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Autore: Haarmony    08/02/2016    0 recensioni
«Eri scorbutico, introverso e avevi perennemente quello sguardo inquisitore. Insomma, non eri il mio tipo. Ma ho capito che mi ero sbagliata, che avevo affrettato le mie conclusioni, perché ho cominciato a guardarti in una luce diversa e lì tutto è cambiato. Ho cominciato ad amare il suono della tua risata, il modo spavaldo in cui cammini, i tuoi gusti musicali, così diversi dai miei. Ho cominciato ad amare i tuoi capelli disordinati e il tuo sguardo. Ho cominciato ad amare i tuoi difetti, e ancor di più i tuoi pregi. La tua freddezza e la tua generosità. I tuoi sbalzi di umore e i tuoi baci. Le tue carezze e i tuoi abbracci. Tutte queste cose mi hanno portato ad amarti, Louis.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucky Strike


 

Nell'arco della vita conosciamo molte persone, diverse tra loro e poco importa se siamo socievoli o no: le conosciamo. Nei modi più diversi e inimmaginabili, in momenti giusti oppure sbagliati.
Con alcune proviamo simpatia subito, con altre non la proveremo mai; alcune le rivalutiamo, le riscopriamo grazie a nuovi eventi o al tempo, nostro nemico o amico.
Con alcune di loro, instauriamo un rapporto che non durerà, come fiammiferi pronti a spegnesi, una volta consumati.
Poi ci sono quelle persone che nel momento esatto in cui le incontriamo, in cui gli sguardi si incontrano per la prima volta, sono destinate a stravolgerci la vita, a cambiarci un po'.
E tu rientri in quelle persone.
Mi hai stravolto la vita.
Forse alcuni penseranno che sia esagerata come frase, ma io non sto esagerando: tu mi hai stravolta.
Non mi ero mai innamorata, non in quel modo almeno. E invece tu ci eri riuscito, contro ogni aspettativa, ci eri riuscito.
Con i tuoi occhi azzurri, i capelli sempre in disordine e la sigaretta fra le labbra.
E all'inizio mi sono sentita così stupida, così vulnerabile e avevo paura.
Avevo paura di dirtelo, avevo paura che saresti scappato e che sarebbe tutto finito.
Ma sai quando ti tieni qualcosa dentro di così grande che non ce la fai? Che devi per forza urlarlo a pieni polmoni? Ecco, io mi sentivo così.
Ricordo ancora quando te l'ho detto.
Ero a casa tua, seduta sul bancone della cucina, mentre facevo penzolare nel vuoto le gambe e ti osservavo preparare del caffè. Era domenica mattina e la casa era vuota.
Mi hai riempito la tazza e ti sei avvinato, offrendomela. «Vuoi qualcos'altro?»
Ho preso la tazza e ho cominciato a giocare con il bordo. «Sai, la prima volta che ti ho visto, non mi sei piaciuto.» Ho iniziato e tu mi osservavi, mentre fumavi. «Eri scorbutico, introverso e avevi perennemente quello sguardo inquisitore. Insomma, non eri il mio tipo. Ma ho capito che mi ero sbagliata, che avevo affrettato le mie conclusioni, perché ho cominciato a guardarti in una luce diversa e lì tutto è cambiato. Ho cominciato ad amare il suono della tua risata, il modo spavaldo in cui cammini, i tuoi gusti musicali, così diversi dai miei. Ho cominciato ad amare i tuoi capelli disordinati e il tuo sguardo. Ho cominciato ad amare i tuoi difetti, e ancor di più i tuoi pregi. La tua freddezza e la tua generosità. I tuoi sbalzi di umore e i tuoi baci. Le tue carezze e i tuoi abbracci. Tutte queste cose mi hanno portato ad amarti, Louis.»
Dopo aver finito di parlare ho alzato lo sguardo e tu eri ancora li, appoggiato al tavolo, di fronte a me, con la sigaretta ormai finita tra le dita e lo sguardo fisso nei miei occhi.
Ti sei avvicinato, lentamente, mi hai tolto la tazza fra le mani e ci hai buttato la tua sigaretta.
«Avrei voluto farlo prima io questo discorso, ma a te è venuto decisamente meglio, io non sono molto bravo con le parole, lo sai.» Hai detto, prendendomi il viso fra le tue mani. «Quindi dirò semplicemente che ti amo.» E poi ci siamo baciati.
Ma poi tutto è finito, lentamente.
Ci siamo separati, nonostante tutto, nonostante l'amore, dopo una miriade di litigate, notti passate al telefono e ore trascorse nel letto.
All'inizio pensavo che forse, avrei potuto fare qualcosa, per rimediare, per non far finire tutto. Ma poi ho capito che in un modo o nell'altro saresti andato via comunque. Prima o poi.
Poi certe cose si superano, anche se non lo avresti mai detto perché, beh, tu rimani pur sempre quel ragazzo stronzo che mi faceva tremare le gambe, quello per cui mi sono spinta oltre.
E alla fine non importa se poi è finita, diversamente da come speravo, da come credevo, perché tu rimarrai sempre Louis, anche ora, che non ti penso quasi mai.
Ma non so come, quando vedo degli occhi celesti o un pacchetto di Lucky Strike, io vedo te.
 
 

 

 

 

 

 

 

   
 
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