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Autore: ElsBells    10/02/2016    2 recensioni
Faberry AU. Future fic. Rachel Berry è una star di Broadway di grande successo con una nuova coinquilina, la strana e ingenua Quinn Fabray. Tutto comincia con una nota sul frigo e uno scarabocchio frettoloso e infantile di un elefante. Tutti nascondono un po' di pazzia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Just off the Key of Reason

Capitolo 19
You Knew me better than I knew myself



I padri di Rachel sarebbero dovuti arrivare al JFK un giorno di Maggio. Rachel non aveva idea di cosa fosse un giorno di Maggio, a parte il primo giorno del mese, ma le piaceva continuare a ripeterlo perché le dava una bellissima sensazione sulla lingua. E Quinn diceva che le faceva pensare alla primavera e ai conigli. E alle uova di cioccolato.

In quel momento Rachel stava correndo come una pazza in mezzo al traffico, cercando di non arrivare all'aeroporto con un'ora di ritardo, perché lei e Quinn erano state distratte quella mattina. Quinn era seduta sul sedile del passeggero, tenendosi alla maniglia, cercando un po' di stabilità, stringendo la coscia di Rachel ogni volta che questa gridava “May Day” fuori dal finestrino a qualche guidatore imbecille.

Dovevano davvero sbrigarsi. Fanculo la legge. Rachel Berry non era mai in ritardo.

Cornelius aveva la faccia fuori dal finestrino, sul sedile posteriore, quasi ad incitarla ad andare più veloce. Sì, Cornelius era nella cazzo di macchina. Quinn aveva passato tutta la mattinata a coccolare lui, Pongo e Barnaby perché la facevano tranquillizzare. Cornelius aveva avuto solo la fortuna di essere il più piccolo e quindi il più facile da trasportare.

Aveva provato a saltare giù dal finestrino e Quinn l'aveva chiuso in modo che gli uscisse solo la testa.

Rachel!” gridò Quinn, quando Rachel inchiodo a pochi centimetri da un taxi.

Questo era stato emozionante!

Quinn fissò il profilo di Rachel con gli occhi spalancati, e Rachel figurò che stesse avendo dei ripensamenti sulla sua fidanzata. Perché non l'aveva vista ancora guidare?

Rachel fissava davanti a sé, muovendo le gambe nervosamente. Si domandò come sarebbe stato bello schiacciare e far andare la macchina su di giri, ma poi si fermò al pensiero che questo avrebbe costretto probabilmente Quinn a schiaffeggiarla.

Dio, sì, basta.

Si voltò a guardarla con un sorriso innocente. “Vuoi guidare sulla via del ritorno, piccola?”

Orrore, paura per la sua vita ed esasperazione, scomparvero dal volto di Quinn venendo sostituiti immediatamente dall'espressione dolce e timida che Rachel amava.

Non posso guidare” mormorò, allentando finalmente la presa dalla maniglia.

Bene, ora Rachel era sicura che non si sarebbe gettata dall'auto, mentre guidava come una spericolata nel traffico.

Vuoi dire che non hai la parante o-”

Non so come, nessuno mi ha mai insegnato”.

D'accordo, Rachel aveva un nuovo obiettivo. Trasmettere le sue meravigliosi doti d'autista alla sua ragazza. Sarebbe stato divertente, avrebbe pot-

Ehi idiota! May Day, stronzo!” urlò Rachel dal finestrino quando un taxi suonò il clacson interrompendola. Stavano andando lentissimi, non avrebbero potuto andare più veloce nemmeno volendo.

Non dire le parolacce” disse piano Quinn, aggrottando la fronte e sporgendosi verso il deodorante che era appoggiato allo specchietto retrovisore, per sentirne l'odore. Arricciò il naso al forte odore tropicale, rimettendolo al suo posto.

Dio, quella ragazza. Rachel allungò una mano e prese quella di Quinn baciandole il dorso.

Hai ragione, bear. Mi dispiace”.

Certo, quell'uomo era un idiota. Ma dirglielo l'avrebbe trasformato solo in un idiota ancora più grande e tutto quello che Rachel voleva era raggiungere il maledettissimo aeroporto.

Rachel era distratta e perse un perfetto spazio per la macchina, così si ritrovò a fare tre volte il giro intorno all'aeroporto e dopo aver sprecato altri venti minuti, si arrese ed entrò in quello a pagamento. Le sarebbe costato una fortuna, ma non aveva nessuna intenzione di fare giro giro tondo inutilmente.

Quinn si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e Rachel la fissò con gli occhi socchiusi. Non essere così sollevata donna. Cornelius rimase in macchina perché era fresca e il finestrino era socchiuso, probabilmente le avrebbero arrestate se l'avessero portato con loro.

O sarebbe finito su un volo per Timbuktu.

Perché Rachel l'avrebbe messo su un volo per Timbuktu.

L'aeroporto era affollato come sempre e Rachel si tirò sul capo il cappuccio della felpa degli Yankess a coprirsi il volto. Non voleva che la riconoscessero, ma non voleva assomigliare ad una terrorista. Era una linea sottile.

Rachel cercò velocemente il monitor degli arrivi e quando lo trovò, vide che il volo dei suoi padri era in ritardo di due ore.

Bene, dannazione. Rachel Berry era sempre in orario. Sorrise compiaciuta e guardò Quinn vicino a lei. Proprio appiccicata a lei. Non c'era spazio. Gli occhi di Quinn schizzavano da una parte all'altra ed era così agitata che giocherellava con l'elastico sul suo polso. Chiuse gli occhi e scosse la testa sentendo gli occhi di Rachel su di lei.

Rachel prese la mano sudata e tremante di Quinn, trascinandola in un punto più calmo, le tenne il volto per permetterle di guardarla.

Dobbiamo aspettare fuori, Quinn, o magari in macchina?” chiese Rachel.

Quinn scosse la testa vigorosamente e sbatté le palpebre esageratamente. “No, io-no possiamo-sto bene”.

Rachel la guardò. “Sei sicura?”

Possiamo esplorare?” sbottò Quinn scuotendo la testa, Rachel allungò una mano e le accarezzò i capelli.

Esplorare l'aeroporto?” chiese con un sopracciglio alzato.

Era stata in quell'aeroporto così tante volte da non riuscire nemmeno a contarle. Lo conosceva come le sue tasche. Cazzo, quasi ci viveva. Addirittura un giorno un addetto alla sicurezza le aveva dato un passaggio sulla sua macchinetta da golf, in una corsa folle per l'aeroporto perché era in ritardo per prendere un volo.

Era abbastanza sicura che fosse contro la legge, ma lui doveva essere stato ammaliato dal suo talento ed era riuscita a prendere quell'aereo, perché Rachel Berry non era mai in ritardo. E rompere le regole funzionava sempre per lei.

Quinn annuì e le si avvicinò, mentre la gente camminava tutta attorno a loro. Quinn avrebbe potuto trasformare quell'aeroporto, l'avrebbero tramutato in un paese delle meraviglie e non in un posto dove Rachel aveva speso sempre una quantità eccessiva di tempo alla ricerca del gate giusto, o il bagno o un posto che vendeva caffè in mezzo ad una folla di stranieri o alla ricerca dei suoi bagagli perduti.

Rachel annuì e le mise un braccio suoi fianchi, permettendo alla sua fidanzata di trascinarla per l'aeroporto. La mano di Quinn era ancora sudata, ma il suo sguardo vagava in giro cercando di decidere dove andare per prima.

E poi portò Rachel al dannatissimo distributore automatico.

Rachel non poteva biasimarla. Non avevano fatto colazione quella mattina perché erano in ritardo e perché aveva dato il loro ultimo waffle ai cani.

Dovresti smettere di mangiare queste schifezze, Quinn” osservò Rachel, anche se mise un paio di dollari nella macchinetta, mentre Quinn si muoveva irrequieta.

Voglio quello lì, per favore” disse Quinn, baciandole la guancia e indicando il D4.

Un enorme biscotto Mrs Field's e Rachel roteò gli occhi.

Puoi averne la metà” offrì Quinn e poi aggrottò le sopracciglia, aprì l'involucro e si riempì la bocca con tre quarti del biscotto. “Beh, non è vegano, però puoi... possiamo... che cosa vuoi?”

Rachel la fissò e le pulì la bocca dalle briciole. “Aspetterò finché non arriviamo a casa” le disse, pungendole una guancia.

Quinn si pulì la bocca, ma non servì a niente visto che dopo si infilò in bocca il resto del biscotto. Rachel si morse l'interno della guancia per non ridere, Dio, era adorabile.

Quinn comprò comunque a Rachel delle Starburst, ma ne mangiò la metà mentre passeggiavano per l'aeroporto. O per meglio dire, mentre strisciavano contro i muri per cercare di evitare la folla. Quinn si lasciò cadere su una delle sedie lontano dalle persone, tirandosi Rachel sul grembo e avvolgendole le braccia attorno. Rachel le prese le mani che erano appoggiate sul suo stomaco e sospirò.

Sentiva l'odore di Starburst nel respiro della sua fidanzata. Le mani di Quinn cominciarono a tremare di nuovo e Rachel le tenne più strette.

Va tutto bene, Quinn, ti amo” e sentì Quinn annuire contro la sua spalla.

Vuoi fare il gioco del cavallo?” le chiese Quinn qualche istante dopo.

Uh oh. Rachel non ne aveva mai sentito parlare. E alcuni dei giochi di Quinn erano... beh, si trovavano in un luogo pubblico. E non voleva essere arrestata.

Qual è il gioco del cavallo?” chiese cautamente.

Quinn si raddrizzò e stese le braccia di Rachel di fronte a loro. Poi iniziò a rimbalzare su e giù, facendo si che Rachel rimbalzasse con lei. Come un cavallo. O un terremoto. Oh oh oddio...

Oddio. Quinn sorrideva deliziata, completamente ignara, ma Rachel stava avendo dei seri problemi. Con quella posizione. E il movimento. Si chinò all'indietro e fermò il movimento di Quinn e si voltò a guardarla.

Forse quando siamo a casa, piccola”.

Quando non ci fossero stati i suoi genitori.

Perché era davvero un gioco divertente. Davvero tanto divertente.

Lo sapevi che i conigli possono saltare più in alto di 90 centimetri?” chiese Quinn, mentre Rachel la portava verso il ritiro bagagli.

I suoi genitori sarebbero sbarcati da un momento all'altro, Quinn si mosse irrequieta e Rachel le sorrise.

Hanno delle gambe davvero fo-forti” balbettò Quinn.

Bene. Era tempo di adottare un coniglio e testare quella teoria. Rachel sapeva che era questione di tempo prima che si trovasse un coniglio che saltava per casa. Si domandò dove si potessero comprare i conigli “super jump”, quando sentì i suoi papà.

Sì, lì sentì. Vicino al rullo per il ritiro bagagli, mentre parlavano a voce veramente alta.

Dove sono, Hiram?”

“Non lo- stiamo andando nella direzione giusta?”

Oh oh, laggiù! È stupenda!”

Dio mio. Rachel si voleva portare la mano alla faccia ancora prima di averli effettivamente visti.

A quanto sembrava avevano visto Rachel e Quinn, perché stavano facendo gli arieti in mezzo alla folla, il più educatamente possibile e agitando le mani come bambini eccitati. Rachel si allontanò da Quinn giusto per stringerli in un abbraccio ed entrambi la fecero roteare lasciandosi andare ad esclamazioni di gioia.

Quando la misero giù, si voltarono eccitati verso Quinn. Suo padre Leroy aveva un sorriso quasi maniacale. Hiram invece sembrava trattenersi un po' meglio. Rachel si precipitò da lei, perché sembrava davvero terrorizzata.

Papà, babbo, questa è Quinn, la mia ragazza” si chinò a darle un dolce bacio sulla guancia. “Quinn, questi sono i miei papà, Leory e Hiram.”

Leroy fece un passo verso di loro e Quinn ne fece istintivamente uno indietro e Rachel le mise una mano sulla schiena per calmarla.

È meraviglioso incontrarti finalmente, Quinn. Abbiamo sentito parlare così tanto di te!” dichiarò Leroy brillantemente, tenendole la mano. Sembrava che stesse facendo del suo meglio per non stringerla in un abbraccio.

Quinn lo fissò intensamente e poi gli sorrise timidamente, stringendogli la mano. “Anch'io, uhm, Mr. Berry” disse con calma, rivolgendosi poi ad Hiram.

Era più alto e decisamente più intimidatorio, ma questo le sorrise dolcemente e Quinn incrociò i suoi occhi.

E anche lei... Mr. Berry”.

Oh, no, Leroy e Hiram, per favore!” esclamò Leroy a voce troppo alta.

D'accordo, calma. Abbiamo capito come vi chiamate. Mezza New York l'aveva capito.

Quinn annuì. “Um, Hiram e Leroy, sono così felice che abbiate cresciuto una figlia del genere” disse con serietà, con gli occhi che vagavano suoi due uomini.

Rachel si mise quasi a ridere, ma Quinn si schiarì la gola e i suoi papà sembravano ad un metro da terra.

Volete de-delle Starburst?”chiese Quinn timidamente, tirando fuori le caramelle dalla tasca e offrendole ai due uomini.

Ne erano rimasti solo due rossi. Il gusto preferito di Quinn.

Dio, avevano le lacrime agli occhi? C'erano sicuramente lacrime negli occhi di Rachel. Avevano bisogno di rimettersi in piedi. Erano solo caramelle alla frutta, non oro. Rachel abbracciò la vita di Quinn con orgoglio. La sua fidanzata condivideva le sue caramelle, i suoi papà dovevano essere persone importanti.

Il proprietario di Audi berlina targata UFR7G9 è pregato di presentarsi alle autorità del parcheggio immediatamente. Il proprietario dell'auto targata UFR7G9 è desiderato urgentemente”.

Rachel smise di sorride e guardò l'interfono.

Maledetto Cornelius.


****

Rachel aveva finito di riscaldare la sua salsa vegana per le patatine, che aveva accidentalmente fatto andare per sei minuti invece che sessanta secondi, visto che non aveva ancora preso familiarità con il suo stupido e nuovo microonde. Prese il piatto e si diresse in soggiorno. Aveva carote, cetrioli, salsa ranch e naturalmente, biscotti al burro d'arachide.

Sempre biscotti al burro d'arachide.

Quinn ci aveva anche aggiunto le gocce di cioccolato per i suoi papà.

Rachel appoggiò tutto sul tavolino da caffè e poi si lasciò cadere sul divanetto, appoggiando i piedi sulle ginocchia di Quinn. I suoi papà stavano condividendo il divano con Puck che stava giocando in modo indemoniato a Rock Band Drum cercando di tenere il passo con Brittany e Santana.

Non era così difficile dal momento che Santana stava “cantando” attraverso grida e gemiti, cercando di capire se il gioco era in grado di riconoscere le vibrazioni invece che i colpi. A quanto sembrava stava funzionando.

Sfortunatamente.

Mentre Brittany sembrava stesse giocando a Dance Dance Revolution con Barnaby e la sua chitarra era stata completamente dimenticata.

Cornelius era stato rinchiuso in bagno dopo la sua scappatella di quella mattina. Rachel si era sentita sicura del fatto che non sarebbe riuscito a scappare dal finestrino così poco aperto, ma... beh, qualcuno l'aveva visto saltare fuori coi suoi stessi occhi. E non era che stesse scontando davvero la punizione. Quinn andava ogni venti minuti con dolcetti e giocattoli così rumorosi che era sicura che tutto il palazzo li stava sentendo.

Rachel inzuppò distrattamente una patatina nella salsa e se la portò alle labbra, realizzando in ritardo quanto fosse incandescente. Fece degli strani rumori e poi sputò tutto quello che aveva in bocca sulla propria mano.

Aaarllghghblagghhh!” e c'era un po' di salsa sul lato della sua bocca.

Dio, addirittura Quinn fece una smorfia. Quinn che aveva un'enorme chiazza di formaggio sulla maglia, da quanto si era elettrizzata troppo nello spruzzarlo suoi sui cracker a forma di animali. Rachel si ricompose in fretta e Quinn le accarezzò i piedi facendola ridere.

Quinn! Pongo si sta ambientando?” chiese Hiram ad alta voce.

Quinn scivolò giù dal divano, accanto al tavolino da caffè, proprio accanto a dove il suo orso polare era accucciato. La coda cominciò a muoversi al suono del suo nome.

È un tenerone” disse con un sorriso, sporgendosi e infilando la testa nella sua pelliccia. In profondità nella sua pelliccia, praticamente scomparve.

Rachel cercò di non guardarle il sedere, perché, insomma, i suoi padri erano proprio lì. Fallì miseramente ed accettò le loro provocazioni in assoluto silenzio.

E Gesù Santissimo, Santana doveva tacere.

Quinn riemerse dalla pelliccia di Pongo e si accorse che nessuno stava più giocando, ma tutti la stavano fissando intensamente.

Gl-gli piacciono i Froot Loops” disse con un filo di voce, salendo di nuovo sul divano e accarezzando con i piedi la schiena di Pongo. Afferrò i piedi di Rachel e se li rimise in grembo.

Quanti anni ha?” chiese Leroy incuriosito. “Sembra... beh, non è certamente un cucciolo”.

Sedici” rispose Quinn.

Rachel diede una gomitata nelle costole al padre. “Ed è assolutamente felice. Ha una vita meravigliosa” disse incoraggiante.

Una vita meravigliosa dove gli venivano serviti dei cazzo di Froot Loops come colazione.

Fabray! Prendi la chitarra!” ordinò improvvisamente Santana, prendendosi una pausa dal suo cantare senza parole.

O era meglio dire lamenti. Come una gatta. Stava respirando pesantemente, forse avrebbe perso la voce a breve. Rachel era ottimista al riguardo.

Quinn sembrava titubate.

Vieni Q, stiamo facendo un po' di Flaming Lips” la esortò Santana.

Uhm” Quinn guardò Rachel esitante. “Non ho idea di cosa voglia dire”.

Rachel sorrise e strofinò un piede sulla coscia di Quinn. “È una band, Q. Ma non ti preoccupare, il signor H è pronto. Puoi avere la prossima”.

Puck consegnò la chitarra ad un ansioso Hiram che sembrava averne troppa familiarità per la sua età. Quinn osservò i suoi movimenti con attenzione. Sarebbe stata una professionista per la fine della giornata.

Rachel!” esclamò Brittany improvvisamente, dopo aver rinunciato a ballare e aver preso a giocare con Jelly e la stringa della sua scarpa.

Santana aveva ricominciato a cantare e Rachel era sul punto di buttare la ps3 di Quinn giù dal balcone. Anzi no, era pronta a gettare Santana giù dal balcone.

Rachel inarcò le sopracciglia in direzione di Brittany e permise a Barnaby di saltarle in grembo.

Hai intenzione di venire alla giornata delle porte aperte di Quinn?” chiese, cercando Jelly.

Probabilmente era terrorizzata, Rachel pensò che avrebbe fatto meglio a correre in bagno e a nascondersi. Non quello dove c'era Cornelius. L'avrebbe attirata nella sua rete di perversione.

Poi Rachel si rese conto di quello che Brittany aveva detto e si voltò verso Quinn. “Al rifugio? Giornata aperta?”

Quinn la stava guardando, ma immediatamente abbassò lo sguardo sui piedi di Rachel, dove le mani avevano cominciato a giocherellare. “Sì”.

Brittany riprese. “Sì, ha detto che hanno tutti i tipi di animali. Anche le anatre. Così ci andrò sicuramente”.

Rachel fissò Quinn che le stava fissando i piedi. I padri di Rachel gettarono ad entrambe uno sguardo, poi cominciarono a riempirsi la bocca di carote, come dei conigli con dei denti enormi. Buon Dio.

Rachel tirò via i piedi dalle ginocchia della ragazza e si sedette a gambe incrociate davanti a lei. “Ehy” disse con calma.

In realtà i piedi di Rachel non erano così interessanti, i piedi di nessuno lo erano. Rachel la guardò un attimo, poi le prese la mano e la tirò in piedi dirigendosi verso la camera.

Torniamo subito” disse ai suoi padri, dubitando che potessero sentirla visto il fracasso che stava facendo Santana.

Rachel amava dormire nella camera di Quinn. Il letto era come un marshmallow. E tutti i suoi libri, i gadget e le cose di Quinn, la facevano sentire come se stesse dormendo in una favola. Con una luce notturna che Cornelius prontamente staccava dal muro.

Fottuto Cornelius.

Non mi avevi detto della giornata a porte aperte” disse Rachel dolcemente, chiudendo la porta e girandosi per parlare con la sua fidanzata.

Quinn si stava passando le dita lungo i palmi, deglutì, ma non rispose. Stava ancora fissando i piedi di Rachel.

Bear, guardami, pensa per immagini, d'accordo?”

Rachel sorrise quando nervosi occhi nocciola incrociarono i suoi.

Il rifugio ha una giornata a porte aperte”.

D'accordo, sì. Rachel aveva capito quella parte. Attese pazientemente che Quinn continuasse e le colpì dolcemente la guancia con un dito quando non lo fece.

Quinn sospirò. “Vo-vogliono che io faccia un discorso”.

Rachel spalancò gli occhi e la sua bocca. Discorsi erano il pane quotidiano di Rachel Berry. Sopratutto perché coinvolgeva l'accettare premi o fare presentazioni stellari.

Barry dice che i-io sono la migliore con gli animali. E i-io-loro vog-vogliono-”

Bear” mise una mano su quella di Quinn e la sentì sospirare.

Pensano che l-la gente vedrebbe quanto tengo agli animali se facessi io il discorso. H-hanno detto che sto andando bene e io... s-se te lo dicevo, tu sa-saresti voluta venire e avresti visto come io sono... non sono buona con tutti gli occhi puntati addosso o discorsi in pubblico e la gente sarà cattiva e-”

Quinn” disse Rachel a bassa voce, avvicinandosi per guardare in quegli occhi nocciola che sembravano frenetici.

Avrebbe voluto abbracciarla, ma il formaggio spray sulla maglietta di Quinn non sembrava molto appetitoso.

E se in questo modo aiutassi un cane?” chiese, cercando di calmare le mani irrequiete di Quinn. Sembrava confusa e triste. “E se, alzandoti in piedi e pronunciando qualche parola per gli animali, aiutassi un cane? Salvassi un animale? Come Pongo”.

Quinn la fissò.

Lo puoi fare, la gente ti ascolterà proprio come ho fatto io” le prese il volto fra le mani. “Quinn, quando ti sei trasferita, c'era solo Barnaby e basta”. Quinn annuì, ascoltando con attenzione. “Ora ho un orso, un demone e una Jelly all'arancia. Pensi che lì avrei adottati da sola?”

Rachel sorrise all'espressione di Quinn. No, Rachel non avrebbe preso nessun altro animale se non fosse stato per Quinn.

Puoi aiutare questi animali, bear. Fai in modo che non possano dire di no e io ti aiuterò, okay? Ti aiuto col discorso, ti darò consigli. Perché sono una stella e tanto altro” le disse facendole l'occhiolino. “E puoi parlare con Tom se lo senti necessario. Starai bene, va tutto bene. Possiamo salvare alcuni cuccioli!”

Quinn arrossì e sorrise. “Sì, posso farlo”.

Rachel ridacchiò. “Certo che puoi”.

Strinse Quinn in un abbraccio, uno veloce, perché non voleva venire a contatto col formaggio e magari vomitarle sulle schiena. Rachel si prese la libertà di toglierle la maglietta e mettergliene una pulita.

Tutto bene?” chiese Hiram quando tornarono in salotto sedendosi sul divanetto, osservando la maglietta nuova di Quinn.

Abbiamo avuto un bel discorso” disse Rachel, rendendosi conto che tutto era silenzioso.

Silenzioso. Santana aveva smesso di regalar loro quei bellissimi lamenti, anzi, la stava fissando sorridendo.

Vuoi un po' di latte e cioccolato, Leroy? O Hiram? O magari... una birra?” chiese Quinn.

Rachel notò che le orecchie di Quinn erano rosse e sorrise.

Oh, tesoro, sì, latte e cioccolato per favore!” esclamò Leroy.

Anche Hiram annuì e Quinn scomparve in cucina con Barnaby alle calcagna. Rachel avrebbe sicuramente trovato residui di latte e cioccolato nella sua ciotola, ne era sicura. Era probabilmente meglio del succo di frutta che ci aveva trovato la volta precedente.

Sta bene?” chiese Hiram preoccupato.

Santana sbuffò. “Hanno appena fatto una sveltina, certo che sta bene”.

Gli occhi di Santana si spalancarono all'istante quando si ricordò che stava parlando con il papà di Rachel e immediatamente borbottò uno “mi dispiace”, prima di tornare a concentrarsi sul gioco che aveva dimenticato poco prima.

Quinn probabilmente non aveva nemmeno idea di cosa fosse una sveltina, Rachel sorrise rassicurante ai suoi genitori.

Sta bene”.

Leroy sorrise e si sporse verso il tavolo da caffè. “È un tesoro, Rach. Si prende cura di te? Perché se lo fa, noi approviamo” sussurrò, come se lei non lo sapesse già.

Ma Dio, erano a New York da nemmeno tre ore e già le stavano dando la loro approvazione. Doveva essere un record. In realtà conoscevano Quinn da ormai tre mesi. Rachel era in grado di parlare molto in tre mesi. Un sacco.

Nella mente di Rachel figurò l'immagine di Quinn felice alla corsa dei cani, che le dava i suoi libri da colorare, che si prendeva cura di lei quando era malata, che faceva i biscotti solo per divertimento.

Si prende molta cura di me”.

Dio, sei disgustosa” esclamò Santana gettandole una carota, mentre sceglieva un nuovo brano dal gioco.

Io penso che sia dolce” commentò Brittany. Jelly non si vedeva da nessuna parte, Rachel sperò che fosse ben nascosto.

Io penso che sia eccitante” Puck giocherellò con le bacchette che aveva fra le mani, facendole cadere una quando incrociò lo sguardo di Hiram.

Rachel aveva bisogno di insegnare ai suoi amici un po' di autocontrollo. Beh, no, sarebbe stato un disastro, visto che nemmeno Rachel ne aveva da vendere. Qualcun altro aveva bisogno di insegnare a Rachel e a i suoi amici un po' di autocontrollo.

Furono interrotti dal bussare alla porta e Rachel si alzò per andare ad aprire, proprio mentre Quinn si sedeva con il suo bicchiere di latte e cioccolato. Gli occhi di Rachel si spalancarono quando vide dallo spioncino- c'era un poliziotto dall'altro lato- e tornò velocemente in soggiorno.

Va bene, state tutti calmi!” disse ad alta voce. “Fingete di essere normali!”

I suoi padri avevano di nuovo la bocca piena di carote, Santana piagnucolava nel microfono, Puck stava per rompere il set della batteria a metà e Barnaby era sulle ginocchia di Quinn, che gli stava dando da mangiare orsetti gommosi gialli.

Dannazione. Questo è quello che ottieni quando rompi le regole, Rachel. Sarebbe dovuto succedere prima o poi. Erano lì per il suo eccesso di velocità? Oddio, stava per andare in prigione.

Rachel riuscì a ricomporsi e aprì la porta, cercando di essere disinvolta.

Salve, signorina Berry, ho ricevuto delle lamentale per disturbo alla quiete, le devo chiedere di diminuire i rumori. Se riceve un'altra lamentela, sarà costretta a pagare una multa.”

Il rumore del salotto si fermò all'istante. O forse Rachel era diventata sorda.

Maledetta Santana.

Rachel si sorprese che non fosse successo quando lei aveva provato ad insegnare a Barnaby a cantare. O quando aveva comprato le enormi palle per lo yoga. O quando cantava ogni singolo giorno per divertimento. Nella doccia. Quando cucinava. Quando puliva. Quando aveva iniziato ad istruire Quinn con i musical.

C'erano state così tante opportunità. E wow, Rachel aveva effettivamente dei vicini e no, non erano serial killer.

Certo, signore, saremo più silenziosi” disse Rachel educatamente, prendendo un respiro profondo e chiudendo la porta.

Il salotto era stranamente silenzioso quando si sedette di nuovo. Rachel si chiese quanto effettivamente i suoi vicini potessero sentire, ma decise di ignorarlo. Forse il canto lamentoso di Santana era stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Quinn premette un orsetto gommoso alle labbra di Rachel, questa sorrise e aprì la bocca, poi si inclinò e la baciò dolcemente. I suoi padri fecero dei versi estasiati e si strozzarono con le carote.

Sai Quinn, la prima conversazione che abbiamo avuto riguardava Barnaby” le disse all'orecchio, assicurandosi che i suoi amici fossero distratti a controllare, con le orecchie contro il muro, se potevano sentire i vicini.

Non sembravano riuscirci.

Credo che dovresti parlare di questo. Come gli animali aprano nuovi mondi, come forniscano sbocchi, sai... per unire per le persone” Rachel appoggiò la testa sulla sua spalla.

Non sapeva bene quello che stava dicendo, ma si adattava perfettamente a Quinn. Qualsiasi cosa riguardante quell'argomento. Animali. Mondi paralleli. I suoi genitori la stavano fissando con piccoli sorrisi.

E puoi parlarle di come abbiamo adottato Pongo, Cornelius e Jelly”.

Quinn premette un altro orsetto sulle sue labbra, ma Rachel stava ancora parlando e non prese il suggerimento.

E di quali sono i tuoi programmi per il futuro”.

Quinn sorrise e premette la caramella più forte sulle sue labbra, Rachel le schiaffeggiò una mano.

E potremmo-”

Little Bear, mangia l'orsetto gommoso” disse Quinn, sorridendo trionfante quando fu in grado di metterglielo fra le labbra.

Rachel alzò gli occhi al cielo e smise di parlare, poi controllò il sacchetto che aveva Quinn e sorrise. Sì, c'erano metà orsetti gialli, che erano destinati a Barnaby e metà blu.

Quelli erano i preferiti di Rachel e sapeva che sarebbe stata nutrita con quelli per il resto della serata.



_____________________________________


Note traduttrici:

Su questo capitolo non ho molto da dire, è stato un po' di transizione, ma Rachel mi uccide sempre coi suoi pensieri da pazza XD quindi, non vi ammorbo molto con le mie note stavolta.

Ci si vede settimana prossima con un bel capitolo importante!


  
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