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Autore: IwillFindYou    12/02/2016    2 recensioni
Come sarebbe andata se, dopo il sacrificio di Killian Jones, Tremotino non avesse mai riacquistato il potere della magia oscura, ed Emma non fosse mai riuscita ad andare nell'Oltretomba per riprendersi l'amore della sua vita?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~Chapter 2.

And so it is, the shorter story, no love, no glory. No hero in her sky.

_ _ _

 

Emma entra nel suo ufficio alle otto esatte, dopo essere passata da Granny's per ritirare il suo solito ordine mattutino: un caffè extra large, un latte macchiato medio e due beagels con crema al formaggio. Si avvia verso la sua scrivania, passando prima accanto a David Nolan, lasciandogli la sua colazione di fianco al computer sul quale sta lavorando.

"Buongiorno tesoro." La saluta il padre, prendendo in mano il suo latte macchiato. "Grazie."

"Giorno papà." Gli rivolge un sorriso e si siede dietro la scrivania dello sceriffo, scartando il suo beagel. "Qualche novità?" Chiede, dando un'occhiata veloce alle scartofie poste di fronte a lei.

"Niente di importante. Devi firmare il modulo di rilascio di Evans." Risponde l'uomo, per poi dare un morso al su panino.

"Quello della rissa al Rabbit Hole?"

"Si, ha trascorso la notte in cella. L'ho fatto uscire mezz'ora fa." Emma sbuffa frustrata. Per quanto le piaccia il fatto che Storybrooke sia così tranquilla negli ultimi tempi, comincia a sentire la mancanza dell'avventura, delle piste da seguire per scovare i cattivi. Ma dopo tutto, in una cittadina così piccola non ci si puo più aspettare che succedano grandi cose. Non che senta la mancanza delle catastrofi degli anni precedenti, ma l'adrenalina, quella le manca davvero. Da un paio d'anni ormai tutto si limita a violazioni del codice della strada, qualche ubriaco incazzato che decide di prendere a pugni il primo che si trova davanti o piccoli vandalismi ai cartelli stradali.
Emma sbuffa sconsolata e sposta il peso del busto sulla schiena, posandosi  sullo schienale della poltrona.

"Dici che sono una persona orribile se dico che non mi dispiacerebbe che qualche cattivo delle favole decidesse di attaccare Storybrooke?" La bionda addenta con nonchalance il suo beagel, dopo aver spalmato la crema al formaggio su di esso.

"Beh.. diciamo che io preferisco annoiarmi per il poco lavoro, piuttosto che dover rischiare la vita per fermare altri cattivi." Le rivolge un ghigno e a una pausa, soffermandosi a pensare al fatto che da quando Hook ha sacrificato la sua vita, eliminando la magia scura dal universo, nessun essere malvagio ha più tentato di attraversare i mondi per disturbare la loro quiete.

"Quindi sono una persona orribile."

"Non lo sei. Ti capisco, anche a me mancano un po' i tempi in cui dovevamo combattere i sortilegi, i cattivi e tutto il resto. Ma questa calma non mi dispiace." Soprattutto perchè la dobbiamo all'uomo che amavi e del quale non ricordi l'esistenza.

David non ha mai accettato la decisione che sua figlia ha preso tre anni prima. Lui e Mary Margaret avevano cercato in tutti i modi di consolarla, di farle capire che prima o poi sarebbe stata meglio, che cancellare il suo ricordo non l'avrebbe aiutata. Ma era stato tutto inutile. Ricorda di essere andato su tutte le furie quando ha capito che Emma aveva bevuto la cura per dimenticare Hook, e ricorda anche che lui e sua moglie non hanno rivolto la parola a Regina per oltre un mese. Poi però si sono ritrovati a vedere la loro primogenita rifiorire e si sono arresi. Infondo loro volevano, vogliono e vorranno sempre vedere Emma felice e, se il prezzo da pagare per la sua felicità era dimenticare la persona che aveva sacrificato la sua vita per lei, per loro, allora dovevano accettarlo, pur non condividendo la sua scelta.

"Già. Da una parte è meglio così." Dal momento in cui la magia oscura è scomparsa dalla faccia della terra, la situazione nella cittadina del Maine è decisamente migliorata. Gli abitanti sono finalmente liberi di uscire ed entrare dalla linea di confine senza doversi preoccupare di perdere la memoria o di non riuscire più a tornare indietro. E per qualche strana ragione, da quel momento Storybrooke è diventata conosciuta a coloro che abitano nelle città confinanti. I turisti, anche se pochi, vanno e vengono soprattutto d'estate, poichè questa è una cittadina costiera.

"Cambiando discorso" David le lancia uno sguardo curioso, dando un lungo sorso alla sua bevanda. "Tu e Nathan avete deciso la data del matrimonio?" Vede la figlia roteare gli occhi imbarazzata e lui soffoca una risata.

"Papà, mi ha chiesto di sposarlo solo cinque giorni fa. Non abbiamo alcuna fretta." La bionda finge di leggere i documenti posti sulla sua scrivania, ma sente gli occhi di suo padre ancora su di lei e le sue guance si colorano improvvisamente di un rosa leggero.

"Beh, ma prima o poi dovrai cominciare ad organizzare le nozze." La provoca divertito, cosciente di quanto la imbarazzi parlare della sua vita amorosa con lui.

"Infatti. Prima o poi." Gli lancia un'occhiata fulminante per poi scuotere il capo rassegnata.
Lei e Nathan stanno insieme da quasi un anno. Si sono conosciuti in ospedale, dopo che lei si era procurata un taglio alla fronte cadendo rovinosamente sul asfalto, mentre inseguiva un ragazzino che era scappato da Granny's senza pagare il conto. Nathan è un medico, arrivato a Storybrooke dopo che Victor ha deciso di lasciare il lavoro per trasferirsi a Chicago.
Emma non era interessata a lui agli inizi. Si era convinta che lui non fosse il suo genere, che gli uomini in cravatta e mocassini non fossero adatti a lei, che ha sempre avuto un debole per gli uomini dal fascino misterioso e dal passato turbolento, come il suo del resto. Poi però i due avevano cominciato ad incontrarsi per pura coincidenza da Granny's all'ora di pranzo e poche settimane dopo, le coincidenze sono diventate veri e propri appuntamenti giornalieri, fino a quando lui non ha deciso di invitarla a cena a casa sua una sera e l'ha baciata.
Per qualche strana ragione, Emma ha faticato immensamente per farlo entrare nel suo cuore, come se esso fosse già occupato e non avesse ulteriore spazio per provare sentimenti nuovi. Ma col tempo quella sensazione ha cominciato ad affievolirsi, nonostante in qualche modo non sia mai scomparsa definitivamente. Ed ora, quando si ricorda di aver accettato di sposarlo, quella medesima sensazione prende il sopravvento e la terrorizza, perchè non ha idea di cosa significhi. "Abbiamo tutto il tempo del mondo per sposarci, non voglio affrettare le cose."

Ma puntualmente, decide di ignorarla.

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Dopo una lunga mattinata trascorsa a compilare modulistiche e ad aggiornare il sistema operativo della centrale, Emma si prepara per andare a pranzo.

"Vuoi che ti porto qualcosa?" Chiede al padre, che sgranchisce braccia e gambe per poi alzarsi dalla sua scrivania.

"No, vado a mangiare a casa. Ci vediamo dopo." La bionda alza le spalle e infila guanti e giacca, per poi uscire dalla stazione. Prima ancora di riuscire a chiudere a chiave la porta del ufficio, David vede Mary Margaret avvicinarsi nella sua direzione dopo aver attraversato la strada.

"Hey, stavo giusto andando a casa, che ci fai qui?" La saluta con un piccolo bacio a fior di labbra, posando una mano lungo la sua schiena.

"Sono andata a prendere Neal all'asilo e mi ha chiamata Regina. Mi ha detto di incontrarci al porto tra dieci minuti."

"Al porto? è successo qualcosa?" La donna alza le spalle, confusa quanto lui.

"Non ne ho idea. Ma mi ha detto che Emma non deve sapere che ci vediamo li." David corruga la fronte e prende sua moglie per mano, guidandola verso il suo pick up. I due salgono nella vettura e in pochi minuti arrivano al porto di Storybrooke. "Ho lasciato Neal da Leroy, devo andare a prenderlo tra un'ora, perchè poi lui deve tornare al lavoro."

"Nonno! Nonna!" I due si voltano di scatto, e vedono Henry correre nella loro direzione. Il ragazzo li raggiunge con un grande sorriso dipinto sul volto.

"E tu che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?" Chiede Mary Margaret inarcando le sopracciglia. Il nipote la guarda colpevole, ma il suo sorriso non tende a svanire.

"Vi prego non ditelo alla mamma. Mi uccide se viene a sapere che ho saltato la scuola oggi." Suo nonno fa per aprire bocca, ma viene interrotto ancor prima di pronunciare una sola parola. "Credetemi, ho una buona giustificazione. Venite." Il ragazzo fa loro segno di seguirlo, raggiungendo la passarella di legno che porta alle barche. I due lo raggiugnono, la stessa espressione interrogativa dipinta sui loro volti. Quando si fermano davanti a..beh all'acqua.. Henry si volta verso di loro, per poi avanzare verso il vuoto. "Mettete i piedi dove li metto io, o rischiate di cadere in acqua." Un flashback invade la memoria di David. Improvvisamente la sua mente lo riporta ad uno dei suoi incontri con Hook, quando lui e Cora erano arrivati a Storybrooke e la donna aveva fatto un'incantesimo di occultamento sulla nave del pirata. è allora che capisce.

"La Jolly Roger." Sussurra, entrando poi dentro la nave. Mary Margaret stringe la mano del marito, guardandosi attorno incredula.

"Com'è possibile? Eravamo certi che Regina l'avesse rispedita nella Foresta Incantata."

"è sempre stata qui, in realtà." Spiega il giovane, poggiando le spalle contro il legno massiccio e incrociando le braccia davanti a sè. "Io, Robin e Roland ci siamo presi cura di lei." Accarezza con la punta delle dita l'asta che sostiene una delle vele, sentendosi orgoglioso di come è riuscito a prendersi cura della Jolly Roger, quasi come se gli appartenesse.

"Immagino che quando dicevi che Robin ti portava in campeggio, in realtà venivate qui." Il ragazzo annuisce fiero.

"Ma non è per questo che la mamma vi ha chiamati."

"Appunto, e dov'è Regina?" Chiede David sconcertato. Era convinto che lei fosse già li, quando aveva telefonato a sua moglie.

"è nella cabina del capitano. Mi ha detto che dobbiamo aspettarla qui." I due sposi si scambiano uno sguardo confuso, ma decidono di rispettare l'odine di Regina.
Pochi minuti dopo, la vedono salire le scale della cabina insieme a Robin. L'uomo li saluta, avvicinandosi poi ad Henry, in attesa che Regina parli.

"Si puo sapere che succede? Sto cominciando a preoccuparmi." Si altera Mary Margaret. Suo marito attira la sua attenzione stringendole la mano dolcemente. Per quache strana ragione, ha la sensazione che David abbia già capito perchè si trovano li.

"Emma sa che siete qui?" Domanda con cautela la donna.

"No, è uscita prima che Mary Margaret venisse a cercarmi."

"Bene." La mora sospira pensierosa, quasi preoccupata. "Solitamente non mi piacciono i giri di parole, ma sinceramente non so come dirvelo." Stringe i pugni e socchiude gli occhi sapendo che, dopo aver dato loro la notizia, probabilmente Mary Margaret le si scaraventerà addosso per schiaffeggiarla. "Hook è tornato." Dice d'un fiato. David sbatte le palpebre diverse volte e apre la bocca per ribattere, ma stranamente dalle sue labbra non esce alcun suono.

"Sei fuori di testa?" Chiede sua moglie, i muscoli del suo viso contratti quasi da farle male. "Regina se questo è uno scherzo, non è divertente."

"Perchè dovrei scherzare su una cosa del genere?" Ribatte la mora, alzando gli occhi al cielo.

"Non lo so.. forse perchè ti annoi e non sai con chi prendertela." La provoca puntigliosa Mary Margaret, visibilmente arrabbiata.

"Smettetela." Henry interrompe la loro discussione, per poi scomparire sulle scale che conducono alla cabina. Ritorna pochi secondi dopo, seguito da un imbarazzato e tentennante capitano che quasi si rifiuta di vedere la luce del giorno.
I Charming lo vedono salire lentamente le scale, portando un braccio sugli occhi per coprirli dai deboli raggi del sole che spuntano timidamente tra le nuvole grigiastre. Quando il suo sguardo si abitua alla luce, abbassa con cautela il braccio, per poi incontrare gli occhi di David e Mary Margaret che lo fissano senza dire una sola parola.

"Mi guardate come se aveste appena visto un morto." Sorride il pirata, intento ad alleggerire l'atmosfera. Fallisce miseramente. Mary Margaret lo osserva sconvolta, una mano le copre le labbra e gli occhi verdi le si riempono improvvisamente di lacrime. Decide di avvicinarsi a lui lentamente, allungando una mano nella sua direzione per toccargli una spalla, constatando che l'uomo che si trova davanti è vero, è vivo. E quando realizza non puo fare a meno di portarlo tra le sue braccia e stringerlo, shockata e sollevata al contempo. Killian ricambia l'abbraccio, sospirando sulla spalla della donna e finamente riuscendo a rilassare i muscoli. I due si separano e questa volta è David ad avvicinarsi a lui, dandogli una pacca amichevole sulla spalla per poi rivolgergli un sincero sorriso.

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"Quindi non hai idea di come hai fatto a tornare dall'Oltretomba?" Dopo aver dato il bentornato a Killian, il gruppo si è spostato nella mansione di Regina, dove il capitano ha avuto la possibilità di concedersi una doccia calda e un cambio di vestiti che Robin gli ha offerto. Certo, jeans chiari e cardigan grigio non sono il suo stile, ma aveva bisogno di togliere i suoi abiti di dosso, che sembravano quasi essersi incollati alla sua pelle, per quanto tempo li aveva portati addosso.

"Per quanto mi sforzi, non ricordo assolutamente nulla." Regina entra nel salone, portando un vassoio con le tazze da thè fumanti. Le posa sul tavolino in vetro e lascia che ognuno di loro prenda la propria bevanda.

"Beh, dovremo stare all'erta. Se tu sei riuscito a scappare dal mondo dei morti, probabilmente hai fatto arrabbiare qualche demone che farà di tutto per venirti a prendere." David sorseggia il suo thè lentamente per non ustionarsi la lingua.

"Già.." Hook sospira profondamente, per poi lasciare la sua bevanda sul tavolo e portare una mano tra i capelli. "Immagino che nessuno abbia detto ad Emma del mio ritorno?" Improvvisamente cala il silenzio nella stanza. I presenti si scambiano sguardi irrequieti e si ritrovano tutti a non sapere cosa dirgli.

"Killian.." Mary Margaret, che è seduta sul divano tra lui e David, si volta verso il pirata e, con tutte le forze che ha in corpo, decide di guardarlo negli occhi. "C'è una cosa che devi sapere. Emma.."

"Lo so che sta con qualcuno." Puntualizza lui, abbassando lo sguardo verso un punto indefinito del pavimento. "Ma prima o poi dovrà sapere che sono qui." Il cuore di Mary Margaret si stringe in una morsa di dolore. Allunga una mano per poi afferrare quella di Killian, costringendolo a guardarla.

"Non è solo questo, Killian." Il capitano innarca le sopracciglia confuso. Per qualche strano motivo, sente che ciò che gli sta per dire gli farà più male del dovuto. "Quando sei morto, Emma era distrutta dal dolore. Non riusciva più a dormire la notte perchè gli incubi la tormentavano e non riusciva a darsi pace perchè tu eri morto per salvarla, per salvare tutti noi e lei non è riuscita a salvare te.." Gli occhi smeraldo della donna si riempono di lacrime al solo ricordo di quei giorni infernali. Killian fa attenzione ad ogni sua parola, sentendo il cuore che accellera e l'ansia che gli blocca il respiro. "Credevamo che con il passare del tempo sarebbe stata meglio, ma i giorni passavano e lei sembrava solo peggiorare e.." La voce le si spezza improvvisamente e non riesce a continuare.

"è venuta a chiedere il mio aiuto." Regina decide di prendere le redini della situazione, sentendo di dover essere lei a raccontare il resto. Infondo è grazie a lei, o per colpa sua che Emma ha dimenticato la persona che amava. Killian gli rivolge lo sguardo, le iridi del colore del oceano sembrano quasi smarrite. "Mi ha chiesto di darle una cura per dimenticarti." E, forse per la prima volta, Regina Mills si sente impotente e non riesce a sostenere lo sguardo perso del uomo. Per quanto lei abbia avuto le sue divergenze con lui o con Emma, è consapevole di quanto devastante possa essere sentirsi dire che la persona che più ama al mondo ha deciso di cancellarlo dalla sua vita.

"Cosa?" La voce del pirata esce in un lieve sussurro, strozzata dalla mancanza di aria. Tutti gli sguardi sono su di lui, forse in attesa di una sua reazione che non arriva. Improvvisamente il suo corpo sembra non rispondere, ogni singolo muscolo sembra tendersi a tal punto da immobilizzarlo. E il mondo gli scrolla addosso senza che lui se ne accorga. Mary Margaret gli stringe la mano, ma il capitano non la sente nemmeno.

"Non volevo dargliela, non volevo che lo facesse. Ma è venuta a supplicarmi, è persino andata da Gold, che ovviamente non l'ha aiutata solo perchè non ha più i suoi poteri. Non è stato facile per lei prendere quella decisione, ma una volta che ha fatto la sua scelta, non ha voluto saperne di ripensarci." Quando finalmente le parole di Regina arrivano al suo cuore come pugnali avvelenati, si alza di scatto.

Tutti si aspettano che il pirata distrugga l'intera stanza e David e Robin si alzano subito dopo di lui, temendo che la disperazione prenda il sopravvento su di lui. "Ho bisogno di aria." Con loro sorpresa, Killian esce dalla porta senza dire un'altra parola, e probabilmente la sua reazione li preoccupa ancora di più.
Henry si avvia verso l'uscita per seguirlo, ma sua madre lo ferma ancor prima che riesca a raggiungere la porta.

"Ci parlo io tesoro." La donna gli accarezza dolcemente la guancia, per poi uscire in giardino, dove trova Hook seduto sulla panchina in legno davanti al Melo che predomina nel centro della proprietà. L'uomo sente i passi dietro di lui, ma non accenna a muoversi. Rimane lì, piegato su se stesso con i gomiti sulle ginocchia e il viso nascosto tra le mani. Improvvisamente una finta risata isterica scappa dalle sue labbra ed è allora che alza gli occhi al cielo, forse chiedendosi che diamine ha fatto di cosi sbagliato da meritarsi quella sofferenza. Regina lo osserva e si ritrova a non sapere cosa dirgli.

 "Qualcuno lassù deve odiarmi profondamente per farmi tornare in vita e vedermi patire l'inferno nel mondo dei vivi!" Si ritrova quasi ad urlare quelle parole, chiedendosi se da qualche parte in quel cielo plumbeo ci sia qualcuno disposto a sentire le sue parole.

"Killian.."

"No! Non voglio più sentire una sola parola!" Si volta finalmente verso la donna, puntando l'uncino nella sua direzione, ma senza avvicinarsi a lei. "E tu.. eri così convincente con quella bella favoletta della Regina Cattiva diventata improvvisamente buona per il bene di suo figlio. Se credi che il tuo sia stato un atto di buona fede, ti sbagli di grosso."

"Credi che mi abbia fatto piacere? Credi che mi sia divertita a vederla mentre beveva quella cura e si dimenticava del uomo che amava?" Regina avanza nella direzione del capitano, fermandosi a pochi passi da lui, senza mai abbassare lo sguardo. "Che tu ci creda o no, tengo ad Emma e ho imparato a volerle bene. è per questo che ho deciso di aiutarla, perchè quando tu sei morto, una parte di lei è morta insieme a te e non sapeva più come andare avanti. Mi dispiace Hook, se potessi tornare indietro per farle cambiare lo farei, ma non posso." Improvvisamente nella mente del pirata ricompaiono gli occhi piangenti di Emma che lo guarda morire e riesce in qualche modo a sentire il dolore che lei provava in quel istante. Se lei fosse morta al posto suo, lui non avrebbe più avuto una ragione per vivere e probabilmente avrebbe fatto scelte decisamente peggiori della sua . Socchiude le palpebre e abbassa il capo, lasciando un lungo sospiro uscire dalle sue labbra.

"Scusami." Sussurra dispiaciuto. Infondo sa perfettamente che non è colpa sua, che non è colpa di nessuno. La mora posa una mano sul suo braccio in segno di conforto e gli rivolge un sorriso amichevole.

"Non scusarti. Hai tutte le ragioni per essere arrabbiato." Regina si stringe nel suo cappotto alzando gli occhi al cielo, che è coperto da uno spesso strato di nuvole grigie. I fiocchi di neve cominciano a cadere leggeri sulla cittadina ancora una volta. "Rientriamo, o rischiamo di congelarci." I due fanno ritorno nella mansione, dove il resto del gruppo li aspetta, tirando un sospiro di soollievo  quando li vedono rientrare. Henry si avvicina a Killian rivolgendogli un sorriso di consolazione, al quale l'uomo risponde scompigliandoli i capelli e attirandolo a sè in un abbraccio.

"Vedrai che si sistemerà tutto Killian." E in qualche modo le parole del ragazzo riescono ad alleviare la sua sofferenza. Non perchè ci creda davvero che le cose si possano sistemare, o che tutto torni com'era prima che lui morisse. Ma il semplice fatto che Henry ci creda, lo fa sentire meglio e non riesce a fare a meno di ringraziarlo mentalmente per la speranza che riesce ad emanargli con quelle parole.

_ _ _

Ecco a voi il secondo capitolo!
Innanzitutto vorrei ringraziarvi per le bellissime recensioni! Avevo un po' di paura perchè non ero certa che l'idea potesse piacere, ma le vostre parole mi dicono il contrario e ciò mi fa tantissimo piacere *-*
Ammetto che quando ho deciso di scrivere questa storia, l'idea che Emma potesse cancellare Killian dalla sua memoria quasi la odiavo, perchè sappiamo tutti che Emma Swan è una tosta. Ma poi mi sono detta che nonostante la sua forza, Killian è sempre il suo "vero amore", quindi dovevo appunto trovare un modo drastico perchè lei riuscisse a cancellare la sua sofferenza. Beh, dire che la sua decisione è stata drastica, è poco xD Persino io nel scrivere questi capitoli ogni tanto mi arrabbio con lei per la scelta che le ho fatto fare ahah

La canzone scelta per questo capitolo è "The Blower's Daughter" di Damien Rice. Ve la consiglio, come sempre, anche se è una di quelle canzoni che ogni volta che la ascolto, vorrei strapparmi il cuore dal petto. Ma mi sembrava perfetta per questo capitolo, specialmente la frase "No hero in her sky", perchè appunto, avendo Emma dimenticato Killian, non c'è più alcun eroe nel suo cielo.
Detto questo, spero con tutto il cuore che vi piaccia e aspetto con ansia le vostre recensioni! *-*

Mary*

   
 
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