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Autore: StewyT    08/02/2016    2 recensioni
Si sedette sugli scalini mal conciati e buttò la testa tra le mani.
Aveva ragione: aveva paura di ammettere che era gay, perché odiava da morire i cambiamenti e lo aveva sempre fatto. Aveva odiato i suoi genitori per aver accolto Jace; aveva odiato Clary, quando era arrivata; aveva avuto paura di Magnus che si era fatto uno spazio con la forza nella sua vita.
Insomma, la parola 'cambiamento' e tutto quello che portava con sé, lo rendevano ansioso.
Ma se Magnus avesse avuto ragione? Se accettarsi fosse stata un'innovazione positiva? Del resto anche Jace e Magnus lo erano stati; sulla rossa sarebbe stato meglio metterci una pietra sopra.
'Onesto', aveva detto Magnus. Da qualche periodo Alec non si sentiva più onesto con chi lo circondava; era il Parabatai di Jace, combatteva al suo fianco per la sua vita, eppure non aveva avuto ancora il coraggio di dirgli chi era davvero.
Magnus era diventato un punto importante duella sua vita, una presenza fondamentale, eppure non aveva il coraggio di parlargli dei propri sentimenti.
Non era giusto che lo trattasse in quel modo. Quella persona di cui aveva parlato Magnus, Alec ne era certo in quel momento, era proprio lui.
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Honest.
 
Patience, test my patience.
If I made it too hard for you maybe you should've changed it.


“Non si può andare avanti così!”.
La voce di Magnus si diffuse nel saloncino arredato in stile etnico, con un grosso tappeto rosso, il divano in legno, e l'odore di spezie orientali che aleggiava nell'ambiente.
Alec alzò lo sguardo verso quello dello Stregone che sembrava decisamente arrabbiato, il motivo purtroppo lo conosceva benissimo.
“Alexander te ne rendi conto, vero? Non ti sembra di aver testato già troppo la mia pazienza? Ci stiamo spingendo un po' oltre!”.
Magnus di solito non era di molte parole; diceva poco con grande significato. In quel momento faceva tutt'altro; ad Alec sembrava leggermente impazzito, ma probabilmente era solo infuriato.
“Per te non sono niente. E io non voglio un amore a senso unico! Non ne ho mai avuto uno in tutti questi anni, e non ho intenzione di iniziarne ora. Tutto questo sta diventando troppo per te, quindi non si può andare avanti!”.
Ancora una volta Alec non osò aprire bocca. Era di molte meno parole di Magnus, sempre, figurarsi in quel momento.
Allo stregone sarebbe piaciuto poter entrare in quella testolina nera per capire cosa diavolo pensava perché parlare con lui era davvero difficile; era simile al discutere con una parete con occhi -bellissimi- e labbra serrate.

 
Say it, you should say it,
'Cause I'd say I was wrong just to make it fill all the spaces.
Waiting, always waiting.
If I gave you control would you say that we could've saved it?


“Per Lilith, Alexander sto parlando con te! Non dovremmo affrontare questo problema assieme? Parla! Dici quello che pensi!”.
Ma Alec non diceva nulla. Pensava tanto, e taceva altrettanto.
“Okay basta. Non si può davvero più. Ho provato a far andare tutto avanti da solo, a quanto pare, ma non si può più fare. Io per te non sono niente. Servo solo a riempire gli spazi vuoti della tua vita. Io non esisto. Esiste la tua famiglia, Jace l'uomo dei tuoi sogni, tua sorella, la caccia, te stesso, e poi? Io non ci sono. Sono qui che aspetto, aspetto e provo a salvarci ma non ci riesco perché non c'è niente da salvare. Come hai detto tu, tra noi non c'è niente, no? In effetti sto anche perdendo tempo a parlare in questo momento. Hai chiarito tutto, ancora una volta, qualche momento fa, avanti ai tuoi amici”.
Muto, Alexander era muto, e Magnus aveva voglia di ucciderlo.
I hope you find a way to be yourself someday,
In weakness or in strength,
Change can be amazing.
So I pray for the best, I pray for the best for you.
I wish you could be honest, I wish you could be honest with me.


Magnus guardò per un'ultima volta Alec negli occhi e poi si avvicinò alla porta, aprendola; Alec lo guardò sconvolto, e per poco riuscì a reprimere la voglia di piangere come un bambino a cui era stata strappata la caramella che aveva tra le mani.
“Che… vuol dire?”
“Che aspetterò il ritorno di Jace da solo!”
“Non posso andare via, lo sai. Ti lascerei in seri problemi. Se Jace non tornasse…?”
“Oh avanti, Alec, sai che è stata tutta una balla inventata per farti restare qui e parlare. Ma non serve che resti qui oltre. Vai pure a fare cose più importanti!”.
Magnus non si era mai sentito come con il giovane Cacciatore; era sì al settimo cielo, ma anche nella più totale disperazione perché si sentiva sempre in bilico. E benché la sua vita fosse sempre stata sicura quanto una passeggiata su un filo di ferro sospeso a cento metri sopra il Grand Canyon, se c'era una cosa che odiava era non essere in equilibrio in una relazione amorosa.
Alec sospirò e alzò gli occhi al cielo 'cose più importanti'. Quella lo era. Ma non riusciva ad esprimersi.
“Magnus” si fece strada dalle sue labbra “Non voglio andare via. Tu sei importante”. Era sempre stato così schietto. Perchè in quel momento non ci riusciva?
“Alexander non continuare oltre con questa farsa. Tu non sei innamorato di me e mai lo sarai. Jace è importante per te. Non so se tu lo ami, ma è lui quello che conta nel tuo cuore.” Si prese una pausa che fece saltare il cuore del cacciatore.
“Il problema fondamentale di tutto questo è che non hai il coraggio di ammettere a te stesso chi sei. Hai paura di dire al mondo che sei gay perché ti spaventa il cambiamento, ma sai cosa? Nei momenti più deboli, o forti, i cambiamenti possono essere meravigliosi; soprattutto se hai qualcuno che ti ama al tuo fianco, e tu hai tua sorella e quel biondo odioso”.
Alec si aspettava che Magnus pronunciasse anche il proprio nome, tra quello delle persone che lo amavano, ma non fu così. Sospirò.
“Devi iniziare ad essere onesto con te stesso, e poi con quelli che ti circondano. Spero che tu ci riesca un giorno, e spero che riesca a trovare la felicità con qualcuno che ti faccia sentire meraviglioso come sei!”.
Alec deglutì e si avvicinò a lui. “Tu mi fai sentire così”. Sussurrò accarezzandogli una guancia.
“Ho bisogno di un attimo di calma, Alexander!”.
Alec annuì ed uscì sospirando dalla porta che fu chiusa alle sue spalle.
Non poteva andare via, e non solo perché avrebbe messo Magnus nei guai; non poteva farlo semplicemente perché non voleva. Doveva riuscire ad essere onesto con sé stesso, e capire quanto di quello che l'uomo gli aveva detto era vero. Doveva trovare il modo per esprimersi e dire a Magnus quello che provava per lui perché non era vero che “non era niente”.
Si sedette sugli scalini mal conciati e buttò la testa tra le mani.
Aveva ragione: aveva paura di ammettere che era gay, perché odiava da morire i cambiamenti e lo aveva sempre fatto. Aveva odiato i suoi genitori per aver accolto Jace; aveva odiato Clary, quando era arrivata; aveva avuto paura di Magnus che si era fatto uno spazio con la forza nella sua vita.
Insomma, la parola 'cambiamento' e tutto quello che portava con sé, lo rendevano ansioso.
Ma se Magnus avesse avuto ragione? Se accettarsi forse stato un'innovazione positiva? Del resto anche Jace e Magnus lo erano stati; sulla rossa sarebbe stato meglio metterci una pietra sopra.
'Onesto', aveva detto Magnus. Da qualche periodo Alec non si sentiva più onesto con chi lo circondava; era il Parabatai di Jace, combatteva al suo fianco per la sua vita, eppure non aveva avuto ancora il coraggio di dirgli chi era davvero.
Magnus era diventato un punto importante duella sua vita, una presenza fondamentale, eppure non aveva il coraggio di parlargli dei propri sentimenti.
Non era giusto che lo trattasse in quel modo. Quella persona di cui aveva parlato Magnus, Alec ne era certo in quel momento, era proprio lui. Lo faceva sentire bene, felice, e apprezzato. Non poteva più fare a meno della sua presenza.

 
Chasing, always chasing dreams.
Why’d you stick around, why’d you stay with me?
Why’d you fake it?


Magnus aveva vissuto ormai centinaia di anni, storie, vite, e amori.
Ognuno di loro era nuovo, particolare, strano, bello. Quello con Alec lo era ancora di più, certo, ma era anche molto più intricato e complicato. Si sentiva costantemente su un tapis roulant che corre corre corre, e ti obbliga a fare lo stesso. Sempre alla rincorsa di qualche bacio, di qualche carezza, di qualche attenzione, di qualche sogno. Perchè Alec stava con lui? Era davvero perché aveva bisogno di qualcuno che lo allontanasse dai problemi della vita quotidiana o qualcosa per lui lo provava davvero?
Non si era mai fatto molti problemi, Bane, ma con Alec era diverso. Si sentiva davvero sospeso sul nulla, in quella relazione e di solito era lui a sospendere, a regalare tante incertezze oltre a tanto amore. A tutto c'è una prima volta, che beffa la vita.

 
Hesitation is killing me too.
But I couldn’t save it, I couldn’t save it.
L'esitazione li stava uccidendo entrambi.
Alec sulle scale a rimuginare sulle parole di Magnus e le risposte che aveva da dargli, Magnus steso sul divano a pensare a tutti gli amori della sua vita.
Volevano salvarsi, entrambi, eppure non sapevano come.
Alec si alzò in piedi e sospirò. Non era mai stato bravo con le parole; a volte non pensava nemmeno prima di parlare, altre volte diceva le cose sbagliate al momento sbagliato. C'era una sola cosa che poteva fare per spiegarsi: non doveva più esitare.
“Chi osa bussare alla porta del Sommo Stregone di Brooklyn?”.
Sempre la stessa butta! Pensò alzandosi dal divano per avvicinarsi alla porta.
Nessuno rispondeva, ottimo segno.
“Allora?” sbuffò. Non aveva tempo da perdere, né tanto meno voglia di farlo, quindi aprì la porta. Non aveva visto Alec uscire dal palazzo, dunque di sicuro era ancora sulle sue scale, e altrettanto sicuramente, non avrebbe fatto avvicinare nessun essere nocivo, ne era più o meno certo.
Era ancora intento a pensare ad un Alec seduto sulle scale di casa sua, quando si ritrovò avvolto tra le sue braccia, con le labbra poggiate sulle sue in un bacio tutt'altro che casto.
Una persona normale probabilmente lo avrebbe allontanarlo, ma Magnus non lo era per niente, dunque lo tirò dentro, stringendolo forte, e chiuse la porta.
“Cosa…?”
“Non potevo andare via e lasciarti qui da solo. Tu sei la persona che mi fa stare bene e hai ragione, tutto questo è troppo pesante per me, ho paura dei cambiamenti e di quello che potrebbero portare nella mia vita. Non sono ancora pronto ad ammettere al mondo che sono gay, probabilmente, ma ho bisogno di te!”.
Magnus lo guardò negli occhi e annuì. Forse poteva ancora aspettare prima di portare Alec ad un gayparade, e poteva anche aspettare un po' prima di andare a cena a casa sua come suo fidanzato ufficiale...
“Io non sono innamorato di Jace” sussurrò Alec, arrossendo. “Non so se lo sono di te, ma quello che provo per te è diverso da quello che provo per lui, e in modo positivo, credo. Lui è come un fratello. Non ho voglia di guardarlo negli occhi, baciarlo, abbracciarlo e fare l'amore con lui ogni volta che lo vedo”.
'Non più, almeno', avrebbe dovuto aggiungere, ma lo tenne per sé.
“Cosa cambia con me?” sussurrò Magnus già con voce roca. Possibile che bastasse una parola dolce del ragazzo per farlo sciogliere?
Alec non rispose, come al solito ormai, ma lo baciò e questo rese felice Magnus che lo strinse forte a sé.
Il bacio, come quello di poco prima, non era casto e timido come ogni altro sfioramento che ultimamente c'era tra loro. Era quanto di più vicino al bacio che si erano dati dopo il loro primo appuntamento: era intrinseco di quel tipo di passione che ti divora l'anima, ti spinge a volerne di più, ti fa cadere sul divano, tra le coperte, ti fa venire voglia di strappare pantaloni e maglie e fare l'amore.
L'amore.
Quella parola continuava a rimbombare nel cervello di Magnus, anche mentre le labbra di Alec scendevano lungo il suo collo, e le mani lo fissavano al muro, momento in cui nessuno sarebbe riuscito a pensare a niente; anche in quel momento lui stava pensando a quella parola che lo aveva colpito nel profondo.
Desiderava Alexander sin dalla prima volta che aveva visto il ragazzo sulla soglia della sua porta; quella volta però, aveva desiderato spogliarlo e farlo suo senza complicazioni; piano piano invece aveva iniziato a desiderare quelle complicazioni tipiche di un rapporto.
Lo aveva immaginato tante di quelle volte nudo sul suo letto, sotto il suo corpo, mentre urlava il suo nome.
In quel momento lo immaginava nudo sul suo letto, sotto il suo corpo, mentre gli sussurrava che lo amava. Stava diventando un caso umano.
“Magnus” sussurrò Alec, richiamandolo al mondo, al suo orecchio prima di tornare a baciare le sue labbra.
Lo stregone si accorse di non star partecipando per niente a quel bacio, né alle emozioni che gli stavano infondendo, e quello non andava bene: per una volta che Alec aveva preso coraggio, e stava facendo il primo passo, non poteva mostrarsi riluttante -cosa che a dire il vero non era per niente!-.
Magnus prese le spalle di Alec con forza, e lo girò, in modo da spostare lui verso il muro; gli sorrise, e lo baciò con forza, mentre il giovane si lasciava andare tra sospiri e gemiti alla sua potenza.
Aveva un fuoco dentro che cresceva sempre di più; e la cosa più strana era avvertirlo solo quando era con Magnus. Che quel fuoco fosse amore?
Di una cosa era certo: aveva bisogno di lui, e amava stare con lui.
Era il momento giusto.
Sospirò quando la lingua di Magnus sfiorò qualche marchio che aveva sul collo, e per poco non perse il controllo delle proprie mani, che pian piano si avvicinarono alla maglia di Magnus che fu sollevata, e buttata via da qualche parte. Lo stregone non se ne accorse quasi neanche, tanto che era impegnato a guardare gli occhi liquidi e quella specie di sorriso malizioso sulle sue labbra.
Alec mosse leggermente le mani, per arrivare da quei pettorali evidenziati ma non eccessivamente marcati, al collo dell'amante che denudò delle collane.
Il rumore del ferro e dell'acciaio all'impatto con il pavimento fecero saltare il povero piccolo Presidente Miao che si vide costretto a scappare in camera dell'eccentrico padrone per nascondersi sotto il letto.
“Alec” sussurrò Magnus quando questo si inginocchiò per sbottonare i suoi pantaloni, per poi trascinarlo verso il divano.
“C-cosa hai intenzione di fare?” mugugnò non appena le labbra di Alec si poggiarono nuovamente sul suo collo per tornare a torturarlo.
“Ti dimostro quello che provo per te” sussurrò con quella voce roca e sensuale, Alec.
Possibile che solo qualche bacio, qualche carezza e quella voce roca potessero fargli quello? Sentiva le mutande stringere eccessivamente, e il corpo, tutto il corpo andare a fuoco, per non parlare del cuore che ormai aveva iniziato a correre e non ne voleva sentire di fermarsi.
“Lo vuoi davvero?” ansimò, stringendo una mano sulla spalla di Alec per allontanarlo leggermente. “Vuoi davvero fare l'amore con me, ora?”.
Lo guardò dritto negli occhi, e ci lesse dell'incertezza. Certo, erano pieni di voglia, e amore…? Ma anche paura e ansia. Magnus non voleva che la sua prima volta fosse in quel modo, non voleva che fosse solo per dimostrargli qualcosa. Non gli diede il tempo di rispondere, e sebbene stesse soffrendo da morire lo spinse verso l'altra parte del divano, e chiuse gli occhi per un secondo.
Aveva resistito per tutto quel tempo, poteva farlo ancora; bastava non pensare alla bellezza dei quel corpo chiaro pieno di rune nere, al profumo che emanava quella pelle morbida, al bacino di Alec a contatto con il proprio. Poteva farcela. Doveva calmarsi. Se solo quelle maledette mutande non fossero state così incredibilmente strette!
I hope you find a way to be yourself someday,
In weakness or in strength,
Change can be amazing.
So I pray for the best, I pray for the best for you.


Alec davvero non sapeva più come fare con Magnus; non gli diceva niente su loro e andava male, provava a fargli capire i propri sentimenti e andava male.
Cosa doveva fare per spiegarsi?
Stava provando a trovare la propria strada per essere sé stesso, per cambiare, e voleva farlo con Magnus, ma non glielo permetteva.
Lo guardò di sottecchi e sbuffò; era così bello persino con gli occhi chiusi, i capelli spettinati e le labbra rosse di baci.
Quando poi gli occhi furono aperti, Alec ebbe paura di svenire.
“Alec…?”
“Forse sarebbe meglio se andassi via” disse passandosi una mano tra i capelli.
“NO” disse subito Magnus allarmato “Perchè?”
“Perchè beh tutto questo è decisamente imbarazzante”.
Alec sbuffò coprendosi il viso con le mani; si sentiva un pedofilo che voleva attentare alla virtù di una povera dodicenne.
Alec che non avrebbe mai pensato di fare un passo come quello, di sua spontanea volontà, la prima volta che invece lo aveva fatto… era stato respinto, mandato in bianco, allontanato, non c'erano altri modi per dirlo.
“Alexander… mezz'ora fa fa stavamo litigando perché tu te ne freghi altamente di me, sei andato via; poi sei tornato baciandomi e dicendomi chiaramente che vuoi fare l'amore con me. Pensi che io, che ci tengo davvero a te, possa prendere minimamente sul serio questa tua proposta? Si capiva, davvero, che lo avresti fatto solamente per compiacermi ma io non voglio questo. Io voglio la tua felicità.”.
Alec deglutì e buttò la testa indietro. Tutta quella situazione era assurda.
“Sicuro che invece quello utilizzato solo per riempire gli spazi vuoti di una vita monotona, non sia io?” sussurrò. Maledetta voglia di parlare sempre nei momenti meno opportuni!
“Tu… stai insinuando di non piacermi abbastanza? Davvero? Alexander, vediamo se riesco a spiegartelo bene, mh? Desidero di farti mio, in ogni posizione riconosciuta dal Kamasutra gay, dalla prima volta che sei entrato da quella dannatissima porta. Non ti nascondo che qualche volta ti ho persino sognato ansimare il mio nome. Se è il fatto di non piacermi, che ti preoccupa, sei davvero un deficiente”.
“Anche io” sussurrò Alec, arrossendo come un peperone. Maledetto. Doveva tacere!”
“Anche tu cosa?”
“Anche io ti ho sognato ansimare il mio nome, e anche altre cose che è meglio non dire”
“Dille pure” rispose divertito Magnus, allo sguardo di disperazione del povero cacciatore.
“Posso...”
“Cosa?” sussurrò Magnus avvicinandosi leggermente a lui.
“Niente” rispose l'altro.
“Alexander guarda per un secondo, un solo secondo, quello che mi ha fatto qualche tua carezza e un bacio. Per Lilith! Mi sembra di essere diventato una ragazzina di quindici anni alla sua prima esperienza sessuale.” ridacchiò e Alec, che non se lo fece ripetere due volte, abbassò lo sguardo verso le mutande decisamente tanto attillate del ragazzo; Isabelle sarebbe stata fiera di lui!
“Sono più o meno nelle tue stesse condizioni. Dovrei proprio andare a casa per fare una doccia fredda” rise imbarazzato.
“Perchè? Ci sono qui io. Possiamo fare anche altre cose. Insomma se non ti senti pronto non dobbiamo necessariamente fare l'amore...”.
Magnus gattonò verso le gambe aperte di Alec, e poi si poggiò in modo da avere le labbra vicinissime alle sue, e gli occhi tuffati in quei meravigliosi pozzi blu che si ritrovava al posto degli occhi.
“Per esempio...” sussurrò al suo orecchio mordendogli leggermente il lobo, per poi scendere a baciargli collo e spalla, mentre con le mani trafficava con quella maledetta maglia nera che non voleva saperne di togliersi
“Potremmo farla assieme la doccia”.
“Ma-Magnus” gemette Alec, quando l'altro spinse il bacino verso il suo.
“Vedo che anche tu sei ben piazzato, eh. Stai soffrendo almeno un quarto di quanto sto facendo io?” lo stregone ridacchiò, quando Alec annuì.
“Ti-ti pre-prego non f-farlo”
“Cosa, questo?” lo stregone spinse ancora una volta il bacino verso quello del ragazzo, gemendo con lui.
“Alec” disse ridacchiando “Non gemere così, potrebbero venire i tuoi amici da un momento all'altro”.
Mai come in quel momento, non gli interessava per niente se gli altri fossero venuti a conoscenza della sua relazione con Magnus, anzi.
“Se venissero, urlagli di essere impegnato, ti prego”.
“Sicuramente. Prima verrai tu, poi sarà il loro turno” ridacchiò stringendo in un morso il suo labbro inferiore.
“I pantaloni” sussurrò Alec, alzando il bacino per liberarsi da quella prigione di cotone; purtroppo però qualcosa andò storto, e si ritrovò a sfiorare nuovamente l'erezione di Magnus, il che peggiorò ancora di più la sua.
“I pantaloni” annuì lo stregone sorridendo; scese con le gambe sul divano, e poi con le mani sicure slacciò quella cintura -che avrebbero potuto vendere come cintura antistupro, tanto era difficile da togliere- e poi i pantaloni, al che Alec sospirò di sollievo.
“Adesso...” Magnus sorrise, sfiorando volutamente con le labbra l'erezione dell'altro “Mi sa che è davvero arrivato il momento di una bella doccia, non credi?” gli fece un occhiolino, e si alzò, tirandosi dietro Alec.
“In fondo sulla destra” indicò, spingendo il ragazzo verso il confortevole bagno.



 
I wish you could be honest, I wish you could be honest with me.

Se c'era una cosa che Alec aveva imparato in quel folle pomeriggio, quella era che doveva accettare sé stesso, per essere accettato dagli altri. Era difficile, certo e probabilmente ci sarebbe voluto ancora molto tempo.
Forse avrebbe dovuto prima affrontare innumerevoli demoni e battaglie contro psicopatici che volevano mettere fine al mondo degli Shadowhunters, ma prima o poi ce l'avrebbe fatta. Sarebbe riuscito ad accettarsi; sarebbe riuscito a baciare Magnus avanti al mondo e dire ad alta voce che assieme a lui era felice.
Doveva lasciarsi andare qualche volta, e distruggere quell'orribile schermo di protezione che aveva eretto per allontanare chiunque da sé.
Doveva aprire il suo cuore, e quello era il modo giusto per farlo.
Essere onesti è una delle cose più importanti, e lui doveva tornare ad esserlo; prima di tutto non nascondendo più la sua omosessualità, e poi ammettendo i suoi sentimenti verso Magnus, perché ne provava davvero parecchi.
Prima o poi ce l'avrebbe fatta: il percorso era lungo, ma non impossibile.
E quella doccia, oh quella doccia non aveva alterato minimamente i suoi pensieri su quello che provava per Magnus; lo aveva semplicemente convinto che non si sbagliava.
Era stata, onestamente parlando, la miglior doccia di tutta la sua vita.



 
Spazio autrice.
Okay, okay lo so, forse invece di correggere OS a caso, dovrei correggere e postare Switched ma ehi, avevo voglia di correggere questa OS, ascoltando Honest dei The Neighbourhood -che è sempre un grande piacere; Sono meravigliosi!-.
Ehm detto questo, sì, sì, so anche che questa cosa -che non quadra nemmeno con la timeline di tutta la saga, probabilmente... - non ha nemmeno un piccolo granello di senso, ma ehi, ripeto, è colp dei The Neighbourhood che decisamente non dovrei ascoltare in mentro perchè poi mi fanno questo effetto lol
Ehm grazie mille per aver letto, spero di leggere qualche recensione -mi va bene anche piena di insulti, giuro!-.

A presto, spero.
(Giuro che presto posterò anche un nuovo capitolo di Switched!!).
StewyT~





 
  
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