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Autore: ketyblack    08/02/2016    0 recensioni
Dopo una lunga riflessione ho deciso di pubblicare questa storia. Mi è costato davvero tanto, è un pezzo di me, un pezzo del mio cuore.
Segnalo già che è una storia autobiografica. Che dopo anni sono riuscita a descrivere come meglio potevo e dovevo.
Parla di lei, di Je. Una delle mie più care amiche e della sua vita, vista da lei, o come io credo che abbia vissuto determinate situazioni.
E gliela dedico. A te, amica mia, manchi, tanto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Je

 

Je ha tre anni e alla scuola materna tutti la prendono in giro perché troppo magra. Ne soffre e cerca di non darlo a vedere, si fa scudo con le sue amichette. Che saranno le sue uniche amiche per la vita. Anche se lei non se ne renderà mai conto.

 

Gli anni passano e Je si sente sempre inadeguata e incompresa, messa da parte, in un angolo. A scuola è mediocre e non si impegna. In casa la situazione non è migliore, tra la madre ipocondriaca e il padre assente. Nessuno si cura di lei e Je si rintana la notte a piangere nel suo piccolo armadio rosa.

 

Je ha tredici anni, pesa quaranta chili ed è alta un metro e cinquanta. È sempre la più piccola ed è indifesa, alla mercé delle cattiverie dei compagni di scuola. Le sue due amiche cercano di starle vicine ma peggiorano solo la situazione, senza neanche rendersene conto. Perché la prima è di una bellezza straordinaria e sembra avere il mondo ai suoi piedi. L'altra, sicuramente meno attraente, a scuola ha i voti più alti di tutta la classe.

Je le odia. Ma odia anche sé stessa e il suo sentirsi così misera. A lei che rimane?

 

Je arriva alle scuole superiori, contenta di non avere più l'oppressione continua di quelle due amiche che da sempre l'avevano messa in ombra. Inizia a truccarsi pesantemente, a vestirsi in modo alternativo, come se così facendo lei potesse essere un'altra persona. Si convince di star bene indossando quella maschera sapientemente costruita, ma le sue amiche le ricordano sempre troppo da dove viene.

Je le odia, così come odia le sue radici. Lei vuole solo dimenticare gli anni passati.

Dimenticare e basta.

 

Je a sedici anni conosce un ragazzo, ne è subito attratta. E sfortunatamente lui è attratto da lei. Un randagio, fuori dagli schemi, con una concezione tutta sua della vita e di cosa sia giusto o sbagliato. Sente parlare per la prima volta di questa nuova droga sintetica. MDMA.

Lui ne fa uso e la spaccia. Lei un paio di mesi dopo ne sarà completamente dipendente.

 

Je un anno dopo ha perso due molari, i capelli, tinti di un biondo innaturale, che non è suo, ricadono flosci sulle esili spalle. I suoi occhi castani sono spenti e senza più voglia di vivere. È seduta in cucina, i suoi genitori sono a lavoro, ma anche fossero a casa non gliene importerebbe comunque. Prepara meticolosamente una striscia di polverina bianca per poi aspirarla col naso con un gesto secco e deciso.

La storia con il suo ragazzo non va molto bene, il cervello di lui è completamente liquefatto dalla droga. Je nasconde i lividi delle percosse vestendosi con abiti larghi che la fanno sembrare ancora più magra e sciupata.

Non vede le sue amiche da qualche mese. Hanno discusso pesantemente, volevano aiutarla.

Ma Je non vuole il loro aiuto, vuole solo fuggire via lontano.

 

Passano poche settimane e Je ha deciso di lasciare il suo ragazzo, è esausta, al limite delle sue facoltà mentali e non regge più il ritmo.

Sono le quattro di notte e chiama, seppur con enorme vergogna, le sue amiche, quelle che l'hanno sempre cercata e mai abbandonata. Con loro parla di suicidio, dell'inutilità della sua vita. Le amiche sentono la disperazione profonda in quelle parole. Accorrono fregandosene dell'ora, entrano in casa e la vedono rannicchiata in un angolo, che ride isterica in maniera sinistra, le braccia strette al petto.

La scuotono facendola sedere, vogliono chiamare qualcuno. Le dicono di lasciarlo, di allontanarlo, ma lei è troppo sotto con la droga per poter tagliare i ponti con colui che è anche il suo spacciatore.

Ora Je è calma, dorme con accanto le sue amiche e sa che non l'abbandoneranno mai. Ma allora che cos'è quel peso che ha sul cuore?

La paura che lui scopra tutto, che lui scopra che loro sanno tutto quanto.

Sorride amaramente contro il cuscino. Lui sa già tutto.

 

Je due giorni dopo è ancora a casa, le sue amiche non ci sono. È da un po' che non si scrivono. Sente da fuori un urlo disumano seguito dal trillare insistente del citofono. Corre a guardare fuori dal cancello e rimane del tutto inerme, sente le ginocchia che cedono, la testa gira...

Perde conoscenza giusto il tempo di mettere a fuoco la figura del suo ragazzo che pesta senza pietà una delle sue amiche che implora clemenza in un lago di sangue.

 

Je ha diciotto anni, pesa trentadue chili ed è alta un metro e cinquanta. Ha lasciato la scuola, adesso spaccia insieme al suo ragazzo e sembra aver perso del tutto il senno. Non torna a casa da otto mesi. In paese la si vede di rado e quando la si individua è sempre una stretta al cuore.

Si dice in giro che sia arrivata addirittura a bucarsi e che il suo piccolo corpo esanime non possa reggere ancora per molto. È del tutto consumata.

 

Ma nonostante tutti i pronostici negativi Je compie diciannove anni, non parla quasi con nessuno e spesso si sente mancare. È debole, non ha appetito. Non è quasi mai del tutto cosciente.

 

Je una sera di novembre sta guardando la televisione con sua madre. È strafatta, forse troppo, o forse ha mischiato chissà quali sostanze insieme per ottenere un risultato più potente. Si accascia e perde conoscenza. Riaprirà gli occhi in ospedale, per poco, per poi chiuderli giusto il tempo di rivedere un'ultima volta le sue amiche. Cresciute, maturate, come lei non ha fatto e non potrà mai fare. Con un singulto gutturale saluta il mondo, dice addio ai pochi a cui importi qualcosa.

Dice vi ho voluto bene, a modo mio.

 

A te, Je. Amica mia. Un piccolo omaggio, tardivo. 
Da me, che sono sempre stata al tuo fianco a modo mio. Ovunque tu sia spero che tu non soffra più. Ti voglio bene ed è dura senza di te, a volte. Sei nel mio cuore e penso che tu lo sappia, la tua So.


L'ANGOLO DI KETY

Ecco qui, la mia prima storia originale e non fanfiction. Non so se dirmi soddisfatta o no. E' stata dura da scrivere, l'emozioni prendevano sempre troppo il sopravvento, ma volevo che qualcuno sapesse, capisse o commentasse tutto questo. La vicenda di Je è comune a molte ragazze, è attuale, ed è viva. 

Spero che vi sia piaciuta, dal profondo del mio cuore.

ketyblack

  
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