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Autore: Van_Horstmann    09/02/2016    0 recensioni
[Warhammer Fantasy Roleplay]Sono anni che la famiglia Van Horstmann soffre per il terribile tradimento perpetrato da Egrimm ai danni dell'Impero, reputazione e alleanze sono state distrutte e così l'unica cosa che il barone Wilhelm Van Horstmann può fare è resistere e attendere che il tempo faccia svanire il ricordo del traditore.
Ma le forze del Caos sono in movimento, un culto forse vicino proprio a Egrimm sta tramando di rapire i due più giovani membri della famiglia Van Horstmann per motivi sconosciuti ma sicuramente terribili.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Karl Van Horstmann si svegliò di soprassalto, sentì le grida fuori dalla porta, udì la voce di suo padre Ferdinand tuonare e sua madre piangere.
Si mise una mantella e uscì dalla stanza, nel corridoio c’erano anche i suoi fratelli, Heinrich, Hermann e Jurgen, sua madre piangeva consolata dalla moglie di Heinrich mentre suo padre corse verso le scale:«Rimanete qui, le guardie sono arrivate!»
«Che è successo?» chiese.
«Hanno rapito Bastian!» disse Heinrich,
«Cosa? Chi è stato?»
«Non lo sappiamo.»
Arrivarono sei guardie armate di alabarda, solo una indossava l’armatura, le altre dovevano essersi svegliate da poco, i suoi fratelli si diedero un cenno d’intesa:«Andiamo all’armeria e cerchiamo Bastian.»
«Voglio venire anch’io.» disse Karl.
Hermann si voltò:«Scordatelo, rimani qua.»
Sbuffò, aveva quattordici anni, da sei faceva scherma e tiro con l’arco, poteva cavarsela, tornò nella sua stanza e si mise gli stivali e degli abiti pesanti, poi uscì di nuovo.
Guardò sua madre che piangeva abbracciata dalla moglie di Heinrich, ne approfittò e corse per le scale verso l’armeria.
Le guardie non lo badarono, scese gli scalini mentre il vociare echeggiava nelle sale, sempre più guardie e servi erano usciti dalle proprie stanze, ma chi era entrato nel castello? Chi poteva voler rapire Bastian?
E come hanno fatto ad entrare?
Si fermò vicino all’armeria, i suoi fratelli ne erano appena usciti, rimase nella penombra poi quando si allontanarono si fiondò dentro, una guardia all’interno si voltò verso di lui:«Signore, dovrebbe tornare alle sue stanze.»
«Mio padre mi ha ordinato di prendere un’arma, tornerò indietro per difendere mia madre.»
«Non si preoccupi, ormai quei cani cercano di fuggire, prenda pure la sua arma.»
Karl guardò, la sua spada lunga era posata col fodero su una rastrelliera, la afferrò e corse fuori, poi si diresse verso il piano terra.
Gli intrusi stanno scappando, ma dove? Corde e rampini dalle mura? Ci saranno già metà delle guardie del castello a controllare, se vado là i miei fratelli o mio padre mi rimanderanno indietro. Qual è il secondo posto dove potrebbero tentare la fuga?
Si fermò prima delle cucine, le serve erano agitate e le sentiva chiacchierare ad alta voce, non provò neanche ad ascoltare tale era la confusione.
Entrò di corsa nelle cucine, alcune serve stupite che lo fissarono senza proferir parola, aprì la porta di servizio e fu nel cortile, davanti a lui c’era il pozzo, vide uomini correre come formiche impazzite sulle mura, sentì grida concitate e la voce di suo padre emergere tra le altre.
Alcune guardie erano dentro le stalle, altre controllavano i depositi delle provviste, altre ancora cercavano negli angoli bui o guardavano le pareti di pietra, come se gli intrusi potessero essere appesi da qualche parte.
Dove guardare?
Fece qualche passo e si appoggiò al muro circolare del pozzo, vide che la corda che si perdeva nell’oscurità sottostante, qualcuno aveva dimenticato di tirare su il secchio e di coprire l’accesso.
Ricordò quando, due anni prima, ci era caduto dentro, aveva fatto una fatica immane a tornare su con la corda da solo, senza urlare per chiedere aiuto, anche se poi suo padre l’aveva scoperto comunque e lo aveva punito.
Il pozzo!
Guardò verso il basso, quando ci era caduto aveva sentito dell’aria provenire dal basso, doveva esserci una galleria naturale non allagata, o non del tutto almeno, forse gli intrusi erano entrati o usciti da là.
Saltò sul muretto e afferrò la corda, vide una guardia avvicinarsi:«Ehi, tu!»
L’uomo lo guardò:«Signore, cosa fa?»
«Vado a controllare che non siano fuggiti per di qua.»
«No, aspetti! Andremo noi!»
Karl sorrise:«Intanto vado avanti io!»
Si tenne appeso alla corda con le mani, poi avvolse le gambe e cominciò a scendere, la guardia corse fino al muretto e  guardò giù:«Si fermi!»
Non gli rispose e continuò a scendere, la guardia scosse la testa e se ne andò.
   
 
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