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Autore: Fajander    13/02/2016    3 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Freezer si stava dirigendo a tutta velocità verso il luogo in cui il suo scouter aveva rilevato quel valore insensato.
Come poteva essere? Cosa stava succedendo lì sotto? Il suo corpo abbandonò rapidamente lo strato più esterno dell'atmosfera del pianeta azzurro impattando con l'aria come un meteorite.
"Sicuramente si sarà trattato di un errore, devo controllare di persona per esserne certo" pensava l'essere, sempre più agitato.
Contemporaneamente anche Piccolo si era fermato di botto, a poche centinaia di metri dalla navicella, percependo sia l'esplosione di energia con la sua mente che l'immenso boato generato da essa con il suo strepitoso e alquanto sensibile udito.
«L'aura di Vegeta è scomparsa del tutto. Questo significa che... Maledizione!» urlò con un impeto di disperazione il namecciano, consapevole di essere ormai l'ultimo difensore del pianeta. Ciò non era però motivo di orgoglio ma di terrore, poichè aveva pochissime energie in corpo e anche se fosse stato al massimo del suo potenziale non avrebbe avuto molte speranze.
«Riesco chiaramente a percepire l'aura di Freezer che si avvicina al luogo dell'impatto: da lì ci metterà circa cinque minuti a raggiungermi, devo sbrigarmi!» si disse Piccolo, più determinato che mai a salvare il suo allievo nonchè ultimo saiyan rimasto. Freezer aveva intanto raggiunto la sua destinazione e ciò che trovò non fu affatto un bello spettacolo: un cratere dal diametro di almeno un chilometro caratterizzava quella zona, i cadaveri dei terrestri da lui uccisi un'ora prima erano stati sostituiti da polvere e cenere, mentre, al centro del cratere, c'era un corpo, ricoperto dal fumo.
«Eccolo! Dev'essere mio padre!» bisbigliò speranzoso il tiranno, muovendosi a tutta velocità verso l'immobile figura.
Cold, sdraiato per terra, era privo di coscienza, forse morto.
Fortunatamente, il vecchio monarca sembrava respirare lievemente. «Padre! Come vi siete ridotto?! Pensavo fosse impossibile, i miei occhi non credevano a quel valore che avevano letto sullo scouter! Un valore così basso doveva per forza appartenere a un terrestre, e invece eravate voi, gravemente ferito.» disse Freezer, mentre il volto del padre rimaneva totalmente impassibile, ricoperto di sangue e ferite, così come tutto il suo corpo.
Immediatamente il Demone contattò l'astronave imperiale col suo scouter per ordinare ai suoi soldati di prelevare il loro Re e inserirlo prontamente dentro la vasca di rigenerazione.
«...No, non la Vasca Speciale, la normale vasca di rigenerazione andrà benissimo.» ordinò il sovrano, mentre un sorriso si andava formando sul suo volto. "Così avrò tutto il tempo di trovare le Sfere del Drago senza che mio padre nè altri interferiscano, benissimo! L'unico che poteva rappresentare un pericolo era Vegeta, ma fortunatamente si è tolto di mezzo. E adesso, vediamo di fare una visitina ai terrestri rimanenti..." e mentre pensava ciò il perfido imperatore si dirigeva verso il livello combattivo più alto del pianeta.
Il piccolo Gohan aprì appena gli occhi, e la prima cosa che vide fu il suo maestro.
Contento di constatare che fossero entrambi ancora in vita, il bambino gli sorrise ampiamente, poi gli chiese ancora frastornato che cosa fosse successo e dove si trovassero.
«Dopo che Freezer ti ha colpito, lui ha... è scappato e ha lasciato il pianeta. Suo padre è venuto a prendere il suo posto, allo stesso tempo è arrivato Vegeta e io mi sono allontanato con l'intento di portarti qui, nella sua navicella.» spiegò l'alieno verde, tralasciando la parte in cui lasciò andare il potente nemico per pura paura di perderlo. Sì, perchè era stato quello il motivo: la paura di perdere Gohan. Fin dalla morte di Goku e Radish, Gohan andò diventando per lui sempre più importante, finchè non lo vide più come un inutile moccioso, un debole, ma quasi come un figlio.
Più volte si era sacrificato per lui, per permettergli di vivere e perchè gli voleva bene, perchè quel piccolo umano era stato l'unico essere a donargli un po' di felicità e a non vederlo come un malvagio demone ma come un amico, facendo provare al namecciano un sentimento nuovo: l'affetto. Tuttavia, questa volta la sua salvezza era di vitale importanza poichè quel giovane rappresentava l'unica speranza di salvare la Terra e il genere umano.
«Purtroppo per noi Vegeta non ce l'ha fatta, Cold è ancora vivo anche se molto debole e Freezer si sta avvicinando» continuò Piccolo, mentre il mezzo saiyan mostrava tutto il suo terrore con un'espressione di sgomento.
«Sono davvero imbattibili, non abbiamo alcuna possibilità. Vegeta ha aumentato la sua aura in maniera spropositata, credo sia diventato Super Saiyan come tuo padre, sai? Eppure Cold lo sovrastava di parecchio. Per questo devi andartene subito, niente domande. Partirai immediatamente.» sentenziò il namecciano, ignorando l'istantanea protesta dell'amico.
«Signor Piccolo, lei non viene con me? Non esiste! affronteremo quei mostri insieme! Possiamo farcela...» strillò Gohan, mentre la sua vista si offuscava sempre di più da una cascata burrascosa di lacrime.
Il suo maestro continuò a far finta di niente, anzi, stava già iniziando a preparare la procedura di decollo automatizzata della navicella. Nel frattempo Gohan continuava la sua protesta tirando il suo mantello in preda al panico, cercando di attirare la sua attenzione e pregandolo di fermarsi.
"A questo punto non mi lasci altra scelta, addio Gohan." pensò Piccolo, mentre un'unica lacrima solcava il suo viso.
E così come quella lacrima lasciava lentamente il suo occhio anche Gohan se ne sarebbe andato abbandonando quello sfortunato pianeta che di lì a poco sarebbe stato probabilmente distrutto, intraprendendo un viaggio nel profondo spazio da cui provenivano gli stessi mostri che gli avevano causato così tanto dolore. Con decisione Piccolo diede un leggero colpetto con la sua mano dietro al collo del bambino, facendolo nuovamente finire in un sonno profondo.
Poco dopo, un'aura era appena appersa nelle vicinanze. «È qui.» Proprio mentre l'alieno verdastro adagiava con cura il corpo del giovane sul letto del veivolo, Freezer atterrava qualche metro più distante da esso, attendendo con pazienza che il suo prossimo avversario si mostrasse.
Poco prima di lasciare la navicella Piccolo avviò il conto alla rovescia del lancio, mentre una voce robotica femminile iniziava a contare dal numero dieci.
Finalmente le porte si aprirono e i due si trovavano faccia a faccia. «Tu pensi davvero che io lo lascerò andare?Illuso!» disse con calma il Demone guardando il mezzo che si sollevava di qualche metro. «Non credere che te lo permetterò. Non sarò al tuo livello ma posso tranquillamente impegnarti per qualche minuto!» affermò con sicurezza l'altro, scagliandosi contro di lui.

A qualche chilometro di distanza, alla Capsule e Corporation...

«Guerrieri del popolo namecciano, il Demone del Freddo chiamato Freezer che ha minacciato e distrutto il nostro mondo sta mettendo in pericolo un vostro fratello, dopo aver ucciso molti dei nostri amici terrestri. Il dislivello tra voi e quel tiranno è impressionante, e se in un primo momento vi ho intimato di non interferire per evitare di intralciare i protettori della Terra, adesso vi dico: andate e salvatelo! Salvate lui e salvate la Terra!» incitò Moori, il nuovo Saggio dell'antico popolo di Namek, in un ultimo grido di speranza di salvezza. Il discorso incoraggiò molto i guerrieri, che risposero ad esso con un grido di battaglia.
Mentre osservava i suoi fratelli spiccare il volo al massimo della velocità, le sette Sfere del Drago nammeciane luccicavano intensamente, brillando di luce propria. Le avrebbe usate quando i guerrieri avrebbero raggiunto Freezer, così che fosse distratto, per riportare indietro tutti i guerrieri che egli aveva ucciso in queste ore.
Sapeva di averli mandati a morire, ma sarebbero presto ritornati in vita. Con un po' di fortuna, quello spietato tiranno sarebbe sparito per sempre, insieme alla sua famiglia.

Mentre i namecciani sono in viaggio...

Lo scontro tra Freezer e Piccolo, che ormai era iniziato quasi un minuto fa, poteva essere riassunto così: il primo che tentava, colmo di rabbia e assai infastidito, di raggiungere invano la navicella che man mano si allontanava sempre di più, e il secondo che glielo impediva con tutte le sue forze aggrappandosi al suo corpo e trattenendolo il più possibile.
Nonostante il Demone si fosse liberato più volte con estrema facilità dal suo avversario, quest'ultimo non si dava per vinto ripartendo immediatamente all'attacco.
E mentre Freezer tentava per l'ennesima volta di raggiungere la navicella, ormai divenuta un semplice puntino luminoso, Piccolo lo afferrò con forza dalla coda trascinandolo nuovamente giù.
Una volta constatato che ormai il veicolo con l'ultimo saiyan a bordo era troppo lontano per essere raggiunto e che quel fastidioso insetto non glielo avrebbe mai permesso, pigiò con il suo dito un tasto sullo scouter per mettersi una seconda volta in comunicazione con l'astronave imperiale.

«Qui parla Lord Freezer, ascoltatemi attentamente: un veicolo con a bordo l'ultimo saiyan ha appena lasciato l'orbita terrestre. Inseguitelo e abbattetelo.» disse con tono freddo, mentre un sorriso sadico deformava il suo volto. Ascoltate quelle parole Piccolo si scagliò contro l'insuperabile nemico, che stavolta non si limitò a scacciarlo via come una mosca fastidiosa.
Lo bloccò con la sua coda che supplì l'assenza del suo braccio mancante e lo trafisse con un pugno sullo stomaco, sfondandogli completamente l'addome. Mentre osservava compiaciuto la sua macabra opera d'arte fatta da schizzi di sangue viola e interiora spalmate tutt'intorno al cadavere del namecciano, il suo scouter, tramite un bip, gli notificò l'arrivo di altri guerrieri.
Tale notizia passò tuttavia in secondo piano poichè il sovrano notò qualcosa che lo sconvolse parecchio: il cielo era tutto un tratto diventato nero e una figura minuscola incredibilmente simile al Drago Polunga era comparsa a pochi chilometri di distanza. Lo stesso mostro che era apparso su Namek mentre stava combattendo il Super Saiyan chiamato Goku.
Non poteva essere una coincidenza.
La sua mascella si spalancò lasciandolo a bocca aperta, l'odio gli fece ribollire il sangue mentre un brivido gli percorreva tutta la schiena e i suoi occhi spalancati ignoravano l'unisono attacco energetico dei suoi nuovi avversari.
Immediatamente il suo cuore iniziò a battere sempre più velocemente, si svegliò come da un sogno e, tornando in sè, spazzò via con un'enorme sfera energetica l'attacco e tutti i namecciani, che non ebbero neanche il tempo di reagire o proferir parola. Si alzò in aria e partì in direzione del drago. Un'unica parola pulsava ininterrottamente nella sua mente: immortalità.

Nello spazio, mentre Freezer si dirige da Moori...

«Capo, abbiamo rilevato una navicella terrestre in allontanamento dal pianeta. Sembra che l'astronave imperiale stia preparando i propri cannoni laser, probabilmente per distruggerla. Quali sono i suoi ordini a riguardo?» chiese il capitano in comando dell'astronave a una figura dietro di lui. Quest'ultima non rispose immediatamente, si prese infatti un momento per rispondere. «Mettetevi in contatto con l'astronave imperiale e tentate di ottenere informazioni. Dobbiamo capire chi si trova esattamente all'interno di essa prima di poter prendere una qualunque decisione. Al momento restate in orbita al pianeta Giove in modalità "fantasma" e disattivate tutti i dispositivi di localizzazione, non voglio che ci trovino.» sentenziò, voltando le spalle ai presenti nella sala comandi del veicolo per poi sparire nelle tenebre del lungo corridoio. L'ultima cosa che i presenti videro furono i suoi lunghi capelli argentati muoversi all'unisono col resto del corpo, quasi fossero dotati di vita propria. Quando anch'essi svanirono del tutto dalla vista dei suoi sottoposti, il capitano fece come per riattirare l'attenzione di questi:«Avete sentito cosa ha detto la vostra signora? Al lavoro!».

 

   
 
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