Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: IwillFindYou    07/02/2016    2 recensioni
Come sarebbe andata se, dopo il sacrificio di Killian Jones, Tremotino non avesse mai riacquistato il potere della magia oscura, ed Emma non fosse mai riuscita ad andare nell'Oltretomba per riprendersi l'amore della sua vita?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Chapter 1.

I don't wanna be down and I just wanna feel alive and get to see your face again, once again.

_ _ _

Tre anni dopo.

Le strade di Storybrooke sono totalmente deserte dopo le dieci di sera. Infondo non c'è molto da fare dopo quell'ora in una cittadina così piccola. Inoltre è pieno inverno e l'asfalto è ricoperto da un sottile coltre bianca, data dalla prima nevicata della stagione.
E proprio su quel leggero manto bianco, vi sono calcate delle impronte irregolari di quella che sembrerebbe una camminata tentennante, come se la persona che le ha lasciate, più che camminare, stesse trascinando i piedi lungo la strada.
Le orme s'interrompono a poche decine di metri dal unico caffè aperto a quell'ora della notte: Granny's. E proprio dove esse finiscono, vi è colui che le ha marcate.

Killian Jones si guarda attorno quasi shoccato. Sente il suo stesso corpo pesargli sulle gambe, che sembrano cedere ogni volta che prova a fare un passo. Ha le mani gelate dal freddo, i polpastrelli delle dita ormai insensibili e non sa cosa darebbe per avere la sua fiaschetta di Rum, per poter riscaldare la gola secca.
Si appoggia al muro di mattoni del edificio di fronte al locale e riprende fiato. Riempe i polmoni d'aria e li svuota sospirando profondamente.
Non ha idea di quanto tempo sia trascorso dalla sua morte e, soprattutto, non ha idea di come abbia fatto a tornare in vita. Il suo ultimo ricordo risale proprio ai suoi ultimi istanti di vita, dove riusciva a vedere il volto disperato di Emma che lo guardava accasciarsi a terra dopo che lui gli aveva accarezzato la guancia bagnata delle sue stesse lacrime. Da li in poi, il vuoto. Il pensiero di quel momento gli stringe il cuore.  Probabilmente, pensa, è giusto non avere ricordi dopo la morte, infondo non capita tutti i giorni di ritornare nel mondo degli esseri viventi.

  Dopo essersi risvegliato, ha sprecato oltre un'ora per distruggere la bara di cristallo nella quale si trovava, in quella che presume sia la cripta di famiglia di Regina Mills. Ancora non capisce perchè il suo corpo sia stato conservato in quella cava, piuttosto che sotto terra nel cimitero.
Il rumore della campanella della porta di Granny's attira la sua attenzione, quasi spaventandolo. Si nasconde dietro al muro e osserva le persone che in quel momento stanno lasciando il Diner. Quando le sue iridi bluastre si soffermano su una delle due sagome che hanno appena varcato l'uscita, il suo cuore perde un battito, e un altro ancora.

Swan.

Non sa quanto tempo è trascorso, ma la sua Emma è ancora più bella, se possibile, di come la ricordava. La sua chioma del colore del sole le ricade lungo la schiena in piccole onde. Il suo sorriso.. Dio il suo sorriso è quasi accecante, per quanto perfetto. Il cuore gli fa quasi male per quanto le fosse mancato quel sorriso, che era certo non avrebbe mai più rivisto. La vede avanzare a piccoli passi verso il suo maggiolone giallo, stringendosi nella sua solita giacca di pelle rossa.
Sorride nel ricordare quanto lei ami quella giacca e come non se ne separa mai durante l'inverno. Non si capacita ancora di averla a pochi passi da lui e non riesce a fare a meno di osservarla in totale adorazione, incapace di rendersi conto di quanto la sua presenza lo faccia sentire vivo di nuovo.

"Sicura che non vuoi che ti riaccompagno a casa?" La voce della persona che è uscita insieme ad Emma dal locale attira la sua attenzione. Non è una voce che lui conosce, o almeno, non una che ricorda.
Vede l'uomo camminare dietro di lei, per poi fermarsi al suo fianco, posando una mano sul tettuccio della macchina. Dalla posizione in cui si trova riesce a vederlo solo di spalle. L'unica cosa che nota, sono le spalle larghe e i capelli biondo cenere.

"Ho bevuto solo una birra, Nate. Sto bene." Lei sorride, poggiando una mano sulla spalla dello sconosciuto. "Devo andare. Henry è a casa da solo."

"Emma, non è più un bambino. Ha 16 anni. E non credo gli dispiaccia stare da solo a casa."

Henry ha sedici anni? Ma come..

"Lo so, ma a me non piace lasciarlo da solo." L'uomo si lascia scappare una piccola risata, e la bionda lo schiaffeggia scherzosamente sul collo. "Smettila di prendermi in giro perchè mi preoccupo per lui."

"Tu ti preoccupi troppo. Ma è anche per questo che ti amo."

In quel istante, Killian si sente soffocare. Riesce a sentire il cuore che si frantuma in piccoli pezzi e la terra sembra mancarle sotto i piedi. Tornando dal mondo dei morti così all'improvviso, di certo questa scena era l'ultima alla quale avrebbe voluto assistere.  L'ultima cosa che riesce a sentire, prima di allontanarsi, è la voce di Emma che, con tutto l'amore che possiede in corpo, gli sussurra tra le labbra la stessa frase. E il suo cuore si spezza ulteriolmente a quelle parole, che una volta appartenevano solo a lui.

"Ti amo anche io. Buonanotte."

- - - - - - - - - -

Si ritrova a girovagare senza una meta precisa e, senza rendersene conto, finisce per raggiungere il piccolo porto di Storybrooke. Si siede su una delle panche che si affacciano sul orizzonte e porta la testa tra le mani.

Che ti aspettavi? Che l'amore della tua vita ti aspettasse per sempre? Che credesse che saresti tornato?

Non si capacita del fatto che siano trascorsi tre anni dalla sua morte. E forse per puro egoismo sperava che lei attendesse il suo ritorno, per quanto impossibile potesse essere. Ma ovviamente si sbagliava. Non che possa avercela con lei per essere andata avanti. Infondo Killian voleva, vuole la sua felicità. Ma allora che senso ha essere tornato in vita, se l'unica ragione, l'unica persona che poteva volerlo indietro, ora è felice insieme ad un'altro che non è lui?
Il modo in cui Emma guardava quel uomo era lo stesso con il quale una volta guardava lui, pieno di amore e dolcezza. Ricorda la fatica con la quale è riuscito ad entrare nel suo cuore circondato da muri insommortabili e si domanda se anche quello sconosciuto abbia dovuto soffrire quanto lui per avere la fortuna di essere amato da lei.

Alza il capo e sofferma lo sguardo sul manto scuro che si espande davanti a lui. Riempe i polmoni dell'aria del oceano e si rende conto che quel odore di salsedine gli era mancato immensamente. Il mare era sempre stato la sua casa, quindi non si sorprende se i suoi piedi lo hanno portato inconsciamente fino al porto. Si guarda intorno e si chiede che fine abbia fatto il suo secondo grande amore, la sua Jolly Roger. Cosa darebbe per poter navigare a bordo della sua nave ancora una volta.
Il rumore delle onde che si infrangono sulle scogliere sembrano calmare il dolore del suo cuore infranto. Prova una strana sensazione nel sentire il battito cardiaco che rimbomba sul suo petto. Si era abituato a sentire solo il vuoto dentro il suo corpo e ora, dopo quella che gli è sembrata un'eternità di silenzio, sentire il cuore che martella nel torace, i polmoni che si espandono ad ogni respiro, il sangue che scorre fluido nelle sue vene, quasi lo terrorizzano. Ma tutte queste sensazioni non lo spaventano tanto quanto il fatto di essere tornato in vita e nello stesso momento, aver perso il suo più grande amore.

I suoi pensieri vengono bruscamente interrotti dal rumore dei passi di qualcuno che si avvicina lentamente verso di lui. Il pirata scatta in piedi, quasi perdendo l'equilibrio e, senza restare a guardare chi possa essere, comincia a correre. Non arriva molto lontano, il suo corpo è ancora troppo debole per riuscire a sostenere una corsa frenetica, così si nasconde dietro un albero e riprende fiato. Sente ancora una volta gli stessi passi a pochi metri dietro di lui, ma non ha più la forza di scappare.

"Chi va la?!" Nel sentire quella voce, Killian s'irrigidisce, incapace di decidere se uscire allo scoperto o scappare con le poche forze che gli rimangono in corpo. Sospira, ormai arreso e opta per voltarsi e affrontare la persona che lo ha appena trovato. Infondo, non può nascondersi per sempre.

Quando l'uomo si gira verso l'ombra che lo inseguiva, il respiro sembra strozzarsi nella sua gola. Corruga la fronte e lo osserva per pochi secondi, prima di realizzare che colui che lo stava seguendo è qualcuno che lui conosce fin troppo bene. All'inizio fatica a riconoscerlo. La sua voce è leggermente più profonda di come la ricordava, la corporatura più robusta e la sua statura è aumentata di diversi centimetri.

"Henry?" Il ragazzo sgrana gli occhi, per poi sbattere le palpebre diverse volte prima di riuscire ad aprire bocca.

"Hook?" I due si guardano a distanza, entrambi indecisi se sia il caso di avvicinarsi all'altro. Infine Henry decide di fare il primo passo, senza mai staccare gli occhi da quelli del capitano. "Sto delirando?" Si chiede a voce bassa, ma non abbastanza, poichè l'uomo riesce a percepire le sue parole, scoppiando per la prima volta in una piccola e sincera risata.

"Se tu stessi delirando, io non potrei fare questo." Killian allunga una mano verso il ragazzo, scompigliandoli i capelli, come era solito fare quando lo salutava o lo prendeva in giro. è allora che Henry realizza.

"Non ci credo!" Le labbra del giovane si espandono formando un grande sorriso. Non ci pensa due volte prima di lanciarsi sul uomo e stringerlo in un abbraccio. I due rimangono immobili per qualche secondo e Killian riesce a sentire le lacrime invadergli gli occhi. Eppure lui non piange mai. "Ma come fai ad essere qui? Come hai fatto a tornare in vita? Ieri sono andato alla cripta e tu eri li e ora sei qui e.."

"Whoa, calma, calma." Il pirata stringe le spalle del ragazzo e lo osserva, notando la felicità dipinta sul suo giovane volto. è in quel momento che si rende conto che forse Emma non era l'unica persona che lo avrebbe rivoluto indietro. Forse. "Ti prometto che risponderò a tutte le domande che mi vorrai fare, ma prima dimmi.. che diavoli ci fai in giro a quest'ora?" Henry alza gli occhi al cielo quasi divertito.

"Sul serio? Tre anni che non mi vedi e ti preoccupi perchè sono in giro alle undici di sera?"

Giusto, tre anni. Il ragazzo non è più un bambino.

"Hey, scusa se mi preoccupo." Nel pronunciare quelle parole, gli torna in mente la scena di poco prima davanti a Granny's. L'eco della voce di Emma risuona nella sua testa improvvisamente e non riesce a fare a meno di pensare a lei. "è che poco fa ho visto tua madre. So che stava tornando a casa perchè tu eri da solo."

"Hai visto la mamma?" Lo sguardo del ragazzo diventa indecifrabile. Corruga la fronte e lo guarda quasi preoccupato. "Le hai parlato?" Chiede con tono irrequieto.

"No! No, lei.. non mi ha visto. Stava uscendo da Granny's insieme ad un certo Nate.. sono andato via prima che potessero vedermi.." Henry riesce a percepire la sofferenza nelle parole di Hook. Posa una mano sulla sua spalla in segno di conforto.

"Mi dispiace Killian." Il ragazzo abbassa lo sguardo, indeciso se sia il caso di dirgli la verità oppure se aspettare che sia qualcun altro a dirglielo. "In realtà c'è una cosa che dovresti sapere ma.."

"No, non voglio sapere. Per oggi ne ho abbastanza con le sorprese e  ho la testa che mi scoppia." Porta una mano sulle tempie e con due dita le sfrega in circoli. "Non ho nemmeno idea di dove andare, visto che non ho nemmeno un posto dove dormire." A quelle parole, sente il giovane sogghignare divertito.

"Invece ti sbagli." Lo rincuora. Killian innarca il sopracciglio confuso e lo osserva frustrato.

"Non vengo a casa di tua madre, se è quello che hai in mente." Lo rimprovera.

"Per la precisione, quella casa è anche tua, visto che l'hai scelta tu." L'uomo sgrana gli occhi sorpreso. Per qualche strana ragione era convinto che quella casa fosse stata rivenduta nel momento stesso in cui lui aveva lasciato questo mondo. "Ma tranquillo, non pensavo di portarti li. Vieni." I due si avviano lungo il porto, raggiungendo l'entrata in legno che porta alle barche ancorate sulla riva.

"Non mi farai dormire in un peschereccio puzzolente." Henry gli lancia un'occhiataccia, in cuor suo felice di sapere che il pirata non ha perso il suo sarcasmo.

"Ecco. Ora fermati e ascolta." L'uomo lo guarda confuso. I due rimangono in silenzio per qualche secondo, quanto basta per riuscire a sentire il leggero scricchiolio di legni che si sfregano ad ogni movimento dell'acqua. Quel rumore gli è famigliare, e non ci mette molto a capire che cosa sta ascoltando.

"La Jolly Roger." Sussurra sorpreso. Il cuore gli si riempie improvvisamente di gioia mentre sente Henry prenderlo per la manica della giacca per poi trascinarlo sulla passerella, fermandosi sul unico posto vuoto,dove non vi è alcuna nave ancorata.

"Mamma -Regina- ha fatto un incantesimo di occultamento. Nessuno sa che la Jolly Roger è qui, tranne lei, io, Robin e il piccolo Roland." Il ragazzo raggiunge la piccola scalinata che porta al interno della nave, consigliando a Killian di seguire i suoi passi, poichè la barca è invisibile esternamente.

"Dio, credevo che non l'avrei mai più rivista." Si guarda attorno e nota con sorpresa che nulla è cambiato. è perfetta, proprio come la ricordava. Ogni cosa è al suo posto e sembra quasi tirata a lucido per quanto è pulita.

"Prima, mi hai chiesto che ci facevo in giro a quest'ora. Beh, ero qui. Ci vengo quasi tutti i giorni, la maggiorparte delle volte insieme a Robin e Roland." Spiega il giovane, salendo sulla parte superiore della nave. "Ti va bene passare la notte qui?"

"Non c'è posto migliore direi." Sorride il capitano, sfiorando con la punta delle dita il legno del timone.

"Giusto perchè tu lo sappia, il timone non funziona, quindi non puoi scappare, in caso tu ci stia pensando."

"Come sarebbe a dire che non funziona? Pensavo ti fossi preso cura della mia nave, non che me l'avessi rotta!" Lo rimprovera, spiazzato dall'intelligenza del ragazzino. Ammette che l'idea di scappare lontano gli aveva sfiorato la mente.

"Robin lo ha scollegato dalle eliche direzionali, per precauzione che qualcuno provasse a rubarla se avessero scoperto che la nave è ancorata qui. Il timone gira a vuoto, ma si puo sistemare."

"Mmmh. Ok, è stata una buona idea." I due raggiungono la stiva, e Killian nota con piacere che il letto è sistemato con tanto di coperte e il baule sotto ad esso è pieno di provviste alimentari. "Immagino che queste servano per le nottate fuori casa?" Dice, prendendo in mano un pacco di patatine.

"Diciamo che ogni tanto ci piace venire a dormire qui, è rilassante."

"Puoi dirlo forte." Il pirata si siede sul letto, sprofondando poi la schiena sul materasso. "Posso chiederti una cosa?" Killian annuisce allontanandolo quanto basta per guardarlo negli occhi. "Come hai fatto a..beh..resuscitare?" Il capitano gli sorride, sapendo di non avere una risposta alla sua domanda.

"Sinceramente, non ne ho idea amico." Dice sincero. "è strano.. ma è come se non me ne fossi mai andato. Come se mi fossi risvegliato da un lungo sonno, con la differenza che sono passati tre anni."

"Quindi non ricordi nulla?"

"Nulla." Henry lo osserva attentamente e sa che l'ex pirata gli sta dicendo la verità. "Dovresti tornare a casa. Tua madre avrà già organizzato una squadra di ricerca per trovarti. Avremo tempo per parlare. E ti prego, non dire ancora a nessuno che sono..tornato." Si, gli sembra ancora strano dire che è tornato.

"Non lo dirò a nessuno. Domattina prima di andare a scuola passo a trovarti." L'uomo annuisce con un piccolo sorriso disegnato sulle labbra. Si alza per riaccompagnarlo alla passerella e, quando lo saluta, Henry  torna ad abbracciarlo.

"è bello riaverti a casa, Killian. Mi sei mancato." Quelle parole gli riscaldano l'anima. Se ore prima il suo ritorno gli era sembrato totalmente inutile, ora capisce che non è solo Emma la persona per la quale sarebbe valsa la pena tornare. Sorride e quasi non ci crede.

"Mi sei mancato anche tu, Henry. è bello essere di nuovo a casa."
 

----------

Evening my pretties!
Eccoci di nuovo qui, con il primo capitolo di Take Me Home. Killian è tornato... SHOCKER, scommetto che nessuno se lo aspettava (*inserire emoji sarcastica qui*).
Sono passati tre anni, Killian resuscita dalla morte e, ops non si ricorda assolutamente di cio che puo essere successo nell'Oltretomba. Ovviamente più avanti cominceremo ad esplorare cosa puo essere successo o meglio, come Killian possa essere tornato in vita ;)

Piccola osservazione: sappiate che non usero mai i nomi dei nostri adorati personaggi in Italiano xD Hook non verrà mai nominato come Uncino, Rumple come Tremotino ecc ecc. è più forte d me, non riesco proprio ad usarli in Italino xD

La frase che trovate al inizio del capitolo, è tratta dalla canzone "Echo" di Jason Walker. Come al solito, vi consiglio di ascoltarla, è davvero bellissima *-*
Fatemi sapere che ne pensate e come sempre, le critiche sono ben accette!
See you in a week my pretties!
*Mary

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: IwillFindYou