Capitolo 4:
NOVITÀ
Il cielo
semibuio aveva cominciato a striarsi di nuvole grigie e nere,
quelle cariche di pioggia. Presto un acquazzone si sarebbe abbattuto
sulla
città.
Mentre
camminavano, Lucas e Rachel raccontarono brevemente la loro
storia ad Amalia. Non scesero troppo nei dettagli, si limitarono
semplicemente
a dire che avevano una faccenda in sospeso con un Mietitore vestito di
bianco e
che erano settimane che lo cercavano. Non dissero che si trattava di
Richard,
visto che era probabile che pure Amalia lo conoscesse, visto che era
fidanzato
con sua sorella. Non volevano sconvolgerla troppo.
«Quindi...
volete andare al Jefferson Tunnel?»
«Proprio
così.»
«Ma...
la tua amica nemmeno si regge in piedi...»
«Sto
bene...» mugugnò Rachel,
infastidita. «Devo... devo solo...»
Si
staccò da X e si posò una mano sul petto. Aveva
cercato di
recuperare le
energie fino a quel
momento, ora doveva essere in grado di riuscire a curarsi. Chiuse gli
occhi ed
inspirò profondamente, poi diede l’ordine ai suoi
poteri. La mano si illuminò
di nero, una nube oscura si levò al di fuori di essa e le
avvolse il corpo. A
quel punto sentì la pelle formicolare. Contusioni e ferite
cominciarono a
sparire lentamente. I tagli si richiusero, la pelle nera dei lividi
assunse di
nuovo il colore pallido della carnagione della ragazza.
Non si
era vista ad uno specchio di recente, ma a giudicare da quanto
ci stava mettendo per guarire non doveva essere proprio nella migliore
delle
forme. Di sicuro, non poteva più essere quella ragazza che
ai tempi del collegio
veniva soventemente invitata ad uscire dai maschietti più
intrepidi.
«Ca...
cavolo...» sussurrò Amalia, guardandola
all’opera.
Finalmente
l’operazione terminò, e la nube nera si
ritirò da dove era
arrivata. Rachel espirò, poi riaprì gli occhi. Un
tenue sorriso si dipinse sul
suo volto, quando riuscì a voltarsi verso i suoi compagni
senza avvertire
nessuna fitta di dolore. «Visto? Come nuova.»
Lucas
ricambiò il sorriso, rivolgendole un cenno del capo.
La
corvina gli porse una mano. «Forza, andiamo al Jefferson
Tunnel.»
Spostò lo sguardo su di Amalia. «Tu
vieni?»
Komand’r
scosse la testa. «No grazie. Per oggi ne ho abbastanza di
basi nemiche. Ma se trovate qualche provvista fatemi sapere.»
«D’accordo.
Ti porto io Lucas, afferra la mia mano.»
«Rallenta un
attimo, Roth» fece
Lucas, tornando serio. «Adesso non andiamo proprio da nessuna
parte.»
«Cosa?
Ma...»
Il
ragazzo posò la sua mano ruvida e fredda su quella della
ragazza,
abbassandogliela. La guardò negli occhi, serio in volto.
«So che adesso che ti
sei curata stai decisamente meglio di prima, ma andare adesso al
Jefferson
Tunnel sarebbe un suicidio. Hai a malapena recuperato le energie per
curarti, e
ora vorresti volare fin là e combattere ancora?
Già te la sei vista brutta con
quello Spazzino. Non esagerare Rachel. Pretendi troppo da te stessa. So
che vuoi
andare da... loro, ma non adesso.»
Rachel si
mordicchiò l’interno della guancia, senza
distogliere lo
sguardo. Una parte di lei concordava con lui. Era esausta, non sarebbe
riuscita
a sostenere un altro scontro. Non contro un ingente numero di Mietitori
Conduit,
non contro il loro capo. Ad un’altra parte di lei, tuttavia,
tutto ciò non preoccupava
minimamente. Doveva rivedere
Richard, doveva
cercare di salvarlo. Doveva farlo e basta.
Eppure,
lo sguardo di Red X sembrava intransigente. Era la primissima
volta che lo vedeva così. Era preoccupato per lei, era
chiaro. In quegli ultimi
giorni la conduit aveva davvero esagerato. La sua ossessione per i
Mietitori
era cresciuta esponenzialmente, al contrario di Lucas, il quale,
più passavano
i giorni, più sembrava disinteressato alla faccenda. Il
ragazzo l’aveva seguita
per settimane, senza fare storie, quando, all’inizio della
loro collaborazione,
era sempre lui quello a decidere cosa fare. E Rachel se ne rese conto
solo
allora.
Distolse
lo sguardo da lui, imbarazzata. «Da quando ti preoccupi
così
per me?»
«Abbastanza»
replicò lui, posandole una mano sulla spalla. Restarono
in quel modo per un breve attimo, e la ragazza si godette la mano di
lui posata
su di lei.
«Oh,
che dolci che siete» commentò improvvisamente
Amalia,
sghignazzando.
Lucas si
incupì, poi si voltò verso di lei.
Sollevò il medio della
mano e glielo mostrò in tutto il suo splendore.
«Lo vedi questo? Ricordatelo
bene, ok?»
«Aspetta
Rosso, come hai fatto a farlo?» chiese lei con una finta
espressione da pesce lesso, mostrandogli a sua volta il dito medio.
«Così?»
«Accidenti,
come sei perspicace! Ed io che credevo che fossi un’oca
senza cervello!»
«Prego?!»
Rachel
ridacchiò questa volta, guardandoli litigare, ringraziando
il
proprio cappuccio per aver celato l’espressione che aveva
fatto quando aveva
udito le parole di Amalia.
***
Accompagnarono
Komi fino a casa sua. Non dovettero nemmeno allungare
il tragitto, tanto sarebbero dovuti passare lì in ogni caso.
La mora
entrò nel vialetto
della propria abitazione senza nemmeno dire una parola.
«Ciao,
eh» la rimbeccò Lucas, incrociando le braccia.
«A
mai più» sbottò allora la ragazza,
voltandosi verso di lui e
rivolgendogli un cenno della mano.
Il
ragazzo scosse la testa, fingendosi infastidito. «Tsk. Che
manier...»
Una
risata sommessa si diffuse nell’aria, facendo trasalire i
tre.
Proveniva da casa di Amalia. Di sicuro non era di Ryan, dato che il
timbro
sembrava quello di una voce femminile. E anche Komand’r
sembrò realizzare ciò,
perché si voltò verso la porta, per poi estrarre
lentamente la pistola dalla
tasca del cappotto.
«Amalia,
che stai...» Rachel cercò di chiederle cosa aveva
in mente,
ma la mora era già partita alla carica. Entrò in
casa sua come un tornado.
«Andiamo»
fece X, andandole dietro. A quel punto, a Rachel non restò
che imitarlo.
Varcata
la soglia, udirono grida spaventate, soffocate dalle minacce
di Amalia. I due partner corsero in salotto, aspettandosi il peggio,
ritrovandosi invece di fronte ad una scena che aveva quasi del comico.
Ryan si
stava sbracciando come un ossesso, cercando di far ragionare la
sorella, mentre
Amalia lo ignorava bellamente, puntando la pistola contro una ragazza
bionda
dall’altra parte del tavolino da caffè, che dal
canto suo stava cercando di
dire che era tutto un malinteso.
Il
risultato era un affollamento di voci dal quale non si riusciva a
carpire mezza frase di senso compiuto e un caos senza precedenti.
«Tara!»
esclamò Rachel incredula, rivolta alla ragazza bionda.
«Che
cavolo ci fai qui?»
«Ops.
Colpa mia...» borbottò Lucas, grattandosi la
guancia.
«Ragazzi!»
esclamò la bionda sollevata, quando li vide.
«Potreste
aiutarmi?»
«Cosa?
Vi conoscete?!» gridò Amalia, voltandosi verso di
loro.
«Abbassa
la pistola Komi!» esclamò a sua volta Ryan.
«Come
hai fatto a venire qui?» domandò Rachel a Tara.
«Io...»
«Le
avete detto dove abito?!» urlò ancora Amalia.
«Ragazzi...»
«Perché
avete...»
«Komi!»
«RAGAZZI!»
sbraitò Lucas, ergendosi con la voce sopra a tutti gli
altri. «Tappatevi la bocca!»
Il
gruppetto tacque improvvisamente. Si generò un silenzio
quasi
irreale dopo quel breve attimo di caos.
«Grazie.»
Il ragazzo in nero guardò Amalia ed indicò Tara
con un cenno
della testa. «Le ho detto io che eravamo qui, qualche ora fa,
ma non pensavo
che sarebbe venuta dal Neon.»
Tara
annuì come una forsennata. «Mi ha mandato un
messaggio!»
Rachel
inarcò un sopracciglio. Poi si ricordò. Lucas
stava usando il
cellulare qualche ora prima, quando erano in cucina in quella casa.
Dunque
stava massaggiando con lei. Perché quel pensiero le
suonò terribilmente
sgradevole?
«E
cosa ti fa credere di poter dire a cani e porci dove vivo,
Rosso?!»
domandò nel frattempo Amalia, avvicinandosi minacciosa al
ragazzo,
puntellandolo al petto con la canna della pistola.
«È
nostra amica, puoi fidarti di lei come ti fidi di noi»
replicò lui,
con calma.
«Non
ho mai detto di fidarmi di voi!»
«E
allora perché sei rimasta con noi per tutto questo
tempo?»
La
ragazza fece una smorfia. «Perché pensavo che
avreste potuto
aiutarmi, invece di...»
«Ascolta,
Komand’r...» si intromise Tara, avvicinandosi con
calma e
tenendo le mani bene in vista, per non allarmarla ulteriormente.
«Non volevo
assolutamente spaventarti. Io conoscevo tua sorella, Kori, e quando ho
saputo
che i suoi fratelli stavano bene, beh, ho voluto conoscerli.»
Sorrise guardando
Ryan, che dal canto suo distolse lo sguardo, arrossendo imbarazzato.
«Tuo
fratello mi ha fatta entrare. È stato molto
gentile.»
Amalia
osservò la nuova arrivata, con espressione dubbiosa. Non
sembrava ancora convinta al cento percento.
«E
poi...» Tara si avvicinò al divano, dove era
appoggiato uno
zainetto nero. Lo afferrò e lo aprì, per poi
rivolgere uno sguardo eloquente
alla mora. «Ho saputo della vostra caccia alle provviste... e
ho deciso di dare
il mio contributo.» Tirò fuori un barattolo di
cibo in scatola dallo zaino,
sorridendo.
Tutti i
presenti rimasero a bocca aperta. La bionda allargò il
sorriso, notando i loro sguardi. «Spero vi piacciano i
fagioli.»
***
Quella
casa non sembrava aver mai visto così tanti ospiti. In
cucina
non c’erano nemmeno abbastanza sedie per tutti loro,
così erano stati costretti
a mangiare nel salotto.
Tara e
Ryan erano seduti sul divanetto, mentre Amalia, Lucas e Rachel
sulle sedie, attorno al tavolino da caffè, ognuno di loro
intento ad ingurgitare
quanto più cibo possibile. I tintinnii metallici dei
cucchiai che affondavano
nei barattoli erano gli unici suoni presenti.
I fagioli
in scatola, freddi oltretutto, visto che non c’era
elettricità in casa, non erano il piatto preferito di
Rachel. Probabilmente
nemmeno quello degli altri presenti, ma non c’era molto da
fare gli
schizzinosi. E poi, quel cibo era stato davvero una manna dal cielo per
la
conduit. Solo mettendosi in bocca quel cucchiaio pieno di fagioli aveva
realizzato quanta fame e quanto bisogno di mettere qualcosa sotto i
denti
avesse.
Komand’r
sembrava ancora piuttosto riluttante all’idea di avere
così
tante persone in casa sua, ma di fronte al cibo doveva aver deciso di
fare buon
viso a cattivo gioco. Anche se non aveva smesso per un solo istante di
lanciare
occhiatine furtive a Tara. Ryan invece sembrava molto più a
suo agio, mentre
era seduto accanto alla stessa. A sua volta, la bionda cercava di tanto
in
tanto di attaccare bottone con i due fratelli, ma con scarsi risultati.
Il
rosso era piuttosto riservato, mentre Amalia non sembrava per nulla in
vena di
discutere.
Lucas e
Rachel erano seduti accanto, entrambi con gli occhi fissi sui
barattoli, immersi nel silenzio. Finché Corvina non decise
di romperlo,
approfittando anche dell’ennesimo tentativo di Tara di
chiacchierare un po’ con
i due fratelli di Kori. Parlò anche a bassa voce, per non
farsi sentire dagli
altri. «Così... messaggi con Tara...»
Il
ragazzo si voltò verso di lei, con ancora il cucchiaio
ficcato in
bocca, perplesso. Tirò fuori la posata, poi
domandò: «Sì, ogni tanto...
perché?»
Rachel
scrollò le spalle, rimestando il contenuto del suo
barattolo. «Così...
per curiosità...»
«Ah...
ok...»
Tra i due
scese di nuovo il silenzio. Lucas riprese a mangiare
tranquillo, finché Rachel non domandò di nuovo:
«E cosa vi dite?»
«Cosa
dovremmo dirci? Ce la contiamo, tutto qui.» Red X si
voltò di
nuovo verso di lei, posando il cucchiaio nel barattolo ormai vuoto, con
un
gesto che sembrava quasi infastidito. «Lei vorrebbe che tu le
raccontassi cosa
facciamo durante le nostre indagini, ma siccome tu non lo fai, allora
chiede a
me. Tutto qui. Ma poi, a te cosa importa? Saranno anche fatti
nostri.»
«C’è
un motivo se non le racconto nulla» replicò
Rachel, quasi
sibilando di rabbia. «Non voglio che sappia troppo, o che,
peggio, anche lei
decidesse di aiutarci. Finirebbe col farsi ammazzare!»
«Non
fare la moralista adesso, proprio tu che prima avevi detto ad
Amalia di non essere troppo severa con Ryan. Tara è grande,
e tu non sei sua
madre, tantomeno sua sorella. Può fare quello che vuole. E
comunque...» Lucas
sorrise, dando un colpetto al suo barattolo. «... non mi
sembra che il cibo che
ci ha portato ti sia dispiaciuto...»
«Questo...
è diverso...» mugugnò la corvina,
distogliendo lo sguardo
da lui.
Non
riusciva a crederci. Quando Lucas si era presentato al suo
appartamento per parlarle e si era ritrovato di fronte Tara, tra loro
era stato
odio a prima vista. Anzi, prima la bionda era quasi svenuta per lo
spavento,
quando si era ritrovato di fronte il brutto muso truccato di X. E
ciò,
ovviamente, aveva comportato diverse battute taglienti provenienti
dalla bocca
di Rosso. Insomma, il loro rapporto era cominciato parecchio male.
E ora,
dopo appena qualche settimana, saltava fuori che non solo i due
erano amici, ma si scrivevano pure. E Rachel nemmeno sapeva che i
telefonini
funzionassero ancora, in quella maledetta città.
Nel giro
di poco tempo Lucas era diventato più amico di Tara di
quanto
la corvina avesse fatto in anni. Forse era per quello che la faccenda
le dava
tutto quel fastidio. Di solito se ne sarebbe allegramente infischiata,
anzi,
era sorpresa che la cosa la punzecchiasse così tanto. O
forse davvero non
voleva che Tara si immischiasse nei suoi affari. O forse entrambe le
cose.
«A
proposito, Tara...» cominciò Red X, posando il
barattolo sul
tavolino. «Dove hai trovato questa roba?»
«Beh...»
La bionda finì di masticare, poi si ripulì le
labbra e
raccontò: «Diciamo che... mi ero preparata per
un’ eventuale fuga dal Neon, e
che queste erano le scorte d’emergenza che tenevo nascoste e
che avevo messo da
parte con il tempo. Ma poi mi hai detto che la situazione stava
peggiorando,
così ho deciso di condividerle... tanto non sarei mai
scappata da là...» Guardò
Rachel, quasi imbarazzata. «Lo avrei fatto anche prima, se
avessi saputo, ma tu
non mi avevi detto niente...»
«Rachel!»
esclamò Lucas, fingendo un odioso tono sorpreso.
«Perché non
glielo avevi detto? Lei voleva solo aiutarci!»
La
corvina gli rivolse un’occhiata incendiaria. Odiava quando si
comportava
così con lei. «Devo essermelo
dimenticato...» sibilò a denti stretti, in
risposta.
«Nessun
problema, davvero.» Tara le sorrise gentile.
In quel
momento Rachel avrebbe voluto soffocarla con un cappio di
energia nera. Tara si fingeva tanto buona e brava con lei, davanti agli
altri... peccato che nessuno di loro sapesse dell’odio
reciproco che quelle due
ragazze covavano dentro di loro.
La
biondina poteva incantare chi voleva con il suo bel faccino, ma non
avrebbe mai fregato la corvina. Non avrebbe mai dimenticato i loro
trascorsi.
Ed era certa che nemmeno Tara li avrebbe mai dimenticati.
Non era
colpa di Rachel se Garfield all’epoca era un adolescente in
piena tempesta ormonale che ammiccava a tutte le ragazze che vedeva. La
Markov
aveva ben poco da essere gelosa e attribuirle la colpa di tutto.
«Beh,
comunque...» La ragazza bionda posò il barattolo a
sua volta,
per poi tornare a guardare i presenti uno per uno, seria in volto.
«Il cibo non
è l’unico motivo per cui sono venuta
qui...»
Lucas
inarcò un sopracciglio. «Ah no?»
Tara
scosse la testa. «Vedete, questa mattina alcuni manifestanti
sono
andati a protestare al posto di blocco sul ponte South Bridge, avete
presente,
no?»
«Sì»
fecero i due partner.
«Io
no, che manifestanti?» domandò Ryan, perplesso.
«In
poche parole, alcune delle persone che odiano restare qui ad
Empire vanno tutti i giorni a protestare al posto di blocco del South
Bridge,
che come sai è il ponte che da Neon conduce fuori
città» cominciò a spiegare la
bionda, sistemandosi una ciocca di capelli ribelle dietro
all’orecchio. «Cercano
di convincere gli agenti di guardia ad aprire il cancello e farli
passare, in
sostanza. Non serve che ti dica che non ottengono mai nessun risultato,
ma,
questa volta, questa mattina, è stato diverso.»
Rachel
sgranò gli occhi, così fecero anche Lucas e
Amalia.
«Vedete,
questa mattina...» La Markov non sembrò riuscire a
reggere
tutti quegli sguardi posati su di lei, ed abbassò lo
sguardo. Tutti pendevano
dalle sue labbra, anche Rachel. «Questa mattina... non
c’erano guardie.»
Sollevò di nuovo lo sguardo, incrociando quello della
corvina. Non sembrava mai
stata così seria. «E il posto di blocco era stato
smantellato.»
«Cosa?!»
esclamarono tutti, in coro.
«È
la verità. All’inizio i manifestanti non erano
certi sul da farsi,
così hanno avvisato la polizia, che è subito
andata a controllare. In passato
alcune persone erano riuscite a superare il primo cancello, ma erano
state
fermate da un muro di mitragliatrici. Questa volta si voleva evitare un
altro
massacro, così gli agenti hanno proseguito con prudenza...
ma quando sono
arrivati al fondo hanno trovato l’avamposto vuoto e
smilitarizzato. Non c’è più
nessuno di guardia al ponte.»
Rachel
deglutì. Le orecchie cominciarono a ronzarle.
«Q-Questo
significa che...»
«Sì»
la anticipò Tara, annuendo lentamente. «Possiamo
uscire da
Empire.»
***
Shock.
Questa fu la sensazione che provocò Tara, dicendo quelle
parole. Un silenzio irreale era caduto nella stanza. Perfino Rachel era
sconvolta.
Nonostante lei avesse sempre avuto la possibilità di
andarsene in qualsiasi
momento, l’idea che il South Bridge fosse stato
smilitarizzato e che ora c’era
una possibilità di fuga vera e propria da
quell’inferno di città le infondeva
un misto di emozioni contrastanti. «Ma... e gli
elicotteri, la
contraerea, le guardie costiere, i...»
«Nemmeno
loro. Niente di niente.» Tara
incrociò le braccia. Perfino lei sembrava
turbata dalle sue stesse parole. «È sparito tutto.
Nessuno ha idea di cosa sia
successo... nemmeno la polizia. I notiziari non ne hanno parlato,
perfino
quell’agitatore che avvertiva dove venivano sganciate le
provviste non si è
fatto vedere. Non appena è giunta la notizia, nel Neon si
è scatenato un
putiferio. Voi eravate qui nel Dedalo, quindi non potevate saperne
nulla. La
gente ha impacchettato tutto quanto, è salita in auto e se
n’è andata. Non vi
dico la fatica che ho fatto per arrivare fino a qui, è stato
come nuotare
controcorrente. Il South Bridge è praticamente inagibile, a
causa di tutte le
persone che lo stanno percorrendo tutt’ora. Praticamente
l’intera città sta
uscendo da quel ponte. Gli agenti di polizia stanno cercando di far
evacuare la
zona con ordine, ma ci sono troppe persone. Credo che ne avranno ancora
fino a
notte inoltrata, forse anche fino a domani mattina.»
«E
gli altri ponti, invece?» domandò Lucas.
«Anche loro sono stati
smilitarizzati?»
«Nessuno
ha avuto il coraggio di andare a vedere» rispose la bionda.
«Con
gli Spazzini e i Primogeniti ancora a piede libero nel Dedalo e nel
Centro
Storico sarebbe stato pericoloso controllare. Se non altro nel Neon non
ci sono
più Mietitori.»
Rachel
sgranò gli occhi. I
MIETITORI!
La
ragazza saltò dalla sedia di colpo, facendola cadere a
terra. I
presenti si svoltarono verso di lei, con aria interrogativa.
«Ehi,
fa attenzione» sbottò Amalia. «Quella
sedia non è tua.»
Corvina non la sentì nemmeno. Guardava la stanza, i volti attorno a lei, ma non assimilava davvero le varie informazioni. Aveva uno sguardo spiritato.
«Rachel?» domandò Red X, perplesso,
quasi preoccupato. «Stai bene?»
«I-Io...»
La ragazza incrociò il suo sguardo. La guardava come se
avesse visto un fantasma. «Io...»
Non
terminò la frase. Diede le spalle a tutti loro e corse via.
Sentì
gli altri chiamarla a gran voce, ma lei non si voltò
nemmeno. Uscì di casa, le
grida dei ragazzi si confusero con i rimbombi provenienti dalle nuvole
nere
come la pece. Un’aria fredda e pungente si abbatté
su di lei, facendola
rabbrividire.
Piegò
le ginocchia, l’energia nera cominciò ad
investirle il corpo.
«Rachel!»
la chiamò ancora qualcuno dietro di lei. Si
voltò. Vide
Lucas uscire dall’abitazione, questa volta sembrava davvero
angosciato per lei.
«Che cavolo stai...»
Troppo
tardi. La corvina aveva già terminato di trasformarsi. Si
alzò
in volo un attimo prima che il ragazzo potesse terminare la domanda.
Svanì nella notte buia, accompagnata dalla caduta delle prime gocce di pioggia.
L'avevo detto che altri personaggi sarebbero apparsi. E avevo anche detto "alcuni amati e altri un po' meno". Purtroppo per lei, Tara è una di quei personaggi che rientrano nella seconda categoria. Amen.
Avrete notato la diffidenza che c'è tra la nostra beniamina Rachel e la nuova arrivata. Questo perché volevo essere fedele alla serie animata. Io sono uno che propende di più verso l'amicizia tra loro due, ma mi rendo conto che far partire la storia con loro due come migliori amiche sarebbe stato un po'... fuori luogo. Ma non voglio espormi troppo, solamente con il tempo ogni retroscena sarà chiaro.
E ora abbiamo i nostri Teen Titans 2.0.: Rachel, Lucas, Amalia, Tara e Ryan. La protagonista silenziosa ma letale, il leader che ancora non sa di esserlo, la maestra d'armi arrogante... e Tara e Ryan.
Questo capitolo ora apre un mucchio di scenari plausibili. Niente più posti di blocco, fine della quarantena ed eccetera. Restate aggiornati, perché siamo solo all'inizio!
Fatemi sapere le vostre opinioni, mi raccomando. Sono la cosa che più mi piace. Visto e considerato che sto spendendo non poco su questa fanfiction. In questo momento dovrei studiare Tecnologie Applicate, ma sono qui a scrivere questa nota che non sembra destinata a concludersi...
Sì, insomma, avete capito. Siete un numero a due/quasi tre cifre a leggere, fatevi sentire!