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Autore: trullitrulli    21/03/2009    2 recensioni
Il suo unico talento era uccidere; amava sentire le ossa cedere, il sangue stillare dalle suture con l'imposizione delle sue mani. Una schiava di razza nobile gli cambierà la vita con un incantesimo, la sua maledizione...questa è la loro storia.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Le salmerie sollevavano un polverone disorientante, i granelli si muovevano verso la meta azzurra e la confondevano nel terrore che un cavallo avrebbe potuto investirla o che le si potessero rovesciare addosso i
legnosi abbaini che trasportavano.
Dileguò e rimase sul ciglio della strada a osservare il drappello che avevano spedito in avanscoperta per studiare una strada praticabile.
Sapeva che lui era lì, aveva presenza nei suoi pensieri più di quanto fosse lecito a lei.
Oggi, trovarsi in una società tanto virile e bellica la impicciava e turbava, oggi più degli altri giorni, poiché la sua persona le sembrava attirare troppo interesse del pubblico maschile.
Non perché indossasse abiti succinti o si rendesse in vista per qualche peculiarità, ma pareva che la vergogna e la confessione implicita, le fossero scritte in faccia.
La luce tremolante di quel giorno sembrava renderla trasparente per svergognarla…
Aveva finto di essere il più normale possibile davanti all’amica Bulma, poteva darsi che il positivismo della ragazza e la sua durata adolescenza le avessero fortuitamente suggerito che quel che lei e Goku avevano fatto non era stato affatto peccaminoso, ma bello, forse inevitabile nella natura del suo sentimento.
Un’infatuazione forte, forte da fare quasi male, tanto che aveva avuto bisogno di sfociare nell’unica dimostrazione di gratitudine e di amore in cui avrebbe potuto.
Un amplesso che nel momento in cui l’aveva voluto aveva dell’impagabile, del folle, forse anche un po’ del
goffo, ma ora, alla luce del sole, sembrava che il suo desiderio fosse stato orribile, viscerale quanto inutile.
“Stupida” si sgridava “ che stupida sei stata”.
La sua stupida cotta l’aveva portata a tanto, ed era orribile, orribile oltre ogni confine del possibile.
Quando si era alzata e l’aveva trovato ancora addormentato, con la bocca spalancata e un leggero rantolo
indolente, si era defilata.
Pensava, chissà perchè aveva avuto la fantasia che l’avesse accettata per ricambiarla con un sentimento altrettanto alto.
Forse perché i suoi occhi suggerivano un incapacità di premeditare o improvvisare azioni cattive, come se fossero state spie di uno spirito buono e gentile.
Con la mente lontana dai suoi sensi, era arrivata a un rigagnolo piccolo e insignificante, luccicante della poca e fioca luce.
Ci si sedette accanto, contemplando con quanto disinteresse le forze maggiori continuassero a far girare il mondo, a far inoltrare l’inverno, a mandare la pioggia e a far scorrere un insignificante sputo d’acqua, come se fosse più importante che provvedere a lei.

 

***


-Ehi amico!-
Si voltò debolmente seccato.
-Io non sono tuo amico deficiente-
-Non essere così molesto- lo rimbrottò – non c’è bisogno di essere scortesi se dobbiamo viaggiare insieme e guardarci le spalle a…-
Di solito bastava una glaciale e per nulla sforzata indifferenza per allontanare presenze indiscrete e invadenti.
Tanto carisma e dispetto generale erano bastate fino ad allora a scoraggiare tentativi di fraternizzazione, vomitevoli e indesiderati.
Ora chiunque sembrava arrischiato a parlargli: troppi curiosi per la sua pazienza.
Quel particolare inutile essere poi, considerato uno dei guerrieri più capaci di quella banda di ammassati senza terra che non avevano la minima percezione di quale fosse il prossimo passo, ne quanto lontani fossero dall’ loro obbiettivo, lo assillava e seguiva come un cagnolino.
Il suo silenzio sdegnoso e insofferente sembrava averlo taciuto una volta per sempre.
-Si può sapere che cosa vuoi?-
Goku teneva gli occhi bassi, afflitto che volesse essere asociale.
-Hai una forza straordinaria-
-E tu che ne sai?-
-Mi hanno detto che hai delle capacità occulte…magia nera…sbaglio?-
-…-
-E poi…- si grattò la nuca strisciano con lo sguardo a terra- Bulma mi ha chiesto di tenerti d’occhio-
Vegeta emise uno sbuffo ringhioso.
Goku ridacchio della sua reazione.
-Trovi divertente fare il galoppino di quell’oca della tua principessa?-
Goku scosse le mani davanti a se.
-Oh no, affatto, il punto è che lei crede che tu possa far…-
Vegeta montò il cavallo che aveva appena finito di sistemare e lo spinse il più lontano possibile da quella situazione assurda.
In breve fu in testa al drappello di uomini in esplorazione.
Li fissò dall’alto della sua leggendaria, demoniaca condotta.
Non li invitò neanche a seguirlo con un cenno del capo, prese la direzione che portava a uno spiazzo a meno di qualche chilometro, e tutti lo seguirono, riconoscendo l’autorità che valeva la sua forza su di loro.
-Vegeta-
Un altro cavallo affiancò il suo.
-Mi spiegheresti come funziona?-
-No!-
-Ma la magia nera è pericolosa?-
-…-
-Se usata torna tre volte indietro?-
Si raccontavano minacciose leggende sugli stregoni neri, la loro magia aveva effetti collaterali letali o fastidiosi.
Per ogni male; per ogni incantesimo della magia proibita, tre guai sarebbero sopraggiunti a perseguitare il mago.
-Si-
-Cosa può accadere?-
-…-
-Allora?-
-…-
-Vegeta?-
-…-
-Ma che ti costa dirmelo? Andiamo! Per favore…-
Soffiò via aria digrignando i denti, l’unico modo per eliminare il disturbo era acculturarlo sulla questione
-Nulla se sai difenderti…- disse tra i denti digrignanti.
-E a te è mai capitato di non poterti difendere?-
-Cosa te ne importa?-
-Sarebbe utile imparare qualche trucco…così…come ultima risorsa-
-Scordatelo!-
-Dai, ormai è da un mese che prosegui con questo gruppo, non potresti…-
-No-
-Allora rispondi almeno alla prima domanda …-
-No-
-Ti è mai capitato qualcosa di estremamente brutto?-
- Tz…La terza punizione dall’ultima magia sporca di male questa volta sei tu!-
-Oh…-
-Se non ti ho ancora ucciso è perché non voglio stavolta- precisò pungente
-non immagini quante spade mi punterebbero al collo se eliminassi il loro patetico beniamino- disse sottolineando “ loro” indicando la carovana al seguito con il pollice e un ghigno slargato.
-Perciò mi sorbirai fino in fondo?-
-…-
-Non ho paura di combattere con te-
-…-
-Sono sicuro di batterti-
Vegeta rise brevemente sotto il cappuccio nero.
Era un insulto talmente diretto, talmente poco valente da un soldato di terza categoria, che avrebbe potuto
tranquillamente passare al suo orgoglio per una battuta.
Per lungo tempo si sentì solo lo scricchiolio della neve sotto gli zoccoli.

 

***


Avevano proceduto per tutto il giorno.
Le reazioni di Vegeta non erano facilmente individuabile per Goku.
L’ospite preferiva andare in giro con un cappuccio, dovesse proteggere la sua figura dall’atmosfera o no.
Quasi a voler sottolineare e segnare il divario.
Lui non aveva niente a che fare con loro, era solo una vittima della circostanza.
Gli altri non potevano immaginare che nelle foreste è meglio guardarsi anche dagli occhi e dalle orecchie tra gli alberi.
Quando si fermarono, più in là di quanto Goku aveva premeditato, installarono il capo allo scoperto, qualche metro vicino al folto confine della selva odorosa di resina e fresca di inverno.
Quando Vegeta legò il cavallo ad un paletto saldamente conficcato nel terreno procedette a stendersi lungo un tronco, ben lontano dai compagni.
Osservandoli dalle fessure delle palpebre in modo vigile e freddo.
La neve scricchiolò leggera sotto dei passi, al calar della sera, quando le nuvole si erano infittite, e si preparava un’altra nevicata.
-Nevicherà-
Era una voce sottile, lieve, non timida, non virile.
Vide le pupille gonfie per l’oscurità bordate di un colore azzurro limpido, gli occhi di un viso pieno circondati da sfibrati capelli di assurdo colore azzurro, dal taglio molto femminile.
Rispose con un grugnito incivile, profondamente seccato.
Si sdraiò meglio sulla neve indifferente al freddo.
La donna si sdegnò.
-Bene!- battè la neve con il piede – Crepa assiderato stanotte!- strillò.
Se ne andò svelta, furente.
Non poteva sapere che il caldo sangue di Vegeta scorreva ardente in tutto il corpo, proteggendolo.
Si avvolse meglio nel mantello.
Quando le palpebre iniziarono a pesare e si trovò sospeso a metà tra reale e irreale sulla via di un sogno neutro, il campo cominciò ad animarsi di agitazione.
Una voce acuta e sgradevole di ira sovrastò tutti.
Si levò il mantello di dosso buttandolo malamente nella neve, e raggiunse irritato la fonte del problema.
Bulma si agitava davvero poco signorilmente davanti ad un paio di cavalli sellati sotto gli stemmi del sovrano a cui si opponevano i suoi sudditi.
Freezer.
-Con che diritto di parola vi presentate qui?- strillava –Noi non siamo disposti a negoziare il ritorno di nessuno, ne alcuna interruzione delle ostilità- di istinto Bulma accarezzò il pugnale alla cintura, sebbene non aveva la minima idea di come usarlo, anche se se ne fosse presentata l’occasione.
Vegeta spintonò spostando i soldati con il braccio, aprendosi uno sbocco sulla scena.
Un uomo robusto e ben abbigliato scese da uno dei due cavalli e si avvicinò molto più  calmo e sicuro della fanciulla.
-Noi non siamo ambasciatori- sorrise mellifluo – noi siamo messaggeri. Non negoziamo con nessuno e tanto meno ci abbassiamo- intravide Vegeta, tra molti soldati, che osservava con un accenno impercettibile di furente sorpresa – a chiedere-
Bulma contrasse la mascella.
-Voi non avete comunque diritti per trovarvi qui e noi non abbiamo motivi per non allestire un banchetto e mettere come centro tavola le vostre teste impalate su una picca-, un mormorio di assenso in sottofondo.
-Molto immaginifico signorina-  l’uomo fece il gesto scherzoso di scoprirsi il capo con un capello e si inchinò lievemente – allora saremo ben educati nel “pretendere” quello che il nostro signore vuole, così non dovremo uccidere nessuno e voi non avrete motivo di indignarvi per alcun che-
Bulma, le braccia inerti lungo i fianchi, increspò un labbro nell’ombra distorta e cattiva di un sorriso.
-E io sarò ben calma nel dirle di riportare il suo nobilissimo culo davanti al cospetto di Freezer-
L’uomo non riuscì a soffocare una risatina acuta, ma poi ricompose la sua smorfia sarcastica.
-Ha detto che l’avreste detto- anche il suo compagno scese da cavallo- E ha detto, che se l’aveste detto, di ricordarvi che noi abbiamo davvero molti modi per…rendervi incline ad accettare-
-Io non sono incline neanche ad avere un vostro sputo al confine dell’accampamento-
-Questa inutile pagliacciata deve finire- disse abbandonando il tono dello scherzo – Vi trovate nel nostro
territorio, per attraversare i confini e passare da un suo possedimento ad un altro dovete pagare delle tasse doganali-
Il gruppo di accerchiamento che aveva in torno si mise a ridere.
-Ma allora siete duri a capire- urlò qualcuno nel mucchio.
Bulma sorrise sarcasticamente angelica.
-Che importanza vuoi che abbia il denaro in guerra- fece un gesto ad indicarsi e poi a indicare ciò che c’era intorno, sempre sorridendo.
-Questa è solo una carovana in avanscoperta- gettò uno sguardo al nutrito corpo di spedizione che assisteva.  Il grosso delle truppe non è mai stato riunito, siamo tutti sparsi per il continente, in gruppi ben composti di soldati preparati-
Il messaggero non disse nulla per contraddirla.
-Il tuo padrone non credeva di avere così tanto da temere da questi contadini, vero?-
-Non dubiti che anche le nostre risorse siano numerose.-
-Nient’affatto- sorrise Bulma.
-Ho un idea limpida, persino più della sua, per questo ci siamo premurati di prendere provvedimenti, e come
già le ho detto prima non intendo rinunciare neanche ad un uomo in questa guerra, il nostro prigioniero ora gode di tutti i diritti di un soldato regolare, e di certo il tuo padrone non beneficia della sua benevolenza o della sua simpatia-
Sentì una mano che la scostava crudelmente.
-Parlo io per me stesso!- latrò Vegeta senza degnarla di uno sguardo.
Lo fissò con gli occhi foschi di rabbia, stava provocando la sua pazienza.
-Kiuii che sei venuto a fare qui?-
Quello ridacchiò.
-Sono venuto a prenderti, per alleviare la pena che Freezer nutre nella tua assenza, vedi lui ti considera come… un figlio-
Tutte quelle bugie…
Dette tutte in una frase…
Sputò a terra.
-Costringimi-
Le pulsioni rabbiose di Vegeta erano fatali ma, indirizzate verso il bersaglio giusto, utili; di questo Freezer non ignorava il potenziale sotterraneo.
-Non combattere dalla parte sbagliata, Vegeta-  disse e fece un passo avanti- Non combattere dalla parte…-
-Sbagliata?!- urlò.
Kiuii aprì convulsamente la bocca, arida.
La teneva mezza aperta, ne uscii a stento il suono di un soffocato che cerca l’aria.
Si portò le mani al collo nel tentativo di strappare qualcosa, con una leggera impronta arrossata, dalla forma delle dita di una mano stretta attorno al gozzo.
La folla mormorò preoccupata sporgendosi per guardare.
L’impronta si sottolineò di più, quasi la mano si stesse torcendo maggiormente sulla  gola.
Kiuii crollò in ginocchio, con un colorito pallido e malato, affannandosi convulsamente a cercare l’artiglio che lo soffocava, morendo lentamente con gli occhi lievemente sporgenti dalle orbite e la bocca penosamente aperta, lanciando stridi soffocati.
Bulma voltò la testa verso Vegeta.
Aveva la fronte aggrottata, convulsioni feroci sulle palpebre, la fronte umida e gli occhi sgranati, la cui intensità andava diretta al collo di Kiuii.
La mano sinistra si andava a contrarre ad artiglio attorno all’aria in un energia spasmodica, con i tendini tesi e rigidi.
I denti erano stretti in un piccolo sorrisino cattivo, le labbra seguivano appena le parole di una litania canticchiata a mezza voce, non intellegibile.
Il cuore di Bulma mancò il battito successivo.
Kiuii cadde a terra steso, le mani sciolte dal collo, menando debolmente la terra con le braccia, impaurito e svenente.
-No!-
Bulma scosse Vegeta con tutta la forza che aveva, ma la mano che non era impegnata a strizzare il collo di
Kiuii le prese il braccio, senza sforzo la fece voltare, le contorse il braccio dietro la schiena costringendola ad una dolorosa torsione del busto.
Urlò.
Vegeta si ritrovò con un pugnale che lo accarezzava sotto il mento con la punta.
-Piantala!-
Fissò il coltello, storse la bocca e sciolse la gola di Kiuii lasciando Bulma in contemporanea.
Il messaggero smise di agitare le braccia e subito lo si udì respirare faticosamente ed avidamente, con un suono arrochito, un rantolo sgradevole.
Sputò un fiotto di sangue grumoso e nerastro, che gli si rovesciò sul mento e sul vestito assieme a bava rosata.
Tossì altro sangue e la sua testa si riversò al suolo, con gli occhi semiaperti, vivo.
Il secondo messaggero ripose il pugnale nella cinta di cuoio, poi si precipitò a soccorrere il compagno trascinando il suo corpo sulla terra e alzandolo per montarlo sulla groppa del cavallo.
Lo assicurò  e montò a sua volta afferrando le briglie dell’altra cavalcatura.
Urlò in una lingua barbara qualcosa dalla forza dirompente e dal sapore cattivo.
Poi se ne andò al passo.
-Che cosa ha detto?- chiese la voce di chi si era ripreso, serpeggiando lungo il campo di bocca in bocca.
-Ci ha maledetti tutti- rispose qualcuno.
Bulma si massaggiò il braccio.
-Goku!-
Goku accorse subito.
-Voglio che rafforziate la guardia attorno ai perimetri del campo, manda qualcuno a dire di fare altrettanto ai gruppi più vicini-
Goku annuì.
-E poi…-
Bulma lanciò un occhiata a Vegeta.
-Non è possibile confinarlo vero?-
-Temo di no- si scusò il soldato.
-Ma sta tranquilla Bulma, non fuggirà-
-Certo che no!- ribattè lei –Abbiamo il suo drago! Io temo che faccia del male a qualcuno, vorrei almeno che, se fosse possibile, gli mettiate dei tranquillanti nell’acqua-.

Dopo quasi un anno di silenzio scritto pubblico...non ho mai avuto un così lungo periodo di astinenza informatica^^ .

  
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