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Autore: Giulz95    12/02/2016    1 recensioni
"-Grazie.- Accennò al cadavere dietro di lei. –Se non fosse…-
-Sei sola?- La interruppe. La ragazza lasciò un sospiro abbassando le spalle. Mentire non sarebbe servito a nulla.
-Sì.-
L’uomo la guardò per un secondo facendo scorrere i suoi occhi sulla sua figura. Devo avere un aspetto terribile. Fanculo, non che lui sia meglio. Non che nessun altro sia meglio. L’apocalisse arriva con una ventata di carne marcia e malnutrizione, condita con la scarsa igiene personale e la spossatezza. Cristo, devo fare davvero schifo. Slegò velocemente un paio di scoiattoli dalla corda e li lanciò ai piedi della ragazza, che alzò lo sguardo verso di lui. L’uomo alzò le spalle voltandosi verso il bosco, cercando con gli occhi una traccia della preda ben più grande. Della mia preda.
-Il cervo è mio.- E si incamminò sparendo tra la boscaglia."

PS: Per meglio comprendere gli avvenimenti precedenti alla storia vi consiglio di leggere la fanfiction su Wattpad "Novocaine". Il link è alla fine del primo capitolo, ed è un AU sui pentatonix durante l'apocalisse Zombie. Io ho solo aggiunto un personaggio e rivisitato alcune cose. Diciamo che l'ho usata come spunto, ecco.
Buona Lettura!
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Glenn, Lori Grimes, Nuovo personaggio, Sophia Peletier, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Devil's backbone'
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La corsa era stata lunga e faticosa, e la sua concussione non l’aiutava certo a stare al passo con i tre uomini. Si era fatto buio ormai, ma dovevano tornare. Rimanere in città a passare la notte era comunque troppo pericoloso e dovevano arrivare all’accampamento prima di Merle. Julie guardò Daryl per un secondo. Era la seconda volta che le salvava la vita. Lei lo aveva fatto una volta sola, nel vicolo. Non erano pari, ma aveva dimostrato qualcosa.
Quando sentirono gli spari e le urla, la ragazza pensò al peggio.
Corsero il più velocemente possibile su per la collina, Rick davanti a Daryl e Glenn e lei dietro di loro. Arrivarono in tempo per trovare il campo invaso da putrefatti. Molte delle persone che aveva visto quella stessa mattina erano morte, i cadaveri a terra. Sparò ad uno zombie chinato su un corpo a pochi metri da lei quando sentì l’urlo di una bambina provenire dalla sua destra, tra la boscaglia. Corse il più velocemente possibile per vederla circondata da quattro putrefatti. Ne colpì due dalla distanza, uno con l’impugnatura del fucile e l’altro, che si stava avventando sulla bambina, con il coltello che aveva velocemente estratto dalla sua cintura. La bambina continuava ad urlare, in preda al competo terrore. Non si era resa conto che fossero così isolate rispetto agli altri. Se continuava ad urlare così ne avrebbe attirati altri. Si chinò leggermente guardandola negli occhi.
 
-Ehi, ehi! Stai bene?- La prese per un braccio. –Ragazzina, stai bene? Ti hanno preso?-
 
La bambina scosse la testa continuando a piangere e Julie si guardò attorno. Ne arrivavano altri, almeno sei. Tirò la ragazzina dietro di lei e si preparò ad affrontarli.
 
-Stammi dietro, va bene? Agganciati a me.-
 
Sparò due colpi abbattendo due zombie ma il terzo proiettile non uscì dalla canna. Maledizione, le munizioni. Mi manca il mio arco. Tenne il coltello stretto in mano e indietreggiò di qualche passo, prima che il resto degli zombie cadesse davanti a lei. Daryl le corse in contro.
 
-State bene?- Urlò per farsi sentire sulle grida e gli spari. Julie annuì, si voltò e prese il polso della bambina prima di seguirlo fuori dalla boscaglia, dove la situazione si era calmata. Non appena furono in linea visiva con il gruppo di sopravvissuti al centro dell’accampamento senti la bambina strattonarsi dalla sua morsa e correre verso una donna in lacrime, i capelli tagliati corti e grigi.
 
-Sophia!!-
 
-Mamma! Mamma!-
 
Rick stava abbracciando la sua famiglia, Sophia e sua madre facevano lo stesso, così come la famiglia di Morales. Aveva riconosciuto un altro nucleo di persone molto legate fra loro durante la sua breve permanenza: Dale e le due sorelle dai capelli biondi. Dale era in piedi, voltato verso il camper, così come anche tutti gli altri superstiti. Julie fece qualche passo in avanti e le vide. La più grande, quella che l’aveva attaccata quel mattino era chinata sul cadavere di sua sorella minore.
 
-No… No Amy! Amy!-
 
Daryl le lanciò uno sguardo eloquente prima di voltarsi e sparire dalla sua vista.
Se mi avesse ascoltato, se fossimo scappati con le armi…
Sarebbe stato anche peggio.
 

 ...

 
 
Le azioni meccaniche l’avevano aiutata a superare i momenti peggiori. La ripetitività del pulire l’arco, controllare la tensione della corda, assicurarsi che tutte le frecce fossero abbastanza affilate, affilare il suo coltello con una pietra… Poteva concentrarsi su qualcosa che non fossero i cadaveri di quella gente. Non li conosceva. Non doveva essere lì e non aveva nessun diritto per disporre dei loro corpi. Aveva bisogno di frecce e per puro caso aveva trovato dei rami abbastanza leggeri e resistenti da poter utilizzare fino a che non ne avesse trovate di altre. Stava seduta appoggia ad un tronco, l’odore di carne bruciata le riempiva le narici anche a quella distanza dal campo, ma almeno non doveva vedere. La lama scorreva sulla superficie del ramo, perfezionandolo e creando una punta alla sua estremità. Dall’interno verso l’esterno, fino in fondo.
 
 
Avi l’aveva trovata così due giorni dopo il motel. Seduta con la schiena appoggiata al copertone della jeep, i suoi movimenti veloci e precisi sul legno. La guardò per un po’ da dietro il cofano. Stupida macchina, potevi resistere ancora qualche chilometro? Non aveva ancora parlato, gli aveva chiesto solo di levarsi il sangue da dosso, perché l’odore le faceva venire da vomitare. Tornò a maneggiare con il motore della sua Range Rover prima di sentire il rumore del metallo cadere sul cemento seguito da un respiro profondo. In un attimo era accanto a lei, la mano destra imbrattata di sangue premeva sul polso sinistro. Non alzò nemmeno lo sguardo per incontrare il suo. Avi aprì velocemente la portiera posteriore tirando fuori uno straccio pulito e tornando da lei, si inginocchiò pressando sulla ferita. Non lo guardava ancora.
“Siamo vivi. Tu sei viva. Abbiamo attraversato l’inferno e siamo usciti dall’altra parte, io e te. Vuoi mandare tutto a puttane, dopo tutto questo?”
“Siamo soli.” La sua voce lo spaventò.
“No. Non sei sola. Non sarai mai sola.”
 
 
Un rumore dietro di lei la fece voltare di scatto, il coltello stretto nella sua mano. Quando da un albero uscì la figura esile della bambina bionda che aveva salvato la notte prima. Abbassò il coltello e respirò profondamente, accennandole un sorriso.
 
-Ciao.-
 
-Ciao.- Le rispose la ragazzina, senza avvicinarsi.
 
-Come stai? Tutto bene?-
 
-Stai… Lo sai che stai piangendo?-
 
Julie alzò la mano passandosela sulle guance e stupendosi delle sue lacrime. Se le asciugò prima di voltarsi di nuovo verso di lei.
 
-No, sto bene. Non preoccuparti.- Notò che la bambina rimaneva in piedi a qualche metro da lei, rimanendo in silenzio. –Come ti chiami?-
 
-Sophia…- La sua voce era così dolce… Tutto in quella bambina non faceva altro che peggiorare il suo umore. Troppo dolce per un mondo così.
 
-Sophia… È un bel nome.-
 
-Tu come ti chiami?-
 
-Io mi chiamo Julia.- Le sorrise. –Tua madre sa che sei qui?-
 
Sophia alzò le spalle. –Non voglio vedere.- Julie annuì. –Tu perché non sei con gli altri?-
 
-Perché ho finito le mie frecce. E devo costruirne delle altre prima di ripartire.-
 
-Te ne vuoi andare?- La bambina sembrò triste a quella domanda.
 
-Non c’è nulla per me qui.- Julie le sorrise dolcemente prima di ricominciare il suo lavoro sulle frecce.
 
-Posso… Posso stare qui con te per un po’?-
 
-Certo.- Sorrise. –Ma non sederti troppo vicina. Il coltello e le schegge, sai.-
 
-Lo so…- Sophia si sedette a gambe incrociate a qualche metro da lei. –Anche il signor Dixon lo fa ogni tanto.-
 
-Daryl?-
 
La bambina annuì.
 
-Come mai sei da sola?- Julie si fermò per un secondo a quella domanda, ma cercò di non dare a vedere la sua tristezza.
 
-Avevo un gruppo prima.-
 
-Sono morti?-
 
Si girò a guardarla, ma la bambina era impegnata a giocare con un filo d’erba ai suoi piedi.
 
- Sì, sono… Non ci sono più.-
 
-Anche mio padre non c’è più, ma non sono triste. Non ho neanche pianto per lui.-
 
Julia non sapeva cosa dirle, così decise di non dire nulla. Dopo qualche secondo di silenzio Sophia parlò di nuovo.
 
-Ti piacciono le margherite?- La bambina sorrise.
 
-Mi piacciono molto, Sophia.-
 
-Posso raccogliertene un mazzo?- Si alzò in piedi. –Sai, per ringraziarti.-
 
-Per cosa?-
 
-Per ieri sera.-
 
-Non c’è bisogno che mi ringrazi. Ma se vuoi raccogliere dei fiori puoi farlo. Rimani qua vicino però.-
 
-Ragazzina.- La voce di Daryl fece saltare entrambe. Julie si voltò a guardarlo. Non l’aveva sentito. Immagino che dopotutto sia un buon cacciatore. –Tua madre ti sta cercando.-
 
-Ma… Non voglio…-
 
-Sophia?- la bambina si voltò verso Julie, che le sorrise. –Torna al campo. Poi andremo a cercare dei fiori insieme, se tua madre è d’accordo, ti va?-
 
Sophia sorrise leggermente e annuì prima di sparire verso il campo. Erano pochi metri e la strada era ben visibile. In più era arrivata da sola fino a lì, poteva anche tornare indietro.
 
Daryl parlò dopo qualche minuto, il suo tono severo.
 
-Starai seduta qui a piangerti addosso tutto il giorno?-
 
-Non mi sto piangendo addosso.-
 
-Stai piangendo. Stavi. Prima che arrivasse la bambina.-
 
-Non sono affari tuoi, Daryl.- Si voltò, distogliendo lo sguardo dal suo.
 
-Pensavo non ti importasse nulla di queste persone.-
 
-E a te? Importa?- L’uomo alzò le spalle incrociando le braccia sul petto. –Ti importa. Altrimenti saresti venuto con me.-
 
-Se fossimo spariti con le armi sarebbero morti tutti.-
 
-Beh, hanno lasciato tuo fratello indietro. Io lo chiamerei Karma.-
 
L’uomo annuì di nuovo mordendosi il labbro senza che lei vedesse.
 
-Dovresti alzare il culo e venirci a dare una mano con i corpi.-
 
Julie non rispose, non emise un fiato, ma soffiò su una delle frecce per eliminare l’eccesso di legno truciolato e prese un altro ramo.
 
-Senti un po’ donna, non mi interessa da dove sei uscita e qual è il tuo turpe passato. Se hai intenzione di stare con noi…-
 
Julie scattò in piedi guardandolo dritto negli occhi.
 
-"Voi"? Hai passato gli ultimi due giorni a cercare tuo fratello dopo che questa gente lo ha abbandonato su un tetto, probabilmente a morire, e adesso improvvisamente c'è un "voi"? - Aveva parlato con calma, ma Daryl non rispose. La ragazza sospirò chiudendo gli occhi per un secondo, prima di parlare di nuovo. –Me ne sarò andata prima del tramonto. Non conosco queste persone, e da quello che ho visto non mi interessa conoscerle. Non c'è nessun "noi".-
 
Si abbassò raccogliendo il suo zaino e le faretra con le nuove frecce prima di incamminarsi verso il bosco.
 
-Ehi.- Daryl la chiamò e lei si fermò voltandosi. –Non si possono più fare le cose da soli.-
 
Julie scosse la testa sorridendo. –Grazie per le scarpe Dixon.- E sparì nel bosco.

  
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