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Autore: Mo0ny_    11/02/2016    5 recensioni
♦[(Storia Interattiva)]♦♦[iscrizioni chiuse]♦ 
Sono passati cinquant' anni dall' ultima grande Profezia e la pace sembra finalmente essersi ristabilita. Ma le Parche hanno deciso. Una nuova Grande Profezia sta per essere pronunciata e i semidei scelti non potranno tirarsi indietro.
*Premetto che è la mia prima interattiva, siate clementi!!*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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James e gli altri correvano. Correvano da circa 20 minuti. Il Tartaro non era esattamente quello che si può definire “casa”. Avevano incontrato circa 12 mostri e solo 7 erano i soliti mostri della mitologia. Gli altri avevano forme e colori diversi e il figlio di Zeus, si chiese se aveva fatto bene a lasciare due dei suoi amici da soli e vicino alle porte della morte. Si sentiva terribilmente in colpa. Nathan era preoccupatissimo per Felicity, soprattutto dopo che essa le aveva dato un bacio sulle labbra. Non credeva fosse possibile che qualcuno riuscisse ad essere allegro e preoccupato allo stesso tempo felice come una pasqua.
“James! Ora devi proprio fermarti!” disse la voce calda e dolce di Harmony nella sua mente. Si fermò e anche i suoi amici seguirono il suo esempio.
  • Ragazze, so che vi chiedo troppo. Parecchio troppo! –disse stringendo i pugni e cercando in tutti i modi di far trapelare sicurezza –Ma voi dovete rimanere qui!
  • James non c’è bisogno di scusarti. Rimaniamo se tu ce l’ho chiedi. –disse Cassandra con un sorriso stanco.
  • Grazie ragazze! –disse e in quel momento sarebbe anche scoppiato a piangere.  Poi vide Rosemary. Anch’ ella sorrideva. In un certo senso, si sentì protetto da quella risata. Anche lui sarebbe voluto andare lì, darle un bacio e poi comportarsi come due perfette persone normali. Ma lui non poteva farla soffrire.
  • Andiamo Nathan –disse ancora il figlio di Zeus. Anche Nathan stava per corrergli dietro ma si girò verso Rosemary e gli disse:
  • Sta tranquilla! Te lo riporterò intero! –disse prima di andare verso James. Lui correva veloce come non aveva mai fatto. Era sicuro che fosse ancora pieno di sensi di colpa verso Rosemary ma cercava di respingere tutto.
 
Erano 35 minuti che correvano e i mostri non avevano perso tempo ad attaccarli. Sapere che gli altri li stavano proteggendo da altri mostri ancora più grandi e mostruosi non facevano sentire proprio benissimo James e Nathan. Era qualcosa di orribile il modo in cui bruciavano dentro di preoccupazione.  D’ improvviso, videro che lo zainetto di James qualcosa brillava. Paura e preoccupazione si rifecero spazio nel cuore dei due. Presero lo zainetto e con cautelo lo aprirono. Videro che era l’ Harmony che brillava. Il diamante si illuminava e grazie alla sua luce i due riuscirono a vedere qualcosa.
“Com’ è possibile?” si chiese James
“Hai pensato col cuore e non con la mente”  rispose sempre gentilmente la voce di Harmony. Ancora James non capiva cosa significasse ma decise comunque di prendere l’ Harmony  e di aiutarsi con quella luce per vedere meglio al buio. Ancora avevano un sacco di paura. Soprattutto quando videro quell’ orribile empusa che si era buttata sul collo di Nathan ma James l’ aveva tolta giusto poco prima che sfiorasse il collo con quegli orribili denti. Nathan si alzò più veloce del vento e colpì brutalmente l’ empusa che si disintegrò.
  • Grazie amico –disse Nathan con il fiatone per la paura.
  • Andiamo. L’ empuse non si muovono mai da sole e poi questa era sicuramente una novellina. –disse ancora il figlio di Zeus riiniziando a correre veloce seguito dall’ amico. Questo era uno dei tanti motivi perché aveva scelto Nathan. Correva veloce come nessuno e aveva la capacità di capirlo senza parlare. Corsero a perdifiato persoli 5 minuti quando la voce di Harmony disse:
“Fermo!” un attimo prima che i due cadessero in uno strano fiume. “Stavi per cadere nel fiume Lete e credimi non è una bella esperienza!”
  • Grazie Harmony! –la ringraziò James ad alta voce con il fiatone grosso.
“Figurati! Ora svolta a sinistra e corri per altri 4 minuti. Caprai da solo dove andare” disse per poi non dare più risposte.
 
 
 
Rosemary e Cassandra intanto andavano a destra e a sinistra cercando di non farsi cogliere alla sprovvista da mostri strani.  Ne avevano combattuti troppi, davvero troppi. Ma infondo erano nel Tartaro e non potevano aspettarsi di meglio… o di peggio. La figlia di Demetra era preoccupatissima. Temeva per James. I sogni e la profezia non la convincevano.  Non l’ avevano ripetuta tante volte eppure dentro di sé l’ aveva ripetuta fino allo svenimento. Cassandra d’ altronde, era sempre allegra e cercava in qualsiasi modo di alleggerire la tensione ma anche lei era spaventata, troppo spaventata.
  • Cassandra, stai bene? –le chiese viste le ferite e gli sforzi colossali che aveva compiuto in pochi giorni.
  • Rose… io non ce l’ ha faccio più! –disse come se avesse riflettuto tanto prima di pronunciare quelle parole.
  • Che vuoi dire? –
  • Hai visto che mio padre mi ha chiamato per parlare da soli? Ecco mi ha detto… -Rosemary ascoltò e dovette fare grandi sforzi per non infilzare Cassandra con la spada per non averglielo detto prima. Le lacrime stavano per salirgli ma si impose di rimanere calma. I motivi del silenzio della figlia di Ade erano plausibili ma Rosemary non ce l’ avrebbe fatta a stare lì, ferma e immobile ad aspettare. Fu come se l’ istinto avesse avuto la meglio su di lei. Non si ricordava di avere così tanta velocità in corpo fi quando le gambe non iniziarono a correre sull’ asfalto paludoso. Sentiva Cassandra che da dietro gli urlava qualcosa ma neanche lei riusciva a fermarla. Rosemary era partita e doveva assolutamente raggiungere la sua meta. Doveva e poteva.
  • A volte è difficile parlare con te! –disse la figlia di Ade raggiungendola. Rosemary non sarebbe rimasta ferma ad aspettare, ne era sicura. L’ unico modo per farlo, era lasciarla correre e seguirla. Solo così avrebbe fatto a lei del bene.
 
 
  • Secondo Harmony è qui che dobbiamo andare –disse James che con il fiatone in gola, era finalmente riuscito a capire quale fosse la giusta strada. Era da circa un’ ora che la paura si impossessava di loro e adesso era a livelli estremi. Le gambe tremavano ma nonostante questo, andavano avanti. Dovevano farlo per tutte le persone che erano morte per salvare il Campo. Dovevano farlo per le persone che erano rimaste vive. Dovevano farlo per loro. Davanti ai ragazzi c’ era una “porta”, o meglio, un quadrato dal quale proveniva una luce assai accecante per lor abituati ormai al buio del Tartaro. Per la prima volta si guardarono davvero negli occhi. Nathan aveva gli occhiali ormai pieni di graffi ma se li avesse tolti non avrebbe visto nulla. James aveva il volto coperto da graffi superficiali e un tagli un po’ più profondo sotto l’ occhi sinistro che ancora sanguinava. Annuirono guardandosi ed entrarono.
 
Si ritrovarono in una stanza con molta luce e il soffitto sembrava non esserci. Era grande quando il Campo Mezzosangue ma era vuota. Completamente. C’ era solo un grande sarcofago semplicemente nero. Era grande come quattro tavoli lunghi. Sopra c’ erano delle incisioni antiche. Sembravano più vecchie del greco o del latino stesso.  Erano talmente complicate che ai due girava la testa solo a guardarle quelle incisioni. Provavano strane emozioni. Senso di vuoto e disperazione. Paura e desolazione. Avevano solo voglia di prendere le spade e porre fine a tutto quello che avevano provato. Dire basta e non pensarci più. Era strano il modo in cui il loro cuore batteva con battiti irregolari e veloci.  Poi, una voce squarciò l’ aria. Era fredda ed echeggiava nella stanza luminosa e grande.
  • Il figli di Zeus! Ma che piacere incontrarti! –non veniva da una parte precisa o particolare. Echeggiava nella stanza come un fulmine a ciel sereno. La paura si fece patrona nel cuore di James e Nathan.
  • Perché fai questo? –gridò James con un po’ di tremolio nella voce.  Lui rise. Una risata che avrebbe fatto tremare Zeus e l’ intero olimpo.
  • Per il potere! Per la vendetta! Chiamala come vuoi!
  • Ma perché attacchi il nostro Campo? –chiese Nathan. James si stupì del coraggio del suo amico.
Per semplice divertimento! –e furono quelle parole a far arrabbiare in modo pesante James. Divertimento.
Quella non era esattamente la parola che James voleva sentire.
Jessie, Alexsandra, Allyson, Harmony Aaron…
No. Divertimento non poteva essere una risposta.
Poi, accade tutto in fretta. Una scia di lampi invase la stanza nel quale si trovavano.  Si sentiva tuonare e il vento sbatteva nella stanza.
Tartaro rise ancora.
Fermo James. Lo fa apposta., disse Nathan nella mente di James. Ma lui non lo stava facendo apposta. Era tutto una risposta involontaria.  
  • Figlio di Zeus, credi davvero che un po’ di vento mi spaventi! Povero sciocco… -disse e all’ improvviso Nathan cominciò a contorcersi dal dolore. Sentiva come se le sue budella e osa stessere facendo un giro di valzer.
  • SMETTILA! –gridava in preda alla paura. Sudava. La fronte era bagnata e i capelli totalmente inzuppati. James portò le mani alla spada e l’ alzò.
  • Lascia stare Nathan! Lui non c’ entra niente! –Tartaro rise ancora più forte.
  • Cosa pensi di fare con quello stuzzicadenti! Guarda come ho piegato il tuo amico e sono dentro ad un sarcofago. –James non sapeva cosa fare, così decise di usare una tattica che le figlie di Atena usavano spesso.
  • Perché sei dentro ad un sarcofago?
  • Sentiti onorato ragazzo! Mai nessuno ha visto questa stanza. Qua ho rinchiusa parte delle mie stese parti del corpo ed emozioni. In questo modo sarò in grado di risorgere con una forma ed un corpo. –rise ancora. il figlio del Cielo cominciò ad odiare quella risata. –Parlare non ti servirà a niente se era questo lo scopo.
Che facciamo?, chiese nella sua testa il figlio di Nemesis.
Non lo so, rispose.
“James, l’ Harmony!” disse la voce dolce di Harmony.
  • Ah, vedo che anche la Dea che mi sconfisse tempo fa è qui! Lascia che ti mostri cosa farò ai tuoi semidei! –disse. Dopo qualche secondo, James si sentì svenire. Ogni muscolo del suo corpo gli faceva male. Aveva solo voglia di urlare e morire.  
Dolore, male, sangue…
Queste erano le uniche parole a cui James riusciva ad aggrapparsi.
James! Non ti arrendere!
Il figlio di Zeus fu sicuro di aver sentito la voce di Rosemary nella sua testa. Si aggrappò a quella voce e vide finalmente la speranza. Vide come far funzionare l’ Harmony. Vide il futuro. Vide il domani.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao semidei!!!! Quante belle cose succedono in questo capitolo?! Chiedo scusa per il ritardo ma come sapete io sono stra-negata per descrivere i combattimenti corpo a corpo e quindi c’è voluto un bel po’ per far venire un capitolo decente e sensato. Il risultato mi piace abbastanza (viva la modestia!). Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!

 
   
 
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