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Autore: Wyatt White    08/02/2016    6 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se gli SHINee leggessero le nostre storie?
E se incominciassero a parlare con gli autori...quando scompiglio provocherebbero?
Questa è la storia Roxy e Chris che per uno strano scherzo del destino iniziano a parlare con i loro bias senza però sapere che sono davvero loro.
Che succederà?
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie a cui faccio riferimento: Our LIttle Brother[CLICCA QUI] scritta da me e You and I...We're So Different[CLICCA QUI] scritta da Elcchan



Senza che se ne accorgesse, le ore erano diventate giorni; i giorni, settimane; le settimane, mesi.
Roxy non aveva dubbi: quello era stato il periodo più divertente della sua vita.
Adesso era agosto: le lezioni erano finite e la ragazza poteva dedicarsi interamente alle sue storie; purtroppo, però, aveva tutt'altra cosa per la testa: realj90; da quella prima recensione, i due ragazzi avevano continuato a parlarsi e a scambiarsi piccole curiosità sulla loro vita.
 
Abiti insieme a qualcuno?
Sì: io e il mio migliore amico da qualche anno condividiamo un appartamento in centro, vicino all'università...tu?
Abito insieme ad altri quattro ragazzi...
Colleghi?
Diciamo di sí...
 
Roxy, anche se non capiva il perché, si sentiva attratta da quel ragazzo; la incuriosiva; forse era solamente il fatto che non lo aveva mai visto in faccia; in effetti non sapeva molto di lui; quando provava a chiedergli qualcosa in più, l'altro tendeva sempre a cambiare argomento lasciandola con mille dubbi.
E se fosse stato un maniaco che cercava la sua nuova vittima?
Sui telegiornali si parla spesso di uomini che adescano giovani ragazze sui siti internet; no non poteva essere: in quel caso avrebbe cercato di farle rivelare qualche dettaglio rilevante sulla sua identità; le avrebbe chiesto il cognome o il suo indirizzo.
Probabilmente si stava preoccupando per niente.
In fin dei conti non stava facendo nulla di pericoloso: era solo un innocente scambio di idee; lei gli chiedeva qualche suggerimento per i capitoli successivi e lui cercava di darle degli input che potessero essere di qualche aiuto.
La parte migliore, però, era che finalmente aveva trovato qualcuno con cui riusciva a parlare di qualsiasi cosa le passasse per la testa; fino a quel momento, l'unico che era sempre riuscito a capirla era Chris; aveva sempre la risposta a tutto e in qualche modo riusciva sempre a tirarle su il morale; anche se a volte, era un po' troppo protettivo nei suoi confronti.
Ricordava ancora il momento esatto in cui si erano conosciuti.
 
Si erano incontrati sedici anni prima; lei aveva appena compiuto sei anni.
Quella mattina la maestra era entrata dicendo che cera un problema con la distribuzione delle classi e che almeno cinque di loro avrebbero dovuto passare in unaltra classe; lei era terrorizzata: sperava tanto di non essere una di quei ragazzi; non voleva lasciare i suoi amici; voleva rimanere lì insieme ai suoi compagni e alle sue maestre.
Purtroppo, però, tra i cinque nomi cera anche il suo e, anche se si oppose con forza, dovette andarsene.
Era veramente a terra; continuava a chiedersi:
Perché proprio io? Perché non quello scemo di Anthony?
Come se non fosse già stato abbastanza dover dire addio alla sua vecchia classe, scoprì che quella nuova era dallaltra parte delledificio; ormai era chiaro: non avrebbe mai più rivisto i suoi amici.
Con la morte nel cuore, entrò in quella che gli sembrava una prigione; la prima cosa che gli era saltata agli occhi era la grande quantità di striscioni colorati che decoravano le pareti; non erano quei soliti cartelloni educativi che facevano sembrare degli analfabeti gli studenti: erano molto eccentrici e trasmettevano una grande allegria.
Linsegnante, non appena vide lei e gli altri quattro alunni, fece un grosso sorriso e, cercando di metterli a loro agio, disse:
Buongiorno, ragazzi...io sono Carol, la vostra nuova maestra...stiamo finendo di leggere una fiaba di Esopo...prendete posto così ascoltate anche voi...
Anche se titubante, Roxy fece come gli era stato detto e iniziò a cercare un banco libero; per fortuna ne trovò uno praticamente subito: era tra le prime file, accanto alla finestra; il posto praticamente perfetto: era abbastanza vicino alla lavagna ma, allo stesso tempo, ben nascosto per potersi distrarre senza essere scoperta.
Si sedette al suo posto; annuì a se stessa: probabilmente sarebbe sopravvissuta.
Allimprovviso, sentì qualcuno dirle:
Ciao...io mi chiamo Chris...
Sussultò per lo spavento: non si era nemmeno accorta che cera qualcuno seduto accanto a lei.
Si girò per vedere chi fosse: era un ragazzino con i capelli biondi e gli occhi blu elettrico; aveva dei grossi occhiali azzurri che lo facevano assomigliare ad un personaggio di un anime e una larga felpa bianca con il disegno di un laccio per scarpe intrecciato su uno sfondo di macchie colorate; ancora un po sorpresa, sorrise e, porgendo la mano allaltro, disse:
Piacere Chris...io mi chiamo Roxy..
 
Da quel momento, i due ragazzi diventarono inseparabili; avevano un sacco di cose in comune e, più parlavano, più ne scoprivano di nuove; non sapevano esattamente il perché ma, entrambi avevano la sensazione di conoscersi da una vita.
Gli anni passarono e al gruppo si unì anche Sarah, completando il trio; per un certo periodo, i loro compagni li chiamarono addirittura ‘i tre moschettieri’; in effetti, era un soprannome azzeccato; tra loro tre, infatti, c’era un accordo: non c’era ‘io’ che tenesse; se uno aveva bisogno di aiuto, gli altri due dovevano accorrere ad aiutarlo.
Roxy non era in grado di pensare alla sua vita senza di loro; anche se, a volte, avrebbe preferito restare da sola; proprio come quel giorno.
Era appena arrivato mezzogiorno e la ragazza stava parlando su ‘I’m a Writer’ con realj90; ormai era da qualche ora che continuava a scrivere al computer, eppure, non era affatto stanca; si stava divertendo un mondo a chiacchierare con quel ragazzo; non c’era un argomento specifico che portava avanti la conversazione: si limitavano a scrivere tutto ciò che gli passava per la mente.
Roxy non aveva mai riso così tanto in tutta la sua vita: quel ragazzo sparava una cavolata ogni trenta secondi.
Lo scambio di messaggi continuava senza interruzioni; ormai si era completamente immersa in quel mondo di pixel e circuiti che sembrava accoglierla a braccia aperta; si sentiva un po’ stupida a stare tutto il tempo a chiacchierare con una persona che neanche conosceva ma, allo stesso tempo, era talmente bello potersi sfogare con qualcuno che, per quello che le importava, poteva abitare anche dall’altra parte del globo.
Niente le avrebbe impedito di perdersi nello schermo del computer; eccetto un irritato:
“Ti sei già fusa con la tastiera del pc o hai bisogno di qualche altro minuto?”
La ragazza, sobbalzando per lo spavento, si girò verso la porta e vide che c’era Chris che la fulminava con lo sguardo; non si scompose minimamente: le era già successo altre volte di essere sgridata perché usava troppo il computer; stavolta, però, sembrava esserci qualcosa di diverso nel ragazzo; provò a squadrarlo dalla testa ai piedi; stava indossando dei pantaloncini in tessuto elasticizzato blu e una T-shirt bianca decorata con delle cuciture rosse: la sua solita tenuta da palestra; niente di nuovo.
Ancora un po’ dubbiosa, disse:
“No, in realtà stavo tentando di trasformarmi in pixel ma ho scoperto che non è così fa...aspettta un attimo...MA CHE HAI FATTO AI CAPELLI?!”
Solo nel momento in cui lo guardò negli occhi si accorse della grossa novità: aveva tinto i capelli trasformando il suo dolce biondo in un intenso castano cioccolato; sbarrò gli occhi non capendoci più nulla; era sempre andato fiero dei suoi capelli chiari; proprio non capiva cosa gli fosse passato per la testa.
L’altro intanto si era passato una mano sul viso scuotendo la testa; disse esasperato:
“Lascia stare i miei capelli...ero passato per dirti che Sarah è già arrivata...io vado sotto la doccia...ti dispiace staccarti da quella sedia e andare a farle compagnia?”
Quanto sentì pronunciare il nome dell’amica si colpì la fronte dandosi dell’idiota: il giorno prima l’aveva invitata a pranzo e nemmeno se lo ricordava; annuì con il capo un po’ imbarazzata; l’altro allora uscì e lei rimase sola nella stanza; sospirò dispiaciuta: non aveva per niente voglia di salutare il ragazzo misterioso; si rigirò verso il computer e, riaprendo l’ultima finestra selezionata, scrisse:
“Devo andare...ospiti a pranzo...”
“Figurati...ci sentiamo più tardi...”
“A più tardi...”
Spense il computer e si alzò dalla sedia, che ormai aveva preso la forma del suo sedere; si diresse verso la porta pensierosa; quello che gli diceva realj90 aveva sempre meno senso: prima gli aveva detto di essere un musicista a tempo perso, ora invece diceva di lavorare come scrittore di canzoni in una casa discografica; proprio non ci capiva più niente; aveva provato anche a chiedere se era un nuovo lavoro ma lui continuava a dire che aveva sempre lavorato lì.
Entrò in salotto e subito vide Sarah che si guardava attorno, analizzando le pareti della stanza; ridendo, disse:
"Sí Sacchan...abbiamo cambiato la carta da parati..."
L'amica sobbalzó e, notando la sua presenza, disse:
"Oh eccoti...Chris mi aveva detto che stavi studiando..."
"S-si infatti...cercavo delle informazioni in più sulle opere di Canova..."
Abbassò lo sguardo per nascondere il suo imbarazzo; non sapeva di star studiando; e da come Sarah era rimasta sorpresa nel vederla doveva anche essere molto concentrata; pensó:
"Certo che poteva avvisarmi...almeno cercavo due stupidaggini su internet per rendere più credibile la bugia..."
Fece dei colpi di tosse per schiarirsi la voce; era meglio cambiare discorso prima che arrivassero delle domande troppo specifiche; sfortunatamente, in quel momento aveva la mente completamente vuota; di cosa poteva parlare?
All'improvviso, il suo sguardo cadde su una grossa cartellina gialla che l'altra portava sotto un braccio; prendendo al volo l'occasione, puntò un dito contro l'oggetto e, quasi urlando, chiese:
"E quella?"
Sarah, anche se un po' sorpresa dalla sua reazione, guardò dove le stava indicando e, capendo a cosa si riferiva, rispose:
"Sono dei disegni che devo far vedere a Chris...mi avevo chiesto di fargli uno schizzo dei personaggi di una sua fanfiction..."
"Ah bello...posso vederli?"
La ragazza sorrise e le passò i disegni; Roxy li prese in mano e iniziò a guardarli: come al solito erano degli autentici capolavori; erano perfetti sotto ogni punto di vista; continuava a guardarli rapita, cogliendo anche i più piccoli dettagli; ovviamente la maggior parte dei disegni raffiguravano gli SHINee; come sbagliarsi?
Forse aveva fatto male a farglieli conoscere ma come poteva immaginare che sarebbe diventato un fanatico cronico; le riconsegnó gli schizzi scuotendo la testa; disse:
"Certo che é proprio innamorato perso della Corea, eh?"
"Credo proprio di si...ma che ci vuoi fare? Persino uno dei suoi migliori amici é coreano..."
"Oh lo so...a volte sono quasi invidiosa di Tae Joon..."
L'altra scoppiò a ridere; in effetti, quando Chris era insieme al suo amico tendeva a trascurare il resto ma mai intenzionalmente; cercava sempre di accontentare tutti, anche a costo di rinunciare alle sue esigenze.
Appoggiò le sue cose sul divano e si stiracchió un po'; in quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che studiare seduta ad un tavolo; aveva proprio bisogno di svagarsi; guardò Roxy con aria supplichevole; le chiese:
"Roxy....? Facciamo qualcosa oggi pomerggio? É tutta la settimana che me ne sto rintanata in casa?"
"Ad esempio?"
"Beh tanto per cominciare potreste darmi una mano a sistemare casa...devo sempre pulirla io..."
Le due si girarono verso la porta del bagno e videro il loro amico con addosso i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte.
La ragazza dai capelli biondi alzò gli occhi al cielo.
"Intanto, mangiamo...poi decidiamo chi pulisce cosa..."
 
- Intanto a Seoul -
 
Erano appena entrati in casa dopo aver provato tutto il pomeriggio.
Erano esausti; era la prima volta dopo un sacco di giorni che provavano tutte le canzoni del loro repertorio.
Solo Jonghyun sembrava ancora pieno di energie; il suo segreto poteva essere espresso in una sola parola: Elle.
Più parlava con quella ragazza, più stava bene; non si era mai aperto così tanto con una persona; gli aveva detto cose che non aveva mai detto a nessuno; purtroppo, però, molte volte gli aveva anche mentito; ogni volta che l'altra gli chiedeva qualcosa sulla sua vita, lui doveva inventarsi mille bugie per non farsi scoprire.
Si sentiva un verme; e poi era quasi del tutto sicuro che lei avesse capito che non era sincero.
Che cosa doveva fare?
Se fosse andato avanti in questo modo, non ci sarebbe voluto molto prima di tradirsi in modo irreversibile; già una volta aveva rischiato grosso.
 
"Ehi come sta Jason?"
"Chi scusa?"
"Come chi? ...Jason..."
"Io non conosco nessun Jason..."
"Ma non era il tuo coinquilino?!"
"Ah... quel Jason..."
 
Gli ci vollero settimane prima di sentirsi di nuovo al sicuro; Elle da quel momento era diventata molto sospettosa e passava tutto il tempo a tempestarlo di domande sulla sua vita e sui suoi amici; si sentiva in trappola e non sapeva come uscirne; o meglio, sapeva perfettamente come uscirne: o smetteva di scriverle del tutto o le diceva tutta la verità.
Purtroppo, non poteva adottare nessuna delle due soluzioni; ormai quei loro momenti di conversazione erano diventati il suo ossigeno e il suo rifugio; non poteva rinunciarvi ma non poteva nemmeno dirle che era Kim Jonghyun.
Cosa doveva fare?
Forse avrebbe dovuto parlarne con qualcuno ma nessuno ne era al corrente a parte Kibum e non aveva alcuna intenzione di chiedergli di nuovo aiuto: se si trovava in questa situazione era solo per colpa sua.
Si buttò sul divano, mettendosi un cuscino davanti al viso così da attutire il suo urlo di disperazione; Jinki,vedendolo in quello stato, si sedette accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla nel tentativo di richiamare la sua attenzione; provó a dirgli:
"Ehi Jong che hai? Fino ad un momento fa sembravi al settimo cielo..."
L'altro non lo degnó di uno sguardo, troppo impegnato ad autocommiserarsi, allora il leader gli strappò dalle mani il cuscino e lo costrinse a voltarsi verso di lui; gli sorrise e guardandolo dritto negli occhi, continuò:
"Non credi che sia arrivato il momento di dirmi cosa sta succedendo?...te lo sto chiedendo da non so più quanto tempo..."
Non appena pronunciò quelle parole vide il pomo d'Adamo di Jong andare su e giù e capì di aver toccato un tasto dolente; decise, allora, di procedere per gradi e di non fare troppe domande; continuò a fissarlo negli occhi aspettando un suo cenno.
L'altro, nel frattempo, si sentì di nuovo con le spalle al muro; sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlare con il suo hyung ma quello non era proprio il momento; non voleva mentirgli ma non sapeva proprio cosa dirgli; se gli avesse raccontato la verità lo avrebbe ucciso e se avesse escogitato una scusa e il leader poi lo avesse scoperto lo avrebbe ucciso comunque.
Pensò:
"E ora che m'invento?"
Si alzò d'impulso e, incassando la testa tra le spalle, borbottó un flebile:
"Ma niente...solo un po' di stress..."
Corse in camera e girò la chiave nella serratura, escludendo il resto del mondo; avrebbe voluto rimanere nascosto lì per il resto della sua vita ma purtroppo prima o poi avrebbe dovuto riaprire la porta: dopotutto condivideva ancora la stanza con Taemin; si appoggiò con la schiena alla parete che si trovava davanti a lui e buttò fuori tutta l'aria che aveva in corpo; era incredibile come riuscisse a cacciarsi sempre nei guai.
Si passò una mano tra i capelli, portandosi il ciuffo indietro; probabilmente avrebbe dovuto rimanere rintanato lì per un bel po'; era meglio trovarsi qualcosa da fare; pensó:
"Potrei sistemare qualche vecchio spartito, mi serve solo il compu-...ma che?"
Solo in quel momento si accorse di non essere realmente da solo; seduto alla scrivania infatti c'era Minho che sembrava intento a scrivere su internet; si staccò dal muro e avvicinandosi al rapper, disse:
"Ehi Minho, che ci fai qui?"
Il più giovane a quel punto si girò verso di lui con la faccia di chi é stato scoperto a rubare; si alzò di scatto e sull'orlo di un attacco di panico balbettó:
"I-io..."
 
- Nello stesso momento in Italia -
 
Erano seduti a tavola già da una decina di minuti ma l'unico a mangiare era Chris.
Roxy e Sarah erano troppo impegnate a fissarlo per prendere in mano la forchetta; ancora non avevano capito cosa fosse successo.
Perché si era tinto i capelli?!
Continuarono a fissarlo ancora per un po' finché il ragazzo, scocciato, chiese:
"Avete intenzione di andare avanti così per tutto il giorno?"
Le due allora sobbalzarono, rendendosi conto di quanto stessero sembrando ridicole; Sarah, istintivamente volse lo sguardo da un'altra e nascondendo gli occhi sotto la frangia disse:
"Non so di cosa tu stia parlando..."
"Si come no...e questo rossore sulle guance allora?"
Chris ridendo allungò una mano e sfiorò il suo viso facendola diventare ancora più rossa; Roxy nel frattempo, stava cercando di riordinare le idee; già aveva i suoi problemi con il suo fantomatico recensore; ora ci si metteva anche lui a scombinarle tutte le sue certezze.
Allungò una mano verso di lui e afferrando una sua ciocca di capelli con due dita chiese:
"E questi che sono?"
L'amico alzò lo sguardo e, dopo aver capito a cosa si riferisse, sorrise; liberò il ciuffo dalla presa dell'altra e iniziando ad attorcigliarselo attorno all'indice disse:
"No niente...mi era venuta voglia di cambiare look..."
"Cambiare look? La gente di solito si limita a cambiare i vestiti..."
"Sarebbe stato troppo facile..."
Roxy alzò gli occhi al cielo e prese una forchettata dal suo piatto; si aspettava una risposta che avesse un po' più di senso; buttò giù qualche boccone e prima di bere un sorso d'acqua borbottó:
"Ma perché proprio castani?"
"Diciamo che me li hanno consigliati..."
"Ah allora dobbiamo ringraziare Tae Joon."
Strinse la forchetta con così tanta forza che quasi la deformó; proprio non tollerava quel ragazzo; non sapeva il motivo ma proprio non lo sopportava; in qualche modo gli ricordava James Moriarty: carino, intrigante ma con un atteggiamento che gli costerebbe la vita; magari avrebbe dovuto parlarci un po' di più ma a pelle gli trasmetteva questo.
L'amico, intanto, aveva notato la sua rabbia e aveva cominciato a ridere; gli levò la posata dalle mani e dopo averla appoggiata sul proprio piatto, disse:
"No, in realtà é stato il secondo ragazzo ad entrare nella sezione SHINee."
A quell'affermazione, entrambe le ragazze alzarono lo sguardo su di lui, fissandolo come se avesse appena parlato in ostrogoto; non sapevano se essere più sorprese dal fatto che ci fosse un altro ragazzo in quella sezione o se dal fatto che Chris, timido com'era, ci avesse parlato; Sarah, ancora leggermente confusa, chiese:
"E chi é?"
"Si chiama Michael e da qualche anno si è trasferito in Corea per studiare ad un'università di Incheon...é molto simpatico e ha un sacco di interessi...é sempre stimolante parlare con lui..."
"Gli parli sul sito quindi?"
"Ehm no...gli parlo su Facebook..."
"Cosa?!"
La ragazza dai capelli biondi, a quel punto, si alzò di scatto incredula; continuò:
"Ma come ti é venuto in mente di dargli l'amicizia?! Non lo hai nemmeno mai visto!"
"Roxy lo so...infatti ho creato un account con un'altra mail e senza mettere neanche una mia foto...non sono scemo..."
La ragazza, allora, si risedette in imbarazzo; aveva reagito in modo esagerato ma non aveva potuto farne a meno; anche se non voleva ammetterlo anche lei si sentiva molto protettiva verso il suo migliore amico; anche se forse avrebbe dovuto immaginarlo che non si sarebbe mai esposto così tanto con una persona con cui aveva parlato solo su internet; si prese la testa tra le mani e sospirando disse:
"Scusa...é che in questi giorni sono molto nervosa..."
"É per colpa di realj90?"
Annuì sconsolata.
"Ormai non ci capisco più niente...prima mi dice una cosa, poi il contrario...mi sembra di rincretinire!"
La ragazza seduta accanto a lei iniziò ad accarezzarle la schiena per cercare di confortarla; non gli era mai capitata una situazione del genere ma comunque voleva fare qualcosa per aiutarla; soppesó più volte quello che avrebbe voluto dire così da non peggiorare la situazione; poi disse cautamente:
"Forse dovresti parlargli in modo serio e pretendere una risposta."
"Sí é la cosa migliore da fare...Roxy devi parlargli e mettere le cose in chiaro!"
 "Avete ragione...lo farò oggi stesso."
 
- Seoul -
 
"Michael? Con tutti i nomi che esistono al mondo hai scelto proprio questo?"
"Ero nel panico e non me ne veniva uno migliore..."
Dino si buttò sul letto, ridendo come un matto; sentire le disavventure di Minho lo stava facendo sentire meglio; chi avrebbe mai immaginato che anche il ranocchio si sarebbe finto un'altra persona per parlare con un autore dello stesso sito?
Si rimise seduto sul letto e portò il ciuffo all'indietro; guardò il ragazzo che si trovava davanti a lui e gli venne da sorridere: aveva gonfiato le guance e buttato le labbra in fuori; sembrava proprio un bambino; allungò un braccio verso di lui e gli diede una leggera pacca su una gamba; disse:
"Ma com'è questo...come hai detto che si chiama?"
"Aaron...ma il suo vero nome é Chris...o almeno mi ha detto così...é davvero gentile e...non sai quanto mi piacerebbe parlargli di persona..."
"E perché non gli dai appuntamento in videochat?"
Il più alto a quella domanda sgranó gli occhi non sapendo che dire.
Sul serio glielo aveva chiesto?!
"Perché? Perché mi prenderebbe per un impostore...ecco perché! E poi anche se mi credesse cambierebbe il suo modo di parlarmi...io non voglio che le cose cambino..."
Dicendo quelle ultime parole, si girò a guardare fuori dalla finestra quasi a voler cercare con lo sguardo l'Italia; ci aveva pensato molte volte di rivelargli chi era ma poi ci ripensava sempre, troppo spaventato dall'idea di perdere la sua amicizia; non sapeva il motivo di questo suo attaccamento nei confronti di Chris ma quel ragazzo riusciva a dargli la carica; quando si parlavano non gli faceva molte domande anche se in realtà moriva dalla voglia di farlo.
Soprattutto una domanda lo tormentava. [CLICCA QUI]
 
"Ehi Chris, toglimi la curiosità...perché sei fan di Minho? Hai tirato a sorte o c'è un motivo particolare?"
"Beh un motivo ci sarebbe..."
"Ah sì? Dai racconta."
"Diciamo solo che gli devo un favore."
 
Che cosa avrà voluto dire?
Di che favore parlava?
Avrebbe tanto voluto saperlo ma non poteva tormentarlo finché non glielo avesse detto; non era quel tipo di persona e comunque non aveva tutta quella confidenza.
Dino, intanto, continuava a scuotere la testa non trovandolo giusto.
Non voleva continuare a mentire ad Elle per il resto della sua vita; batté un pugno sul materasso, continuando a sbuffare; se avesse continuato così sarebbe finito per impazzire; si alzò di impulso dal letto e andò verso la scrivania; accese il computer e si collegò al sito di 'I'm a Writer'.
Ad un certo punto, sentì l'altro chiedergli:
"Ma che stai facendo?"
"Mi faccio passare per un impostore..."
"Cosa?!"
"Hai capito benissimo..."
Il rapper, senza pensarci due volte, lo tirò via dalla scrivania facendolo cadere sul letto di Taemin; voleva impedirgli a tutti i costi di fare quella pazzia così, sapendo perfettamente che l'altro non avrebbe ceduto facilmente, si mise sopra di lui, bloccandogli braccia e gambe; l'altro cercò di alzarsi ma non ci riuscì, schiacciato dal peso del rapper, che gli urlò:
"Ma sei fuori?! Non puoi farlo..."
"Perché no?"
Il maggiore provó a ribellarsi ma lui non demorse e continuò ad usare tutta la sua forza contro di lui; andarono avanti per qualche minuto e poi, ormai esausto, lo lasciò andare e si sedette sul pavimento, senza mai perderlo di vista.
Jonghyun si rimise seduto composto, respirando affannosamente; gli chiese:
"Ma che ti é preso?"
"Giurami che non lo farai! Giuramelo, hyung!"
Dino lo guardò non capendo il motivo del suo comportamento; cosa gli poteva importare a lui se svelava a Elle la sua identità?
Poi gli venne in mente una cosa: Minho, poco prima, gli aveva detto che aveva conosciuto quel ragazzo mentre stava cercando informazioni sulla fan fiction scritta da quella ragazza; che Chris fosse un suo amico?
Se fosse stato così, non appena avesse confessato il suo segreto non ci sarebbe voluto molto prima che anche l'altro scrittore si insospettisse e iniziasse a fare domande al ranocchio; da quello che aveva capito, nemmeno lui era stato molto generoso nel dare dettagli sulla sua vita privata; buttò la testa all'indietro e, combattendo contro ogni fibra del suo corpo, disse:
“D'accordo lo farò...lascerò le cose come stanno...”
“Lo farai davvero?”
“Si.”
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Nei panni dellautore

Ciaooooo :)
Finalmente sono riuscito ad aggiornare e sono al settimo cielo!
In questo capitolo ho cercato di mettere un po’ più di chiarezza nel personaggio di Chris e far capire meglio il suo ruolo ^^
Forse non dovrei dirlo ma...prima di quanto pensiate questo ragazzo diventerà un intermediario tra i due continenti xD
*spoilerone time*
Ma voi? Come state?
Vi è piaciuto il nuovo capitolo? Vi ha fatto schifo? Vi ha lasciato con qualche dubbio?
Fatemi sapere la vostra opinione :) risponderò a tutti promesso ;)
Per concludere voglio ringraziare le sette lettrici che hanno recensito il primo capitolo <3
Grazie infinite a HikariKamishi, KuraiShitsuji,Lagartischa, BonesCia, Kimil_jimil, Eleshawol e KaKaritsu <3
Alla prossima ciaoooo :)
*saluta con la manina*
  
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