Un nastro rosa di raso,
ad adornare due polsi
che brillano d’un candore
così raffinato;
eccoti, eccoci, Mia Amata.
Danzare al chiaror
della bella luna,
prima che questa
eterna notte finisca.
I piedi nudi
a toccare
la rugiada.
Le mani
curiose
si sfiorano.
Amore denso,
amore intenso,
quando in due sguardi
si cela un universo.
Una dolce ode
canto
a questa luce.
Un tenero riposo
mi è destinato,
senza paura, senza dolore,
chiudo gli occhi
prima di essermene
già andato.
I primi raggi
del sole
scaldano
il terreno.
Le tenebre
scivolano via
con le ombre.
Mi avvicino lentamente,
poi sussurro al tuo orecchio,
soffiandoci tutto l’amore esistente.
Sussurro che
il regalo più bello
fra tanti sei tu,
sinonimo di futuro,
e di ogni cosa bella
che al mondo può
venire.
Dama della luce,
signora della grazia,
custode del mio cuore,
fa che io
sempre ritorni
sano e salvo
a casa.
A casa
dopo la guerra,
fra le tue braccia.
Fammi sentire
al sicuro,
e giuro che
mai più
sarò insofferente.
Boom! Boom!
Suoni acuti
riecheggiano
nella mia mente.
Boom! Boom!
E da questi
più non posso
scappare.
Boom! Boom!
Sono loro,
ed il caduto
è anche me.
Tengo ancora
dentro la paura
di spari e lame,
li vedo nella notte
raggiungermi
e quasi mai riesco
a fuggirne,
non nei sogni miei.
Cerco di
camuffare
queste orride
sensazioni,
ma niente
giova
al mio stato.
Vedo sangue
e vedo anime
salire al cielo
di un Dio che non li vuole.
Un Dio che tutto ciò
ha permesso,
ed è un Dio che
mi mette paura.
Con in testa l’elmetto
imbraccio il fucile,
ma non è facile
anche solo
pensare d’uccidere.
Eppure ho sparato,
eppure ho ucciso
e più di un uomo eliminato.
Qualcuno m’assolva
dai peccati miei.
Solo tu,
luce,
salvezza,
benevolenza.
Solo, tu, donna,
tienimi al caldo,
tienimi salvo,
‘che dopo la guerra
non ho più scampo
a quella interiore
che mi arde dentro.