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Autore: Atena_Laufeyson    09/02/2016    3 recensioni
Era da qualche mese che portavano avanti segretamente la loro storia.
Era tremendamente sbagliato, lo sapevano, ma erano arrivati a un punto dove non potevano più fare a meno l’uno dell’altro.
John, che era in procinto di sposarsi con Mary, in un matrimonio combinato scelto unicamente dai genitori. Una storia senza amore quindi.
Sherlock, violinista che si esibiva unicamente sulle navi e che nonostante i molti viaggi fatti non era mai riuscito a vedere il mondo. Perché si rifiutava di scendere dalla nave, per paura che poi non volesse più risalirvi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: Buongiorno miei piccoli ricci :3 Scusate la mia assenza in questi giorni, ma sono stata un po' impegnata e come se non bastasse mi sono ammalata T_T E con il mal di testa e l'influenza faccio fatica a scrivere cose sensate. Perdonate anche il ritardo nel rispondere alla recensioni. Ringrazio tutti per il supporto che mi state dando :3 Spero che questo capitolo vi piaccia. Buona lettura!


Sherlock decise di rimanere nella sua cabina fino alla sera.
Per evitare di arrivare in ritardo decise di prepararsi un’ora prima, rimanendo così per mezz’ora seduto sul letto a tamburellare impazientemente le dita sul ginocchio.

Aveva preso l’abito più elegante che aveva potuto permettersi.
Lo usava molto raramente dato il suo valore, di solito lo indossava solo a concerti importanti, ma ora era perfetto per andare da John.
Lasciò i capelli intatti in una massa di ricci neri, sapeva che John li adorava e che tanto provare a pettinarli non sarebbe servito a molto, se non a peggiorare le cose.

Quando ormai mancavano cinque minuti alle 20.00 Sherlock uscì dalla cabina e si diresse verso quelle della prima classe. Essendo tutti a cenare a quell’ora non trovò nessuno sul suo cammino.
Dopo un tempo che per lui sembrava un eternità arrivò alla stanza 103 e bussò timidamente, quasi impaurito.

John venne ad aprirgli dopo pochi secondi, accogliendolo con un sorriso

“Buonasera signor Holmes” Disse invitandolo ad entrare e baciandolo una volta essersi chiuso la porta alle spalle

Sherlock fece per salutare a sua volta, ma rimase a bocca aperta nel guardarsi intorno in quella cabina e vedendo cosa gli aveva organizzato John;
La stanza principale era decisamente grande ma accogliente, la moquette era verde scuro e le pareti color panna. Sotto all’oblò che dava vista sull’oceano stava un piccolo tavolino apparecchiato per due con una candela rossa al centro accesa da poco;
All’angolo della stanza c’era un tavolino mogano sul quale sovrastava un meraviglioso grammofono e a terra accanto a esso erano stati disposti in modo ordinato alcuni vinili.

A Sherlock non venne nemmeno in mente di andare a guardare come erano le altre stanze di quella cabina, in quel momento pensava solo a quello che aveva fatto John.

“Hai preparato tutto questo per noi?” Chiese guardandolo con gli occhi lucidi

“Sì. Mi sono accordato con Mary che troverà una scusa con mia madre per giustificare il mio mancato rientro alle nostre stanze stanotte. Questa sera è solo per noi” Rispose lo scrittore tirando il compagno a se e baciandolo teneramente

Quando fece per staccarsi però Sherlock lo tirò nuovamente a se, aggiungendo al bacio di prima più passione “Grazie” sussurrò tra un bacio e l’altro e spingendo John contro il muro della cabina, passandogli la mani sotto la camicia

“Sherlock! Prima ci sarebbe la cena” Esclamò John ridendo divertito intanto che il violinista scendeva a baciargli il collo

Sherlock sbuffò infastidito alzando la testa dal collo del compagno e andando a poggiare la fronte contro la sua

“Guastafeste” commentò sbuffando nuovamente “Prega che la cena sia all’altezza e che ne sia valsa la pena avermi interrotto, John Watson, o sarà peggio per te” Aggiunse stampandogli un bacio sulle labbra e dirigendosi vero il tavolo.

John rise di cuore alla reazione del violinista, poi si apprestò a servire la cena.
Sherlock non lo ammise ad alta voce, ma quel cibo era davvero fantastico. Carni pregiate, vino e dolci degni di nota.

A fine cena si sentiva sazio e felice. Avendo sempre mangiato con i dipendenti non aveva mai assaggiato tali prelibatezze

“Era tutto di suo gradimento signore?” Scherzò John tirando via i piatti dal tavolo

“Semplicemente perfetto” Rispose Sherlock sorridendo e poggiandosi la mani sulla pancia piena

“Ora però serve qualcosa per smaltire” Disse John dirigendosi verso il grammofono e chinandosi per prendere un vinile.

Pochi instanti dopo per tutta la stanza risuonava allegra musica irlandese

“Ho saputo che ti piace questo genere” Disse lo scrittore avvicinandosi a Sherlock a tempo di musica “Mi concede questo ballo?” Aggiunse tendendogli una mano che il violinista afferrò senza esitazioni.

Si misero a danzare saltellando a tempo di musica per tutta la sala. Non era un ballo preciso ed era lontano anni luce da un ballo vero e proprio, ma loro si divertivano così.
Ogni tanto Sherlock doveva diminuire il passo con cui fluttuava per tutta la stanza perché il povero John non riusciva a stargli dietro, e questa cosa lo divertiva ancora di più

“Non pensavo fossi così energico!” Esclamò John all’ennesima volta in cui non riusciva a stare dietro alla danza

“Non sono io che sono energico, sei tu che con quelle gambette non riesci a eguagliare i miei passi” Disse Sherlock divertito saltellando giocoso intorno al compagno, il vino bevuto durante la cena era servito a renderlo decisamente più allegro.

Fu a quel punto che John stoppò la musica per metterne su un'altra, questa volta lenta.
Afferrò Sherlock per un polso e lo tirò a se “Vediamo se con questa mi stai dietro” Sussurrò baciandolo e poi guidandolo nei vari passi.

Il violinista non era mai stato bravo nei lenti e ogni tanto rischiò di inciampare pestando ogni tanto anche i piedi a John, che però continuava a ballare divertito dalla goffaggine del compagno.

Dopo qualche altra prova però alla fine Sherlock iniziò a capire i passi e a muoversi con John

“E’ tutto perfetto” Disse intanto che leggeri volteggiavano per la cabina

“Lo è perché ci sei tu” Lo corresse John sorridendo

“No, lo è perché siamo noi. Noi e basta”

E aveva ragione
Erano solo loro. Nessuno pronto a intromettersi o a separarli. Quella era la loro serata. John ci aveva messo l’intero giorno per prepararla. Voleva festeggiare con il suo amato l’inizio della loro vita insieme che di li a poco sarebbe iniziata una volta arrivati in America. E’ lì che poi avrebbero costruito realmente la loro vita. Senza più nascondersi e senza più mentire. Ma John non riusciva più  ad aspettare, quindi organizzò la sorpresa.

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si rese conto che la musica era cessata

“John? Sei ancora sulla Terra?” Domandò divertito Sherlock dandogli una leggera spinta

“Scusa, stavo pensando a quello che succederà in America e alla vita insieme che ci aspetta”

“Pensi che ce la faremo?” Chiese il violinista facendosi d’un tratto serio

“Insieme possiamo fare qualunque cosa”

“Insieme” Ripeté Sherlock baciandolo “Ora il programma della serata cosa prevede?” Aggiunse sorridendo

John gli poggiò le mani sulla vita e iniziò a baciargli il collo “Beh, potremmo riprendere ciò che hai iniziato tu prima” Disse tra un bacio e l’altro

“Oh capisco, non ci sono altre cene che vuoi proporre per interrompermi?” Domandò divertito Sherlock

Sta zitto” Sussurrò John prendendogli la testa e baciandolo “Sai, ora se vogliamo fare i tradizionali io dovrei prenderti in braccio e portarti in camera da letto. Ma data la tua altezza la vedo un po’ difficile”  

Sherlock a quel puntò lo abbracciò continuando a baciarlo e indietreggiando sempre più verso la stanza da letto. Poi lo prese per il polso e lo condusse nella stanza “Per stavolta sarò io a fare gli onori di casa” Disse divertito per poi gettare il compagno sul letto e iniziando a sbottonargli la camicia.

Era la loro serata, erano liberi per una volta di fare ciò che volevano. Liberi di baciarsi, liberi di amarsi...

Era la loro serata... Loro e di nessun altro
 
 
 
 
   
 
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