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Autore: Giugi98_    08/02/2016    1 recensioni
Hannah Johnson non ha niente di tutto quello che tutte le altre persone hanno. Lei è sempre stata un fastidio per tutti, in tutte le situazioni, non importava quello che facesse. Amici? Non ne ha e non le servono. Fidanzato? Perché mai dovrebbe fidarsi di una persona, aprirle il suo cuore e dopo rimanere di nuovo ferita da questa? Una volta le è bastata e avanzata. Brutti voti? Mai presi in vita sua, essendo lo studio l'unica cosa che le fosse stato concesso di fare senza che nessuno la sgridasse senza ragione. Genitori? Beh, li aveva, ma era come non averceli, perché lei era una figlia indesiderata, arrivata a distruggere la vita di una coppia sposata e in carriera. Un'esistenza fredda, senza senso, i giorni erano sempre uguali per lei, fino a quando nella sua visuale non apparve il volto ambrato di un "ragazzino" dannatamente insistente e immaturo, ma che la farà cambiare, solamente se lei si lascerà andare una seconda volta a quel caldo sentimento che ti distrugge da dentro ogni giorno della tua vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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 "ancora, ancora e ancora, mi chiedo perché facciamo sempre le stesse maledettissime cose." mi chiesi mentalmente sbuffando.

chiesi annoiata interrompendo la lezione.

fece una smorfia di disapprovazione come suo solito.

Lentamente mi alzai e camminai con la stessa lentezza fino ad arrivare alla porta. Poggiai la mano sulla maniglia e la abbassai, uscii e chiusi la porta alle mie spalle. Dovevo andare in bagno con massima urgenza... o forse no. Dovevo solamente uscire il più velocemente possibile da quella classe altrimenti... non sapevo cosa avrei fatto. 

La megera stava spiegando la parabola, di nuovo. L' avevamo già fatta l'anno scorso, ma per motivi "X" la stavamo rifacendo. Odiavo stare in classe, con i miei compagni idioti e gli adulti ipocriti. Stavo molto meglio in corridoio, mi facevo svariate passeggiate e mi godevo la pace che regnava dentro la scuola mentre tutti facevano lezione.

Decisi di andare in bagno, anche se non avevo particolarmente bisogno, almeno avrei fatto una passeggiata e avrei perso un po' di tempo.

Stavo per arrivare alla porta del bagno quando vidi delle presone appoggiate con la schiena agli armadietti posti sul muro parallelo all'entrata del bagno. Era un gruppo di ragazze di prima o di seconda e in mezzo a loro c'era un ragazzo. 

Morto di figa. 

Troie. 

Passai d'avanti a loro come se non esistessero minimamente, come se non facessero parte del mio mondo... effettivamente era così.

Entrai in bagno e chiusi la porta alle mie spalle sbattendola rumorosamente. Mi girai e mi guardai allo specchio che ricopriva tutto il muro, proprio sopra ai lavandini. Mi avvicinai allo specchio e meccanicamente presi una goccia di sapone e aprii il rubinetto. Mi insaponai le mani per bene e dopo le misi sotto il getto d'acqua ma le ritirai subito perché l'acqua era gelida, come il ghiaccio. Girai il rubinetto sull'acqua bollente e aspettai che uscisse. Quando vidi uscire il vapore, misi le mani sotto il getto  e assaporai la bellissima sensazione delle mie mani che si scongelavano lentamente. Anche se era inverno, c'erano 13 ͦ C ma per me erano pochissimi, e io odiavo il freddo.

Mi sistemai lo chignon biondo e tolsi la sbavatura di matita nera da sotto gli occhi. Mi tirai giù le maniche della felpa ed uscii dal bagno.

Quegli stupidi erano ancora là seduti, evidentemente non avevano nient'altro da fare che rompere le scatole alla gente che voleva andare in bagno in santa pace.

Odiavo fare le cose velocemente, e questo valeva anche per il camminare. Dio mi aveva donato l'intelligenza alla nascita, non la grazia e i riflessi pronti, di conseguenza ero una sorta di pericolo ambulante che inciampava senza un apparente motivo e cadeva per terra se non faceva attenzione. Dopo varie figure di merda fatte da piccola, ho messo in moto il cervello e sono giunta alla conclusione che era meglio sembrare una lumaca che una deficiente sempre per terra, e da allora mi muovo lentamente e con estrema cura per evitare di dare spettacolo in giro.

Insomma, stavo praticamente sfilando davanti al gruppo quando il ragazzo in centro urlò un mi sorrise e mi salutò con la mano.

"Chi cazzo è? " pensai tra me e me guardandolo accigliata.

Passandogli davanti mi venne naturale fulminarlo con lo sguardo, così almeno non mi avrebbe dato più fastidio. Mai più. O almeno era quello che speravo. 

Arrivata davanti alla porta della mia classe mi fermai con la mano sulla maniglia. Stavo sul serio rientrando in classe da brava bambina per continuare ad ascoltare quella sottospecie di essere mummificato e decrepito che continuava a ripetere come un disco rotto sempre le stesse cose? Stavo veramente per fare una cosa così crudele alle mie orecchie che sarebbero state costrette ad ascoltare la sua voce stridula per altri 23 minuti? 

Ci pensai per una manciata di secondi e poi mi ricordai dell'intelligenza a me donata dall'Altissimo e decisi di metterla in funzione.

Girai i tacchi e me ne andai in biblioteca a riposare fino alla fine delle lezioni.

  
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