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Autore: edoardo811    13/02/2016    4 recensioni
Il mondo è finito. Come reagiresti se sentissi tu queste parole? Come reagiresti se potessi accertarti con i tuoi stessi occhi che queste parole sono vere?
Questo è ciò con cui Rachel è costretta a convivere ogni giorno. Quando vede la gente morire di fame per strada, quando vede l'ennesima banda di tagliagole generare il caos, quando è costretta a combattere fino allo stremo per la propria vita e per quella delle poche persone care che le sono rimaste.
Per quanto tempo può la volontà di una persona riuscire a resistere alle crudeltà che la vita riserva?
Si dice che l'ultima candela sia sempre quella che impiega più tempo a spegnersi, ma cosa potrebbe accadere quando anche la speranza cessa di esistere?
Rachel con i suoi poteri potrebbe distruggere l'intero creato. Che cosa se ne farà?
Li userà per aiutare il mondo... o per aiutare semplicemente sé stessa?
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raven, Red X, Robin, Slade
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'InFAMOUS: The Series'
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Capitolo 4: NOVITÀ

 

Il cielo semibuio aveva cominciato a striarsi di nuvole grigie e nere, quelle cariche di pioggia. Presto un acquazzone si sarebbe abbattuto sulla città.

Mentre camminavano, Lucas e Rachel raccontarono brevemente la loro storia ad Amalia. Non scesero troppo nei dettagli, si limitarono semplicemente a dire che avevano una faccenda in sospeso con un Mietitore vestito di bianco e che erano settimane che lo cercavano. Non dissero che si trattava di Richard, visto che era probabile che pure Amalia lo conoscesse, visto che era fidanzato con sua sorella. Non volevano sconvolgerla troppo.

«Quindi... volete andare al Jefferson Tunnel?»

«Proprio così.»

«Ma... la tua amica nemmeno si regge in piedi...»

«Sto bene...» mugugnò Rachel,  infastidita. «Devo... devo solo...»

Si staccò da X e si posò una mano sul petto. Aveva cercato di recuperare  le energie fino a quel momento, ora doveva essere in grado di riuscire a curarsi. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, poi diede l’ordine ai suoi poteri. La mano si illuminò di nero, una nube oscura si levò al di fuori di essa e le avvolse il corpo. A quel punto sentì la pelle formicolare. Contusioni e ferite cominciarono a sparire lentamente. I tagli si richiusero, la pelle nera dei lividi assunse di nuovo il colore pallido della carnagione della ragazza.

Non si era vista ad uno specchio di recente, ma a giudicare da quanto ci stava mettendo per guarire non doveva essere proprio nella migliore delle forme. Di sicuro, non poteva più essere quella ragazza che ai tempi del collegio veniva soventemente invitata ad uscire dai maschietti più intrepidi.

«Ca... cavolo...» sussurrò Amalia, guardandola all’opera.

Finalmente l’operazione terminò, e la nube nera si ritirò da dove era arrivata. Rachel espirò, poi riaprì gli occhi. Un tenue sorriso si dipinse sul suo volto, quando riuscì a voltarsi verso i suoi compagni senza avvertire nessuna fitta di dolore. «Visto? Come nuova.»

Lucas ricambiò il sorriso, rivolgendole un cenno del capo.

La corvina gli porse una mano. «Forza, andiamo al Jefferson Tunnel.» Spostò lo sguardo su di Amalia. «Tu vieni?»

Komand’r scosse la testa. «No grazie. Per oggi ne ho abbastanza di basi nemiche. Ma se trovate qualche provvista fatemi sapere.»

«D’accordo. Ti porto io Lucas, afferra la mia mano.»

 «Rallenta un attimo, Roth» fece Lucas, tornando serio. «Adesso non andiamo proprio da nessuna parte.»

«Cosa? Ma...»

Il ragazzo posò la sua mano ruvida e fredda su quella della ragazza, abbassandogliela. La guardò negli occhi, serio in volto. «So che adesso che ti sei curata stai decisamente meglio di prima, ma andare adesso al Jefferson Tunnel sarebbe un suicidio. Hai a malapena recuperato le energie per curarti, e ora vorresti volare fin là e combattere ancora? Già te la sei vista brutta con quello Spazzino. Non esagerare Rachel. Pretendi troppo da te stessa. So che vuoi andare da... loro, ma non adesso.»

Rachel si mordicchiò l’interno della guancia, senza distogliere lo sguardo. Una parte di lei concordava con lui. Era esausta, non sarebbe riuscita a sostenere un altro scontro. Non contro un ingente numero di Mietitori Conduit, non contro il loro capo. Ad un’altra parte di lei, tuttavia, tutto ciò non  preoccupava minimamente. Doveva rivedere Richard, doveva cercare di salvarlo. Doveva farlo e basta.

Eppure, lo sguardo di Red X sembrava intransigente. Era la primissima volta che lo vedeva così. Era preoccupato per lei, era chiaro. In quegli ultimi giorni la conduit aveva davvero esagerato. La sua ossessione per i Mietitori era cresciuta esponenzialmente, al contrario di Lucas, il quale, più passavano i giorni, più sembrava disinteressato alla faccenda. Il ragazzo l’aveva seguita per settimane, senza fare storie, quando, all’inizio della loro collaborazione, era sempre lui quello a decidere cosa fare. E Rachel se ne rese conto solo allora.

Distolse lo sguardo da lui, imbarazzata. «Da quando ti preoccupi così per me?»

«Abbastanza» replicò lui, posandole una mano sulla spalla. Restarono in quel modo per un breve attimo, e la ragazza si godette la mano di lui posata su di lei.

«Oh, che dolci che siete» commentò improvvisamente Amalia, sghignazzando.

Lucas si incupì, poi si voltò verso di lei. Sollevò il medio della mano e glielo mostrò in tutto il suo splendore. «Lo vedi questo? Ricordatelo bene, ok?»

«Aspetta Rosso, come hai fatto a farlo?» chiese lei con una finta espressione da pesce lesso, mostrandogli a sua volta il dito medio. «Così?»

«Accidenti, come sei perspicace! Ed io che credevo che fossi un’oca senza cervello!»

«Prego?!»

Rachel ridacchiò questa volta, guardandoli litigare, ringraziando il proprio cappuccio per aver celato l’espressione che aveva fatto quando aveva udito le parole di Amalia.

 

***

 

Accompagnarono Komi fino a casa sua. Non dovettero nemmeno allungare il tragitto, tanto sarebbero dovuti passare lì in ogni caso.

La mora entrò nel  vialetto della propria abitazione senza nemmeno dire una parola.

«Ciao, eh» la rimbeccò Lucas, incrociando le braccia.

«A mai più» sbottò allora la ragazza, voltandosi verso di lui e rivolgendogli un cenno della mano.

Il ragazzo scosse la testa, fingendosi infastidito. «Tsk. Che manier...»

Una risata sommessa si diffuse nell’aria, facendo trasalire i tre. Proveniva da casa di Amalia. Di sicuro non era di Ryan, dato che il timbro sembrava quello di una voce femminile. E anche Komand’r sembrò realizzare ciò, perché si voltò verso la porta, per poi estrarre lentamente la pistola dalla tasca del cappotto.

«Amalia, che stai...» Rachel cercò di chiederle cosa aveva in mente, ma la mora era già partita alla carica. Entrò in casa sua come un tornado.

«Andiamo» fece X, andandole dietro. A quel punto, a Rachel non restò che imitarlo.

Varcata la soglia, udirono grida spaventate, soffocate dalle minacce di Amalia. I due partner corsero in salotto, aspettandosi il peggio, ritrovandosi invece di fronte ad una scena che aveva quasi del comico. Ryan si stava sbracciando come un ossesso, cercando di far ragionare la sorella, mentre Amalia lo ignorava bellamente, puntando la pistola contro una ragazza bionda dall’altra parte del tavolino da caffè, che dal canto suo stava cercando di dire che era tutto un malinteso.

Il risultato era un affollamento di voci dal quale non si riusciva a carpire mezza frase di senso compiuto e un caos senza precedenti.

«Tara!» esclamò Rachel incredula, rivolta alla ragazza bionda. «Che cavolo ci fai qui?»

«Ops. Colpa mia...» borbottò Lucas, grattandosi la guancia.

«Ragazzi!» esclamò la bionda sollevata, quando li vide. «Potreste aiutarmi?»

«Cosa? Vi conoscete?!» gridò Amalia, voltandosi verso di loro.

«Abbassa la pistola Komi!» esclamò a sua volta Ryan.

«Come hai fatto a venire qui?» domandò Rachel a Tara.

«Io...»

«Le avete detto dove abito?!» urlò ancora Amalia.

«Ragazzi...»

«Perché avete...»

«Komi!»

«RAGAZZI!» sbraitò Lucas, ergendosi con la voce sopra a tutti gli altri. «Tappatevi la bocca!»

Il gruppetto tacque improvvisamente. Si generò un silenzio quasi irreale dopo quel breve attimo di caos.

«Grazie.» Il ragazzo in nero guardò Amalia ed indicò Tara con un cenno della testa. «Le ho detto io che eravamo qui, qualche ora fa, ma non pensavo che sarebbe venuta dal Neon.»

Tara annuì come una forsennata. «Mi ha mandato un messaggio!»

Rachel inarcò un sopracciglio. Poi si ricordò. Lucas stava usando il cellulare qualche ora prima, quando erano in cucina in quella casa. Dunque stava massaggiando con lei. Perché quel pensiero le suonò terribilmente sgradevole?

«E cosa ti fa credere di poter dire a cani e porci dove vivo, Rosso?!» domandò nel frattempo Amalia, avvicinandosi minacciosa al ragazzo, puntellandolo al petto con la canna della pistola.

«È nostra amica, puoi fidarti di lei come ti fidi di noi» replicò lui, con calma.

«Non ho mai detto di fidarmi di voi!»

«E allora perché sei rimasta con noi per tutto questo tempo?»

La ragazza fece una smorfia. «Perché pensavo che avreste potuto aiutarmi, invece di...»

«Ascolta, Komand’r...» si intromise Tara, avvicinandosi con calma e tenendo le mani bene in vista, per non allarmarla ulteriormente. «Non volevo assolutamente spaventarti. Io conoscevo tua sorella, Kori, e quando ho saputo che i suoi fratelli stavano bene, beh, ho voluto conoscerli.» Sorrise guardando Ryan, che dal canto suo distolse lo sguardo, arrossendo imbarazzato. «Tuo fratello mi ha fatta entrare. È stato molto gentile.»

Amalia osservò la nuova arrivata, con espressione dubbiosa. Non sembrava ancora convinta al cento percento.

«E poi...» Tara si avvicinò al divano, dove era appoggiato uno zainetto nero. Lo afferrò e lo aprì, per poi rivolgere uno sguardo eloquente alla mora. «Ho saputo della vostra caccia alle provviste... e ho deciso di dare il mio contributo.» Tirò fuori un barattolo di cibo in scatola dallo zaino, sorridendo.

Tutti i presenti rimasero a bocca aperta. La bionda allargò il sorriso, notando i loro sguardi. «Spero vi piacciano i fagioli.»

 

***

 

Quella casa non sembrava aver mai visto così tanti ospiti. In cucina non c’erano nemmeno abbastanza sedie per tutti loro, così erano stati costretti a mangiare nel salotto.

Tara e Ryan erano seduti sul divanetto, mentre Amalia, Lucas e Rachel sulle sedie, attorno al tavolino da caffè, ognuno di loro intento ad ingurgitare quanto più cibo possibile. I tintinnii metallici dei cucchiai che affondavano nei barattoli erano gli unici suoni presenti.

I fagioli in scatola, freddi oltretutto, visto che non c’era elettricità in casa, non erano il piatto preferito di Rachel. Probabilmente nemmeno quello degli altri presenti, ma non c’era molto da fare gli schizzinosi. E poi, quel cibo era stato davvero una manna dal cielo per la conduit. Solo mettendosi in bocca quel cucchiaio pieno di fagioli aveva realizzato quanta fame e quanto bisogno di mettere qualcosa sotto i denti avesse.

Komand’r sembrava ancora piuttosto riluttante all’idea di avere così tante persone in casa sua, ma di fronte al cibo doveva aver deciso di fare buon viso a cattivo gioco. Anche se non aveva smesso per un solo istante di lanciare occhiatine furtive a Tara. Ryan invece sembrava molto più a suo agio, mentre era seduto accanto alla stessa. A sua volta, la bionda cercava di tanto in tanto di attaccare bottone con i due fratelli, ma con scarsi risultati. Il rosso era piuttosto riservato, mentre Amalia non sembrava per nulla in vena di discutere.

Lucas e Rachel erano seduti accanto, entrambi con gli occhi fissi sui barattoli, immersi nel silenzio. Finché Corvina non decise di romperlo, approfittando anche dell’ennesimo tentativo di Tara di chiacchierare un po’ con i due fratelli di Kori. Parlò anche a bassa voce, per non farsi sentire dagli altri. «Così... messaggi con Tara...»

Il ragazzo si voltò verso di lei, con ancora il cucchiaio ficcato in bocca, perplesso. Tirò fuori la posata, poi domandò: «Sì, ogni tanto... perché?»

Rachel scrollò le spalle, rimestando il contenuto del suo barattolo. «Così... per curiosità...»

«Ah... ok...»

Tra i due scese di nuovo il silenzio. Lucas riprese a mangiare tranquillo, finché Rachel non domandò di nuovo: «E cosa vi dite?»

«Cosa dovremmo dirci? Ce la contiamo, tutto qui.» Red X si voltò di nuovo verso di lei, posando il cucchiaio nel barattolo ormai vuoto, con un gesto che sembrava quasi infastidito. «Lei vorrebbe che tu le raccontassi cosa facciamo durante le nostre indagini, ma siccome tu non lo fai, allora chiede a me. Tutto qui. Ma poi, a te cosa importa? Saranno anche fatti nostri.»

«C’è un motivo se non le racconto nulla» replicò Rachel, quasi sibilando di rabbia. «Non voglio che sappia troppo, o che, peggio, anche lei decidesse di aiutarci. Finirebbe col farsi ammazzare!»

«Non fare la moralista adesso, proprio tu che prima avevi detto ad Amalia di non essere troppo severa con Ryan. Tara è grande, e tu non sei sua madre, tantomeno sua sorella. Può fare quello che vuole. E comunque...» Lucas sorrise, dando un colpetto al suo barattolo. «... non mi sembra che il cibo che ci ha portato ti sia dispiaciuto...»

«Questo... è diverso...» mugugnò la corvina, distogliendo lo sguardo da lui.

Non riusciva a crederci. Quando Lucas si era presentato al suo appartamento per parlarle e si era ritrovato di fronte Tara, tra loro era stato odio a prima vista. Anzi, prima la bionda era quasi svenuta per lo spavento, quando si era ritrovato di fronte il brutto muso truccato di X. E ciò, ovviamente, aveva comportato diverse battute taglienti provenienti dalla bocca di Rosso. Insomma, il loro rapporto era cominciato parecchio male.

E ora, dopo appena qualche settimana, saltava fuori che non solo i due erano amici, ma si scrivevano pure. E Rachel nemmeno sapeva che i telefonini funzionassero ancora, in quella maledetta città.

Nel giro di poco tempo Lucas era diventato più amico di Tara di quanto la corvina avesse fatto in anni. Forse era per quello che la faccenda le dava tutto quel fastidio. Di solito se ne sarebbe allegramente infischiata, anzi, era sorpresa che la cosa la punzecchiasse così tanto. O forse davvero non voleva che Tara si immischiasse nei suoi affari. O forse entrambe le cose.

«A proposito, Tara...» cominciò Red X, posando il barattolo sul tavolino. «Dove hai trovato questa roba?»

«Beh...» La bionda finì di masticare, poi si ripulì le labbra e raccontò: «Diciamo che... mi ero preparata per un’ eventuale fuga dal Neon, e che queste erano le scorte d’emergenza che tenevo nascoste e che avevo messo da parte con il tempo. Ma poi mi hai detto che la situazione stava peggiorando, così ho deciso di condividerle... tanto non sarei mai scappata da là...» Guardò Rachel, quasi imbarazzata. «Lo avrei fatto anche prima, se avessi saputo, ma tu non mi avevi detto niente...»

«Rachel!» esclamò Lucas, fingendo un odioso tono sorpreso. «Perché non glielo avevi detto? Lei voleva solo aiutarci!»

La corvina gli rivolse un’occhiata incendiaria. Odiava quando si comportava così con lei. «Devo essermelo dimenticato...» sibilò a denti stretti, in risposta.

«Nessun problema, davvero.» Tara le sorrise gentile.

In quel momento Rachel avrebbe voluto soffocarla con un cappio di energia nera. Tara si fingeva tanto buona e brava con lei, davanti agli altri... peccato che nessuno di loro sapesse dell’odio reciproco che quelle due ragazze covavano dentro di loro.

La biondina poteva incantare chi voleva con il suo bel faccino, ma non avrebbe mai fregato la corvina. Non avrebbe mai dimenticato i loro trascorsi. Ed era certa che nemmeno Tara li avrebbe mai dimenticati.

Non era colpa di Rachel se Garfield all’epoca era un adolescente in piena tempesta ormonale che ammiccava a tutte le ragazze che vedeva. La Markov aveva ben poco da essere gelosa e attribuirle la colpa di tutto.

«Beh, comunque...» La ragazza bionda posò il barattolo a sua volta, per poi tornare a guardare i presenti uno per uno, seria in volto. «Il cibo non è l’unico motivo per cui sono venuta qui...»

Lucas inarcò un sopracciglio. «Ah no?»

Tara scosse la testa. «Vedete, questa mattina alcuni manifestanti sono andati a protestare al posto di blocco sul ponte South Bridge, avete presente, no?»

«Sì» fecero i due partner.

«Io no, che manifestanti?» domandò Ryan, perplesso.

«In poche parole, alcune delle persone che odiano restare qui ad Empire vanno tutti i giorni a protestare al posto di blocco del South Bridge, che come sai è il ponte che da Neon conduce fuori città» cominciò a spiegare la bionda, sistemandosi una ciocca di capelli ribelle dietro all’orecchio. «Cercano di convincere gli agenti di guardia ad aprire il cancello e farli passare, in sostanza. Non serve che ti dica che non ottengono mai nessun risultato, ma, questa volta, questa mattina, è stato diverso.»

Rachel sgranò gli occhi, così fecero anche Lucas e Amalia.

«Vedete, questa mattina...» La Markov non sembrò riuscire a reggere tutti quegli sguardi posati su di lei, ed abbassò lo sguardo. Tutti pendevano dalle sue labbra, anche Rachel. «Questa mattina... non c’erano guardie.» Sollevò di nuovo lo sguardo, incrociando quello della corvina. Non sembrava mai stata così seria. «E il posto di blocco era stato smantellato.»

«Cosa?!» esclamarono tutti, in coro.

«È la verità. All’inizio i manifestanti non erano certi sul da farsi, così hanno avvisato la polizia, che è subito andata a controllare. In passato alcune persone erano riuscite a superare il primo cancello, ma erano state fermate da un muro di mitragliatrici. Questa volta si voleva evitare un altro massacro, così gli agenti hanno proseguito con prudenza... ma quando sono arrivati al fondo hanno trovato l’avamposto vuoto e smilitarizzato. Non c’è più nessuno di guardia al ponte.»

Rachel deglutì. Le orecchie cominciarono a ronzarle. «Q-Questo significa che...»

«Sì» la anticipò Tara, annuendo lentamente. «Possiamo uscire da Empire.»

 

***

 

Shock. Questa fu la sensazione che provocò Tara, dicendo quelle parole. Un silenzio irreale era caduto nella stanza. Perfino Rachel era sconvolta. Nonostante lei avesse sempre avuto la possibilità di andarsene in qualsiasi momento, l’idea che il South Bridge fosse stato smilitarizzato e che ora c’era una possibilità di fuga vera e propria da quell’inferno di città le infondeva un misto di emozioni contrastanti. «Ma... e gli elicotteri, la contraerea, le guardie costiere, i...»

«Nemmeno loro. Niente di niente.»  Tara incrociò le braccia. Perfino lei sembrava turbata dalle sue stesse parole. «È sparito tutto. Nessuno ha idea di cosa sia successo... nemmeno la polizia. I notiziari non ne hanno parlato, perfino quell’agitatore che avvertiva dove venivano sganciate le provviste non si è fatto vedere. Non appena è giunta la notizia, nel Neon si è scatenato un putiferio. Voi eravate qui nel Dedalo, quindi non potevate saperne nulla. La gente ha impacchettato tutto quanto, è salita in auto e se n’è andata. Non vi dico la fatica che ho fatto per arrivare fino a qui, è stato come nuotare controcorrente. Il South Bridge è praticamente inagibile, a causa di tutte le persone che lo stanno percorrendo tutt’ora. Praticamente l’intera città sta uscendo da quel ponte. Gli agenti di polizia stanno cercando di far evacuare la zona con ordine, ma ci sono troppe persone. Credo che ne avranno ancora fino a notte inoltrata, forse anche fino a domani mattina.»

«E gli altri ponti, invece?» domandò Lucas. «Anche loro sono stati smilitarizzati?»

«Nessuno ha avuto il coraggio di andare a vedere» rispose la bionda. «Con gli Spazzini e i Primogeniti ancora a piede libero nel Dedalo e nel Centro Storico sarebbe stato pericoloso controllare. Se non altro nel Neon non ci sono più Mietitori.»

Rachel sgranò gli occhi. I MIETITORI!

La ragazza saltò dalla sedia di colpo, facendola cadere a terra. I presenti si svoltarono verso di lei, con aria interrogativa.

«Ehi, fa attenzione» sbottò Amalia. «Quella sedia non è tua.»

Corvina non la sentì nemmeno. Guardava la stanza, i volti attorno a lei, ma non assimilava davvero le varie informazioni. Aveva uno sguardo spiritato.

«Rachel?» domandò Red X, perplesso, quasi preoccupato. «Stai bene?»

«I-Io...» La ragazza incrociò il suo sguardo. La guardava come se avesse visto un fantasma. «Io...»

Non terminò la frase. Diede le spalle a tutti loro e corse via. Sentì gli altri chiamarla a gran voce, ma lei non si voltò nemmeno. Uscì di casa, le grida dei ragazzi si confusero con i rimbombi provenienti dalle nuvole nere come la pece. Un’aria fredda e pungente si abbatté su di lei, facendola rabbrividire.

Piegò le ginocchia, l’energia nera cominciò ad investirle il corpo.

«Rachel!» la chiamò ancora qualcuno dietro di lei. Si voltò. Vide Lucas uscire dall’abitazione, questa volta sembrava davvero angosciato per lei. «Che cavolo stai...»

Troppo tardi. La corvina aveva già terminato di trasformarsi. Si alzò in volo un attimo prima che il ragazzo potesse terminare la domanda.

Svanì nella notte buia, accompagnata dalla caduta delle prime gocce di pioggia.





L'avevo detto che altri personaggi sarebbero apparsi. E avevo anche detto "alcuni amati e altri un po' meno". Purtroppo per lei, Tara è una di quei personaggi che rientrano nella seconda categoria. Amen.

Avrete notato la diffidenza che c'è tra la nostra beniamina Rachel e la nuova arrivata. Questo perché volevo essere fedele alla serie animata. Io sono uno che propende di più verso l'amicizia tra loro due, ma mi rendo conto che far partire la storia con loro due come migliori amiche sarebbe stato un po'... fuori luogo. Ma non voglio espormi troppo, solamente con il tempo ogni retroscena sarà chiaro.

E ora abbiamo i nostri Teen Titans 2.0.: Rachel, Lucas, Amalia, Tara e Ryan. La protagonista silenziosa ma letale, il leader che ancora non sa di esserlo, la maestra d'armi arrogante... e Tara e Ryan. 

Questo capitolo ora apre un mucchio di scenari plausibili. Niente più posti di blocco, fine della quarantena ed eccetera. Restate aggiornati, perché siamo solo all'inizio!

Fatemi sapere le vostre opinioni, mi raccomando. Sono la cosa che più mi piace. Visto e considerato che sto spendendo non poco su questa fanfiction. In questo momento dovrei studiare Tecnologie Applicate, ma sono qui a scrivere questa nota che non sembra destinata a concludersi...

Sì, insomma, avete capito. Siete un numero a due/quasi tre cifre a leggere, fatevi sentire! 

   
 
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