fosse la domanda più semplice del mondo.
Che razza di domanda… Come ‘’perché non lo avevo colpito?’’, voleva che colpissi suo fratello?
-So che per te è difficile mantenere la calma..- continuò Jared, aggrottando le sopracciglia –quindi, perché?- continuò, aspettandosi una risposta da me a quell’assurda domanda.
-Perché è tuo fratello, Jared..- scoppiai, stufo di quelle domande assurde, sospirando poi.
Jared abbassò lo sguardo, inumidendosi poi le labbra.
Sembrava sorpreso di quella risposta, come se non se l’aspettasse, ma io non avevo colpito Shannon proprio perché sapevo che avrebbe causato problemi tra di noi, e questa era l'ultima cosa che volevo.
Non disse niente, si rimise nella sua posizione iniziale e continuò a contemplare il vuoto; e io sapevo che probabilmente quella era stata la scelta giusta, anche se sofferta, e sapevo anche che tra me e Shannon non sarebbe finita lì.
Le prove quel giorno non si sarebbero fatte, e sapevo che questo avrebbe infastidito ulteriormente Jared, in quanto perfezionista, non gli sarebbe piaciuto arrivare impreparati.
Rimanemmo lì seduti per un bel po’, più o meno fino a quando tutte le persone nell’edificio se ne andarono, cioè fino alle due di pomeriggio; però nessuno dei due aveva fame.
Il mio naso aveva smesso di sanguinare, e il ghiaccio si era sciolto, così andai a buttare il panno sporco e al ritorno mi inginocchiai davanti a Jared, e cominciai ad osservarlo.
Lui alzò lo sguardo sul mio viso. Piegò le ginocchia e sporse il sedere all’indietro per avvicinarsi meglio a me; poi restò lì, a guardarmi, senza dire niente.
Io abbassai lo sguardo e gli presi la mano, stringendola al mio petto.
-Mi dispiace, Jared..- sussurrai, guardandolo di nuovo.
Jared accennò un sorriso e poi si avvicinò di più a me, posando le labbra sulla mia fronte, lasciandoci poi un piccolo, umido bacio.
-Non devi esserlo..- mugolò sulla mia fronte, sfregandoci il naso.
Sorrisi, posando le labbra sulle sue, e lasciandoci così un bacio.
Jared chiuse gli occhi e si lasciò andare a quel gesto d’affetto, e poi, quando li riaprì, strinse la mano che era legata alla sua e mi fece cenno di alzarmi.
-Dai, andiamo via- disse, guidandomi all’uscita.
Ci dirigemmo verso la sua macchina, salimmo e in fretta mi misi la cintura, essendo ormai abituato alle sorprese di Jared.
-Dove andiamo?- chiesi, rivolgendomi a lui, al posto del guidatore.
-Fino a domani, non voglio più tornare qui- rispose, prestando attenzione alla strada –andiamo a casa mia- aggiunse.
Io annuii, posando una mano sul mio naso, per constatare che faceva ancora male.. Faceva ancora male.
-Così vediamo anche di darti una ripulita- sghignazzò poi, voltandosi verso di me per pochi secondi.
-Ah ah- risposi ironicamente, accennando poi un sorriso, che Jared non aveva visto, dato che non si era voltato verso di me.
Una volta arrivati, Jared parcheggiò la macchina nel vialetto della sua villa  e scendemmo subito dopo.
-Ci sarà un po’ di casino, mi sono svegliato tardi- mugolò Jared, aprendo la porta di casa.
-Jared, sai con chi stai parlando?- disse serio, passandomi una mano tra i capelli.
 Lui sorrise e per tutta risposta, aprì e mi trascinò dentro, aprendo ai miei occhi quel posto, dove ero già stato.
Mi prese per mano e mi portò in bagno, che era sopra la scala che dava sul salotto. Passammo davanti la stanza dove avevo visto quella foto, ma non ci feci molto caso.
Una volta li, Jared tirò fuori da uno dei tanti cassetti che componevano la parte inferiore del lavandino, un barattolo.
-Cosa è?- dissi, alzando le sopracciglia e ponendo una mano avanti a me.
-Non preoccuparti, è crema- rispose ridendo, per poi scuotere la testa –dai, vieni qui- aggiunse poi facendomi cenno di avvicinarmi a lui.
-Non la voglio- ridacchiai, spostando la sua mano dal mio viso.
-Zitto..- mugolò Jared, continuando a sorridere, per poi  avvicinarsi a me.
Mi toccò delicatamente il naso e cominciò a cospargerlo di quel prodotto. Era concentrato nel fare un bel lavoro, mentre io non facevo altro che guardarlo, e lui non sembrava accorgersene.
Quando ebbe finito, ripose la crema nel cassetto e aprì l’acqua per sciacquarsi il dito; e fu a quel punto che io avvolsi le braccia intorno al suo bacino, posando il mento sulla sua spalla.
-Grazie…- sussurrai al suo orecchio, suscitando di nuovo il sorriso di Jared.
-E’ stato un piacere- rispose, voltandosi tra le mie braccia, avvolgendo le braccia intorno al mio collo.
Io lo spinsi leggermente contro il lavandino, che si trovava dietro di lui per poi posare le labbra sulle sue. Nessuno poteva vederci, e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento.
Scesi a baciare il collo di Jared, mordicchiando la sua pelle di tanto in tanto e sentivo che i miei gesti erano apprezzati, dato che il suo respiro cominciava a farsi pesante.
-Leslie..- mugolò affannosamente.
-Mh?- risposi io, non smettendo di lasciargli dei piccoli segni sul collo.
-Non i segni, Leslie..- aggiunse, ponendomi una mano sul petto, come per spingermi via; embrava abbastanza irritato.
-Sta zitto, Jared- dissi, spingendo via la sua mano.
Jared accennò un sorriso, poi si morse il labbro inferiore e alzò il viso, dandomi più spazio per agire.
Mi strinse a se, spingendomi con le spalle verso la parete del bagno e posando le mani sul mio petto, riprendendo a baciarli sulle labbra.
Sussultai, ma mi lasciai guidare la lui e ripresi a baciarlo a mia volta, fino a quando sentii le sue mani sbottonare la mia camicia; a quel punto era chiaro cosa sarebbe successo dopo.
Mi lasciai togliere la camicia, prima una manica e poi l’altra, scoprendo il mio corpo, che Jared si soffermò ad osservare per qualche secondo per poi accennare un sorriso malizioso.
Non ero mai stato così in intimità con un uomo, perciò quelle attenzioni mi imbarazzavano, ma non so come, Jared trovava sempre un modo per farmi sentire a mio agio in ogni situazione.
Passò le mani sul mio petto, facendomi venire la pelle d’oca. A quel punto anche il mio respiro si stava facendo pesante, ma non volevo affrettare le cose, volevo scoprire anche io il corpo di Jared.
Quando pensavo che avesse finito con me, vidi Jared abbassare il viso sul mio petto e cominciare a baciarlo; cosa, che mi fece eccitare ancora di più.
Me ne stavo li, lasciando che facesse ciò che voleva con me, e Dio se mi piaceva, e cavolo se avrei voluto che continuasse all’infinito.
Sentii la sua mano afferrare la mia e tutto d’un tratto mi ritrovai di nuovo a farmi trascinare da lui, questa volta nella sua camera da letto, che era dalla parte opposta del bagno.
Appena entrammo, sui pose le mani sui miei fianchi e mi spinse sul letto, stendendosi subito dopo sopra di me.
Ricominciò a baciare il mio petto, questa volta mettendoci anche la lingua, passandola sui miei capezzoli, cosa che mi fece liberare il primo gemito; gemito ancora contenuto.
A Jared piaceva sentirmi gemere, infatti, ogni volta che succedeva, lui si lasciava scappare un piccolo sorrisetto. Mi piaceva ciò che stava facendo, e volevo che passassimo al livello successivo.
Jared divaricò le gambe e si pose sopra il mio bacino, per poi cominciare a slacciarsi la camicia, un bottone per uno, guardandomi negli occhi, per provocarmi, ovviamente.
Cominciai a pensare che mi volesse torturare con quei giochetti, ma in quel momento, non avevo neanche la forza di respirare decentemente; ero al punto di non ritorno e non vedevo l’ora di andare avanti.
Man mano che si toglieva la camicia, sentivo che aveva cominciato a muoversi sopra di me, andando avanti e indietro. Adesso sapevo che mi stava torturando.
Guardai in basso, schiudendo la bocca e poi sussurrai –Jared..- ponendo subito dopo le mani sui suoi fianchi, accompagnando i suoi movimenti, tirando il viso all’indietro, ed incoraggiandolo a non smettere.
Cominciavo a sentire la mia eccitazione che cresceva sempre di più, se ne era accorto, e gli piaceva sapere che era lui la causa nel mio respiro affannoso e del piacere che stavo provando.
Io continuavo a stare li, impotente, in balia  di qualcosa che non potevo controllare. I miei  pensieri cominciavano ad annebbiarsi e riuscivo a stento a trattenermi dal mugolare.
Poi si chinò, e sfiorò il mio orecchio con le sue labbra sussurrando-adesso sei mio- smettendo di muoversi sopra di me.
Mugolai, scontento del fatto che avesse smesso, quando vidi che Jared stava pian piano slacciandomi i pantaloni; e quando finì, li sfilò e li buttò all’indietro, a terra.
La mia eccitazione era in parte scoperta quando fece lo stesso con i suoi pantaloni, buttandoli nello stesso posto; a quel punto non c’erano più segreti, niente più barriere, niente di niente.
Posai una mano dietro al suo collo, avvicinando il suo viso al mio, ricominciando a baciarlo. Avevo bisogno di sentirlo mio adesso, non potevo più aspettare.

Posai le mani sull’elastico dei suoi boxer, cominciando a sfilarli lentamente, fino a quando non arrivai fin sopra il ginocchio, e Jared mi aiutò a toglierli e a buttare a terra anche quelli.
Quella fu la prima volta che vidi il sesso di un altro uomo, e la cosa strana era che non mi sentivo affatto a disagio; quell’imbarazzo era completamente svanito.
Jared fece lo stesso con i miei boxer, scoprendo il mio sesso. Sorrise, guardandomi poi negli occhi.
Poi pose le braccia ai lati della mia testa e si pose delicatamente tra le mie gambe, cambiando la posizione che aveva assunto prima, e così, cominciammo a fare l’amore.
Quella fu la prima volta per me con un uomo, e anche se non lo avevo detto a Jared, lui sembrava averlo capito; il modo in cui mi toccava quel pomeriggio, il modo in cui si muoveva e il modo in cui mi baciava.. Era tutto molto pacato, ed azzarderei anche dire che era tutto molto dolce.
Ci addormentammo subito dopo, Jared aveva il viso sul mio braccio ed entrambi eravamo sotto una coperta, che era abbastanza grande da coprire perfettamente entrambi.
Quando mi svegliai, diedi un’ occhiata a Jared, che non aveva la minima intenzione di aprire gli occhi; così mi voltai verso il comodino, accanto al letto per accertarmi di che ore erano.

19.06

Eravamo stati li per un’inifinità di tempo, e chissà quante persone chi avevano cercato.. Ma in fin dei conti, cosa importava?
Mi rimisi nella posizione in cui mi ero addormentato, e mi presi un momento per osservare Jared, che aveva tutti i capelli fuori posto e che, quando dormiva era più bello del solito.
Notai che le vene che aveva sotto gli occhi, sporgevano appena; fiorai delicatamente il suo viso e gli scostai i capelli che glielo stavano coprendo, ma non feci abbastanza piano.
Jared aprì gli occhi, mi guardò, accennò un sorriso e poi cominciò a stiracchiarsi; prima le braccia, e poi le gambe, una per uno, finché non passò poi a sbadigliare.
-Buongiorno- sussurrai, posando la testa sul cuscino –anzi, buonasera- aggiunsi, prima di voltarmi verso l’orologio.
Jared rivolse lo sguardo verso il posto indicato, alzandosi di poco sul letto, abbastanza da far scivolare la coperta fino al suo bacino; continuando però a nascondere la sua intimità.
Alzò le spalle, poi si mise di nuovo steso, questa volta avvicinandosi a me, per poi posizionare il suo labbro superiore tra le mie labbra, mordendomi.
-Ti è piaciuto? Verginello…-mugolò, sfoggiando un sorriso malizioso.
Alzai le sopracciglia, accennando un sorriso.
-Verginello? A me?- dissi, puntandomi il dito sul petto. –Hai idea di chi stai parlando? Ho soddisfatto milioni di persone..- Jared a questo punto mi interruppe, scoppiando a ridere.
-Donne, Leslie, donne..- disse, inumidendosi le labbra.

-Tu non hai idea di come si soddisfi un uomo..- sussurrò, mettendosi poi seduto sul letto.
-Oh davvero? Era per questo che gemevi come un pazzo prima?- dissi, imitandolo, mettendomi a sedere vicino a lui.
-Zitto- rise, scuotendo la testa, per poi posare la mano sulle mie labbra ed abbassare lo sguardo.
Dopo qualche secondo di silenzio, alzò di nuovo lo sguardo su di me ed accennò un sorriso.
-Mi fai stare bene- disse.

   
 
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