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Autore: Fanie33    08/02/2016    2 recensioni
Baci, principalmente.
I paring classici intervallati da Ship di cui tutto si può dire tranne che si trovano spesso.
Dalle sorprese a quello che un po' ci si aspettava, ogni capitolo racconta una storia diversa.
Ogni capitolo, un bacio diverso.
[Wincest-Weecest-Destiel-Sabriel-Debriel-Sastiel-Lubriel-Crobby-Dean/Lisa-Megstiel-Wincestiel-Samifer-Gabriel/Kalì-Calthazar...]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Threesome | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Rating: Tra giallo e verde.
Genere: Fluff, un filino malinconico ma neanche ce ne si accorge, sentimentale.
Contesto: Ottava stagione, spoiler fino al settimo episodio, quindi tutto quello che riguarda il Purgatorio.
Note: Il paring ve lo segnalo nelle NdA, ma fatemi il favore di non sbirciare e leggete direttamente. Liberi di dare la caccia ai doppi sensi, perchè ce ne sono ovunque.
Un grande bacio alla mia beta, che mi ha dato il prompt all'ultimo minuto e la amo per questo.

 

Bite me




Il Purgatorio è un luogo puro.
Nonostante la rabbia, la paura, i sensi costantemente all'erta e le creature abominevoli che lo popolano, Dean non ha alcun dubbio su questo.
Ha speso un anno intero della sua vita in quel fetido buco, spaventato dalla sua stessa ombra e con la lucida certezza di non poterne mai uscire, alla costante ricerca di qualcuno prima e di qualcosa poi, e il suo unico desiderio per tutto il tempo è stato trovare il modo di scappare. È stato così concentrato sull'andarsene, sul rivedere la Terra, Sam, l'Impala, che ogni sua energia si è addensata in questo, nella via d'uscita, senza soffermarsi su nient'altro.
Ha dovuto compiere tante scelte, alcune di cui non si pente -Castiel era sua responsabilità, compito suo proteggerlo dopo tutte le volte che l'angelo aveva protetto lui, e ritrovarlo era la cosa giusta da fare, anche se è stato un rischio per tutti- e altre di cui dovrebbe almeno vergognarsi -Benny, in fondo, non era niente di più di un succhiasangue, un essere disgustoso appartenente al mondo che il cacciatore ha speso la vita a combattere, e allearsi con lui dovrebbe essere per Dean un'onta sulla sua anima martoriata- ma nonostante tutto non è così.
Laggiù, in Purgatorio, le leggi naturali che governano la Terra non hanno alcun valore. Niente morale, niente fiducia, niente giustizia. Eppure, in tutta quella paura, Dean è riuscito comunque a trovare qualcuno a cui legarsi, qualcuno che lo ha accompagnato nella sua folle ricerca, e che gli ha dimostrato giorno per giorno che non è vero che in Purgatorio non ci si può fidare di nessuno.

Dopo Sam e Cas, Benny è il primo vero amico che il cacciatore si sia permesso di avere. Zanne a parte, Dean si è affezionato a lui.
Un pensiero come questo un po' dovrebbe disgustarlo. Dopotutto, un Winchester non dovrebbe nemmeno permettere ad una creatura come quella di esistere, figurarsi di avvicinarsi così tanto -fisicamente e non- da arrivare a chiamarlo “fratello”.
Eppure, lui non riesce a pentirsene.
Forse, è solo la purezza del Purgatorio che si ripercuote su di lui, lavando via leggi autoimposte e pregiudizi, e spegnendo a forza quella piccola voce dentro la sua testa che ancora osa urlargli, con la voce ormai quasi dimenticata di John Winchester, che i vampiri sono cattivi.
Benny non lo sembra.
Benny lo ha salvato.
Benny lo ha aiutato a trovare Castiel.
Benny è suo amico.
Benny-

C'è un piccolo cortocircuito, nella mente di Dean, ogni volta che ci pensa.
Cos'è il vampiro, per lui? Cos'è che il Purgatorio ha sbloccato, dentro la sua testa, per portarlo a farsi una domanda come questa?
Cosa c'è di così grosso, lì dentro, nascosto da più di trent'anni di vita da cacciatore al fianco di un fratello da proteggere e di un padre da imitare, da non voler venire a galla nemmeno nel luogo in cui ogni peccato è perdonato?
Forse, quello non è un peccato, ma Dean non è ancora pronto a perdonarsi.

Benny, comunque, resta al suo fianco, lo accompagna fin sulle sponde di un ruscello nelle profondità di quella tetra foresta, e lo guarda abbracciare il suo angelo distrutto. Combatte con lui, gli salva la vita, la salva a Castiel. Guida entrambi lungo una strada che conosce solo lui, alla ricerca di un portale che potrebbe anche non esistere.
Mantiene la promessa che ha fatto, nonostante i pericoli e i battibecchi. Dean si sente in debito.

È per questo che non esita un secondo a sfoderare il pugnare e a ferirsi il braccio.
Castiel lo osserva attonito recitare poche parole in latino, e poi restano da soli, loro due, ma Dean non si è mai sentito così completo.
In quel momento non c'è il tempo di pensarci, per cui afferra il braccio dell'angelo e lo trascina con sé, verso la loro via di fuga. Sente Benny agitarsi dentro di sé, il suo calore e la sua forza risalirgli il braccio e diffondersi nelle sue vene, come sangue, come brividi. È una sensazione euforica, non saprebbe come altro descriverla.

Nonostante quello che succede dopo, resta straordinario anche quando il portale si richiude e lui si ritrova da solo, sulla Terra.
I primi istanti -le prime ore- sono frenetiche. Cibo, una macchina, un posto in cui farsi una doccia e dormire, un telefono.
Sam non risponde, Cas è rimasto indietro. Fa un po' paura.
Ma c'è ancora questo calore, dentro di lui, questa sensazione di perfezione che lo pervade, che riecheggia al ritmo del suo battito cardiaco, e Dean sa che è Benny.
Non aver paura, fratello, ce l'abbiamo fatta.
Dean si agita un po', perché è come avere qualcosa che ti si infila a forza tra le pieghe della pelle, ed è un po' ruvido, un po' scomodo, ma non è niente che non può sopportare, niente che non si aspettasse.
Quello che non si aspettava, invece, è il vampiro che, nella sua testa e da qualche parte tra lo sterno e il diaframma si contorce, si mette comodo, sembra sgranchirsi le gambe. Dean lo immagina intrecciare le dita dietro alla nuca, come lo ha visto fare centinaia di volte laggiù, e sorride un po'.
Lo trovi divertente?
A dire il vero sì.
Cerca di dormire, invece di fare lo spiritoso.
Ma Dean è troppo agitato, i rumori delle macchine e i sobbalzi dell'autobus su cui sta viaggiando sono troppo simili alle cose che ha visto e sentito in Purgatorio, non gli permettono di scollegare la mente e lasciarsi andare al sonno di cui ha bisogno.
Ed è così che succede. Forse Benny lo ha sentito, forse lo avrebbe fatto comunque.
Il vampiro inizia a fischiettare, piano, abbastanza forte da isolare il cacciatore in un mondo a parte ma non troppo da tenerlo vigile. E Dean si addormenta con la stessa canzone che canticchiavano entrambi quando combattevano insieme in Purgatorio.

In tutto, ci vogliono quattro giorni per raggiungere il cimitero in cui è sepolto Benny.
Durante il viaggio, Dean impara molte cose sulla fame dei vampiri.
All'inizio, nemmeno la sente. Ogni cosa è calda, e c'è il tocco ruvido di Benny lungo la sua colonna vertebrale, tra le costole, sulle clavicole. Ogni tanto lo sente da qualche parte dentro i polmoni, ma non è inquietante come sembra, o come dovrebbe essere. È qualcosa che il cacciatore tollera più che volentieri.
Solo che poi i giorni passano, e il vampiro si fa sempre più irrequieto, nella sua testa. Le poche ore di sonno che il maggiore dei Winchester si concede sono tormentate, sogna il Purgatorio e sangue, fiumi di sangue e gole squarciate. Ogni volta che si sveglia di soprassalto, Benny sussurra scusami, come se gli incubi fossero causa sua. Probabilmente lo sono, ma Dean non gliene fa una colpa.

L'ultima sera è la peggiore.
Dean è stanco, ha camminato per ore sotto al sole con quel ridicolo zaino sulle spalle, il vampiro si è agitato tutto il giorno e inizia a sentirsi debole, esausto, feroce. Sa che non riusciranno a controllarsi ancora a lungo, ma sente che Benny è molto più vicino al tracollo di lui.
Ormai è quasi finita, pensa quando si lascia cadere sdraiato sul lurido materasso di una pessima stanza di motel che si può permettere per miracolo.
Domani è l'ultimo giorno di viaggio dice il vampiro nella sua testa, con una voce calma e tesa, esausta.
Dean chiude gli occhi per cercare di dormire -dovranno ripartire presto, nella speranza di trovare qualcuno disposto a dare loro un passaggio- ma il nodo stretto che gli attanaglia lo stomaco non glielo permette. È così da alcune ore, e non c'è dubbio che sia Benny a causarlo.
Rilassati, pensa, non riesco a riposarmi se sei così teso.
Non posso. Se mi lascio andare, non so che effetti la mia fame potrebbe avere su di te.
Dean può controllarla, lo sa. È già stato vampiro in passato, nel periodo in cui Sam era senz'anima e cacciavano insieme a loro nonno. Sarebbe una storia interessante, in effetti.
Me l'hai raccontata in Purgatorio. Ma io sono abituato a sopportarla, tu no.
D'accordo, è vero, ma questo non toglie che il cacciatore non riesce a dormire in quello stato, e sentire la voce di Benny affettata sempre di più è insopportabile, fisicamente doloroso.
Ti prego, si ritrova a pensare, lasciami provare.
Per poco. Solo per poco.
E quel “poco” diventa tutta la notte.
Non è doloroso, Dean riesce a restare padrone di sé, e perfino a dormire. Incredibilmente, la sensazione di avere finalmente Benny rilassato dentro di sé è sufficiente a contrastare perfino la fame di un vampiro che non tocca sangue da decenni.
Un paio di volte si sveglia, però, e si ritrova a pensare, da solo nel buio, mentre perfino Benny pare addormentato.
Una volta lasciata andare la fame -condivisa-, sotto la superficie sono comparse altre sensazioni. C'è ancora quel calore permeante che scorre nelle vene del cacciatore pur non essendo parte di lui -curioso, visto che i succhiasangue dovrebbero essere freddi-, ma c'è dell'altro. C'è questa appartenenza, questo senso di protezione che lo invade a ondate leggere, qualcosa che non aveva mai provato per nessuno che non fosse Sam. Chissà, se è una sensazione sua o di Benny.
E poi c'è la pace, la calma assoluta che nessuno dovrebbe provare quando un vampiro abita il tuo corpo, la tranquillità di chi è a casa propria.
Sogghigna, il cacciatore, pensando che forse il succhiasangue è un po' troppo comodo, lì dentro.
In effetti sei un po' stretto, Winchester.
E Dean sorride apertamente, ad occhi chiusi.

Venti ore dopo, Dean ha di nuovo un coltello in mano. Come quattro giorni prima in una terra desolata dimenticata da Dio, si apre uno squarcio sul braccio.
Il sangue gocciola nella fossa sotto di lui, e il cacciaotore si appoggia con una mano al terreno su cui siede, le gambe a penzoloni sopra allo scheletro di Benny.
Poche parole in latino, e la stessa luce e lo stesso calore che hanno abitato il suo corpo negli ultimi giorni fluiscono via, lasciandolo di nuovo se stesso, vuoto e freddo. È curioso, come una sensazione che per chiunque sarebbe liberatoria, a lui sembri solo mortificante.

Una mano si appoggia sulla sua spalla, grande e calda, e il suo sguardo si alza automaticamente verso l'alto, negli occhi di Benny.
«Ce l'abbiamo fatta, fratello»
«Sembra di sì»
Le dita di Dean si saldano a quelle del vampiro e lui lo rimette in piedi, abbracciandolo.
«Non ci posso credere di essermi finalmente liberato di te» ridacchia il cacciatore, lasciandolo andare.
«Ammettilo, già ti manco» ghigna il vampiro.
Lui scrolla le spalle, sorridendo, sudato e con le mani e il viso sporchi di terra di cimitero.
Benny gli da una pacca sulla spalla, sorride, entrambi guardano la tomba vuota.
Sembra quasi che stiano prendendo tempo.
In fondo, hanno visto troppo l'uno dell'altro, in quei quattro giorni e nell'ultimo anno, per potersi lasciar andare così, pieni di rimpianti.
«Ora che farai?» chiede il vampiro.
Dean si tocca la tasca dei jeans, dove il cellulare che si è procurato conta un paio di chiamate a tutti i numeri di Sam che riesce a ricordare. Nessuna risposta.
«Non lo so» ammette «riprenderò a cacciare, presumo. Tu?»
Il vampiro sorride. «Rapirò vergini nel cuore della notte, sgozzerò bambini e aggredirò vecchiette per bere il loro sangue»
Al maggiore dei Winchester non è chiaro come sia arrivato a poter ridere di una cosa del genere, a capire l'umorismo di Benny e a lasciarsi contagiare, ma è fin troppo facile dargli una spallata e ridere ancora più forte.
Lui lo fissa con un leggero sorriso, il sorriso malinconico di chi sta per perdere qualcosa di bello e lo guarda per l'ultima volta prima di lasciarlo andare.
Dean se ne accorge, smette di ridere e ricambia lo stesso sorriso. Sanno troppo l'uno dell'altro, per lasciare tutto in sospeso.
Si dicono altre sciocchezze, Dean ripone la pala nello zaino e si alliscia la camicia, poi si abbracciano ancora. Il vampiro struscia il viso nel suo collo, sembra allontanarsene a forza.
«Come va la fame? Puoi controllarti?» chiede il cacciatore, preoccupato, con una mano sulla sua spalla.
Lui annuisce, poi un leggero ghigno si fa largo sulle sue labbra. «Non preoccuparti, non ti morderò. A meno che...» si lecca le labbra, e Dean non riesce ad impedirsi di seguire il movimento con lo sguardo «tu non voglia che io lo faccia»
È troppo ironico, troppo vicino allo scherzo per poterlo essere davvero.
Ed è troppo diretta, troppo facile come scelta.
Il cacciatore sa che non è una battuta, sa che ci stanno girando intorno da ben prima di uscire dal Purgatorio, sa che c'è una precisa ragione se si fida così tanto di Benny, se sono rimasti l'uno accanto all'altro per un anno intero.
È spaventoso, sia il fatto che sia un vampiro, sia il fatto che sia un uomo. Nel complesso, è terrorizzante.
Però c'è da dire che Dean Winchester non si lascia spaventare facilmente.
«Fanculo» sbotta, poi lo bacia.
Benny ricambia, perché se lo aspettava da un pezzo, e avanza stringendolo per gli avambracci fino ad appoggiargli la schiena ad una vecchia lapide, abbastanza alta da permettergli di premere il corpo del cacciatore sulla pietra dura.
Schiudergli le labbra è facile, un po' perché il maggiore dei Winchester non si aspettava una reazione così violenta, e un po' perché alla fine lo vuole anche lui.
Quando Dean sente Benny mordicchiargli il labbro inferiore, geme senza poterselo impedire.
Quando però la seconda fila di denti affonda appena nella sua lingua, si ritrae di scatto, ritrovandosi a mettere a fuoco un ghigno divertito del vampiro che si lecca le labbra, soddisfatto.
«Guarda che non ti ho dato il permesso di mordermi» sbuffa, seccato.
«Non mi sei sembrato particolarmente contrariato» ribatte lui, avvicinando il loro visi e afferrandolo per i fianchi. Dean sussulta.
«Invece lo sono» risponde, facendo il sostenuto, mentre in realtà le gambe minacciano di cedere da un momento all'altro.
E solo per un bacio.
«Guarda che posso controllarmi. E alla fine, sei così acido che perfino il tuo sangue è disgustoso» ghigna il vampiro, facendolo sorridere.
«Ma quanto sei simpatico»
«Lo dico anch'io»
E l'attimo dopo si stanno baciando di nuovo.






























NdA
Per chi viene dall'alto (vergogna) (scherzo) è una DENNY (Dean + Benny (il vampiro, per l'amor del cielo!))

Buonasera a tutti.
Scusate il ritardo, ma è stata una settimana impegnativa.
Il titolo... beh. So che è una citazione di Balth e poi di Cas, ma non potevo non metterla.
Spero vi sia piaciuto, perchè io mi sono divertita un casino a scriverla e non mi sembra di essere andata così tanto OOC.
All'inizio volevo tenermi il Purgatorio come contesto di una Destiel, ma poi questi due... giusto per dirla con le parole della mia beta, "tanta roba".
E quindi niente, scriverò comunque anche la Destiel xD
That's all, buon proseguimento e alla prossima.
Un abbraccio,
Fanie


 

   
 
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