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Autore: Atena_Laufeyson    09/02/2016    3 recensioni
Era da qualche mese che portavano avanti segretamente la loro storia.
Era tremendamente sbagliato, lo sapevano, ma erano arrivati a un punto dove non potevano più fare a meno l’uno dell’altro.
John, che era in procinto di sposarsi con Mary, in un matrimonio combinato scelto unicamente dai genitori. Una storia senza amore quindi.
Sherlock, violinista che si esibiva unicamente sulle navi e che nonostante i molti viaggi fatti non era mai riuscito a vedere il mondo. Perché si rifiutava di scendere dalla nave, per paura che poi non volesse più risalirvi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo John si svegliò  a mattina già inoltrata, mentre Sherlock dormiva ancora tra le sua braccia.
Rimase lì ad accarezzargli i capelli e dandogli di tanto in tanto dei baci sulla testa fino a quando anche il moro si svegliò

“Buongiorno principessa, dormito bene?” Chiese John ridendo

“Benissimo direi” Rispose assonnato Sherlock stampandogli un bacio sulle labbra

“Sai, ieri mi sono dimenticato di darti un piccolo regalo” Disse lo scrittore intanto che giocherellava con i capelli del compagno, arrotolandosi i ricci neri sul dito

Sherlock lo guardò curioso “Regalo?”

John allora si girò per prendere la sua giacca, che era rimasta buttata a terra da ieri sera, ed estrasse dalla tasca una scatolina di velluto nera

L’avevo preso prima di salire sulla nave dicendo a mia madre che era per me. Aspettavo il momento giusto per dartelo” Disse sorridendo e porgendo la scatolina

“John non dovevi. Lo sai che non voglio che spendi il tuo denaro per m..”

John gli posò un dito sulle labbra per non farlo finire “Sta zitto e prendi la scatola” Mormorò divertito dall’espressione corrucciata del violinista, che poi si decise a prendere il regalo.

Si rigirò la scatolina tra le mani per qualche instante per poi aprirla
Dentro vi trovò una catenina d’oro con un piccolo ciondolo nero a forma di ancora

Sherlock estrasse la collanina e se la adagiò sul palmo della mano, ammirandola “E’ bellissima” Sussurrò appena

“Appena l’ho vista mi sei venuto in mente, perché tu sei la mia ancora, il mio punto fisso” Disse John sorridendo

Sherlock a quel punto si sporse verso di lui e lo baciò teneramente “Grazie, è il regalo più bello che abbia mai ricevuto in vita mia”

John lo aiutò ad allacciarsi la catenina, poi di malavoglia dovette alzarsi per tornare dalla sua famiglia. Entrambi si rivestirono velocemente, poi si diressero verso il salotto

“Esco prima io, poi tra 15 minuti circa vai anche tu” Disse John

Sherlock annuì lentamente intanto che continuava a rigirarsi la piccola ancora tra le dita

“Appena riesco vengo a cercarti” Sussurrò John baciandolo per poi andare verso la porta

Non appena aprì però si trovò davanti due uomini mai visti prima e alle loro spalle Lucille

“Madre?!” Esclamò lui intanto che i due sconosciuti entravano bruscamente nella cabina e uno di loro andava verso Sherlock, che era paralizzato sul posto.

Credevi davvero che non sospettassi nulla di voi due e che avessi creduto a tutte le storielle di Mary?” Disse Lucile impassibile “Aspettavo solo l’occasione per incastrarvi definitivamente”

John rimase senza parole, in quel momento non riusciva a parlare, come se gli si fosse formato un nodo in gola.
Intanto lo sconosciuto arrivò da Sherlock e prima che potesse dire qualunque cosa ecco che uno dei due gli diede un forte pugno in faccia che lo fece cedere a terra.

NO!” Urlò John alzando la testa di scatto e cercando di andare verso il compagno. Venne però trattenuto dall’altro sconosciuto

“I miei due uomini vi hanno tenuto d’occhio per tutti questi giorni, aspettavano solo che voi commetteste il definitivo passo falso. Ed eccoci qui!” Esclamò Lucille ridendo per poi andare verso Sherlock, che era ancora dolorante a terra

Gli afferrò il viso con una mano in modo che potesse guardarla “Ti avevo avvertito giovanotto. Ti sei messo contro la persona sbagliata” Sibilò per poi lasciarlo e farlo cadere bruscamente di nuovo a terra.
“In quanto a te invece” Aggiunse rivolta al figlio “Mi hai veramente deluso. Sospettavo avessi un'altra relazione al di fuori di Mary, ma mai avrei pensato che mio figlio... MIO FIGLIO... fosse un malato come lui” e con disgusto indicò il violinista, che venne fatto tirare su bruscamente da uno dei due uomini

“Noi non siamo malati!” Sbraitò John cercando di divincolarsi dalla presa di cui era prigioniero “Noi ci amiamo! Hai capito?! Ci amiamo! Vuoi andare a dirlo a tutta la nave per rovinarci?! Bene! Ma non ci fermerai così. Lo sapranno tutti? Ok, me ne farò una ragione! Ma questo non mi impedirà MAI di vedere Sherlock! Niente può separarci! Non l’ha fatto la distanza, non l’ha fatto il tempo e di sicuro non lo farà un’inutile pettegola egoista!”

“Tu, piccolo ingrato!” Sibilò Lucille tirando un forte schiaffo al figlio “Non hai diritto di parlarmi così! Non dirò a nessuno di questa faccenda. Non voglio che il buon nome della mia famiglia sia macchiato di una tale vergogna. Ma sappi che non rivedrai mai più questo inutile poveraccio.”

John guardò in direzione di Sherlock, braccato dallo sconosciuto e con lo sguardo basso. Nonostante il volto abbassato e i capelli davanti al viso, però, vide che stava piangendo

“Portalo via da qui. Non lo voglio più vedere” Disse Lucille secca

L’uomo che lo braccava allora lo strattonò e lo fece camminare fino a fuori dalla porta. Sherlock non oppose resistenza, ma avanzò singhiozzando senza voltarsi verso il compagno

“NO! Sherlock!” Urlò John dimenandosi come un pazzo “Non potete farlo! Non potete!”

“Un giorno mi ringrazierai” Disse Lucille per poi rivolgersi all’uomo che era rimasto e che teneva John “Portalo nelle sue stanze e chiudilo dentro. Non uscirà di li fino al nostro arrivo in America se non durante i pasti” Gli disse lanciandogli la chiave della cabina dello scrittore

Ormai senza forze John si fece condurre nella sua stanza, dove si sedette sul letto nascondendo il volto tra le mani e iniziando a singhiozzare.

Era successo davvero. Li aveva scoperti...

Il suo Sherlock... Gli era stato portato via...
   
 
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