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Autore: solchinegliocchi    07/02/2016    0 recensioni
La Foresta Oscura può riservare incontri imprevisti...
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Guardai l'orologio, e le sottili lancette dorate segnavano che erano le undici e mezza, decisamente era ora di tornare al castello e mettermi a riposare: il giorno dopo ci sarebbe stata l'ultima partita della stagione di Quidditch, ed avevamo bisogno di una vittoria per vincere il campionato. Mi incamminai tra la foresta, diretta verso il sentiero; ancora ricordo la prima volta in cui vi misi piede, smarrita ed impaurita, mentre ora ne conosco gli intricati sentieri meglio dei centauri che la abitano. Quella notte mi ero allontanata molto, ed ancora non riuscivo a scorgere le torri; il limitare della foresta era ancora lontano, quando sentii uno strano rumore. Era un suono che non avevo mai sentito, fui presa dalla paura e mi guardai intorno, puntando la lanterna in ogni angolo della foresta, ma non vidi nulla. Non so perché, io mi ero immaginata branchi di lupi mannari, basilischi, troll, maghi oscuri, ma quel nulla mi spaventò molto più di tutte queste cose messe insieme. Ripresi a camminare, con la terribile sensazione addosso di essere osservata; mi stavo tranquillizzando, quando scorsi un'enorme ala nera. Non so come sia possibile che il cuore non mi fosse scoppiato per quanto veloce battesse, ero terrorizzata. Quell'ala sembrava appena uscita dall'inferno, e mi maledissi per aver fallito il test di smaterializzazione. "Non ci si può smaterializzare ad Hogwarts", già, dimenticavo, be' tanto meglio allora. Fatto sta che avrei davvero voluto scappare, eppure il mio corpo era diviso tra il restare lì, pietrificato, e la tentazione di scoprire a chi appartenesse quell'ala. La curiosità ebbe la meglio e mi avvicinai lentamente. Fu solo quando fui a pochi passi dalla creatura, che la riconobbi: era un thestral. L'animale, di piccole dimensioni, sembrava emanere una fioca luce propria. Fui colpita dagli occhi, privi di pupille, e di espressione. Sembravano infestati aldilà di un velo cucitovi sopra, che lasciava trasparire solo ombre. Mi tornarono alla mente le mille storie che avevo sentito su queste bestie, ed avrei voluto urlare, ma ancora guardavo quegli occhi. Poi l'animale si mosse, ed iniziò ad avvicinarsi a me, mentre mi guardavo intorno in cerca di una via di fuga e con la mano cercavo la bacchetta, rimpiansi di non aver lasciato vincesse la paura. Fu quando la distanza tra noi era quasi nulla, che sentii il suo respiro affannoso, e non so come accadde, ma il mio sguardo vagò sul suo corpo scheletrico, la pelle tesa al limite, le costole che si alzavano ed abbassavano al ritmo della respirazione, e capii. Era un esemplare giovane, considerando la taglia, poco più di un cucciolo. Non avevo mai visto niente del genere, era bellissimo e tremendamente maestoso, ispirava rispetto e riverenza, era una creatura elegante ed aggraziata ma allo stesso tempo forte e cupa, primordiale ed ancestrale. So che i thestral sono creature mortali come noi, ma vendolo mi convinsi che fosse fuori dal tempo, condannato a sorreggere un segreto più grande di lui: la morte. Mi sentii vicina a quell'animale. In un attimo la paura scomparve, e mi ritrovai affascinata da quell'essere tetro. Feci un passo verso di lui, e si arrestò. Ora era immobile, una statua di marmo uscita dallo scalpello del migliore Policleto. Iniziai a guardalo negli occhi, ma questa volta era diverso, questa volta non erano più bianchi, questa volta erano verde celadon, come gli occhi della persona che mi aveva consentito di vedere questa splendida creatura. In quel momento mi sembrò di sentirla vicino a me, ed avrei giurato che mi stesse stringendo tra le sue braccia. Ci fu un soffio di vento, ed ancora oggi credo che in realtà fosse un suo sospiro. Protesi la mano verso di lui, non sapevo come avvicinarmi ad un thestral, ma sapendo invece che potenzialmente avrebbe potuto uccidermi da un momento all'altro, ma pensai che forse il metodo d'approccio non fosse così diverso da quello per gli ippogrofi. Provai a fare l'ultimo passo che ci distanziava, ma il thestral indietreggiò, e voltandosi sbatté quelle sue ali nero pece, e prese il volo, facendomi perdere l'equilibrio. Lo guardai sparire oltre le cime degli alberi nella notte buia, scaldata e stregata dalla sensazione che mi aveva lasciato quell'incontro. Era stato tutto così veloce, ma ora i suoi occhi ed i Suoi riempivano la mia mente, sovrapponendosi e sfumando gli uni negli altri...Restai immobile per un po', poi sentii un rumore, e mi ricordai che doveva esserci un nido di acromantule da quelle parti, quindi mi asciugai le lacrime che cadevano sul mio viso, mi alzai e mi diressi verso Casa.
Tornerò.
  
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