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Autore: ehitsfrannie    07/02/2016    1 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XX
 
 
«Cosa ti affligge, Alice?»
chiese placido Jefferson, notando l'aria crucciata della ragazza.
Ella si accoccolò ancor di più tra le sue braccia, posando la testa sul suo petto e inspirando profondamente.
Profuma di zenzero. Zenzero e limone.
« Quella di Alice è l'unica favola che non ha lieto fine.» rispose, senza alzare gli occhi verso di lui. « Lei si sveglia e si rende conto che tutto era solo un sogno: la Regina di Cuori, i Fanti, le rose rosse...era stato tutto frutto della sua immaginazione. Anche il Cappellaio Matto.»
Jefferson tacque per un momento e, prendendo il mento di Alice tra due dita, la fece voltare verso di lui, accorgendosi che i suoi occhi erano lucidi e velati di nostalgia.
« Tu non mi dimenticherai. Come io non dimenticherò te. Il Cappellaio Matto è incapace di dimenticare e ci sarà sempre per Alice.»
«Ma il problema non sei tu, Jefferson.» scosse energicamente il capo, sciogliendo l'abbraccio e mettendosi seduta. «Sono io. Lo sono sempre stata.»
«Non ti libererai di me così, se è quello che speri. Devi essere matta per pensare queste cose.»
Alice sorrise amaramente.
I matti sono tali perché hanno capito ogni cosa.
 
**
 
Kendra afferrò un sasso e lo lanciò contro le siepi, le quali lo fecero sparire in un batter d'occhio tra le foglie appuntite.
Se le avesse sfiorate, non sarebbe rimasto un granché di lei. Estrasse un pugnale affilato dalla fodera appesa alla sua cintura e prese a correre.
Era stata una sola volta a Wonderland, quando aveva accompagnato il fratello Killian in un'avventura che era conclusa con un accordo tra lui e la Regina e la promessa che un giorno si sarebbe vendicati contro un nemico comunque. Era stata tutta fortuna dunque, ma se c'era una cosa che aveva imparato era che per uscire vivi da quel labirinto bisognava perdervisi.
Tuttavia le guardie erano sempre in agguato, e quando un forte boato suonò per scandire il cambio delle sentinelle, Kendra si sentì gelare il sangue nelle vene.
L'avrebbero scoperta subito se non si fosse data una mossa.
Piccole goccioline di sudore le scendevano giù per la fronte mentre zigzagava per i corridoi delle alte siepi, fino a quando non intravide un soldato seguirla.
« Ehi, tu!» nonostante la voce cristallina, Kendra non si girò di un grado, continuando a correre. «Fermati subito!»
Purtroppo, egli conosceva quel labirinto molto meglio di lei, e non ci mise che qualche secondo a placcarla da una strada secondaria. Kendra si dimenò dalla presa e con sorprendente agilità puntò il pugnale contro la gola dell'uomo.
«Cosa ci fai qui, intrusa?» ansimò egli, incredulo dell'agilità con cui la ragazza aveva risposto.
Kendra non rispose subito, e fece una cosa che le costò caro: esitò. Perse secondi importanti che avrebbero segnato il suo destino irrimediabilmente. Faccia a faccia, poté intravedere attraverso la maschera gli occhi nocciola del soldato.
Senza la traccia di alcuna paura.
E, quando notò che il Fante non si era approfittato di quell'istante d'indecisione, Kendra tolse il pugnale dalla sua gola.
«Non sono affari tuoi, Fante.» e prima che questo potesse reagire, si piegò velocemente e fece un superficiale taglio sulla caviglia, l'unica parte del corpo che non era protetta dall'armatura. Questo bastò alla ragazza il tempo necessario per seminarlo.
Rifletté su ciò che aveva appena fatto, chiedendosi se fosse stata la giusta cosa da fare.
Se Killian mi vedesse adesso...
C'era quasi. Stava per raggiungere il centro del labirinto, ma presa dall'entusiasmo non fece in tempo ad opporsi verso colui che le aveva tappato la bocca con una mano e l'aveva trascinata goffamente verso un vicolo cieco.
Scalpitò per liberarsi dalla morsa anche quando vide una guardia della Regina venire verso di loro sbandendo la sua arma ad ogni passo.
«Ben fatto, Fante. Ora consegnami l'intrusa, la porterò dalla Regina e lei saprà esattamente cosa farne.» disse, lasciando immaginare a Kendra un ghigno malefico sotto l'elmo arrugginito.
«Spiacente, non posso. La Regina mi ha personalmente incaricato di condurre questa furfante nelle prigioni. Non vorrai mica contraddirla, vero?»
Kendra spalancò gli occhi e smise per un secondo di lottare, riconoscendo la voce del Fante di poco prima.
Cosa diamine sta cercando di fare? Vuole lasciarmi andare, o è solo una trappola?
L'altro esitò per qualche secondo, prima di scuotere la testa e proseguire per la sua via.
Quando sparì definitivamente dalla loro visuale, il Fante allentò la presa su Kendra. Questa brandì pugnale ancora sporco di sangue caldo verso il suo salvatore, mentre riprendeva fiato. «Cos'hai intenzione di fare? Ti ho risparmiato la vita una volta, non lo farò di nuovo se necessario.»
«Ho appena ricambiato il favore, tesoro.» la canzonò il Fante, togliendosi la maschera di ferro. «Potevi almeno evitare di pugnalarmi un polpaccio!»
Kendra aveva ragione: aveva poco meno di trent'anni, proprio come lei. Spostò lo sguardo verso la ferita, dalla quale usciva sangue copiosamente, per poi alzare gli occhi immediatamente su di lui. «Qual è il tuo nome?»
«Will Scarlet, Fante al servizio di Sua Maestà la Regina di Cuori.» si presentò in un buffo inchino, dichiarando il suo ruolo con amaro sarcasmo.
Ciò fece spuntare un sorriso soddisfatto nelle labbra di Kendra, che pulì il suo pugnale e lo rimise nella fodera. «Credo proprio di aver risparmiato il Fante giusto.»
 
**
 
«Tu vorresti farmi credere che Alice e il Cappellaio Matto, quel Cappellaio Matto, sono alla ricerca delle Tre Pietre e che l'ultima si trova proprio nel castello di Cora?!»
Kendra alzò le spalle. «Così si dice. Mi sono unita quando erano in viaggio per la Seconda, e li ho seguiti qui a Wonderland.» si girò verso Will, continuando a camminare. «Dobbiamo andare nell'ala est del labirinto e aprire il ponte levatoio. Jefferson ed Alice stanno aspettano lì.»
«Dobbiamo?»ripeté Will ridacchiando, cogliendola alla sprovvista.
La ragazza abbassò lo sguardo, borbottando parole a caso. «Dobbiamo...ci stanno aspettando lì e...oh, lasciamo stare!»
Si allontanò da lui, lasciandolo ridacchiare dell'inusuale reazione. Kendra era fatta così, riusciva a tenere testa a chiunque, ma quando arrivava qualcuno a disarmarla di ogni difesa diventava irascibile.
Quando mai ti è successo, Kendra?
«D’accordo, maledizione,» esclamò Will, alzando le braccia sopra al capo in segno di resa. «apriamo quel ponte e facciamo in modo che tutto finisca presto.»
«Tu…come sei arrivato qui?» domandò Kendra, lasciando trapelare la pungente curiosità.
Will contrasse le mascelle, la mente pervasa dai brutti ricordi. «Per sbaglio, diciamo così. Nulla di cui mi fa piacere parlare, comunque.»
«Colpa di una donna?»
Will Scarlet trasalì, facendo ridacchiare Kendra. «Tranquillo, non c'è bisogno di spiegare. Abbiamo cose più importanti di cui occuparci.» rispose indicando le due alte torri che si prostravano a pochi metri da loro.
«Mi occupo delle guardie di entrambi le torri. Non ci metterò molto.»
spiegò velocemente  controllando di avere abbastanza armi a sua disposizione e facendo una smorfia contrariata quando scoprì di esserne a corto.
Will aggrottò le sopracciglia e spalancò la bocca, pronto a ribadire. «Non esiste proprio! Solo perché qualcuno mi ha pugnalato la caviglia non significa che io non possa essere utile!»
«Will, l’unica cosa di utile che possiedi al momento sono le tue armi.» si giustificò Kendra, allungando le mani verso di lui e reclamando la spada legata al fodero.
Egli imprecò e borbottò, ma alla fine il pirata poté avventurarsi tra i cespugli che segnavano la zona delle torri dal labirinto con la sciabola in mano. Il Fante poté vederla mentre, agile come un gatto, camminava guardinga a carponi fino all'entrata della torre più vicina.
Quando scomparì, Will si avvicinò cauto alla seconda torre, trascinando il piede ferito. Nascondeva ancora un pugnale dentro una tasca interna e, armatosene, forzò la porta senza fare il minimo rumore.
Il silenzio proseguiva fin sopra le scale a chiocciola, dove le Guardie della Regina sorvegliavano l'aria circostante.
Vale davvero la pena tradire tutti i tuoi compagni per una causa che non ti appartiene?
La voce dentro la sua testa insisteva di andarsene, ma il pensiero di Alice al di là del ponte lo lasciò dov'era.
Infondo lei vuole solo tornare a casa, e anche il Cappellaio. Si meritano la mia fedeltà più della Regina o di qualsiasi dei suoi Fanti.
Con il pugnale teso in aria, Will salì gradino per gradino, trattenendo i lamenti per la caviglia dolente. Arrivato in cima scorse subito un soldato che gli dava le spalle e, lentamente, si avvicinò a lui tanto da coglierlo impreparato.
Lo afferrò per le braccia e con un gesto fulmineo lo trascinò al di là della muraglia, guardandolo mentre sbraitava e cadeva nella irta siepe.
Non fece in tempo ad esultare che una lama gelida venne a contatto con il suo collo, facendolo rabbrividire. Ruotò verso l'avversario, buttando il pugnale ai suoi piedi.
«Will Scarlet.» pronunciò egli scuotendo la testa. «Così mi costringi ad ucciderti.»
Gli si gelò il sangue nelle vene.
No, no. Non posso morire proprio ora, nel bel mezzo dell'azione!
Il suo ex compagno si preparò per il colpo fatale, ma invece cadde con un tonfo ai piedi del malcapitato che, sconvolto, alzò gli occhi verso la sua (per la seconda volta!) salvatrice.
Kendra abbassò la trave che teneva sollevata, buttandola di lato. Ricambiò lo sguardo del Fante, mostrandosi fuori di sé. «Non solo zoppo, ma anche sordo! Alice è proprio brava a scegliersi gli alleati...»
«Uhm, grazie.» borbottò William, grattandosi il capo con imbarazzo.
Salvato da una donna pirata!
Kendra si avvicinò a lui con fare minaccioso. «Lo sai cosa succede nelle mia nave ai marinai che non rispettano le regole? Ti avevo raccomandato di aspettarmi!»
L'altro alzò gli occhi al cielo. «Ebbene, non ci sono riuscito. Non avevamo cose più importanti di cui occuparci?!»
Kendra digrignò i denti inviperita, ripercorrendo lo stesso tragitto che aveva fatto per soccorrere Will.
Aprirono il ponte levatoio e in poco tempo Alice e Jefferson li raggiunsero.
La ragazza fece per correre incontro al Fante ma quando vide la caviglia sinistra malamente avvolta in una benda coperta di sangue arretrò inorridita. «Che ti è successo?»
Will accennò un sorriso finto, rivolgendo un'occhiata di ghiaccio al pirata. «Kendra mi ha ferito nel tentativo di fuggire. Poi però l'ho aiutata, anche se non sembra ancora fidarsi di me.»
«Ciao, Alice.» disse freddamente la ragazza mantenendo le braccia incrociate al petto. «Non potevi farti amico un Fante più robusto, intelligente e ubbidiente?!»
Alice ridacchiò guardandoli mentre bisticciavano tra loro, per poi riprendersi quando Jefferson le diede una piccola gomitata sul braccio. «Dobbiamo fare presto, le guardie della Regina devono essere già state avvertite e avventurarsi nel palazzo non sarà semplice, temo.»
«Conosco una scorciatoia. Si può accedere alla sala principale tramite dei corridoi sotterranei, anticamente costruiti in caso di attacco al castello.»
«Ma non brulicano di soldati?» chiese Alice con perplessità.
Will scosse la testa. «Che io sappia, non vengono utilizzati da un po'.»
Alice e Jefferson meditarono per alcuni minuti, ma alla fine annuirono. Non avevano molte altre possibilità.
Il primo fu William, che segnava il cammino; infine era compito di Jefferson assicurarsi che tutti arrivassero sani e salvi al castello e così, tutti insieme, si avventurarono nei puzzolenti corridoi con il capo basso.
Procedettero al buio e in silenzio, mentre sopra di loro premevano metri e metri di terra. Alla fine Will tastò con le mani la maniglia di una botola arrugginita che con l'aiuto degli altri riuscì ad aprire. Uno alla volta uscirono dal tunnel e misero piede su quella che sicuramente era la sala del trono.
Negli occhi di Kendra fiammeggiava qualcosa che Alice non poté riconoscere subito. Il pirata mise occhio su tutto quello che le si trovava davanti, soffermandosi più a lungo su ciò che sembrava di più valore, al che Alice la richiamò.
«Scusa Alice, stavo pensando a come potrebbe essere diversa la vita che ci aspetta se...»
«Ci penseremo quando sarà il momento Kendra, la nostra priorità è la Pietra ora.»
Kendra annuì e insieme si diressero verso il trono della Regina. Erano solo loro quattro: un Cappellaio, un pirata, un Fante e una ragazzina dai presunti poteri magici.
Sarebbe bastata quella vastità di personalità a far funzionare le Pietre?
Ma tutti sapevano che era questione di minuti prima che in quella stessa sala si scatenasse l'inferno.
C'era un rubino incastonato nell'apice del trono, di un rosso sangue. Alice respirò a fondo e allungò la mano per estirparlo dalla trappola d'oro che lo circondava, ma non fece in tempo a preoccuparsi per la facilità con cui l'aveva ottenuto che un pensiero terrificante le fece correre lungo la schiena un brivido di inquietudine.
«Qualcuno ha visto Jefferson?»
Nell'esatto momento in cui quelle parole arrivarono alle orecchie di Kendra e Will, i portoni della sala si aprirono con fragore, lasciando entrare una scherma di guardie precedute dalla vistosa presenza della Regina di Cuori.
Sostenuto da due soldati si dimenava il Cappellaio che, con un occhio nero, lanciava occhiate di supplica ad Alice.
Via, vattene via. Usa la tua magia. Usa le Tre Pietre e dimenticati di ogni cosa.
«Abbiamo trovato questo giovane mentre cercava di raggiungervi nei corridoi sotterranei.»
disse Cora con voce calma. «Lo conoscete, per caso?»
Nonostante Kendra avesse cercato di trattenerla, Alice si era fatta avanti, tremando dalla rabbia e dalla paura. «Lasciatelo stare! E’ me che volete, lui non centra nulla.»
Cora roteò gli occhi. «Ah, l'amore! Ti credevo più furba di così, mia cara.»
La ragazza serrò le mascelle, mentre Kendra e Will se ne stavano immobili al loro posto, impotenti
«Dammi le Pietre, Alice. Consegnamele e forse risparmierò il tuo Cappellaio...»
Alice non osò guardare gli occhi imploranti di Jefferson e li puntò sulla gemma rossa che teneva stretta tra le dita, unendola alle altre due.
«Alice, non farlo! Non dargliele per alcuna ragione, non...»
Alice non fece in tempo a muoversi che Cora affondò le dita nel petto di Jefferson e ne estrasse il cuore pulsante, stringendolo forte tra le dita. Mentre egli urlava dal dolore, Kendra corse per combattere ma venne immobilizzata dalla Regina la quale ordinò alle guardie di prendere Will Scarlet e sbatterlo nelle prigioni insieme alla sua amica.
Alice si era precipitata su Jefferson il quale, sentendo il suo cuore sgretolarsi in mille briciole di cenere si era gettato a terra, gli occhi spiritati spalancati dal dolore.
«No! Jefferson, guardami, non osare chiudere gli occhi, guardami…»le parole vennero interrotte dal fiume di lacrime che sgorgava dagli occhi limpidi mentre teneva stretto il corpo immobile del Cappellaio tra le sue braccia.  «Alice, torna…torna a casa.»
-Ma dov'è casa?-
Lo vide sorridere impercettibilmente, quando dalle sue labbra esalò l'ultimo respiro. «Ovunque tu sia stata più felice.»
Will si dibatteva contro le guardie aggredendo la Regina e mentre nella sala principale regnava il caos, Alice strinse tra le sue mani quelle di Jefferson che racchiudevano l'ametista, lo smeraldo e il rubino.
Chiuse gli occhi, concentrando le sue poche energie sulle fatidiche Tre Pietre che, ahimè, avevano trovato troppo tardi.
Fa'chesisalvifa'chesisalvifa'chesisalvi.










Here I Am!
Questo capitolo è uno dei miei preferiti, ne sono orgogliosa e spero che vi piaccia tanto quanto piace a me. Ritroviamo il Fante e i nostri eroi sembrano quasi sul punto di farcela, di riuscire a tornare a casa, ma questo non avviene: Kendra e Will vengono imprigionati e Jefferson viene ucciso, mentre Alice in lacrime stringe le Pietre e desidera che lui non muoia, uno dei desideri "proibiti" che porterà conseguenze molto spiacevoli ai due. Finalmente, troviamo anche la risposta alla domanda "ma dov'è casa?" che Alice, una ragazzina sola che ha vagato da un posto all'altro alla ricerca di un posto da chiamare casa, si pone ad ogni capitolo. Ed è proprio Jefferson, in fin di vita, a darglierla, quasi come se avesse avuto la risposta pronta da una vita.
Basta, che sennò piango. Il mio umore è sotto terra e mi sento pure in colpa :c Tuttavia non è finita, quindi vi invito a resistere per un paio di capitoli ancora per scoprire la conclusione di questa storia infinita lol
Vi auguro un buon Carnevale e buone vacanze (a chi le fa! hahah). A presto!
Frannie.

 
   
 
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