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Autore: __roje    11/02/2016    0 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO III

Odiavo l’ora di educazione fisica, preferivo di gran lunga i miei amati libri e le storie che raccontavano. Eppure sembravo l’unico a pensarla così lì, perchè tutti erano super eccitati di sudare e cadere. Di solito mi rendevo ancora più invisibile perchè volevo evitare a tutti i costi di toccare un pallone o di ritrovarmi a giocare a qualcosa, perchè ero una vera frana in qualsiasi sport. Diversamente dai miei compagni che sembravano nati atleti e gorilla allo stesso tempo. “Passaaaa!” disse uno di loro tuonando feroce contro un altro compagno. I loro movimenti erano davvero simili alle danze di accoppiamento dei gorilla, non stavo scherzando. Ovviamente tutto ciò, proprio come nella giungla, eccitava non poco il sesso femminile della mia classe. Le quali osservavano quei maschi completamente rapite dal sudore e dai muscoli in bella vista.
“Accidenti guardate il culo di Nakamura” disse una di loro.
“Solo il suo? Avete visto le spalle di Akira?”
Mi toccai le spalle senza darlo a vedere chiedendomi cosa ci trovassero di bello.
“Haaaaara forza!” gridarono altre quattro ragazze.
Ovviamente nella loro top ten di culi e pettorali non poteva mancare il bello per eccellenza della nostra sezione. Hara Yuuto, che immancabilmente non perdere occasione di mettersi in mostra con qualche giocata vincente. Mi avvicinai di più al campo, nascosto dalle ragazze che ne occupavano i bordi , volevo assolutamente vedere la scena e capire cosa ci trovassero.
Ed ecco che correva per il campo palleggiando con palla e evitando con estrema eleganza tutti gli avversari. Goccioline di sudore gli colavano lungo le tempie e il collo, più che acqua sembravano diamanti luminosi.
Gli occhi del solito arancio sembravano essere diventati di fuoco e i capelli neri erano come sempre in disordine, ma leggeri, volando di qua e di là ad ogni suo movimento.
Porca miseria, mi dissi. Ma come si può essere così belli anche giocando?
“Ragazze ho sentito che Yuuto ha di nuovo rifiutato una ragazza l’altro giorno” disse una bisbigliando.
“Ah si?”
“Già l’avevo sentito anch’io. E’ la terza questo mese, sembra che nessuna sia alla sua altezza”
Fantastico aveva persino gusti difficili, pensai.
“Chissà chi è il suo tipo?” si domandò una ad alta voce.
“Disse che gli piacciono le ragazze chiare”
Stavo sul serio ascoltando quelle conversazioni? Avevo sul serio qualcosa che non andava così tornai nel mio angolo a raccattare palle finite fuori campo mentre il gioco proseguiva sotto le languide ammiratrici arrapate.
Purtroppo fu in quel momento che un pallone raggiunse il mio spazio.
“Palla!” gridò qualcuno.
Guardai quella sfera rotolare verso di me e fermarsi a pochi metri dal mio piede.
“La prendo io” disse un altra voce familiare e purtroppo con mio profondo dispiacere era proprio quella di Hara che venne a riprendersi il pallone.
Quando la raccolse si rese conto di chi fossi e cambiò espressione, usando di nuovo quella sua occhiata malefica, “che fai ti nascondi come i topi?” disse.
“No” ebbi la forza di dire tornando al cesto dei palloni.
“Ti consiglio di allontanarti da lì, l’ultima volta con un pallone hai rotto il naso a qualcuno” disse e tornò al campo.
Maledizione!, pensai. Quella storia mi avrebbe perseguitato a vita e puntualmente quel ragazzo tornava a ricordarmelo. Ormai neanche Tetsuo non aveva più rivangato la faccenda, anzi sembravano tutti essersene dimenticati, quindi perché solo lui doveva continuare. Non ero più invisibile?

Finì finalmente l’ora della sudata e andammo tutti agli spogliatoi per doccia e cambio d’abito. Non avendo fatto nulla presi dall’armadietto la mia divisa per indossarla, non vedevo l’ora di tornare in classe.
“Sai non ti farebbe male un pò di sport”
Oh no..
“No” dissi indossando velocemente la camicia per nascondere quel gracile corpicino che avevo. Con la coda dell’occhio vidi Hara togliersi la maglia da allenamento e sfoderare un corpo da paura, atletico, robusto ma no pompato. Cazzo, doveva avercelo qualche difetto.
“Hara stai ancora parlando con la mezza sega”
Ed ecco Tetsuo.
“Ma no” disse Hara togliendosi anche i pantaloni a pochi centimetri da me, perché diavolo doveva avere l’armadietto proprio accanto al mio. Non avevo più il coraggio di rivestirmi.
“Hey ragazzi grande partita” commentò un altro entrando nello spogliatoio, era Nakamura.
“Si vero. Dovremmo rifarla anche fuori da qui magari nel parco” suggerì Tetsuo.
“Sai che non possiamo” commentò Hara.
Nakamura parve stupito “E come mai?”
“La domenica andiamo agli allenamenti e poi a correre”
Aspettavo con impazienza che andassero tutti sotto le docce per potermi vestire ma sembravo destinato a soffrire ancora e ancora, perché dovevano fare quelle conversazioni lì. La cosa che più mi lasciava senza parole è che Hara non si facesse problemi a parlare in mutande.
“Io vado a farmi una doccia venite?” chiese Nakamura.
“Si arrivo” rispose Tetsuo seguendolo.
Finalmente sarebbero andati via.
“Quanto ti piace origliare eh?” e fu l’ultimo commento di Hara prima di andare nelle docce. Cosa avevo fatto di male per essere punzecchiato di continuo? Mi maledissi sopratutto perché non avevo mai il coraggio di rispondere.

La giornata proseguì come al solito durante le lezioni e quando sentii la campanella di uscita mi sentii in qualche modo sollevato. Ormai andare a scuola era un continuo stato d’ansia, come se qualcosa dovesse accadere da un momento all’altro, chissà perché avevo quella sensazione.
Mi trattenni un pò giusto per evitare il caos e le persone all’uscita, o forse evitavo Hara e i suoi amici? Ormai i miei comportamenti erano inspiegabili persino per me
. Guardai l’orologio e pensai che ormai non doveva esserci più nessuno nell’edificio a parte i capoclasse e gli addetti alla pulizia delle aule, infatti proprio in quel momento vidi entrare Onoe col registro di classe.
“Oh sei ancora qui” mi guardò con stupore.
“Si ma stavo andando a casa”
“Senti se qualcuno fa il bullo con te dimmelo che avverto i docenti” disse all’improvviso con espressione molto amara, la solita pena che tutti provavano nel vedermi, che rabbia.
“Nessuno fa il bullo con me”
“Beh se qualcosa cambia vienimelo a dire”
Gli feci un cenno con la testa e scappai letteralmente via. Perchè quella domanda? Avrà pensato che mi fossi trattenuto per evitare qualcuno in particolare, era così ma no per i motivi che credeva lui.
Mentre percorrevo quei corridoi ormai bui pensai a quanto mi sentissi solo in verità. A come in sedici anni non avessi mai avuto un vero amico, o qualcuno da definire tale. L’amore poi, ah, l’amore non sapevo nemmeno cosa fosse. Nessuna ragazza si era mai nemmeno fermata a parlarmi, ero davvero invisibile dopotutto. Passai accanto ad alcune aule e vi vidi riflesso me stesso, il viso minuto e insignificante, la lunga frangia che pendeva informe sugli occhi nascondendoli. Ero completamente anonimo.

“Dovevate vedere ieri che tiro ho fatto agli allenamenti! Persino l’allenatore ha dovuto ammettere che sono migliorato talmente tanto che tra poco diventerò il capitano”
“In quale dei tuoi sogni Tetsuo?”
E scoppiò un altra fragorosa risata di massa. Era da circa quindici minuti che quei due, insieme agli amici si vantavano del loro sport idiota davanti a quelle oche di ragazze che credevano ad ogni palla.
Eccoci qui ad un altra noiosa giornata circondato da tutti loro, così perfetti, capaci di parlare col prossimo in maniera così disinvolta. E sopratutto lui, Hara, seduto su uno dei banchi che giocherellava con una ciocca dei biondi capelli di una nostra compagna.
“Oggi so che avete le selezioni per il nuovo campionato annuale” disse una di loro.
“Già ma non credo ci siano elementi forti da reclutare quest’anno” commentò Tetsuo.
“Hey Yuuto giù i piedi dal banco” lo esortò Onoe da poco rientrato.
Hara lo guardò con aria di sfida e con quel suo solito ghigno “Perchè devi sempre rompere le palle?”
“Voi mi avete scelto e ora scendi”
Uao Onoe dopotutto sapeva farsi sentire, pensai. Forse qualcuno era davvero riuscito a mettere in riga quel presuntuoso di Yuuto, ma quando Onoe andò a sedersi vidi con i miei occhi che lo prendeva in giro alle spalle insieme agli altri, che come pecore gli davano corda.Idiota!
“Sei un codardo!” dissi.
Ecco l’avevo fatto ancora.
Hara si voltò a guardarmi “Ancora tu” osservò con aria di sufficienza.
Una delle ragazze chiese quale fosse il mio nome non ricordandoselo, si era arrivati addirittura a questo punto?
“Ignoratelo” suggerì Hara e gli altri obbedirono.
“Se vuoi fare tanto il figo del cazzo le persone le devi affrontare faccia a faccia, stronzo!” gridai.
Perfetto adesso avevo l’attenzione dell’intera classe. Molti sembravano addirittura sorpresi di sentirmi parlare, e altri mi sembravano smarriti come se mi avessero visto per la prima volta.
“Credo ti abbia chiamato stronzo” commentò divertito Tetsuo.
“Non ci credo mi hai davvero chiamato stronzo?”
“E-ecco...” avevo ricominciato a balbettare.
Hara si alzò dal suo posto e mi venne incontro “Andiamo voglio sentirlo di nuovo”, mi guardò furioso, “l’hai detto stesso tu no? Devo affrontare faccia a faccia le persone”
Non solo era terrificamene ma era anche più grande di me fisicamente. Se avessi solo osato dire altro mi avrebbe schiacciato come una moscerino.
“Piantala Hara non vedi che è terrorizzato?” intervenne Onoe mettendosi davanti a me.
“Non so se te ne sei accorto ma è stata quella mezzasega a cominciare”
“Non mi interessa, ora smettila e torna al tuo posto” lo esortò, ancora serio in viso.
Hara tremava di ira, lo notai dalle sue mani che tremavano e il viso si era fatto davvero scuro. Avrebbe picchiato più che volentieri sia me che Onoe, ma non lo fece, respirò profondamente e se tornò dall’altra parte dell’aula.
Feci un sospiro di sollievo. Onoe si rivolse verso di me ancora più cupo “Tu piantala” e andò via.
Mi sentivo davvero uno schifo. Gli unici sentimenti che provocavo nelle persone era rabbia e tanta pena, e continuavo ripetermelo ogni giorno eppure non capivo perchè avevo certi scatti di ira. Ero una persona timida, impacciata eppure certe volte cacciavo una grinta davvero strana, sembravo quasi bipolare.
“Uao complimenti Yumei”
Alzai gli occhi dal mio banco e guardai la ragazza che mi si era avvicinata.
Eccone un’altra, pensai, che cosa voleva adesso. Lei era Kioko Mazuna, una delle ragazze più belle e popolari della classe che passava tutto il suo tempo in compagnia di Hara e gli altri, non capivo proprio perchè la gente amasse punzecchiare gli altri.
Feci finta di ignorarla e mi voltai verso le enormi vetrate delle finestre.
“So bene che non parli molto e volevo solo proporti una cosa al dire vero”, attese sicuramente una mia riposta che però non arrivò, anzi continuai ad ignorarla. La sentii sospirare, “se ti va che ne dici di passare in palestra oggi pomeriggio?”
“Perchè dovrei?”
Incontrai finalmente i suoi occhi e la vidi sorridere. “Finalmente ti ho fatto dire qualcosa”, da vicino era ancora più carina, assurdo! Aveva i capelli color nocciola che le scendevano lungo le spalle in onde molto morbide, aveva due belle guance rosee, un sorriso davvero luminoso e gli occhi verdi come le foglie degli alberi. Era minuta ma no insignificante come me, era proporzionata per la sua altezza ed emanava un profumo buonissimo e dolcissimo.
“Non è una trappola tranquillo” proseguì.
Non avevo affatto pensato ad una trappola ma non capivo perchè mi stesse parlando.
“Se sei interessato fatti trovare in palestra per le quattro” e con un cenno di mano si congedò.
Ero ancora mezzo intontito. Avevo davvero parlato per qualche minuti con una ragazza in carne e ossa? Ma cosa diavolo stava accadendo? Forse il mio atto di coraggio le era piaciuto? Cercai di mettere i piedi per terra e di pensare lucidamente a cosa potesse volere da me. Aveva parlato di trappola ma a cosa si riferiva?
Ci pensai per tutto il resto della mattinata a quale potesse essere il motivo ma non trovai una spiegazione. Valutai la possibilità di andare all’incontro ma la parte più lucida di me gridava di tornare a casa e di lasciar perdere.
Purtroppo essendo per buona parte stupido, e spinto forse dall’ormone maschile decisi di recarmi all’appuntamento. Attesi come sempre che tutti fossero andati via per raccogliere le mie cose ma sopratutto per non fare spiacevoli incontro in giro, e pensai allo sguardo furioso di Hara.
La palestra diversamente dal resto dell’edificio principale era un pò più nascosto ma era comunque una strutta impressionante, certo che ne buttavano di soldi per lo sport, pensai. Ero a conoscenza che erano molti i ragazzi ad ottenere borse di studio grazie a particolari talenti sportivi, e con queste borse riuscivano ad avere accesso immediato alle facoltà. Per un secchione come me la vedevo una strada troppo semplice.
Attorno all’edificio c’erano tantissimi alberi, in primavera doveva essere uno spettacolo vederne la fioritura. Non ero mai passato di lì, pensai tra me, o forse si. Eppure quel luogo era del tutto nuovo per me.
Quando scorsi l’entrata dell’edificio all’ingresso c’era proprio Kioko con una serie di fogli in mano intenta a leggere. Chissà perchè aveva scelto quel posto, potevamo anche incontrarci in un caffè in centro, bah.
Come avrei dovuto salutarla? Cenno con la mano a sfigatello o a voce con le mani in tasca a figo? Forse la seconda scelta non mi si addiceva molto, così lasciai perdere e optai semplicemente per un ‘ciao’.
“C-ciao”
Lei alzò lo sguardo dai fogli e rimase sorpresa nel vedermi “Oh alla fine sei venuto” sorrise.
“S-sì”
“Molto bene. Il tuo nome è Ryu vero? Ryuichi Yumei”
Conosceva persino il mio nome e lo pronunciava magnificamente. Vidi però che se lo stava scrivendo sui fogli, non ne capii il motivo, aveva bisogno di segnarlo per ricordarsene?
“Ok perfetto accomodati tra poco cominciamo” e mi indicò di entrare.
“Prego?”
Fui praticamente spinto dentro a forza e con mio molto dispiacere vi trovai la squadra di basket al completo. Fu in quel momento che capii ogni cosa e mi tornò in mente l’argomento di quella mattina: le maledette selezioni!
Altro che incontro con la ragazza figa era solo un modo per fare numero e mi aveva pescato tra tanti. Mi sentii profondamente stupido, mi ero davvero illuso di piacere a qualcuno?
“Allora nello spogliatoio troverai un cambio per la prova e entro oggi saprai l’esito” mi spiegò Kioko, “sta tranquillo andrà benone, ah e di là trovi altre matricole come te” disse ciò e sparì.
“E ora?” dissi a me stesso.
Andai nella direzione indicatami da Kioko. Potevo andarmene è vero ma sarebbe stata ancor più una figuraccia di fronte a quella ragazza, avrebbe pensato chissà cosa di me, che fossi stupido principalmente.
Così, terrorizzato e scocciato di trovarmi di nuovo in mezzo a gorilla sudaticci andai nello spogliatoio a cambiarmi e fu lì che trovai come aveva detto Kioko altri ragazzi confusi quanto me.
“Non mi stanno questi pantaloni” disse uno di loro che portava gli occhiali.
Sembrava sfigato quanto me.
“Io non so nemmeno cosa ci faccio qui” disse un ragazzino minuscolo e magrissimo, “oh bene un altra vittima di quella strega di Kioko” commentò quest’ultimo vedendomi.
“S-scusate dove sono i cambi?”
“Ecco amico” il quattrocchi mi lanciò una tuta completamente a caso.
“Grazie”
“Sei stato trascinato anche tu qui da Kioko vero? Non hai proprio la faccia da atleta” ridacchiò il ragazzino, “Io sono Kyoja piacere e lui è Makoto”
Cosa diavolo voleva da me questo tipo?
“Ryu...”
“Ryu? Uao hai un nome fighissimooo altro che Kyoja!”
Parlava davvero tanto, pensai, ma infondo sembrava simpatico. Mi tolsi la divisa e la sistemai in uno degli armadietti, mi tremavano le mani al pensiero di toccare un pallone.
“Primo provino?” mi domandò Makoto.
“Eh? Ah, si non è esattamente il mio genere”
Kyoja rise rumorosamente, “Povero è stato ingannato da quell’arpia”
Probabilmente stava parlando di Kioko. La chiamava per nome quindi probabilmente si conoscevano bene, o quanto meno si erano presentati ufficialmente, no come me.
“Sta tranquillo ti faranno fare qualche tiro niente di più” cercò di confortarmi Makoto ma non mi sentivo affatto bene.
“Makoto ma perchè non conforti me? Mi tramano le gambineeee”
Sorrisi nel vedere quel pagliaccio.
Una volta pronti uscimmo dallo spogliatoio insieme ad altri dieci ragazzi di cui non avevo capito il nome, eravamo tutti ‘matricole’ quel giorno. Fuori, notammo che c’erano tante persone. Gli allenatori, i manager, qualche spettatore a bordo campo e sopratutto la dannata squadra.
Fu in quel momento che cercai di fare retromarcia per andarmene ma fui spintonato da Kyoja che non sapeva proprio farsi gli affari suoi.
“Uao ci sono tutti” gridò felice.
Quel tutti significava che c’era anche Hara, maledizione!
“Molto bene tutti sulla riga” disse l’allenatore. Un uomo brizzolato, sulla quarantina anche se sembrava più giovare. Oltre che essere l’allenatore della squadra era anche il nostro dannato professore di educazione fisica: Toshiro.
Obbedimmo tutti e in pochi secondi eravamo schierati come marionette pronte.
Guardai in giro cercando di capire dove fossero le mie gioie eppure non li vidi, che strano.
“Ok ragazzi farete qualche tiro contro uno dei ragazzi della squadra e se sarete all’altezza ne farete parte”, spiegò Toshiro, “quello che cerco è gente veloce ma sopratutto forte e con buona resistenza”
Bene tutte caratteristiche che io non avevo.
Incontrai lo sguardo di Kioko che mi sorrideva mimando di mettercela tutta, era facile a dirsi. Altro che figa da paura, avrei voluto seriamente ucciderla in quel momento, mi aveva ingannato con quel suo bel visino.
“Ok ragazzi iniziamo coi palleggi”
In quel momento apparvero Nakamura, Tetsuo e Hara accanto a Kioko così distolsi immediatamente lo sguardo. Miseriaccia!, corsi al centro del campo insieme agli altri. Ci furono lanciati dei palloni e com’era prevedibile non ne afferrai neanche uno. Makoto invece iniziò velocemente a palleggiare, sembrava davvero bravo. Kyoja invece era più negato di me non riuscendo a controllare nemmeno un palleggio.
Raccolsi malincuore un pallone e tentai, purtroppo la palla mi scappò immediatamente di mano.
“Mister ma dove ha preso queste fighette!” ed eccolo il commento ironico e cattivo di Hara. Mi voltai a guardarlo con disgusto, e quel suo ghigno divertito si trasformò in stupore agghiacciato quando mi vide.
“Diamine rinuncio” lasciai cadere la palla.
“Non ti arrendere Ryu” mi esortò Kyoja “guarda si fa così” e la palla gli scappò di mano. Non sapevo davvero chi tra me e lui fosse il peggiore.
“Hey voi due raccogliete la palla!” ci gridò il mister.
Sospirai seccato “Le prendo io” ma ci pensò Kioko e riportarmele.
“Coraggio Ryu!”
“Smettila”
“Eh?”
“Non so nemmeno cosa ci faccio qui perchè mi hai fatto venire”
Kioko era sul punto di parlare ma fu interrotta dal fischio del mister, “Molto bene ragazzi, fate veramente pena ma imparerete con gli allenamenti queste cose o almeno lo spero. Adesso voglio vedere come ve la cavate con i canestri”
“Lo sa vero che siamo bassi?” domandai tra me.
“Ryuuu non preoccuparti basta saltare un pò di più” mi spronò Kyoja che era persino più basso di me.
A passarci i palloni per il lancio si era offerto Hara. Perfetto mi dissi, oltre il danno avrò anche la presa per il culo. Uno dopo l’altro i dieci ragazzi tentarono il canestro ma nessuno ci riuscì tranne Makoto. Era scontato che ci fossero persone come lui lì.
Arrivò il mio maledetto turno e mi trovai Hara davanti.
“Hai deciso di seguire il mio consiglio e darti allo sporto?” ridacchiò.
“Passami la palla e basta”
Obbedì e me ne lanciò una con estrema violenza tanto che non riuscii ad afferrarla e mi cadde a terra. Vidi il mister toccarsi la fronte completamente nauseato da tanto schifo.
“Tira sega”
Cercai di ignorare il nomignolo e tirai, ma la palla non salì di neanche pochi centimetri che cadde immediatamente a suolo. Quella era tutta la mia forza? Cazzo, facevo sul serio pena.
“Allora rinunci?” domandò Hara.
“Si si rinuncio” e feci per andarmene.
“Andiamo Ryu riprova!” gridò da lontano Kioko.
E ora che voleva quella non le bastava la figuraccia che già stavo facendo? Cercai semplicemente di ignorarla e lasciai il mio posto a Kyoja.
“Aspetti mister faccia riprovare quel ragazzo!” Kioko continuava sbraitare.
“Ha già tirato non vedi?”
“Smettila Kioko” disse anche Hara alle mie spalle.
“Mister mi ascolti. Ho scelto io questi ragazzi ma non l’ho fatto a caso come lei crede!” Il mister fu incuriosito dalle sue parole, “Makoto Nijima è estremamente talentuoso come può vedere e in lui non trova difetti ma anche gli altri che ho portato hanno delle doti particolari!”
Doti? Io?
“Non far perdere tempo al mister donna” la interruppe Tetsuo.
“Mister! Kyoja Aruna è estremamente veloce e fin’ora non gli ha dato modo di dimostrarlo! L’ho visto l’altro giorno in campo durante educazione fisica e posso giurarle che ha praticamente battuto un record”
Il mister guardò Kyoja “E’ vero ragazzo? Sei svelto?”
“Eh? Ah un pò”
“Mister e l’altro ragazzo che le ho portato Ryuchi Yumei è più forte di quello che sembra!”
Ok ora la stava sparando grossa.
“Kioko ma che dici? Mister non le dia retta come può giudicare dei talenti visto che non gioca a basket?” si inserì Hara che per una volta stava dicendo una cosa di senso compiuto.
“Io non giocherò a basket ma so quello che dico. Sbaglio o qualcuno ha rotto il a Tetsuo?”
“Che c’entra ora questo?!” intervenne la persona citata.
“Mister è stato quel ragazzo e l’ha fatto tirando il pallone con una sola mano. Lei non lo sa ma Tetsuo ha dovuto addirittura subire un intervento e aveva profondi lividi in viso per un tiro che in fin dei conti non sarebbe dovuto essere talmente forte”
“E’ vero?” domandò il mister rivolgendosi a me.
Tetsuo mi guardavo con disgusto nel sentir di nuovo quella storia. “E-ecco io...”
“Coraggio Ryu” mi incitò Kioko ma non sapevo davvero cosa dire, mi ero appena liberato di quel fardello e ora mi veniva di nuovo sbattuto in faccia proprio davanti alla persona che avevo colpito.
“Mister io direi di mettere alla prova Aruna per ora” suggerì Hara.
“Si sono d’accordo” asserì.
Hara mi affiancò e si avvicinò al mio orecchio “Ti consiglio di sparire immediatamente” sussurrò.
Obbedii e me ne andai verso lo spogliatoio ma fui fermato di Kioko “Perchè Ryu non hai risposto!”
“Lasciami in pace!” e mi liberai dalla sua presa.
Dovevo solo andare via in quel momento, volevo solo tornarmene a casa mia. Mi sentivo una merda, e un vero cretino di aver anche solo partecipato a quella cosa. Ero stato preso proprio per il culo.
Nonostante volessi andare via restai a lungo nello spogliatoio a fissare il vuoto. Lì davanti a me c’era la mia divisa, quell’anonimo indumento che mi rendeva invisibile agli altri. Infondo chi ero? Il ragazzo della pallonata, la mezzasega, il ragazzo sfigato che nessuno vuole, su cui nessuno fa affidamento. Eppure stava a me cambiare quella realtà, stava a me dire ‘ora smettetela tutti e statemi a sentire!”.
Dovevo sul serio decidere chi diamine volevo essere. Il gracile ragazzino che se ne stava in un angolo ad osservare o quello che diceva stop, ora state tutti zitti e sapeva anche farsi sentire? Dovevo solo scegliere.


Note: Volevo solo dire una cosa. Il nomignolo di Ryu sarà per parecchio tempo 'mezzasega' quindi ho preferito renderlo un unica parola quando viene pronunciato da Hara, è dunque un errore voluto.
  
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