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Autore: SerenaTheGentle    12/02/2016    1 recensioni
Amanda è una ragazza semplice e riservata, che concede difficilmente qualcosa a se stessa, ma convinta dalla sua migliore amica decide di fare un viaggio e di andare a trovare sua zia in montagna.
Proprio lì, nel posto più improbabile del mondo e nel modo più strano possibile incontra la persona che mai si sarebbe aspettata di trovare e che mai si sarebbe aspettata di imparare ad amare.
Edmund è un ragazzo di origini nobili e di famiglia molto ricca. Se ne frega dei suoi genitori e grazie ai soldi che i suoi nonni gli elargiscono fa spesso come gli pare. Ma arriva un punto in cui la vita lo mette di fronte a fatto compiuto e il signorino dovrà imparare a sostenersi con le proprie gambe. Lassù in una piccola casa sperduta in mezzo alle montagne avrà ciò di cui ha davvero bisogno e scoprirà di non sapere quanto una cosa sia importante quando non ce l'hai più.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 30

Pov Edmund

-Si può sapere per quale cazzo di motivo sei uscita?- le urlai contro nonostante fossimo di spalle.
-Potrei chiederti la stessa cosa brutto deficiente!- mi rispose lei gentilissima, ma questa volta non avrei mollato!
-Ero uscito altrimenti non mi avresti fatto uscire! L'ho fatto per te!-ero davvero incazzato stavolta.
-Ma cosa vuoi? Una medaglia? Sono morta di paura non trovandoti e già stavo pensando a dove saresti potuto andare, a come ritrovarti, al perché te ne fossi andato!- la sua voce si incrinò alla fine della frase e nonostante non potessi guardarla negli occhi perché eravamo legati schiena contro schiena, le strinsi una mano. La sua mano sinistra così piccola in confronto alla mia.
-Ho avuto paura di perderti...- mi sussurrò inclinando la testa verso sinistra e io d’istinto la girai verso destra per esserle ancora più vicino.
-Anche io... scusami.-
-No, scusami tu.- ebbi un disperato bisogno di guardarla, di abbracciarla, di baciarla, di farla mia, di farle capire cosa stavo provando in quel momento, la volevo far sentire al sicuro.
-Siete quasi adorabili.- una voce davanti a me mi fece scattare, ma mi accorsi di non potermi muovere.
–Non ti scaldare biondino, dovrai conservare un bel po’ di energie...- l’uomo girò per la stanza di Clotaire e Lucille fino ad arrivare davanti ad Amanda e io non potevo vederlo.
-...dopotutto ho tutte le intenzioni di distruggervi!- potei percepire un brivido scorrere tra le scapole di Amy, schiacciate contro le mie. Le strinsi la mano ancora di più e lei ricambiò.
-Come siamo silenziosi...- l’uomo si alzò e prima di andarsene mi guardò dritto negli occhi e lessi sete di vendetta.

“Seguii le tracce di sangue sulla neve e mi ritrovai a circa cento metri di distanza dalla casa, con il corpo di un uomo morto mezzo sbranato dai lupi e una freccia vicino un albero poco distante dall’uomo. Pensai subito ad Amanda, la freccia era sporca di sangue, forse aveva provato a difendersi oppure qualcuno o qualcosa aveva provato a farle del male.
Un urlo mi risvegliò dai miei pensieri e iniziai a correre, per quanto potevo, verso la casa. Era in pericolo e io non potevo permettere che le succedesse qualcosa!
-NO, lasciami!- Amanda cercava di liberarsi dalla stretta di qualcuno e io cercai di fare il meno rumore possibile. Arrivai ad una finestra e mi si gelò il sangue nelle vene a vederla accasciata a terra con il corpo di un uomo abbastanza giovane che la sovrastava.
-Ora starai buona  e mi lascerai fare!- l’uomo iniziò ad accarezzarle la guancia destra e Amy rimase completamente bloccata dal terrore.
–Sei davvero molto bella, Amandine...- Eh no! Questo proprio no!
Lei è solo mia!
Entrai di scatto dalla porta e mi buttai addosso all’uomo, che sorpreso non fece in tempo a tirare fuori la pistola, però fu abbastanza veloce da estrarre un coltello che poco non mi ammazzava.
Amanda urlò e mi tirò a sé, mentre il tizio sogghignava.
-Hai fegato ragazzino, purtroppo non ti basterà avec moi.- oh no, un altro francese del cazzo!
-Cosa te lo fa dire, stronzo?!- sbottai e capii, dalle unghie di Amy che mi stringevano la mano, che con quello non si poteva scherzare.
-Io modererei i termini...- l’uomo mi guardò con i suoi occhi che trasmettevano gelo.
-Altrimenti?- accidenti alla mia boccaccia!
-La mort?- il coltello stretto in pugno che armeggiava tranquillamente andò a bloccarsi sul pavimento a due centimetri dal mio piede destro. Okay, ora avevo capito...
-Vattene e lasciaci in pace!- urlò Amanda in preda al panico e questa volta fui io a cercare di fermarla.
-Tu non mi dici cosa fare!- l’uomo si accanì contro di lei e io urlai un “NO” disperato prima di non vedere più niente.”


Al mio risveglio mi ritrovai una coscia fasciata. Amanda mi aveva spiegato che dallo spavento e dal dolore ero svenuto e lei aveva provato a medicarmi alla bell’e meglio.
La sua voce mi urlava paura, disperazione e senso di colpa, senza parlarmi però.
 
Pov Amanda

Come era successo?
Il tempo si era fermato o ero io che lo percepivo diversamente?
Da quando la realtà aveva incominciato a scivolare?
Perché era successo?

Tutte queste domande non facevano che vorticarmi nervosamente in testa mentre Edmund dietro di me sospirava lentamente, forse per non farmi sentire che era terrorizzato, forse per me.
Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei affezionata in questo modo a lui?
Io no di certo!
Mi viene quasi da ridere. Un sorriso arriva timido sul mio viso e per un momento penso al fatto che nonostante questa sorpresa leggermente sconveniente chiamata Travis, quel periodo con Edmund mi aveva insegnato che amare era una cosa bellissima.
Amare lui era bellissimo.
Preoccuparmi se aveva freddo, fremere per un giudizio e un complimento su quello che avevo cucinato, osservarlo mentre dormiva beatamente sulle mie ginocchia, essere circondata dalle sue braccia, dirgli tutte le mattine “Buongiorno” e tutte ne sere “Buonanotte”, chiamarlo con nomignoli che avevo inventato, sentirlo ridere alle mie battute e ridere insieme a lui, ascoltarlo mentre mi parlava di sua sorella o della sua passione per gli sci, raccontargli delle mie sventure e accogliere i suoi baci che a mano a mano si erano fatti sempre più dolci e attenti.
Mi aveva detto che ero un piccolo spettacolo in quell’angolo sperduto di mondo.
Diceva, con gli sguardi incerti, che non era in grado di amare come tutti gli altri ragazzi, ma io lo sapevo che sotto quel mantello da macho man c’era un cuore più dolce del miele. Me lo dimostrava con tutti i gesti attenti nei miei confronti... Era persino andato a cacciare, senza saperlo fare, per non farmi uscire.

Mi aveva colpito e fatto sognare, prima che Travis distruggesse i miei castelli in aria.

 
   
 
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