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Autore: __roje    10/02/2016    0 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO II

Che cosa avevo fatto? Mi ero comportato da mostro, magari loro volevano davvero solo giocare e io avevo interpretato male le loro azioni. Per tutta la notte avevo pensato al mio gesto dietro il quale si nascondeva anche tanta amarezza di essere sempre stato ignorato, avevo lasciato andare l’ira e ora avevo lo stomaco sottosopra.
Erano passati tre giorni durante i quali avevo inventato un malore con i miei genitori per evitare la scuola ma prima o poi sarei dovuto tornare e il giorno era giunto.
Sarei stato pestato? Probabile. Sapevo benissimo qual’era il temperamento di Tetsuo e probabilmente Hara gli avrebbe dato una mano nel finirmi.
Avevo tanta paura.
Varcai i cancelli della scuola guardandomi con circoscrizione in giro. Non avevo ricevuto telefonate dalla scuola quindi la cosa non era arrivata alle orecchie dei docenti, chissà perchè, mi ero chiesto. Forse preferivano una vendetta personale, magari ci trovavano più gusto.
Entrai in classe ma come sempre nessuno notò il mio arrivo. Notai con piacere che il gruppo di Hara mancava e provai un profondo sollievo, magari avevano preferito saltare la scuola quel giorno. Ringraziai profondamente quel poco interesse che avevano verso lo studio, ero salvo.
Ma cantai vittoria troppo presto.
“Ryuchi Yumei eh”
Sobbalzai riconoscendo la sua voce, alzai gli occhi dal banco e mi era davanti Hara Yuuto serio e terrificante.
“Non avevo proprio pensato che potessi essere della mia stessa classe ma poi ho controllato il registro. Sei invisibile”
Mi avrebbe fatto a pezzettini, pensai.
“Cosa c’è oggi sei completamente muto?” mi domandò con sufficienza toccando la mia roba e buttandola a caso in giro sul banco senza preoccuparsene. “Sai hai rotto il naso al mio amico con quella pallonata”
“N-non volevo...” dissi con esile voce ma ero terrorizzato.
Sapevo di avere i suoi occhi arancioni su di me, e cercavo comunque di tenere la testa bassa.
“Tornerà la settimana prossima e penso proprio che ti ucciderà. Se vuoi evitarlo ti consiglio di mancare quei giorni”, aveva probabilmente notato la mia assenza in quei tre giorni perchè aveva scandito bene le ultime due parole.
“Mi dispiace...”
“Si dillo al muro”
“No davvero!” avevo gridato.
I nostri compagni si erano girati verso di noi e ci fissavano dicendo cose che non riuscivo a capire.Per la prima volta avevo raccolto l’attenzione di tutti, che strana sensazione.
Hara mi afferrò per il colletto della camicia sollevandomi dal mio posto “Ascolta bene non ti spacco la faccia solo perchè dopo andresti dai professori a piangere ma anche perchè non voglio togliere questo piacere a Tetsuo”, lo disse con tono duro, terrificante e vidi nei suoi occhi rabbia.
“Che succede qui?”
Intervenne Onoe e Hara mi lasciò andare.
“Non ti interessa e va via” lo esortò.
“Non puoi comportarti così a scuola Yuuto, lo sai”
Hara si passò una mano tra i capelli e sorrise bieco “Mi stai forse invitando a picchiarlo fuori di qui? Oh ma che bravo capo classe che sei. Ci vediamo Yumei” scandì bene il mio nome e uscì dall’aula.
Tornai a respirare come se per tutto il tempo mi fossi trattenuto. Me l’avrebbero fatta pagare questo è certo, ma che cosa mi era saltato in mente?
“Stai bene Ryu?”
“Ah si, credo”
“Hai combinato un bel guaio l’altro giorno ti conviene parlarne con qualcuno perchè quelli si vendicheranno e non ci sarò sempre io a fermarli”
“I-io non volevo farlo...”
Onoe mi guardò con un espressione di pena. Era questo l’effetto che facevo alla gente? Rabbia e pena? Che misera persona che ero, pensai.
Per tutto il resto della giornata fui solo, tutti si erano di nuovo dimenticati chi ero ed per un momento pensai che tutto fosse tornato alla normalità, che Hara e Tetsuo avesse dimenticato l’accaduto.
Durante il pranzo guardavo il mio bento ma non avevo fame, mi sentivo uno schifo, forse in colpa perchè infondo avevo sbagliato e non avevo nemmeno chiesto scusa. Forse era quello che dovevo fare... chiedere scusa.
Tornai in classe in cerca di Onoe e sapevo che l’avrei trovato lì a riordinare i banchi.
“Onoe!”
Il ragazzo si voltò a guardarmi stupito di trovarmi lì “E’ successo qualcosa?”
“No volevo chiederti una cosa. Hara ha detto che Tetsuo tornerà la settimana prossima, dov’è ora?”
Onoe non capì la mia domanda “Dopo il tuo colpo è stato portato al pronto soccorso dove gli hanno detto che aveva il setto nasale rotto così ieri, credo, è stato operato e penso che ora debba restare a riposo. Perchè lo chiedi?”
“Tu li frequenti abbastanza sai dove vive?” domandai pieno di speranze.
“Sei idiota!?”
“Perchè?”
Onoe spostò una sedia in maniera brusca “Mi chiedi perchè? Vorresti andare da lui per dirgli cosa? Già questa mattina Yuuto voleva ucciderti cosa credi ti farà l’altro?”
“Lo so ma io mi sento in colpa, ho sbagliato e in qualche modo voglio chiedergli scusa”
“Lui non vuole le tue scuse stanne certo”
Era vero ma effettivamente non sapevo che altro fare per sentirmi emotivamente meglio. Forse prenderle sarebbe stata la soluzione e a questo punto perchè rimandare? Sarei andato io stesso da lui.
“Dimmi solo dove vive perfavore”
Onoe preferì rinunciare pensando che fossi stupido e mi disse tramite i registri dove viveva così presi coraggio e decisi di andare da lui accettando il mio destino. Sapevo benissimo da solo che le scuse non sarebbero bastate quindi avrei accettato ogni punizione infondo me lo meritavo.
Con qualche difficoltà riuscii a trovare la strada indicata da Onoe, sentii il cuore battere sempre più velocemente come se stessi per morire d’infarto da un momento all’altro. Non dovetti cercare a lungo però, proprio sul mio cammino incontrai Hara.
“Tu?” disse sorpreso quanto me.
Cercai di non fermarmi a parlare e cercai di proseguire dritto ma fu inutile, fui fermato proprio da lui che mi afferrò per il braccio strattonandomi.
“Che ci fai qui?”
“Passeggio”
“Ah si certo. Sei così stupido da essere venuto tu stesso a farti pestare?” Era così palese?, pensai. Ma non riuscii a proferire parola ero di nuovo impietrito, mi sentivo sprofondare sotto lo sguardo severo di Hara che attendeva una mia risposta. Quest’ultimo sospirò seccato. “Senti vattene a casa prima di farmi innervosire”
“Non posso...”
“VATTENE!” tuonò.
Ero terrorizzato a morte eppure non volevo andare via. “Non posso io devo parlargli...”
“Tu sei davvero pazzo”
Si forse lo ero davvero dopotutto, era come se andassi cercando da solo la punizione per quello che avevo fatto. In un modo o nell’altro l’avrei pagata quindi non volevo attendere oltre.
Hara mi lanciò un ultima occhiata e mi passò accanto proseguendo per la sua strada, mi girai a guardarlo e pensai che forse stava andando proprio da Tetsuo. Pensai bene di seguirlo quindi.
La scena era questa: Hara Yuuto, il ragazzo che tutti ammiravano e volevano mi camminava davanti a distanza di pochi passi e io la persona più invisibile del mondo lo seguivo come un bravo cagnolino. Sapeva che lo stavo seguendo eppure non aveva più detto nulla, forse anche lui voleva vedermi morto nelle mani dell’amico.
Si fermò poi di fronte a una casa qualunque.
“Siamo arrivati. Sei sempre convinto?” mi chiese scocciato.
Potevo ancora ripensarci e andarmene a casa ma raccolsi tutto il mio coraggio e feci il primo passo nel vialetto di Tetsuo. Non avevo affatto idea di cosa mi attendesse, ma non potevo starmene a casa ad aspettare questo momento.
Hara mi fece strada fino alla porta d’ingresso e bussò senza pensarci due volte. A questo punto avevo il cuore in gola per la paura di trovarmi davanti Tetsuo furioso, forse sapeva già del mio arrivo.
Inaspettatamente però ad aprire fu una bambina che avrà avuto poco più di cinque/sei anni. Mi guardò stranita ma poi la sua espressione cambiò quando vide Hara.
“Haracchan!” e gli saltò addosso.
“Ciao Maki”
Hara sfoderò uno dei suoi sorrisi più belli e spontanei. Diamine come faceva a risplendere così tanto? Persino la bambina mi parve completamente rapita da quei suoi modi così affabili.
"Maki chi è?”
Ed eccolo apparire, Tetsuo enorme e spaventoso. Aveva una bella fasciatura sul naso e profondi lividi viola sotto gli occhi, non credevo di aver fatto un simile danno.
Appena mi vide la sua espressione mutò e divenne feroce.
“Tu! Che cazzo di fai qui!”
Era sul punto di saltarmi addosso per la rabbia ma ad interromperlo fu la piccola Maki “Fratellone è venuto anche Haracchan a giocare con noi” sorrise trascinando Hara verso la porta.
Tetsuo era molto stranito dalla situazione, nel trovarci lì insieme davanti casa sua, “Mi devi una spiegazione” e lanciò una strana occhiata verso l’amico.
“Poi ti spiego”
Seguimmo tutti e tre la piccola dentro. Non potevo crederci ero sul serio nell’abitazione di un mio compagno di classe, provavo sentimenti molto contrastanti perchè dopotutto non ero lì come ospite gradito.
Entrai in quello che probabilmente era un piccolo salotto dove vi erano vari giochi da bambina, tra peluche e tazze da thè sparse un pò ovunque.
“Stavamo per prendere il thè, vuoi partecipare Haracchan?”
Maki continuava a strattonare Hara verso i suoi giochi e quest’ultimo sempre con fare gentile la seguiva.
“Che sei venuto a fare?” mi domandò Tetsuo ignorando quei due.
“Ecco io..” non sapevo davvero come dirglielo che m dispiaceva. Sembrava davvero sul punto di saltarmi addosso da un momento all’altro, si tratteneva solo perchè lì con noi c’era la bambina.
“Andiamo Yumei ti è andata via la voce di nuovo” mi esortò Hara fissandoci serio.
Non dovevo avere paura mi ripetevo nella testa eppure ero praticamente paralizzato.
Tetsuo sospirò esasperato della situazione “Accidenti Hara che diamine ti viene in mente di portare questo idiota qui”
“Ti sbagli ha fatto tutto da solo. L’ho trovato che girava nei dintorni cercando casa tua”
“Cosa? E perchè diavolo saresti venuto eh?!”
“I-io volevo scusarmi..” dissi a bassa voce guardando il pavimento.
Ci fu un silenzio agghiacciante e per un momento pensai che non mi avessero sentito. Sollevai di poco lo sguardo per vedere una sua reazione e lo trovai lì fisso senza parole.
Improvvisamente Hara scoppiò a ridere raccogliendo il nostro stupore.
“Sta zitto” lo esortò Tetsuo.
“Rido perchè non ho mai visto una persona più stupida.” rise ancora.
Strinsi i pugni preso dalla frustrazione della situazione, “Mi dispiace davvero!” dissi ancora e feci un inchino profondo. Sperando che gli arrivasse tutto il mio senso di colpa per quello che avevo fatto.
“Fratelloneee ma quando giochiamo?”
Fu proprio Maki ad interrompere quel momento esortando Tetsuo a sedersi per il gioco. La vidi correre avanti e indietro con le tazzine tra le mani, e strani oggetti che sistemò addosso al fratello come un cappellino poco virile, e un grembiulino rosa.
“Tu quale vuoi?” mi domandò.
“Come?”
“Puoi avere la coroncina o le orecchie da coniglietto” me le mostrò entrambe.
“Ecco io dovrei...” non sapevo davvero che fare. La situazione era totalmente cambiata all’improvviso.
“Metti un coso in testa e siediti” disse minaccioso Tetsuo.
Hara andò verso la piccola e afferrò la coroncina “Lascio il fetish dell’animale al nostro ospite” e mi lanciò un altro sorriso di scherno, indossando la corona e mettendosi a sedere sul pavimento accanto all’amico.
Accettai mio malgrado quelle vergognose orecchie e mi accomodai accanto alla piccola che iniziò a versare del thè finto e a parlare di cose senza senso.
Com’è che era andata a finire in quel modo?
Senza accorgermene Hara aveva il telefono tra le mani puntato nella mia direzione.
“C-che fai?”
“Tetsuo credo che questa foto possa ripagarti del naso rotto, guarda un pò” e passò l’oggetto all’amico.
Tetsuo guardò la foto disgustato “Molto divertente Hara.. davvero. Maki quand’è che finisce ‘sto incubo?”
“Lo dico alla mamma se lo dici ancora!” lo minacciò.
Mi venne da ridere ma cercai di trattenermi. E il pomeriggio andò avanti così, tra sorsi di thè e frivole chiacchiere con la bambina. Poi fummo costretti a creare altri mille giochi per intrattenerla, senza accorgermene mi ero persino divertito nonostante gli scherzi e le battutine cattive di Hara e le occhiatacce di Tetsuo.
Quando tutto finì mi resi conto che ormai era sera così decisi che era ora di andare a casa. Senza che nessuno mi chiedesse nulla aiutai persino a mettere in ordine ma nessuno mi disse grazie.
“Ciao Ryucchan ci vediamo la prossima volta” mi disse Maki agitando la sua manina.
“Vado anch’io ormai s’è fatto tardi” disse Hara accarezzando i morbidi capelli della piccola “quando pensi di tornare?”
“Quando se ne andranno questi lividi” e mi guardò ancora furioso.
E così ce ne andammo. Stranamente nulla era andato come avevo previsto, ovviamente Tetsuo mi odiava a morte e avrebbe di sicuro attuato qualche vendetta nei miei confronti una volta tornato a scuola. E proprio com’eravamo arrivati, stavamo andando a casa insieme, io e Hara.
“Hara tu sapevi che c’era la sorellina?”
Il ragazzo dagli occhi color tramonto mi lanciò una breve occhiata “In verità no”
“Ah”
“Immagino che ti sia andata bene”
“Ciòè?” lo guardai confuso.
“Se non ci fosse stata lei Tetsuo non avrebbe esito a rompere il tuo di naso” sorrise bieco, “ci si vede Ryucchan” disse enfatizzando l’ultima parola e con cenno di mano prese la strada opposta alla mia.
Che davvero non sapesse della sorellina? O avevo avuto davvero culo per la prima volta in vita mia?
Nonostante tutto tornai a casa stranamento appagato della giornata ma no perchè mi ero scusato, bensì perchè mi ero sentito partecipe per la prima volta di qualcosa e no invisibile.

 
  
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