18)
It's
just you and I tonight, why don't you figure my heart out?
Viviana p.o.v.
Non mi sono mai sentita meno eccitata per un appuntamento,
forse perché ne ho paura sapendo che dovrò
prendere una decisione e che questa
volta è tutto nelle mie mani.
L’idea di uscire e cenare in qualche ristorante elegante
mi fa venire voglia di scappare e correre via più forte che
posso, non è il
luogo giusto. È quasi un fastidio.
Ho dei presentimenti confusi e anche mia sorella se ne
accorge.
“Cosa c’è?”
“Ho detto a Jaime che avremmo concesso una seconda
possibilità alla nostra
relazione, ma non mi sento bene.
Stasera abbiamo un appuntamento e sono infastidita
dall’idea di scegliere qualcosa di carino almeno quanto sono
infastidita
dall’idea di andare in un ristorante costoso.”
“Vuoi comprare qualcosa di nuovo?”
“No, userò i miei vestiti. Non
c’è alcun bisogno di sprecare soldi.”
La faccia di mia sorella è strana, è come se
temesse che finisse male. Forse è
troppo tardi per tutto e avremmo dovuto sistemare subito i nostri
problemi, ma
conoscendoci sarebbe stato impossibile. Siamo tutti e due orgogliosi e
un po’
testardi.
Eppure una piccola parte di me dice che non è tutto
perduto, che se ci impegniamo possiamo farcela.
Cosa dovrei fare adesso?
Decido di andare in spiaggia e di trascorrere lì
l’intera
giornata, forse i pensieri di Jaime e Matt smetteranno di perseguitarmi
per un
po’.
Chiedo solo un attimo di pace e silenzio.
Niente più guerre nella mia testa, niente sentimenti
negativi dati dal desiderio di baciare Matt e subito dopo baciare Jaime
con la
stessa intensità.
Prendo la mia roba e la porto in spiaggia, stendo il mio
salviettone e mi ci sdraio sopra, lasciando che il sole accarezzi la
mia pelle
pallida. Non amo essere abbronzata, ma a volte un po’ di sole
fa bene.
Dopo un po’ vado a nuotare, poi mangio e poi faccio una
passeggiata lungo la spiaggia. Le onde lambiscono e miei piedi nudi e
il vento
muove gentilmente i mie capelli lunghi.
Mi sento bene.
Ho sempre amato il mare per una ragione sconosciuta,
forse perché – anche se mia madre ha fatto del suo
meglio per farcelo
dimenticare – sono
una ragazza messicana
nata a San Diego.
Questa è casa mia.
Questo è un posto che posso chiamare casa mia, ma sento
che non è l’unico.
New York non sarà mai casa mia, ma sono abbastanza
curiosa su come mi potrei sentire a Manchester. Sì, non mi
sono lasciata alle
spalle l’idea di seguire Matt.
È una tentazione troppo forte quella di scappare, forse
perché sono una codarda.
Mi domando se non stia prendendo tutti in giro, me stessa
per prima.
Non ho idea di cosa fare e pensare, hanno tutti ragione:
devo sistemare questo casino anche se questo implica la
possibilità di spezzare
il cuore di Jaime.
Lascio la spiaggia alle sei, arrivo a casa venti minuti
dopo e decido di farmi per prima cosa una doccia. Mi lavo e mi rado
quello che
ha bisogno di essere rasato e poi mi avvolgo in una grande salvietta e
guardo
nel mio armadio. Ho bisogno di un cazzo di vestito.
Frugo nei miei vestiti e finalmente trovo un vestito nero
senza maniche, con una cintura argentata appena sopra il mio fianco e
con una
gonna larga.
È perfetto, così lo indosso e inizio a piastrare
i miei
capelli e poi li lego in una coda. Mi trucco e sono pronta.
Aspetta! La borsa!
Scelgo una piccola borsa nera e ci metto il portafoglio,
alcuni fazzoletti, le chiavi, un accendino e un pacchetto di sigarette.
Adesso sono pronta.
Scendo dabbasso e mi siedo sul divano ad aspettare Jaime.
“Bel vestito!”
Mi dice mia sorella.
“Grazie.”
Dopo un po’ suona il campanello e Tony va ad aprire la porta,
sento dei saluti
e Jaime si fa vivo.
“Wow! Sei meravigliosa!”
“Grazie, Jaime.”
“Possiamo andare?”
“Certo!”
Afferro la mia borsa e saluto tutti, poi io e Jaime saliamo sulla sua
auto.
L’appuntamento è ufficialmente iniziato.
Andiamo in un ristorante in centro, è il tipo di
ristorante costoso che odio.
Poco cibo e prezzi esagerati solo per poter dire che hai
mangiato in quel posto.
Fanculo a questa roba.
“Ti piace il posto?”
“No.”
Decido di essere onesta, le bugie non ci porterebbero lontano.
“Perché?”
“Perché pagheremmo un sacco di soldi per poco cibo
e saremmo guardati come
animali in uno zoo per tutto il tempo. Tu sei pieno di tatuaggi e lo
sono anche
io.”
Gli dico nervosa, probabilmente lo ferisco e mi dispiace
perché ho visto un
guizzo nei suoi occhi per un secondo.
“Mi dispiace, Jaime. Non volevo essere così
cattiva.
Andiamo.”
“No, lascia perdere. Un Mac Donald andrà
bene.”
“Jaime… Mi dispiace, ci sto davvero provando, ma
c’è qualcosa che mi ferma
dall’essere gentile con te.”
“È Matt?”
“Non lo so, non lo so davvero.
È come un blocco di rabbia, duro e cattivo.
Io non pensavo che…”
“Che?”
“Non ho mai pensato che potesse essere così
difficile uscire con te. Mi manca
la nostra vecchia amicizia…
Mi mancano i giorni in cui mi fidavo di te ed ero felice
anche solo di averti attorno.
Adesso mi sento così fredda…”
Lui prende una delle mie mani.
“Andiamo al Mac. È colpa mia se mi sono
dimenticato chi
sei e cosa ti piace. Ho organizzato questo appuntamento come se tu
fossi Jess e
ti piacessero le sue stesse cose.
Ho sbagliato e adesso l’ho capito.”
“L’ami ancora?”
“No, ma sono abituato a trattare ogni ragazza come se fosse
lei ed è
sbagliato.”
Andiamo al Mac, ordiamo qualcosa e proviamo a parlare normalmente, come
se
nulla fosse successo tra di noi. Amo quanto sia divertente e il suo
sorriso è
una benedizione divina, sento di nuovo le farfalle nello stomaco e non
credevo
che sarebbe stato possibile.
Pensavo che se ne fossero andate.
Ho desiderato così a lungo questo appuntamento che adesso
non mi sembra vero, le circostanze sono strane, ma qualcosa mi riporta
a lui. A
noi.
A quei tempi in cui eravamo felici, prima della lite.
Dopo aver finito di mangiare Jaime paga tutto, mi piace
questa sua abitudine. Fuori la notte è scura e le stelle
occhieggiano in cielo.
È una notte serena senza umidità.
È semplicemente perfetta, le stelle sembrano così
vicine
che Jaime potrebbe rubarne una per me se glielo chiedessi, è
una notte fatta
per amare.
Il pensiero di Matt non mi sfiora nemmeno per un attimo e
l’idea di scappare a Manchester mi sembra solo la fantasia di
una ragazzina
spaventata e immatura, incapace di affrontare le conseguenze delle sue
azioni,
qualsiasi esse siano.
“Cosa facciamo?”
Chiedo a Jaime, sorridendo.
“Beh, possiamo andare sul lungomare. È sempre
pieno di
cose carine da fare, comprare e di persone.”
“Figo! Sofia mi ha detto che quando avevo tre amavo il
lungomare.”
“Mi dimentico sempre che tu sei nata qui.”
“Me ne dimentico anche io, non preoccuparti.”
Io rido e lui mi riserva un sorriso luminoso.
Forse questa relazione non funzionerà, ma amerò
sempre il
suo sorriso. Quando Jaime sorride sembra che nulla di brutto ti possa
accadere
fino a che sei con lui.
Saltiamo nella sua macchina e lui guida fino al
lungomare, parcheggiamo e raggiungiamo una delle entrate. Jaime aveva
ragione,
è pieno di persone, la maggior parte sono coppie come noi.
Mi sento persa per un momento, poi lui prende la mia mano
e io mi sento meglio. Sono sempre stata un pochino spaventata dai posti
troppo
affollati.
Camminiamo per un po’ con le mani intrecciate senza dire
niente. A volte mi fermo in un negozio, ma compro solo una collanina
con un
cavalluccio di mare fatto di una pietra blu.
A un certo punto Jaime apre un cancellino e andiamo in
spieggia, mi tolgo
i tacchi e cammino
sulla sabbia morbida.
È un sollievo farlo perché mi hanno fatto male
tutta la
sera, Jaime è qualche passo avanti a me e sta probabilmente
guardando l’oceano.
Lo si po’ sentire cantare e per la prima volta mi sento
completamente a casa
qui. Un ricordo confuso emerge: ero abituata ad addormentarmi con il
rumore del
mare nelle orecchie.
Ci sediamo a pochi metri dal mare senza dire niente.
È un silenzio un po’imbarazzato perché
quel dannato blocco
di rabbia non si scioglie, poi lui prova a baciarmi. Io ricambio e
finalmente
lo sento che si scioglie, sento di amare di nuovo Jaime e di averlo
perdonato,
solo che lui lo interpreta nel modo sbagliato. Si alza di scatto e si
allontana
qualche passo da me.
“Non dire niente, ho capito.”
“Cosa?”
“Per te non sono nient’altro che un amico, ho perso
la mia occasione quando ho
baciato quella dannata puttana.”
Io mi alzo, lo raggiungo e lo prendo per mano.
“Jaime, guardami.
Hai capito male, il mio blocco di rabbia si è
sciolto.”
“Non ami quel Matt quindi?”
“No, è solo attrazione. Amo te e solo te.
Non sei stato solo tu a sbagliare, ho sbagliato anche io
non credendoti.
Ti prego, perdonami e diamo a questa storia una seconda
possibilità, non voglio perderti ora che ti ho
ritrovato.”
“Davvero mi ami?”
“Sì.”
Lui mi guarda incredulo.
“Baciami, Jaime.”
“Ti amo anche io.”
Mi dice prima di accontentarmi e coinvolgermi in uno di quei baci
mozzafiato,
pieni di tante cose. Amore, passione, dolore, richieste di perdono.
La luna ci guarda benevola e nel mio cuore c’è
finalmente
chiarezza.
Amo solo lui, per Matt provo solo amicizia.
Il mio desiderio di fuga è stato spazzato via,
perché
questa è casa mia e lui è il ragazzo con cui
voglio stare.
Pensavo di spezzargli il cuore, ma ce lo siamo aggiustato
a vicenda.
È un miracolo!
Quando ci stacchiamo lui mi abbraccia sorridendo.
“Sono l’uomo più felice del
mondo.”
“Anche io sono felice.”
Riprendiamo a baciarci e va bene così.
Adesso so quello che voglio ed è questo.
Angolo di Layla.
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione. Ta-dan! Il triangolo è sciolto, Vivi ha fatto la sua scelta e spero ti piaccia. Ammetto di essere stata piuttosto incasinata nel trattarlo, ma anche io ho avuto i miei momenti di confusione. A volte volevo che Viviana finisse con Matt e a volte con Jaime.