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Autore: sognouis    10/02/2016    3 recensioni
Io avevo la sola e innocua intenzione di farmi una normalissima doccia, come tutte le persone normali. Peccato che le persone normali, finita la normale doccia, avvolte in una normale salvietta e con i normali capelli ancora fradici, non si ritrovino un gruppo di persone in salotto a squadrarti come se avessi appena ucciso un cucciolo di cane.
Beata normalità, concetto a me totalmente sconosciuto.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Bondage
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“Perché non fai la brava e mi dici quello che voglio sapere?”
“Non sarebbe divertente, non trovi?” ero esausta, non avevo idea di cosa stesse facendo, ma faceva male. Però non mi sarei lasciata andare, quella psicopatica poteva anche arrangiarsi: se non fosse stato per mangiare della pizza, la mia bocca sarebbe rimasta chiusa.
“Perché continui a resistere? Secondo i miei dati il tuo cuore avrebbe dovuto addirittura fermarsi, eppure sei viva e fai pure la sarcastica.” alzai le spalle e sorrisi.
“È così che vado avanti.”
In quel momento un tizio si avvicinò a Sin e le disse qualcosa all'orecchio, lei sembrò allarmarsi. HA, adesso mi sarei divertita seriamente, qualunque cosa fosse successa.
“Catturatelo, usate le maniere forti se necessario.”
“Qualcosa non va?” immaginavo il mio falsissimo sorriso che mi doveva essere spuntato quando rispose.
“Tutto perfettamente nella norma.” e subito dopo si sentì uno scoppio.
“Sicura?”
“Sta’ zitta.” e si girò, andando ad uno schermo.
“Volete scherzare? Uccidetelo!” altro scoppio, stavolta molto ravvicinato. Si alzò una nuvola di fumo, e per fortuna ero uno spettatore dentro ad una scatoletta impenetrabile, non me la sono mai cavata bene con il non respirare.
Cercai di scorgere Sin dentro a tutto quel casino e la vidi prendere una specie di pistola, che però non sembrava alimentata da polvere da sparo. Mi alzai in piedi per cadere sulle ginocchia subito dopo, fantastico. Sarei dovuta morire in una scatoletta, per di più senza riuscire ad alzarmi, più che fantastico. Si sentì un altro rumore e vidi un soldato venir lanciato contro il muro, ahia. Sin sparò qualche colpo verso la figura che si riusciva ad intravedere nella polvere mista al fumo. Avevo intuito bene, erano proiettili, ma non erano sparati con la classica polvere, anche se il tizio a cui vennero sparati sembrò non esserne nemmeno scalfito.
“Non avrai davvero pensato che mi fossi presentato qui senza pensare a come difendermi, vero?” aspet, questa voce la conosco.
“James Buchanan Barnes, il Soldato d’Inverno. Non pensavo stessi dalla parte di Stark.”
Quell’idiota era seriamente venuto qui?
“L’unica Stark di cui sto dalla parte è lei.” il suo sguardo si volse verso di me e si avvicinò alla scatoletta fino a bussarci sopra con le nocche della mano bionica.
“E credi di poterla davvero tirare fuori?” neanche finì la frase che James tirò un pugno alla superficie, crepandola.
“Sì.” e ripeté l’azione un’altra volta, riuscendo a rompere la barriera. Io lo guardai basita e lui allungò la mano verso di me, mi avvicinai strisciando sul sedere fino al bordo della mia ex prigione, rialzato di circa mezzo metro da terra. Saltai giù, rischiando di morire spiaccicata per terra. Altro che le torture sadomaso di Sin, io qui non mi reggevo in piedi. Quella rossa me l’avrebbe pagata cara, questo è sicuro. James mi guardò per poi prendermi in braccio.
“Non è necessario, sai?”
“Puoi camminare?”
“No…?”
“Allora è necessario.”
Sbuffai e mi lasciai andare a peso morto mentre uscivamo da quel lurido posto.
 
“Ero preoccupato per te.” era la decima volta che Tony controllava che non avessi nulla di rotto.
“Ma dai, a me piaceva stare rinchiusa in una scatoletta della tortura, davvero.” quando tornammo alla Stark Tower sembrava che solo con il nostro arrivo avessimo evitato una catastrofe nucleare. Non riuscivo ancora a camminare,     quindi James mi aveva portata in braccio lungo il tragitto dal parcheggio all’appartamento, e non aveva spiccato parola dalla discussione su necessario e non necessario. Entrati mi fece sedere sul divano e da lì partì il quarto grado di Tony e compari. Dopo aver spiegato più o meno l’accaduto andai in camera mia, o meglio, mi feci accompagnare da Tony.
“Sicura di stare bene?” mi guardò.
“A parte le gambe, nulla di strano.” non ero traumatizzata o cose simili, ma essere torturata non era mai stato il mio hobby preferito. Tony annuì alzandosi dal mio letto e uscendo dalla stanza. Mi sdraiai e presi il pc dal mio comodino, se non potevo fare nulla di fisico, mi sarei messa a guardare video di gatti che saltano vedendo cetrioli. Non ebbi il tempo di far partire il primo video quando sentì bussare.
“È aperto.” dissi senza far tanto caso alla persona che stava entrando, la quale si sedette vicino alle mie gambe e abbassò lo schermo del portatile. Mi comparve davanti un Loki molto turbato.
“Posso fare qualcosa per te?” chiesi, non capendo il motivo della sua visita.
“Volevo sapere come stavi.”
“L’ho già detto una miriade di volte, sto bene.” lui mi guardò e alzò un sopracciglio.
“Sai, ho scoperto una cosa molto interessante oggi – lo guardai come per invitarlo a continuare – quello che succede a te, succede anche a me. Quindi te lo ripeterò di nuovo: ti senti bene?
Lo fissai per qualche istante, poi appoggiai il pc dove l’avevo preso e mi tirai su, mettendomi seduta. Lo guardai, come per avere una conferma che volesse saperlo davvero, e lui lo fece di sua volta. Mi sfilai la maglia e spalancò gli occhi.
“Questo lo definisci uno stare bene?” in effetti ero piena di lividi e tagli, ma non avevo intenzione di far preoccupare di più Tony.
“Lo definisco un se lo dici a qualcuno ti taglio la gola, chiaro?” e mi infilai la maglia.
“La taglieresti anche a te stessa, non credo ti convenga.”
“Sono seria, Loki. Tony non lo deve sapere, tantomeno gli altri.”
“Per altri intendi il principe azzurro?” alzai un sopracciglio.
“Barnes.”
“Ha i capelli castan- sì, intendo anche lui.”
“Va bene, terrò la bocca chiusa.” e un sorriso sghembo apparve sul suo viso, poi mi ricordai di ciò che aveva detto prima.
“Che intendevi con quello che succede a me, succede anche a te?”
“Ah, già. Per esempio.” e prese una matita dalla scrivania, mi guardò e si punse il polpastrello dell’indice.
“Ahi.” mi guardai il dito, stava sanguinando esattamente sul polpastrello dell’indice sinistro, proprio dove si era punto Loki sulla sua mano.
“Okay, è molto inquietante.”
“Ha un certo fascino.”
“Un inquietante fascino.”
“È sempre fascino – si alzò – guarisci presto che a me il mio corpo serve.” ed uscì dalla stanza. Io alzai gli occhi al cielo e ripresi il mio pc, iniziando finalmente a guardare gatti, quando fu chiuso nuovamente.
“Oh ma che palle! Non si possono neanche guardare animali che saltano in santa pace?” dissi alzando di un’ottava la voce e spostando lo sguardo verso la figura davanti a me, che scoprì essere James. Cambiai subito espressione e alzai un sopracciglio, riaprendo il pc ed comportandomi come aveva fatto lui con me fino a quel momento.
“Mi stai ignorando?” non risposi e continuai ad ignorarlo, appunto. Chiuse di nuovo il pc e questa volta ci lasciò su la mano. Alzai lo sguardo e lo puntai nel suo.
“Cosa vuoi?”
“Ce l’hai con me?”
“Io no, tu?” lo guardai, non ero arrabbiata, ero incuriosita. Lui sembrò non capire la mia domanda.
“Non mi hai rivolto la parola fino ad ora.”
“Ero…in pensiero, credo.”
“E dimostri la tua preoccupazione non parlandomi? Tu hai qualche problema ad esprimerti, mio caro.” avevo un tono ironico nella voce e a lui scappò una risata.
“Scusami, la prossima volta mi esprimerò in un altro modo.” marcò sul verbo, riferendosi alla mia risposta di prima. Mi lasciai spuntare un sorriso sul volto e mi tirai su. James mi guardò con un’espressione confusa.
“Dove vuoi andare?”
“A sgranchirmi le gambe, non ho intenzione di rimanere mobilitata per il resto della vita.” e mi alzai un po’ a rilento, riuscendo a mala pena a reggermi in piedi, bello. Si alzò anche il moro e mi prese per un braccio per non farmi cadere.
“Ce la faccio.”
“Il punto è proprio questo, Alice. Non devi. – lo guardai aggrottando le sopracciglia – non devi fare tutto da sola per forza.”
 
 
 
SCUSATESCUSATESCUSATE.
So che sono passati due secoli e mezzo ma ero piena fino al collo da verifiche e interrogazioni, però ho preso 8 in fisica, yay.
Btw, spero non siate morte voi nel frattempo.
Ah, giusto: AVETE VISTO QUELLO CHE GIRA SU CIVIL WAR?¿ CIOÈ.
Io ho letto il fumetto e so già che piangerò durante quel film, che bello. Io voglio vederlo, ma contemporaneamente non voglio perché aiuto, non voglio spoilerare. E comunque, io sempre e per sempre #TeamCap.
Fatemi sapere se siete vive e se il capitolo vi è piaciuto, baci!
Letizia

P.S.: 
Per caso c’è qualcuno della provincia di Bergamo che di solito va al cinema a Treviglio? Bc sarebbe carino incontrarsi, pero vbb.
   
 
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