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Autore: DarkSide_of_Gemini    13/02/2016    1 recensioni
“Hades non era solo il nome dei un locale alla moda di Vienna improntato al gusto dark e gotico, era qualcosa di molto più oscuro, e loro SAINT avevano appena iniziato a grattare la superficie brillante per scoprirne il vero significato”.
Dopo aver arrestato il narcotrafficante Julian Kevines, la squadra dei SAINT deve affrontare una nuova minaccia che stavolta prende il nome dal dio della morte: Hades.
Tra nuove indagini e un avversario più che mai enigmatico i SAINT dovranno riuscire ancora una volta a sconfiggere il crimine del mondo moderno.
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'SAINT'
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SAINT

The Hades Chapter

 

5

 

*

 

Vienna è una bella capitale europea dove il passato si mescola con la modernità senza mai stonare o creare contrasti di cattivo gusto.

Il centro storico è tutto in stile neoclassico, ancora erede dell’epoca del dispotismo illuminato dell’imperatrice Maria Teresa. La ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale ha lasciato più intatta possibile la pianta originale della città e lo stile architettonico.

Sion ammirava il bianco dei palazzi che si tingeva di rosa alla luce del tramonto. Da due mesi era quella la loro vita: raramente uscivano di giorno, e quando lasciavano le stanze che avevano affittato non era certo per andarsene in giro a fare i turisti.

Durante il giorno non andavano mai in giro per timore di essere riconosciuti da qualcuno che poteva averli visti in un telegiornale internazionale, e quando uscivano dalle loro stanze al tramonto era per essere subito inghiottiti dal sottosuolo di Vienna. Era un sottosuolo di gran classe, fatto di specchi, tappezzeria di lusso, liquori pregiati, luci colorate soffuse e persone di alta società. Una facciata abbagliate per mascherare cosa si nascondesse in realtà dietro l’esclusivo night club noto come Hades.

Hades non era solo il nome di un locale alla moda di Vienna improntato al gusto dark e gotico, era qualcosa di molto più oscuro, e loro SAINT avevano appena iniziato a grattare la superficie brillante per scoprirne il vero significato.

Hades era un’organizzazione, un’organizzazione criminale di stampo neofascista.

Sion cercava di scoprire quanto fosse estesa e quello che stava scoprendo non gli piaceva per niente.

Hades era troppo potente e loro erano solo in sei.

Si chiese se non fosse stata una follia trascinare i suoi compagni in quella missione, e non passava giorno in cui il suo problema principale non fosse non più scoprire più cose possibile, ma piuttosto come uscirne il prima possibile.  Vivi, ovviamente, non come Markus Newman.

Sospirò e schiacciò la sigaretta nel bacile di terracotta pieno di sabbia alla sua destra. Era il momento di lasciare gli ultimi raggi di sole per addentrarsi nell’oscurità dell’Ade.

***

Il nome della via era quello giusto. L’angolo di strada era quello che compariva spesso nelle inquadrature catturate dal programma di Shaina.

Il locale era quello, indubbiamente: nessun altro posto aveva un’insegna ed un nome simili: il nome dell’oltretomba greco che prende il nome dal suo signore, Hades, scritto in lettere gotiche color porpora.

La luce che proiettava sul marciapiede era rosso cupo e si rifletteva negli occhi di Aioros e Shaina.

Erano fermi poco lontani dall’ingresso e parlavano tra loro in greco, nascosti dietro una cartina della città che nascondeva il vero argomento della loro conversazione.

-Allora, noi entriamo e diamo solo un’occhiata intorno- stava dicendo Aioros -se ci parlano in tedesco facciamogli capire che non conosciamo la lingua, e se ci parlano in inglese stentiamo lo stesso. Non diciamo di venire da Atene, diciamo meglio dalla Macedonia, o potrebbero cominciare a sospettare di chi parla greco come noi-

Shaina annuì. Lei non si trovava molto a suo agio nelle azioni dirette e preferiva decisamente stare davanti ai suoi computer dove poteva sbagliare, resettare tutto e ricominciare daccapo senza rischi. Tuttavia le circostanze richiedevano la sua presenza e lei non si tirava certo indietro.

Entrarono sottobraccio come fidanzati o come sposini in luna di miele.

All’ingresso c’erano due lampade con finte fiamme che danzavano sopra un getto d’aria, e l’arredamento era in tema con i colori all’esterno.

Tinte cupe di viola, nero e cremisi la facevano da padrone sia nella tappezzeria, foderata di velluto rosso e bronzo, sia nelle luci, che erano coperte da applique rosse e rosso-arancione.

Essendo Hades un night club esclusivo c’era un banco di accettazione all’ingresso, dove i clienti venivano invitati a consegnare i cappotti e le borse perché fossero messi in guardaroba, e dove veniva deciso se potevano entrare nel locale o no.

Aioros firmò il registro degli ospiti con un elegante quanto incomprensibile scarabocchio in caratteri latini, e lo stesso fece Shaina ma con una mano un po’ più rigida per la tensione.

Il ragazzo dietro il bancone doveva essere un seguace della corrente emo tanto in voga tra i giovani, perché aveva capelli lunghi nerissimi ed occhi pesantemente bistrati di matita kajal.

L’abbigliamento era in stile metal pelle-e-borchie.

Quando gli restituirono il libro lui controllò le firme e nel vederle indecifrabili aggrottò le sopracciglia.

Per Aioros quello era un segnale sospetto. Se controllavano le firme voleva dire che volevano sapere esattamente chi entrava nel loro locale, magari per accertarsi che non fosse nessuno della polizia.

Fortuna che Aioros ci aveva pensato per tempo e che Antonis Aghiopoulos era un nome inventato.

Il ragazzo li guardò e sorrise come se non fosse successo nulla, dopo accennò loro alle scale che si aprivano in fondo alla sala.

In effetti Aioros si chiedeva dove fosse il vero locale: quella stanza era troppo piccola ma non c’erano porte che immettessero in un locale più ampio.

Solo quando il ragazzo gli ebbe indicato le scale Aioros capì ciò che avrebbe dovuto essere ovvio dal primo momento: Hades, proprio come il regno mitologico di cui portava il nome, si sviluppava tutto sotto terra.

Strinse il braccio di Shaina ed insieme scesero le scale.

La rampa era di appena dodici scalini, e terminava bruscamente su un minuscolo pianerottolo circondato da muri di pietra.

“Che posto lugubre! Davvero c’è gente a cui piace ficcarsi qua dentro?”.

Di fronte a loro un arco anch’esso in pietra immetteva in un corridoio rischiarato dal bagliore delle finte fiamme di stoffa.

Prima di inoltrarsi nel passaggio Shaina trattenne Aioros e gli indicò l’incisione sull’architrave.

-Guarda, Aioros, la divina commedia. C’è scritto “lasciate ogni speranza o voi che entrate” come sulla porta dell’inferno di Dante-

Aioros sospirò -Cominciamo bene, eh? Dai, andiamo-

Il corridoio era leggermente curvo, così i due non avevano la minima idea di cosa li attendesse alla fine del passaggio, e furono molto sorpresi quando il corridoio si aprì all’improvviso sul vuoto.

-Ma che…?!-

Aioros si era aggrappato alla ringhiera.

Per chi sbucava dal corridoio per la prima volta l’impressione era davvero quella di trovarsi sull’orlo di un girone infernale, perché la strada terminava bruscamente su una piccola piattaforma protetta da una ringhiera in ferro battuto con complicati intrecci di metallo.

Giù, tutto sotto di loro, una pista da ballo rotonda era gremita di gente che ballava scatenata al ritmo di uno swing dal testo piuttosto insolito.

-Shaina, qui secondo me ci vengono i pazzi-

Sentenziò Aioros.

-Scendiamo: non mi va di stare quassù: tra poco ci guarderanno tutti-

Per arrivare alla pista da ballo c’era un camminamento che scendeva fino al livello inferiore con una spirale molto ampia che correva lungo le pareti.

I muri erano fatti ad imitazione di una pietra naturale nera e ruvida come la lava basaltica solidificata, ed erano intervallati dalle fiaccole che indicavano il cammino.

Aioros sapeva che c’era la ringhiera, ma il fatto di non vederla bene nella penombra gli dava l’impressione che non ci fosse e che avrebbe potuto cadere da un momento all’altro. Se l’arredatore aveva avuto in mente di rendere quel posto inquietante ci era pienamente riuscito: era come un’enorme scala a chiocciola ma con un solo giro, senza gradini e per niente ripida. E che si affacciava sul girone infernale della musica da discoteca.

Scendendo Aioros e Shaina notarono delle porte in legno con finestre di vetri colorati ed in cima i nomi dei peccati capitali in latino: Avarizia, Lussuria, Ira, Gola, Invidia, Accidia, Superbia.

Aioros non poté fare a meno di domandarsi quale arredatore fosse così matto da mettersi ad abbinare i colori ai peccati capitali.

Appena arrivarono giù anche i loro volti si tinsero di luce color porpora: Shaina, con il suo tubino grigio scuro di lamè e paillettes, sembrava vestita di fiamme ed attirava un gran numero di sguardi ammirati; Aioros, che non aveva prestato particolare attenzione all’abbigliamento preferendo un classico giacca e cravatta, attirava invece sguardi che dicevano “Tzè! Turista!”.

Poco gli importava di piacere a quella gente, piuttosto gli importava di scoprire qualcosa.

Rimasero ai bordi della pista a guardarsi intorno con l’aria spaesata di chi non sa esattamente cosa fare.

C’erano anche divanetti e sedie con i relativi tavoli, ma erano quasi tutti occupati, e Aioros e Shaina non avevano idea di come trovarne uno libero in mezzo a tutta quella gente ed in penombra.

Per loro fortuna si avvicinò a loro un ragazzo.

Sulle prime Aioros lo scambiò per l’albino con i capelli lunghi che aveva visto nelle foto scattate da Shaina, ma quando fu abbastanza vicino si rese conto che non era così.

Quello era più giovane, e poi con quella strana luce era impossibile dire se fosse albino anche lui o solo biondo molto chiaro.

Chiese loro qualcosa in tedesco che ricevette in risposta sguardi perplessi, allora sorrise e chiese gentilmente –English?-

Loro annuirono convinti.

Si presentò come Rune e fece loro cenno di seguirli: li scortò lontano dalle scale sempre più in fondo a quel girone infernale.

Aioros e Shaina si tenevano per mano per non perdersi.

Gli sembrava di essere capitati davvero in un posto fuori dalle realtà: dovunque si girassero c’era gente vestita di borchie e metallo, ragazze pallidissime ma con rossetti scuri e vestiti gothic lolita con un mucchio di trine e merletti e crocifissi. I ragazzi sfoggiavano pantaloni di pelle o jeans strappati e camicie ampie di un modello quasi settecentesco. Uno di loro, con un ciuffo biondo e le labbra truccate di rosso, ricordò a Shaina il Lestat di Intervista col Vampiro.

Rune li accompagnò ad un tavolino in disparte, forse perché aveva capito che non erano abituati a quell’atmosfera e si sarebbero sentiti a disagio in uno dei tavoli centrali.

Il tavolo era rotondo e nero lucido con dei cristalli brillanti su tutta la superficie.

Intorno non c’erano sedie, ma un unico divanetto a forma di semicerchio.

Era il pezzo di arredamento più normale che Aioros avesse visto da quando erano entrati là dentro, e lui ci si sedette con uno strano senso di gratitudine.

Shaina accanto a lui si sedette con eleganza.

-E adesso?-

Gli chiese.

-Adesso stiamo qui e ci guardiamo intorno. Cerchiamo di non avere un’aria troppo inquisitoria. Ma comunque stiamo attenti se vediamo uno dei nostri-

Passarono due ore, fecero le ordinazioni di un paio di drink e si guardarono intorno.

Cercavano di parlare tra loro per dare l’impressione di essere una coppia, ma in realtà scrutavano le facce attorno a loro.

La musica era martellante almeno per gli standard di Aioros.

Il dee-jay a volte annunciava quale sarebbe stato il prossimo brano, così lui sapeva esattamente chi gli stava spaccando i timpani: Aurelio Voltaire, i Serenity, i Blind Buardians, i Disturbed… Aioros si stava facendo una cultura sulla musica metal.

-Ho una richiesta- esordì il Dee-Jay -È la stessa di ieri sera e della sera prima. Pare che questa canzone piaccia a tutti, e siccome ormai dovreste averla imparata vi voglio tutti in piedi a cantare con Georg Neuhauser. Avanti, voglio in piedi tutti quelli che vogliono vedere nuovi orizzonti!-

Aioros non credeva a quello che vedeva: a quel richiamo delle persone che avevano più l’aria di essere pronti a fare a pugni con qualcuno che a ballare si riunirono in un cerchio più stretto al centro della pista.

Neanche se fossero stati addestrati come i militari ad eseguire quella manovra.

-Siete pronti? Tre… due… uno…-

“Aiuto…” pensò sconsolato Aioros.

E infatti…

 

Nova Albion, your haven we must leave
Find our way on a silent sea
Brave men did before

with unshakable belief
Sailed around the world and so shall we

 

Comunque quello spettacolo cominciava a fargli un po’ di impressione: l’atmosfera che si era creata era quella di una tribù di guerrieri celti che si preparava alla battaglia.

 

New horizons lie beyond the sun’s golden doors
Riding high on waves of fortune without fear
New horizons for this son of English shores
And the fire of the cannons light the way

 

-Shaina. È una mia impressione o qui sono tutti vagamente fuori di testa?-

Chiese Aioros, e dovette praticamente urlare nell’orecchio di Shaina per farsi sentire.

-Io invece trovo che tutto questo in fondo ha un suo fascino-

Una volta che l’inno bellico si fu calmato il dee-jay fece una nuova proposta.

-Va bene, va bene, gente, adesso calmate i bollenti spiriti e lasciate un po’ di spazio al romanticismo. Adesso un lento dedicato a tutte le coppie-

Shaina lo scosse per un braccio.

-Aioros, mi sa che adesso dobbiamo ballare. Dobbiamo sembrare una coppia, no? E allora non possiamo perderci l’unico lento della serata-

Ad Aioros non piaceva per niente quell’idea.

Non che avesse niente di personale contro Shaina, ma non gli andava di ballare un lento con una persona che non fosse Saga. Era una specie di forma di scaramanzia: finché non avesse visto Saga vivo con i suoi occhi non voleva ballare con un’altra persona, neanche se era un’amica come Shaina.

Tuttavia lei aveva ragione: dovevano sembrare una coppia.

Si alzò con un sorriso complice e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi. La accompagnò al centro della pista e altre coppie si raccolsero attorno a loro, e quando ci fu abbastanza gente il dee-jay fece finalmente partire la musica.

Era un lento, era meno martellante delle canzoni ascoltate fino ad allora, ma era ugualmente così lugubre!

Il ritornello seven devils all around me” era ripetuto con una cadenza monotona ed ossessiva, ma ormai che erano in ballo dovevano ballare.

Shaina ed Aioros rimasero ad ondeggiare allacciati per tutta la durata della canzone.

-Allora, hai notato niente?-

Mormorò Aioros all’orecchio di Shaina, approfittando del fatto che le sue potessero essere scambiate per frasi romantiche in quella situazione.

-No, per ora niente. Detesto dirlo, ma sembra che la nostra serata sia stata un buco nell’acqua-

Alla fine del ballo stavano tornando al loro posto, quando qualcuno urtò la spalla di Aioros con un bicchiere, rovesciandogli un po’ di liquore sulla giacca.

-Razza di idiota!-

Imprecò lui, ma l’idiota in questione si era già dileguato tra la folla e la penombra violacea.

-Vai in bagno e cerca di buttarci su un po’ d’acqua, così forse non resta la macchia. E non farai odore di whiskey come una distilleria ambulante-

Borbottando controvoglia Aioros seguì il suo consiglio ed andò alla ricerca del bagno.

Anche lì dentro l’ambiente era in tema con il resto del locale: luce arancione, pareti scure, addirittura i lavandini ricavati nel granito scuro e luccicanti di mica nera.

“Santo cielo, questi qui sono proprio fissati!”.

Usando una salvietta imbevuta cercò di strofinare via il liquore dopo essersi tolto la giacca.

Si sentiva un completo idiota a fare un lavoro di lavanderia quando avrebbe dovuto fare l’infiltrato in stile James Bond.

-Bel posto, non trovi?-

Quella voce lo fece sobbalzare.

Mollò la giacca a terra per la sorpresa e rimase a fissare il suo interlocutore a bocca aperta come se avesse appena visto un fantasma; ed in effetti era come se fosse un fantasma, perché davanti a lui c’era Camus Lavoie, che era stato dichiarato deceduto due mesi prima.

-C-…Ca-…-

-No, zitto, non dire niente: fai parlare me. Noi, quelli che eravamo “morti” alle industrie Keleon siamo vivi come puoi vedere. Porta le nostre scuse a tutto il resto della squadra. Non volevamo farvi preoccupare ma era l’unico modo. Qui io e gli altri lavoriamo sotto copertura, quindi tu e Shaina dovrete fingere di non conoscerci se ci vedete, chiaro? Da ora in poi non tornate più qui, non cercateci ed anzi se possibile andate via da Vienna, hai capito? Non è sicuro né per voi né per noi-

-Ma Ca-…-

-No! Neanche i nostri nomi! Aioros, per favore, vuoi che moriamo davvero?-

-No, certo che no!-

-Bene, e allora fai come ti dico. Andate via da qui-

Camus lo scansò con una spallata ed uscì rapido dalla porta.

Aioros rimase fermo dov’era dopo che Camus se ne fu andato perché non sarebbe stata una mossa intelligente uscire subito dopo di lui, come se si fossero dati appuntamento per parlare di nascosto.

Rimase ancora un po’ con la giacca tra le mani a strofinare meccanicamente il tessuto.

Era assolutamente certo che l’idiota di prima che aveva fatto in modo che lui si sporcasse e dovesse andare a cercare il bagno fosse stato proprio Camus o un altro dei SAINT, proprio per metterlo in guardia e chiedergli di andarsene immediatamente.

Camus gli era sembrato spaventato, e quella paura aveva cancellato in Aioros il sollievo di averli trovati e di sapere che erano vivi. Non era facile spaventare Camus o chiunque altro dei SAINT, quindi, se loro avevano paura, voleva dire che la situazione era grave.

Aioros decise di tornare da Shaina e di portarla via per discutere in privato quello che aveva scoperto.

Quando uscì dalla relativa calma del bagno la voce del deejay lo assalì di nuovo.

-Bene, e adesso dopo la parentesi romantica lasciamo un po’ di spazio al girl power. Voglio tutte le ragazze in pista per questo brano dalla Finlandia. Ragazze, per voi… le Indica!-

Non c’era dubbio: la musica scelta da quel deejay era assolutamente in tema con il locale, perché anche il brano della girl band finlandese era ossessivo e martellante.

Sul contenuto Aioros non aveva modo di esprimersi poiché non capiva una sola parola di finlandese.

Raggiunse Shaina e, approfittando del frastuono della batteria che copriva la sua voce, le disse all’orecchio che dovevano andarsene e che le avrebbe spiegato meglio fuori.

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Angolo di Makoto: Allora, vi è piaciuta la discesa nell’Ade? A me sì, tantissimo! Ci abbiamo messo particolare impegno a trovare una colonna sonora degna del posto, e qui in basso vi propongo i link delle canzoni in caso voleste sentirle.

Sono tutti brani poco conosciuti di gente poco conosciuta, quindi se per caso riconoscete una canzone o un artista fatecelo sapere: ci farete sentire meno sole!

                            

Vampire club (Voltaire)  https://www.youtube.com/watch?v=wbR65f3Q1kE

New Horizon (Serenity) https://www.youtube.com/watch?v=7JsdtV7O3dI

Seven devils (Florence and the machine) https://www.youtube.com/watch?v=OJNnZy9yTJ0

Pahinta tänään (Indica)  https://www.youtube.com/watch?v=4kfkHqFqAUY

 

Comunque sono tutte canzoni che a me piacciono tantissimo, ma che non credo sarebbero tanto apprezzate da Aioros. Lui è troppo bravo ragazzo.

Invece Shaina che fa l’infiltrata mi ricorda tanto Vedova Nera di “Avengers” e la cosa non mi dispiace affatto.

Angolo di Rory: L’idea del secolo è creare davvero Hades! Chi è con noi? Daidaidai un locale gothic/fascista non si è mai visto! … chissà come mai, eh?

Comunque, cosa ne dite, il pub è all’altezza del regno di Hades? Abbiamo cercato di ricalcare un po’ la struttura dell’Inferno dantesco e adesso inizieranno a fare la comparsa i personaggi della serie *^*/ - … povero Rune, lui che ama tanto il silenzio non sarà tanto felice di trovarsi al centro di quella baraonda metal xD

 

Passiamo ai riingraziamenti: a La Vargas, mery83, mughetto nella neve, PokeMariZEXAL e sasuchan7 per aver inserito la storia tra le Preferite, grazie a abusiva, mery83, shuuemma7 e simocarre83 per averla inserita tra le Seguite <3

E naturalmente grazie anche a chi trova un po’ di tempo per recensire e condividere le proprie impressioni ;)

Bon, anche per stavolta è tutto!

Alla prossima,

Mako e Rory

 

  
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