In quel preciso momento, capii che ti avevo perso.
Il tuo passo tra l'incerto e l'impaziente si avvicinava alla tavolata in festa della casa Grifondoro, che ti riceveva con entusiasmo tra i nuovi alunni.
E tutta la mia sicurezza si dissolse, lasciandomi solo, pur essendo circondato da compagni.
Sciocco a pensare che nulla sarebbe cambiato, che le nostre anime legate non si sarebbero sbrogliate per una sciocchezza come quella.
Ma il gusto acre del presentimento mi aveva già avvertito, che qualcosa sarebbe mutato, e di certo non in meglio.
Ora che ti vedo, accanto a lui (non pronuncerò il suo nome, fa troppo male), mi accorgo di quanto tutto questo sia stato quasi scelto dal destino, che mai è stato mio alleato.
Che ha voluto che tu finissi tra le braccia non di un altro uomo qualunque, ma tra le sue.
Figlio non voluto, amore non ricambiato, che mi resta ora?
Mi rifugio tra le pozioni e i libri che mi accolgono sempre tra le loro polverose pagine, mi sento quasi abbracciare dal fumo tiepido e colorato che esce dai calderoni.
Almeno qua, in questa oscura stanza, piena di ampolle e potenti incantesimi, io sono un principe.
Il principe mezzosangue.