Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Asgard458    08/02/2016    0 recensioni
Il piccolo viaggio di un infiltrato all'interno di un enorme, gigantesco macchinario perfetto per sabotarlo e danneggiare la sua catena di assemblaggio.
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono stato preparato a questa missione per mesi ormai. Ho capito il mio compito, e ho capito come svolgerlo: dovevo infiltrarmi nel territorio nemico e immettere il mio codice nel computer centrale, le rimanenti operazioni sarebbero state completate dal sistema, ma non era compito facile. Prima di tutto, dovevo volare verso il mio obiettivo. Non sono mai stato un fan degli aerei, ho sempre preferito lasciarmi trascinare dall’aria. Appena lanciato dalla base, individuai subito il gigantesco complesso in pochissimo tempo. A quel punto avevo due scelte davanti: passare per il condotto d’areazione, oppure attraverso le fognature; entrambe avevano i propri aspetti positivi e negativi. L’areazione sembrava la via più semplice, ma c’erano un sacco di ostacoli in cui avrei potuto bloccarmi; passare per le fognature invece è un lavoro sporco – non che mi interessi – ma fattibile, il problema erano le guardie che passano periodicamente, e quelle non lasciavano scampo. Nonostante tutto i cunicoli bagnati sembravano la mia opzione migliore. Cercando per il complesso, vedevo tutte le entrate chiuse; iniziavo a perdere la speranza. Fortunatamente, individuai un piccolo squarcio nel terreno che portava proprio al condotto fognario principale. Sgattaiolai dentro e, con attenzione, mi guardai attorno: l’acqua rossastra delle fogne scorreva dolcemente, nessuna guardia in vista; mi ricomposi e continuai, cercando il mio obiettivo. Non mi sono mai piaciute neanche le mappe, sono sempre andato a istinto. Correvo per i cunicoli, a volte più larghi, a volte più stretti, quasi impraticabili. Io cercavo proprio questi, più facili da bucare e, quindi, più facile per me infiltrarmi. Fu proprio l’istinto a portarmi davanti ad un piccolo condotto largo al punto giusto per passarci attraverso. L’acqua rossastra mi inzuppava, ma resistetti e proseguii. La fortuna era ancora dalla mia parte, perché quel piccolo condotto mi portò direttamente nel cuore del complesso: davanti ai miei occhi, migliaia di giganteschi marchingegni lavoravano senza sosta, assemblando milioni di pezzi al secondo. Leggevano il codice, lo copiavano e lo portavano alle macchine che costruivano il prodotto finale, pronto per essere messo in funzione. Dovevo agire alla fonte: cambiare il codice e sabotare il complesso. I macchinari non avevano scale, erano difficili da raggiungere, ma scalando qua e là, arrivai al mio obiettivo. Con mia sorpresa, non c’era nessuna console dove immettere il mio codice; dovevo agire diversamente, con la forza bruta: presi i miei strumenti ed iniziai a forare la protezione che racchiudeva le macchine; sarebbe bastato un buco piccolissimo per inserire il mio codice. Dovetti usare ogni strumento a mia disposizione per forarla. Dal mio zaino, presi il codice chilometrico e, lentamente, lo feci scendere nel macchinario. La tensione era palpabile, era un lavoro di estrema precisione: dovevo far sì che la copiatrice leggesse il mio codice, invece di quello principale, così da copiarlo e costruire ciò che avevo progettato. Ero a pochi passi dal compimento della missione. La velocità con cui la macchina lavorava era impressionante. Lasciai scivolare ancora più in basso il mio codice, e, infine, lo prese. Lo lesse, ed iniziò ad impartire nuovi ordini. Nel giro di pochi secondi, la catena di produzione era cambiata. La missione era compiuta. Sentivo il complesso muoversi, agitarsi e contorcersi. Mi sedetti e rimasi a contemplare il mio lavoro; non ho mai detto che sarei tornato indietro. Avrebbero dovuto cacciarmi via. Piuttosto, è stato davvero un bel viaggio; le cellule non me le aspettavo così grandi, ed i ribosomi non me li aspettavo così veloci, e sinceramente, pensavo che far venire un raffreddore fosse molto più complesso. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Asgard458