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Autore: Yridyan    20/03/2009    1 recensioni
Giulia e Sofia. Due ragazze normali, due amiche inseparabili, due caratteri totalmente diversi. La prima è una dolce sognatrice, sensibile, timida all'inverosimile e dal rossore facile, ma anche molto testarda; la seconda è l'esatto contrario : schietta, tosta, un po' arrogante e realista. Entrambe sono pazze e simpaticissime e sono come sorelle. E finiranno, in un modo o nell'altro, in Inghilterra. Giulia voleva solo scappare da un ragazzo che non amava più, e in realtà non era mai stato nemmeno amore, aveva escogitato un bel piano : sarebbe andata in inghilterra d'estate per non rivederlo, aveva pensato di usare la scusa di essersi innamorata di un inglese, e tutto si aspettava, tranne che andasse proprio così...
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si, lo so, scusatemi, faccio schifo, sono in un ritardo a dir poco penoso... mi dispiace davvero=°( e mi dispiace ancora di più lasciarvi questo capitolino piccino piccino che dice poco e niente, scusatemi davvero, ma non ho mai tempo per scrivere, sto preparando la tesina per l'esame, sto facendo ripetizioni di matematica e poi i miei prof mi sommergono di compiti =°(

insomma, un periodaccio, speravo di potervi fare un regalino per farmi perdonare il disastroso ritardo, ma seriamente non ho tempo, quindi vi chiedo di pazientare un pochino... da questo capitolo in poi la storia prenderà una piega molto complicata, si intrecceranno storie, relazioni, parentele e nuovi arrivi freschi freschi sul set della storiella^^ quindi vi chiedo ancora perdono e mi prostro ai piedi di voi angioletti lettori^^ detto questo vi lascio leggere questo cap penoso bacioni a tuttiiiiiiiiiiiiiiiii












POV Giulia



Mi rigirai nel letto, e mi coprii meglio con le mie comodissime coperte; poi mi tornò alla mente un viso e sorrisi al pensiero.


Passato...



Il giorno prima, ero uscita per lasciare Barbara e Sofia da sole in modo che si chiarissero; le vipere erano ad un festino e non c'era problema che tornassero a disturbarle, così io me n'ero andata via a farmi i fatti miei per non interferire nelle loro chiacchiere, fregandomene altamente del coprifuoco.

Il caso volle che alle undici e quaranta di notte, nel parco che circondava il college, incontrassi un misterioso ragazzo che come me camminava senza meta.

Lui non si accorse di me, io non badai a lui, e continuai la mia passeggiata notturna indisturbata.

Pochi minuti dopo, mi guardai in giro per vedere se il ragazzo c'era ancora, ma non lo vidi.

Certo! Sei tu l'unica scema che a mezzanotte meno dieci cammina da sola nel parco! Pensai un po' stizzita.

Improvvisamente due mani grandi e calde mi coprirono gli occhi; rimasi paralizzata dalla paura, senza neppure respirare.

Cosa stava succedendo?! Perchè le mie corde vocali non mi rispondevano e mi impedivano di urlare?!? Perchè i miei piedi non si volevano muovere?!

Sentii una risata soffocata alle mie spalle e un petto solido che mi aderiva alla schiena.

Rabbrividii.

Poi capitò una cosa che mai e poi mai mi sarei immaginata potesse accadere in una situazione simile: due labbra si posarono fresche e morbide sul mio collo e cominciarono a fare avanti e indietro dall'orecchio alla clavicola, finchè non arrivarono alla mia bocca.

Io ero totalmente scioccata, chi era? Cosa stava facendo?

Ma prima ancora di tutte queste domande, cosa diavolaccio stavo facendo io?!?! Perchè stavo ricambiando il bacio?!?

Io volevo allontanarmi, davvero, ma non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo, sentivo solo il mio cuore che batteva più veloce di un colibrì e le labbra di quello sconosciuto sulle mie.

Era da un pezzo che non avevo più gli occhi coperti, dato che quelle mani ora erano una dietro la mia testa e l'altra mi cingeva la vita; eppure mi ero abbandonata a quella sensazione familiare, così familiare da darla quasi per scontata e impedirmi di riconoscerla.

Ma ad un tratto ricevetti un'illuminazione.

Riconoscevo quel profumo dolce, riconoscevo quella risata sommessa, riconoscevo quelle mani grandi e calde, ma soprattutto riconoscevo la pressione di quelle labbra sulle mie!

Il mio cervello finalmente si ricollegò al mio corpo e tirai un mezzo schiaffo alla persona che avevo davanti.

Aprii gli occhi e vidi Andrea che rideva di gusto con la testa buttata all'indietro.

-Andrea!- Ruggii rossa di rabbia.

Lui per tutta risposta mi guardò, per mezzo secondo rimase serio, ma poi non riuscendo a trattenersi buttò di nuovo la testa all'indietro e si rimise a ridere.

-No.. ahahahah... dovresti... ahahah..- Continuò cercando di dire qualcosa – Giù, dovresti... ahah dovresti vedere la tua faccia!!- Riuscì finalmente a dire.

-Mi hai fatto prendere un colpo!- Gli urlai furibonda.

-Si..ahahah... ma n'è valsa la pena credimi! Ahahah!- Rispose lui piegato dal ridere e con le lacrime agli occhi.

Lo guardai scettica con le braccia incrociate e la punta del piede che batteva a terra, aspettando che la finisse; ma ogni volta che sembrava aver ritrovato un briciolo di serietà e senno, mi guardava negli occhi e ricominciava a ridere a crepapelle.

-Avvisami quando hai finito- Gli dissi acida andando a sedermi in una panchina.

Lui fece qualche respiro profondo e poi finì di sbellicarsi. Si avvicinò a me e si sedette anche lui.

Accidentaccio, pure da seduto era vistosamente molto più alto di me!

-Hai finito allora?- Gli chiesi ancora arrabbiata.

-Si, ho finito- Rispose finalmente serio.

-Bene- Dissi secca.

-Sei molto arrabbiata con me?- Domandò lui con voce un po' triste.

-Si- Confermai con voce monocorde.

-Mi dispiace- Continuò sincero.

-Mh...-

-Mi dispiace davvero, non volevo spaventarti-

-Mh...- Dissi senza la minima emozione nella voce ed evitando il suo sguardo.

-Mi perdoni?-

-Mhh..- Doveva essere un sì, ma non riuscivo a fare una voce convinta, era evidente pure a lui che non l'avevo davvero perdonato.

-Non voglio sentire ''mhh'' voglio sentire un bel sì-

-Sì...- Mugugnai, però proprio non ce la facevo a sembrare almeno un pochino convinta.

-Sì, mi perdoni?- Disse invitandomi a ripetere.

-Sì... ti perdono...- Borbottai a voce bassa, dovevo concentrarmi per non farmi incantare dai suoi occhi, ma era un'impresa alquanto difficile dato si metteva nella direzione del mio sguardo ogni volta che lo spostavo.

-Giulia, guardami negli occhi- Disse lui, ma io voltai ancora di più la testa se possibile. Così mi prese direttamente il viso tra le mani e mi costrinse a guardarlo.

-Giulia, mi perdoni?- Continuò serio più che mai... sembrava molto preoccupato e anche determinato.

Io abbassai lo sguardo arrossendo un poco, incapace di sostenere il suo.

Maledette calamite color miele!

-S..si...- balbettai -T..ti perdono...- E questa volta ero sincera.

Colpa sua e dei suoi stramaleddettissimi occhioni che mi facevano impazzire!!

Lui sorrise soddisfatto e mi baciò.

-Bene- Concluse, e si alzò dalla panchina. Mi allungò una mano per invitarmi a segiurlo e poi ci incamminammo nel parco.

Non mi chiese che ci facevo a quell'ora in giro, e io non lo chiesi a lui, rimanemmo in silenzio.

Lui sembrava perfettamente tranquillo e a suo agio, mentre io all'inizio ero ancora un po' stordita e imbarazzata, chissà perchè poi... probabilmente era lui che mi faceva questo effetto.

Ci sedemmo sul prato e ammirammo le stelle, lui che mi abbracciava da dietro con le braccia intorno alla mia vita e la testa sulla mia spalla, affondata tra i miei capelli e ogni tanto mi baciava il collo e la clavicola.



Presente..



Sorrisi di nuovo, rigirandomi nelle coperte. Erano le undici e mezza, quel giorno niente lezioni perchè era festa... chissà quale festa poi...

Quindi ero contentissima di potermi crogiolare nell'ozio più totale, o almeno quella mattina, perchè poi di pomeriggio sarei senza dubbio uscita con Andrea; dopo quello che mi aveva detto ieri sera, non potevo mancare! Per nessun motivo al mondo sarei mancata a quell'appuntamento, primo: perchè non riuscivo a stare più di 12 ore senza di lui; secondo : perchè le sue parole mi avevano incuriosita; e terzo: perchè era Andrea! Il mio Andrea!

Anche se non evevamo ancora chiarito la storia del modo in cui aveva lasciato la sua ragazza...

Ripensai di nuovo al giorno prima e a quanto era stato dolce dicendomi quelle parole...


Il giorno prima....


-Belle le stelle stanotte- Mi dice ad un tratto Andrea.

-Sì, a quest'ora sono molto luminose- Gli rispondo ancora col naso all'insù.

-Non quanto te, però.- continua lui con voce dolce.

Il mio cuore perde un battito e sgrano gli occhi.

-Oh... ehmm.. grazie..- Dico imbarazzata, ma possibile che lui mi faccia sempre arrossire? Sì, possibilissimo.

Sorridendo dolcemente dice -Sai.. quando sei partita, mi sono sentito strano, come se improvvisamente nel mio petto ci fosse un vuoto incolmabile, e ho cercato in tutti i modi di capire cos'era, di riempirlo, ma non ci arrivavo, non capivo cosa c'era che non andava. Però quando ti ho vista, l'altro giorno, ho sentito che quel vuoto si era riempito-

-Oh, ehmm...- Non so che dire e abbasso lo sguardo imbarazzata più di prima.

Lui mi guarda e sorride di nuovo, con quel sorriso che ti mozza il respiro e ti fa salire la pressione a mille -E ho realizzato solo in quel momento che la cosa che mi mancava nel petto, te l'eri portata via tu quando eri partita, ti eri portata via il mio cuore.-

Non ci credo! Ma queste frasi se le inventa la notte o gli vengono sul momento? In ogni caso, gli salto al collo e lo bacio appassionatamente, se l'è meritato, eccome se se l'è meritato!

Lui si siede, appoggia la schiena ad un albero e mi abbraccia mettendomi sulle sue ginocchia; io gli allaccio le braccia dietro il collo e continuo a baciarlo.

Sò che lui capisce quanto sono timida e cerca di non mettermi eccessivamente in imbarazzo, quindi non mi chiede niente, si limita a baciarmi e ad abbracciarmi, e lo apprezzo molto (solo che proprio in questo momento non mi va di staccarmi e di dirglielo).

Dopo un po' che si è divertito a fare avanti e indietro baciandomi il collo, mette la testa nella mia spalla e mi abbraccia più forte, rabbrividisco, ma di sicuro non è solo colpa del freddo, e mi stringo di più a lui; vorrei che questo momento non finisse mai.

-Davvero non ti piace Mattia?- mi dice ad un tratto.

-Eh? Chi?- Gli chiedo confusa inarcando un sopracciglio.

Lui ride della mia espressione e poi continua -Mattia! Dai! Hai un solo compagno di classe che si chiama così!-

-Solo uno? Sei sicuro? Guarda che c'è pure il mio amico immaginario eh!- Gli rispondo facendo finta di essere scandalizzata data la sua ignoranza.

-Aspetta... ma il tuo amico immaginario non si chiamava Mario?- Mi chiede accigliato.

-Uff! Come sei precisino! Mattia, Mario, GianSergio, Mefistofele, GiovanLuigetto... che vuoi che cambi?! É solo un nome... - Dico allargando le braccia.

-Stai tentando di depistarmi?- Continua guardandomi sospettoso e vagamente divertio.

-No, dai, seriamente Andre, perchè pensi che mi piaccia Mattia?- Gli domando finalmente seria.

-Forse perchè.. si, insomma, ecco.... beh...-

Io lo guardo un po' scettica.

-Non lo so! Forse quado ti baciava...- inizia, ma io lo interrompo prima che continui, non voglio sapere ciò che stava per dire.

-Oh! Frena! Io non ho mai baciato Mattia! Capito? Mai!- Gli dico scandalizzata per davvero, stavolta.

-Sì, lo so.. ma anche così...-

-Ah! Ahah! No!! Ahah non posso crederci!- Comincio a ridere come una pazza e lui mi guarda molto scioccato.

-Perchè ridi?-

-Perchè.. ahah... tu...sei.. ahah!! .. Sei geloso di lui!!- Esclamo e continuo a spanciarmi dal ridere.

-No! Io non sono ge... e va bene un po' sono geloso...- Ammette infine, sorprendendosi da solo.

Io non riesco a fermarmi e continuo a sghignazzare tentando di frenare i singulti delle risate.

Lui mi guarda un po' scettico e poi, a sorpresa, mi bacia.

Io smetto immediatamente di ridere (cosa che pare impossibile anche a me) e restituisco il bacio.

Dopo un po' lui si allontana e mi guarda tutto sorridente e soddisfatto.

-Sono riuscito a farti smettere di ridere!!- Dice con un sorriso stile Mentadent.

-Si, lo so, mi sembra assurdo...-

-Ogni volta che riderai per oltre dieci minuti -il che accade molto spesso- , userò le mie capacità speciali per farti smettere...- Continua teatralmente.

Sempre molto modesto : ''capacità speciali''... puaf!

-Si.. ma tu sai che io rido sempre...-

-Allora mi toccherà baciarti spesso...- Sorride dolce.

-Non credere che mi dispiaccia sai! Potrei anche farci l'abitudine...- Rispondo pensosa.

-E tu non credere che dispiaccia a me!- E mi regala un altro bacio.

E rido ancora; accoccolandomi tra le sue braccia.

-Tu non sai quanto mi sei mancata...- Dice stringendomi e guardandomi negli occhi, creando quell'elettricità speciale che ogni volta mi fa perdere la testa.

-No, tu non sai quanto mi sei mancato.-

-Dimmelo, allora-

Lo guardo intensamente negli occhi, come fa lui quando decide che vuole farmi dimenticare come mi chiamo, e poi gli dico dolcemente -Mi sei mancato, moltissimo, più di quanto tu creda..-

Lui mi bacia di nuovo.

-pensavo volessi farmi spiegare!- Gli dico falsamente stizzita.

-Mhh, penso di aver capito!- E sorride.

-Sofia mi ha detto che ti piacevo da tanto...- Mormoro tanto per cambiare discorso

-Più o meno dalla prima Media...- Risponde pensando a chissà quale ricordo di quei giorni.

-Mhh... non lo sapevo... lei mi aveva detto dalla prima superiore...-

-E tu perchè non le hai dato ascolto!?- Chiede scandalizzato.

-Perchè.. perchè... non lo so il perchè! Forse non pensavo fosse davvero così...-Mormoro mortificata.

-Non preoccuparti, tanto è importante che ora siamo insieme, il resto è niente-

-Oh! Sì! É la mia frase preferita! Che poeta che sei!- Dico ridacchiando, ma in parte sono seria.

-Giù, quand'è il tuo compleanno?- Chiede così .

-Ma io trovo sempre ragazzi che fanno domande intelligenti?!- Chiedo esasperata alzando le braccia al cielo.

-Mmmh... però non hai ancora risposto...- Ecco appunto.

Lo bacio appassionatamente, a sorpresa, per distrarlo dal discorso.

-Stai tentando di distrarmi? Se sì, ci stai riuscendo..- Dice tra un bacio e l'altro.

-Mhh, sì, lo so!- Rispondo io baciandolo di nuovo.

-Ok, ora mi rispondi?-

-No...- Dico ridacchiando e baciandolo, con l'intento di non farlo parlare.

-Ma non vale! Stai cercando di distrarmi!- ride lui allontanandosi appena.

-Già..- Sorrido

-Uff.... non vale, non vale, non vale! Lo sai che non è corretto fare così!- e ride buttandomi a terra e mettendosi a cavalcioni su di me mentre mi bacia e mi fa il solletico.

-Ecco va bene, va bene! Te lo dico! Ma basta solletico!- Dico ancora ridendo

Lui sorride compiaciuto e palesemente soddisfatto.

-... Sono nata il 25 Febbraio del 1993... Contento?-

-Si, moltissimo!- Risponde sorridendo.

-Non capisco l'importanza di questo dato.. ma va bè! E tu?-

Lui non risponde e mi bacia, senza nemmeno lasciarmi il tempo di ribattere.

-Ehehe! No caro mio! Non cercare di distrarmi eh!-

Lui ride, ma continua a baciarmi, senza darmi il tempo di respirare.

-Cos'è? Se cerco di distrarti io non vale, ma se lo fai tu è assolutamente corretto?!- Chiedo tra un bacio e l'altro, cercando aria.

Continua a baciarmi e a non rispondere.

-Guarda che non ti bacio più!- Lo minaccio.

Lui mi guarda malizioso, come a dire ''ma non ci credi nemmeno tu!'' ( ed era vero non ci credevo nemmeno io) ma poi vedendo la mia espressione scettica torna serio.

-Uff.. uff.. va bene, va bene, io il13 Maggio del 1991... e non capisco perchè tu lo voglia sapere..- Continua sbuffando rumorosamente.

-Ahahah! Che bello, che bello, faccio il compleanno prima di te!- Gli dico facendogli la linguaccia.

-Si, ma con due anni di differenza- Interviene lui prendendomi per i fianchi e rimettendomi a sedere accoccolata su di lui.

Lo guardo allontanando un po' la faccia per avere un quadro relativamente completo; effettivamente è alto, molto più di me, poi ha le spalle larghe, ed è abbastanza muscoloso; non sò come sia stato possibile che in tutti questi anni non me ne sia mai accorta; certo non abbiamo fatto la scuola assieme, tranne i primi due anni delle superiori, davvero non ricordavo che fosse due anni più grande di me, eppure lo conosco da tantissimo tempo!

-Beh, adesso siamo pari no?-

-Già già...io so il tuo compleanno e tu sai il mio..caspita, non avrei potuto vivere senza saperlo-

-Sei stato bocciato due volte? La mia memoria fa proprio pena... - cambio argomento

-Sì.. se vedo quella stupida professoressa di Greco...- Dice quasi ringhiando.

Io rido e lui mi guarda aggrottando le sopracciglia. Io continuo a ridere, vedendo la sua espressione, e non riesco a fermarmi.

D'un tratto lui sorride malizioso e di nuovo a sorpresa mi bacia, facendomi smettere di ridere.

-Eh sì! É appurato, il nuovo metodo funziona!-

Ma non lo sto ascoltando, le nuvole hanno scoperto la luna piena e il prato è illuminato dalla sua luce; i capelli castano chiaro di Andrea sembrano avere i riflessi argentati, ma sono consapevole che è un gioco di luce, eppure proprio non riesco a staccargli gli occhi di dosso (non che l'avessi mai fatto prima...).

La luna fa apparire i suoi occhi nocciola di un colore che non pensavo esistesse; e non posso fare a meno di pensare che in quel momento quelle calamite color miele stanno fissando me.

Istintivamente gli butto le braccia al collo e lo bacio, lui sembra piacevolmente sorpreso, all'inizio, ma poi ricambia, e il bacio che sembrava apparentemente solo tenero, diventa un concentrato di calore e dolcezza.. finchè... finchè quelle dannate, dannatissime campane non ci interrompono!

Io sono sdraiata nell'erba, e non sò nemmeno come ci sono finita; lui ha il fiato corto e appoggia la sua fronte sulla mia.

-Merda!- Dico col cuore a mille (sembra che ho fatto la maratona!) -Se mi scoprono sono nei casini!- E l'una di notte, e sta suonando l'orologio del college.

-Ahah, dai, vai amore... se no poi se ti mettono agli arresti domiciliari mi tocca intrufolarmi dalla finestra... e non mi sembra una grande idea dato che la vostra stanza è al secondo piano...- Ridacchia lui.

-Un momento, come sai che la nostra camera è al secondo piano?- Gli chiedo perplessa corrugando la fronte.

-Ho i miei informatori...- Dice facendo il misterioso, io non ribatto.

Mi da un bacino veloce e poi si sposta da sopra di me, riprendo il cellulare, che mi era caduto dalla tasca, e poi mi alzo.

Lui mi prende per mano e mi accompagna fino al limitare dell'enorme prato del parco, poi mi bacia di nuovo e mi abbraccia, come se temesse di lasciarmi, sorrido al pensiero, ci tiene davvero tanto a me, e io a lui.

Mi scompiglia i capelli e io lo guardo storto, per scherzo, mentre mi allontano gli soffio un bacio e comincio a correre verso il college, che si erge in tutta la sua altezza e in tutto il suo splendore alla fine del sentiero tra gli alberi.

Sento Andrea urlare dietro di me, e mi volto.

-Domani pomeriggio ci vediamo qui alle tre! Ho una sorpresina da farti!- Dice sorridendo malizioso; non posso fare altro che ricambiare, sorridendo a mia volta, anche perchè non sò che dire, mi si fermano le parole in gola; lui è sempre così dolce con me, decido che anche io gli farò una sorpresa; e mi avvio verso la scuola, che ancora sorrido; poi mi volto di nuovo, ma lui è già sparito nella curva del sentiero.

Alle tre del pomeriggio, domani; ci sarò, ho una promessa da mantenere.




Presente.



Sorrisi di nuovo, pensando alle sue parole dolci, potevo trovare ragazzo migliore? No, decisamente non potevo.

Anche io gli avrei fatto una sorpresa, era un pensierino piccolo, una cosa insignificante, ma per me valeva moltissimo.

Mi alzai dal letto, e mi trascinai in bagno che sembravo sonnambula : avevo gli occhi socchiusi e le braccia stese in avanti per non sbattere al muro o ai mobili.

Guardai l'ora nel mio orologio da polso.

Mezzogiorno meno un quarto; se mi sbrigavo riuscivo a passare alla boutique aperta a tutte le ore che avevo visto nella cittadina poco lontana dal college, sarei potuta andare in taxi; ecco una cosa che adoravo profondamente dell'Inghilterra erano i taxi : potevi andare ovunque volevi e non dovevi dare spiegazioni a nessuno, una pacchia.

Mi feci una doccia veloce, con il mio shampoo azzurro allo zucchero filato e poi mi vestii.

A mezzogiorno e quindici ero pronta; aprii l'anta dell'armadio per rimirarmi nello specchio intero:

il mio viso roseo era appena abbronzato per via del sole estivo, veniva incorniciato da dei boccoli castani che ricadevano come perfette spirali fino a metà schiena e dal ciuffetto corto e liscio che era ordinatamente posto a coprirmi metà fronte fino all'altezza dello zigomo sinistro; avevo messo un filo di trucco, giusto per evidenziare i miei occhi nel loro indefinibile colore castano-verde.

Nn avevo mai avuto niente di particolare o che comunque attirsse l'attenzione, spesso avevo desiderato -pregato in ginocchio- di avere degli occhi verdi come i prati in primavera, o azzurri come il cielo... mi sarei accontentata anche di un bel grigio che richiamava il ghiaccio... ma niente.. i miei occhi rimanevano di quel colore penosamente indefinibile, a volte quando c'era molto sole diventavano verdolini, ma quando non c'era tornavano di quel castano chiaro tendente al muschio che non diceva niente.

Fisicamente non ero mai stata una ragazza particolarmente bella, l'unica cosa che mi piaceva di me (l'unica cosa che consideravo passabile) erano le labbra : rosse, morbide, di bella forma e sempre distese in un sorriso.

Per il resto non c'era niente da dire, certamente non avevo il fisico di Sofia : dalla vita fine, gambe e braccia leggermente affusolate; non avevo i capelli di Emma, neri e lucidi come le ali di corvo; non avevo il fisico minuto e atletico di Barbara nè i suoi occhi cerulei.

Insomma, una bella sfiga no? Eppure, chissà come mai, avevo conquistato Andrea e, diavolo, non si poteva certo dire che fosse un brutto ragazzo! Lui avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi decine e decine di ragazze infinitamente più attraenti di me, con i suoi capelli castani irrimediabilmente scompigliati, quegli occhi magnetici miele-nocciola, la sua carnagione dorata, quel sorriso malizioso e quel suo fisico da urlo... ma non era il momento di divagare, dovevo andare a comprargli il regalo, se non mi sbrigavo rischiavo seriamente di non avere nessun mezzo a disposizione per andare in città.... e non ci tenevo per niente a ricevere una dose di sfortuna, mi stava andando tutto così bene, perchè rovinarmi la vacanza ora?

Presi la mia borsa a tracolla e ci infilai dentro tutto quello che mi sarebbe potuto servire : soldi, carta di identità, chiavi e il cellulare, poi uscii dalla stanza senza fare rumore, le vipere non c'erano e nemmeno Barbara, però Sofia dormiva ancora; probabilmente non c'era bisogno di camminare in punta di piedi e di fare tutto il più piano possibile, dato che aveva un sonno pesantissimo, ma davvero non ci tenevo a svegliarla, l'ultima volta che l'avevo svegliata (anche se erano le tre del pomeriggio lei lo considerava ''presto'') aveva cominciato ad urlarmi contro, poi mi aveva lanciato il comodino, un bicchiere e una bottiglia (Dio solo sa come abbia fatto una ragazza di quindici anni a lanciare un comodino...) e nonostante le avessi detto e ripetuto cento volte che dovevamo fare due versioni di latino di quindici righe, e che era già pomeriggio inoltrato, era rimasta col broncio tutto il giorno. Insomma una cosa da non ripetere, decisamente.

Avevo la sensazione di essermi scordata qualcosa, ma era già abbastanza tardi, quindi uscii di soppiatto dalla camera e mi fiondai giù per le scale per passare dal piano del nostro dormitorio alla Hall; salutai qualche ragazza che avevo conosciuto durante le lezioni di grammatica e incrociai alcuni ragazzi dei corsi di informatica, arrivai finalmente al portone e scesi le scale tre a tre; attraversai quasi correndo il piccolo giardino che circondava per una decina di metri il college, poi il tratto di bosco che faceva come da cornice circolare al giardino e all'edificio; giunta al limitare degli alberi, mi toccò attraversare tutta l'enorme distesa verdissima e pianeggiante che si estendeva per circa una cinquantina di metri davanti a me, quella stessa distesa verde che invece continuava a perdita d'occhio dietro il college : da lì cominciava il vero e proprio parco.

Arrivai finalmente alle mura di cinta; ebbene sì, il college in antichità era stato un castello e quindi a poco meno di un centinaio di metri dall'edificio, si trovavano le mura, alte cinque metri buoni e spesse uno, di pietra grigia e ricoperta di muschio nell'estremità più alta.

Era possibile aprire il grosso cancello di ferro battuto dall'interno, ma per entrare dall'esterno c'era bisogno delle carte magnetiche, le stesse carte magnetiche che servivano per aprire le porte delle camere dei dormitori, in modo che soltanto i ragazzi che stavano al college fossero liberi di entrare e uscire a loro piacimento.

Fuori passava un taxi ogni quindici minuti, quindi non dovetti aspettare molto, a mezzogiorno e venti ero fuori, e a e mezza ero dentro il taxi.

Mi portò direttamente davanti al negozio Powder Blue, mi piaceva molto la vetrina, sembrava pieno di articoli interessanti.

Pagai il taxi e uscii.

In Inghilterra era tutto molto diverso rispetto all'Italia, a cominciare dal clima : a volte si cominciava la mattinata con un sole che spaccava le pietre, e la sera infuriava una tempesta che ti veniva il dubbio che si stesse avvicinando un secondo diluvio universale.

Come volevasi dimostrare, cominciò a piovere, meno male mi ero messa la felpa bianca pesante I love NY in prevenzione della pioggia, però avevo dei pantaloncini neri al ginocchio che non erano proprio l'ideale, un'altra fortuna erano le All star che almeno mi riparavano dall'acqua.

Ora dovevo solo prendere l'...

Ecco cosa mi ero dimenticata! L'ombrello!

Merda, merda... merda!

Cominciai a correre verso il negozio e per poco non scivolai anche, la mia solita fortuna.

Entrai nel piccolo locale e iniziai a guardare tutti gli oggettini in mostra su tavoli, scaffali e mensole.

Mi erano sempre piaciute le collane col cuoricino spezzato, però non erano molto originali, ce le aveva troppa gente; per non parlare del lucchetto stile Ho voglia di te... terrificante, quel film era arrivato pure qui, da non crederci...

Collane con le lettere, bracciali con le lettere, anelli con le lettere, orecchini con le lettere... ma in Inghilterra avevano tutti una passione per le lettere?! E che cavolo! Io ero venuta a cercare qualcosa di originale!

Poi notai una piccola vetrina in uno scaffale, dentro c'erano due coffanetti, il primo era dorato, tutto decorato e rifinito da ricami rossi; l'altro era identico, solo che era nero con le rifiniture argentate.

Li trovai immediatamente bellissimi, decisi di aprire quello nero e argentato e come sollevai il coperchio si attivò il meccanismo a scatto di un carillon, diffondendo nell'ambiente un profumo di lavanda e una melodia dolcissima che mi incantarono all'istante. Dentro, le pareti erano in velluto nero e c'erano dei cuscinetti in raso argentato che riprendevano gli stessi motivi del coperchio esterno, al centro c'era un altro cuscinetto nel quale era infilato un bracciale nero maschile con delle scritte (ovviamente argentate), ci misi un po' a leggerlo tutto, dato che la frase ricopriva interamente il bracciale, ma alla fine ci riuscii, c'era scritto in inglese in corsivo :


< Always in my heart, always in my thought, forever you will be... my soul >



-Sempre nel mio cuore, sempre nei miei pensieri, tu sarai per sempre la mia anima. Wow, che frase meravigliosa- Dissi a voce alta traducendo l'incisione sul bracciale, mentre ancora la musica splendida e dolcissima del carillon mi accompagnava nei miei pensieri.

La commessa mi vide maneggiare il coffanetto e mi chiese se lo volevo, era l'ultimo rimasto.

Certo che lo volevo! Ci sarebbe mancato pure quello! Una cosa più bella non l'avevo mai vista. Così decisi di comprarlo subito, certo, mi costò una barca di soldi, ma ne valeva assolutamente la pena, ci voleva un regalo meraviglioso, per una persona meravigliosa.

Poi uscii dal negozio e mi diressi vicino al primo taxi che trovai e mi feci portare al college.

Come entrai in camera trovai Sofia che si stava appena vestendo.

-Ma come, sei ancora così?! So! Dai muoviti, non ti ricordi che dovevamo pranzare assieme?!-

Lei fece una faccia colpevole e mi sorrise -Tu sai quanto ti voglio bene?-

-No, so solo che se entro dieci minuti non siamo alla mensa cederanno il nostro tavolo- E la guardai storto.

Lei sgranò gli occhi -Dieci minuti?!-

Io annuii, e prima di poter spiccicare parola lei si era già chiusa in bagno.

Incorreggibile, e poi dice a me che arrivo sempre in ritardo!

Dopo un po' uscì dalla stanza, era truccata e vestita.

-Incredibile! Ci hai messo solo otto minuti e quarantaquattro, quarantacinque, quarantasei...-

-Si, lo so- Sorrise lei compiaciuta.- sto facendo progressi eh?- Continuò allargando il sorriso.

-Sì, ok ma ora scendiamo-

Lei annuì e ci dirigemmo alla mensa, che poi tecnicamente non era proprio una mensa, in realtà era più come un selfservice. Per fortuna non avevano ceduto il nostro tavolo, non osavo immaginare che cosa avrebbe combinato Sofia se fosse successo...

Appendemmo le nostre giacche alle sedie per far notare che i posti erano occupati e poi andammo a prendere i vassoi per infine depositarci sopra i piatti con le pietanze che avevamo scelto vagando qua e là per il locale.

Tornammo a sederci al tavolo e iniziammo a sbocconcellare dai nostri piatti mentre parlavamo.

-Bene, allora, come va con Marco?- Le chiesi per cominciare il discorso.

-Mhh, bene, a parte il fatto che non abbiamo ancora chiarito quella storia di Barbara, non ho avuto occasione di vederlo...- Sembrava... afflitta, e anche scocciata.

-Si, spero che alla fine sia tutto un grande ed enorme malinteso-

-Già... tu invece? Ho visto che ultimamente se un po' più fuori di testa del solito, e poi... stamattina sei sgattaiolata fuori senza dire niente...- Cominciò sospettosa assottigliando lo sguardo.

Io, colta sul fatto, dissi arrossendo un po' con aria colpevole -Ehhm... dici? Caspita... da quand'è che sei così attenta a quello che faccio?-

-Tu mi stai nascondendo qualcosa- Mormorò ancora più insospettita.

-Io? No!- Poi spostai lo sguardo fuori dalla finestra incapace di reggere il suo -Hai notato che oggi non c'è nemmeno un raggio di sole? Guarda come piove... Secondo te ci serviranno degli ombrelli più gran...-

-Non cambiare argomento!- Mi interruppe

-Io? Io non sto facendo nien...-

-Sai che non puoi nascondermi niente!- Si intromise di nuovo.

Io non sapendo cosa rispondere temendo che la mia voce mi tradisse, stetti zitta a guardarla timida.

-Come si chiama?- Disse d'un tratto.

-Chi??- Chiesi alzando il timbro di voce di due ottave.

-Il ragazzo con cui esci- Esclamò come se fosse la cosa più logica di questo mondo

-Io non esco con nessun ragazzo!- Sbottai allarmata dalla sua perspicacia.

-Mattia? Davide? Carlo? Enrico? Stefano?- Iniziò ad elencare nomi nel tentativo di smascherarmi.

-No!- la interruppi io timorosa che andasse avanti con la lista.

-Daniele? Riccardo? Edoardo? Francesco?- E nel mentre mi ispezionava il viso in cerca di qualche segno che potesse indicarle quale fosse il nome del ragazzo, ma nella mia espressione non c'era alcun segno di cedimento, e ciò la indusse ad andare avanti.

-Luca? Mario? Franco? Elia? Sergio?-

-No!- Dissi io continuando a scuotere la testa.

-Marco? Paolo? Dario? Vincenzo? Roberto? Andrea?-

Sgranai gli occhi e mi si mozzò il fiato; all'inizio cercai di frenare il rossore e i tremiti, ma probabilmente con scarso successo dato che i suoi occhi si strinsero di più e assunse un'espressione maliziosa ed euforica.

-Marco?-

Feci cenno di no.

-Paolo?-

Doppio cenno negativo.

-Dario?-

Scossi ancora la testa.

-Vincenzo?-

Lasciai libero il fiato in un sbuffo e lei lo interpretò come un no.

-Roberto?-

Negai, ma cominciai a fremere perchè sapevo che nel momento in cui avrebbe proninciato il nome successivo sarei arrossita.

Lei sospirò e mi guardò maliziosa -Allora Andrea?-

Il rossore non si fece attendere e i miei battiti cardiaci accellerarono all'inverosimile, sembrava che il mio cuore fremesse e scalpitasse al solo sentire il nome del mio angioletto.

Lei fece un urletto e battè le mani, poi mi puntò il dito contro -Beccata! Ahahah!-

-No!- Dissi ostentando innocenza, ma lei mi fissò scettica inarcando un sopracciglio.

-E va bene... beccata- Ammisi alla fine abbassando lo sguardo e arrossendo ancora, mentre cercavo invano di rallentare i miei battiti respiarando lunghe boccate d'aria fresca; inoltre per facilitarmi il compito, bevvi tutto il mio bicchiere di cola ghiacciata; dopo un po' ripresi ad avere un colore roseo, non più rosso acceso.

Sofia aspettò pazientemente che io mi fossi ripresa, ma poi cominciò a tartassarmi di domande.

-Ebbene?! Chi è questo Andrea? É carino? Di dov'è? Da quando va avanti questa storia?! E per quale insulso motivo non me ne hai parlato prima?!!-

-Ehmm... io … credo.. credo che tu lo conosca..-Mormorai con aria colpevole.. molto colpevole.

Ho già detto quanto sia inquietante il fatto che io e Sofia pensiamo spesso e volentieri le stesse cose? Beh.. questo potrebbe però farvi capire come mai lei ci azzeccasse sempre su tutto ciò che riguadava me...

-No... ti prego, non dirmi che è lui...- Disse scioccata e divertita allo stesso tempo.-Dimmi che non è il nostro compagno di classe...-

Io annuii e lei fece un altro urletto di gioia mentre applaudiva.

-Ahh! Io lo sapevo! Voi due eravate destinati a stare insieme! Così impari a non ascoltarmi! Io te l'avev..-

-No, Sof, risparmiami la parte del ''te l'avevo detto''!- La interrupi.

-No! Col cavolo! Sono due anni che cerco di ficcati in zucca che lui è pazzo di te, quindi te lo meriti! TE L'AVEVO DETTO!-

Io alzai gli occhi al cielo... non sarebbe cambiata, mai ! Ma non mi dispiaceva, lei era la mia Sofy, l'unica che sapeva davvero capirmi nel profondo, e le ero grata per questo.... e anche perchè mi aveva stressato per anni dicendomi che piacevo ad Andrea...

-Ok, ora rispondi alle altre domande- Disse lei tutta euforica.

-Una alla volta!-

-Ok, ok... ehmm... da quanto tempo va avanti?-

-Da...ehmm, da quando tu sei stata convocata dal preside... si ecco, da quel giorno... quindi sono..sette giorni con oggi- Dissi io pensosa.

-Una settimana, bene! E quando pensavi di dirmelo!?- Esclamò arrabbiata, non pensavo l'avrebbe presa così....

-Beh.. era successo tutto il casino con Barbara.. non volevo mettermi troppo in mezzo... avevi già abbastanza cose a cui pensare, non mi sembrava il momento migliore...ecco.. tutto qui..- Mrmorai dispiaciuta abbassando un po' lo sguardo.

-TU! Non osare fare mai più una cosa simile! Per queste cazzate tu non mi hai detto che uscivi con Andrea?! Non ti permettere mai più! É un avvertimento!- Sbraitò ancora infervorata, puntandomi di nuovo il dito contro.

Io annuii -Ok... promesso- E accennai un sorriso.

Lei cambiò radicalmente umore e sfoderò il suo sorrisino più malizioso, mise i gomiti sopra il tavolo e incrociò le mani, posandovi il mento sul dorso mentre mi osservava sorridente.

Strinse gli occhi a una fessura e disse -Ora, parlami di lui... voglio il resoconto dettagliato di questi ultimi sette giorni- e ghignò divertita.

-Non fare quella faccia maliziosa! Non è successo niente di quello che tu pensi, scema!- Chiarii, non osando nemmeno immaginare a ciò che stava immaginando...ma devo ammettere che non ero del tutto seria, anzi.

-Io? Non pensavo a nulla di particolare...- Sorrise innocente assumendo la sua migliore faccia da angioletto mentre sbatteva gli occhioni castani.

-Scema...- Dissi scuotendo la testa – Allora, non so che dirti... fammi domande specifiche..- Sospirai imbarazzata, sentivo già il viso in fiamme.

-Come vi siete incontrati?- Domandò improvvisamente seria.

Io cominciai a parlare della mia passeggiata nel parco -tralasciando però la piccola parte nella quale avevo visto lei e Marco- e di come mi fossi letteralmente scontrata con Andrea; in quel punto si fece molto interessata -E come mai correvi?-

-Ehmm.. io... ehh... ma passiamo al momento in cui mi sono dovuta catapultare dal prato al bar perchè qualcuno mi aveva interrotta nel bel mezzo di un bacio!- Dissi ridacchiando, lei non se la prese, non era una di quelle ragazze che se tocchi un argomento che magari proprio non gli piace si mettono a frignare, lei al massimo ti guardava male... ripensandoci avrei preferito che frignasse..

-Ops.. nel bel mezzo di un bacio?... doppio ops... pardon.. e comunque non lo sapevo...ed è colpa tua perchè non me l'avevi detto che avevi appuntamenti segreti con Andrea!!! Se no ti avrei lasciata al tuo bacio!- Disse un po' seria e un po' divertita.

-Si si ho capito è sempre colpa mia...- Risposi stando al gioco.

-E non dimenticare della Moratti e della Gelmini!- Continuò ridendo..

-Giusto giusto, mai sottovalutare il potere delle due grandi iettatrici!-

-Si.. verissimo! Ma ho un piccolo interrogativo... che ci fa Andrea in Inghilterra?-

-Indovina- sbuffai.

-Ha un criceto al quale viene a dar da mangiare un mese all'anno e ogni volta ne trova uno diverso perchè muore?-

-Che fantasia.. comunque, no, riprova- Dissi con un sorriso.

-Ha un traffico di droga che nasconde nelle bustine da the?-

-No, ancora no!-

-Ha un koala nascosto in cantina ma l'hanno scoperto e quindi è dovuto venire in Inghilterra perchè qui le leggi sui koala non prevedono nessuna pena per chi tiene un koala in cantina?-

-Ma qui non ci sono leggi sui koala!- Sbottai ridendo.

-Appunto...- Sorrise lei con aria da cospiratrice stringendo gli occhi.

Scossi la testa sconsolata -Ma ancora non ci sei, riprova-

-Un orsetto lavatore gli ha rubato i compiti per casa e quindi l'ha dovuto rincorrere fino a qui?- Domandò speranzosa.

-No, quella è la tua scusa per i compiti di geometria...-

-Ah.. già... allora... si! Ho trovato!- Sembrava sul punto di mettersi ad urlare Eureka ! Cercai di trattenere le risate.

-Dimmi- mi rassegnai alzando gli occhi al cielo

-Allora, hanno regalato un criceto alla Moratti, ma lei non è capace di fare un tubo e quindi le è scappato, Andrea ha trovato il criceto e l'ha portato qui, ma nel cibo che gli ha dato c'erano dei semi di girasole OGM che erano stati concimati per sbaglio con le bustine di the finto, che in realtà contenevano l'oppio che lui spacciava, quindi il criceto è morto e per consolarsi Andrea si è comprato un koala e l'ha nascosto nella sua cantina; finchè disgraziatamente non l'hanno scoperto ed è dovuto scappare; però quello stupido koala, attirato dall'odore delle bustine da the, se l'è mangiate tutte ed è morto di overdose, nel mentre la Gelmini ha assegnato compiti extra a tutti, però un orsetto lavatore li ha rubati e così Andrea è dovuto tornare qui e mentre era in bici che inseguiva l'orsetto lavatore vi siete incontrati! Logico no?- esclamò tutta felice.

Io la guardai male e poi cominciammo a ridere.

-Ok, ora seriamente, parlami di lui, non che io non lo conosca, ma è tutto diverso adesso!- Disse Sofia cercando ancora di frenare le risate.

-Si, si, ok, comunque ha dei parenti qui, tanto per cambiare! Cavolo mi sembra di essere la sola a Milano a non avere parenti in Inghilterra!-

-Cazzo! Pure lui!? Uffa!! Si.. secondo me siamo davvero le uniche.. anzi, dai, vuoi vedere che alla fine si scopre che tu sei la pro-pro-pronipote di ottavo grado della tipa della mensa? Sai, ora che ci faccio caso, siete piuttosto simili!- Cominciò a ridere di nuovo.

-Si e magari si scopre che tu in realtà sei la figlia del preside...muahah!-

-No, questa è decisamente un'offesa!-

-Si... probabile..- Sorrisi.

Lei rise ma poi tornò relativamente seria -Va bene, non cambiare argomento, ora dimmi cosa è successo in questi giorni con Andrea.-

Io le raccontai tutto più o meno da quando avevo ricevuto il suo messaggio, fino al giorno in cui mi ero ritrovata a vagare nel parco a mezzanotte.

-E poi!? E poi che è successo!? Dai non lasciarmi sulle spine, sei crudele!- Brontolò lei.

Così, nonostante l'imbarazzo le raccontai tutto il resto, ogni tanto le sfuggiva qualche esclamazione e a volte rideva, che ci trovava da ridere poi...

-Ecco cos'è quel pacchetto nella tua borsa! È il suo regalo!- Disse gongolante di felicità.

-Si, bello vero?- Sorrisi compiaciuta.

-Certo! Uffa! Perchè non li fai a me dei regali così?!-

-C'è bisogno che io ti rilegga la frase sul bracciale o è abbastanza chiaro?-

-Oh, già.. ihih, hai ragione...-

-Ma perchè tocca a me sorbirti?!- alzai gli occhi al cielo.

-Ma perchè mi vuoi bene!-

-Tse tse...-

-Ehhh, che carini che eravate sdraiati nell'andito della scuola...- Disse scoppiando a ridere.

Io mi sentii avvampare e abbassai lo sguardo.

-Lo sapevo che tra voi doveva andare così!! Lo sapevo lo sapevo lo sapevo!!!-

Io sorrisi e ridemmo insieme.








Scusatemi, lo so.. fa pena... Giulyy, Kla, perdonatemi, voi siete così fedeli e io vi deludoo =( pardon pardon pardon!!! anche a tutti gli altri angioletti lettori e recensori vi mando immensi baci e infiniti ringraziamentei anche solo per avermi dedicato un po' del vostro tempo!!! scusate ancoraaaaaaaa baciiiiii


  
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