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Autore: RiverWood    14/02/2016    1 recensioni
"Clarke non riesce ad incontrare gli occhi di Lexa quando pressa il pugnale alla sua gola.
Lei non è chi Clarke vuole ferire e lo sa, nel profondo, sotto i pezzi di lei che sono stati fatti a brandelli, che non potranno mai essere ricuciti insieme. "
Clarke arriva a Polis per uccidere Lexa e rimane perché è il sentiero di minor resistenza, o almeno questo è quello che dice a se stessa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: Missing Moments, Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L'amore, sulla terra, non è sempre delicato; non è sempre gentile.  A volte, l'amore è una mano attorno al collo e una lama alla gola.

A volte, l'amore attira il sangue.

L'amore, sulla terra, è indomabile. È selvaggio e inflessibile, ti sta attaccato alle calcagna. Quando lo si evita, l'amore s'impone, e quando si ha bisogno di esso, l'amore, beh... l'amore può scivolare tra le dita.

L'amore, sulla terra, persevera. Le bombe hanno distrutto tutto, lasciando l'ombra delle creature e la dannazione dietro, a testimoniare ciò che è stato fatto. Ma l'amore non può essere irradiato. L'amore non può essere rigirato e piegato per mano dell'uomo, le sue molecole non possono essere deformate, la sua essenza non può essere contaminata.

L'amore è amore è amore.

È l'unica cosa per cui vale la pena lottare. Anche qui.

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Clarke non riesce ad incontrare gli occhi di Lexa quando pressa il pugnale alla sua gola.

Lei non è chi Clarke vuole ferire e lo sa, nel profondo, sotto i pezzi di lei che sono stati fatti a brandelli, che non potranno mai essere ricuciti insieme.

Due respiri dopo lei si acciglia perché il coltello è ancora nella sua mano, perché il potente comandante – l'Heda – non sta nemmeno provando a disarmarla. È ancora peggio quando Lexa si sporge verso la lama, offrendosi alla minaccia vuota.

Clarke afferra il manico e la spinge all'indietro, e odia se stessa per sperare che non abbia ferito la sua pelle.

"Reagisci." dice, esile e disperata.

"Lo sto facendo."

Lexa la fissa, il mento alto e la sua voce è ruvida a causa della forza esercitata sulla sua trachea.

Un'altra parte nascosta di Clarke viene strappata via a quel suono, alla realizzazione che dovunque lei vada il dolore segua le sue tracce.

"No, non lo stai facendo."

Lei sposta il suo peso, indietreggiando di un centimetro, pregando Lexa di intervenire, di forzare la lama dalle sue mani e di spazzare le sue gambe dal terreno. Che sollievo sarebbe essere scaraventata sul pavimento freddo e duro.

"Non tutte le armi possono essere viste, Clarke."

La speranza divampa nel suo petto per un istante, al pensiero che forse c'è stato un coltello puntato tra le sue costole per tutto questo tempo. Ma quando finalmente incontra gli occhi di Lexa, nota che sono bagnati – praticamente colmi – e la colpisce il fatto che stanno combattendo due battaglie del tutto distinte.

Le sue ginocchia cedono e lei cade a terra, il pugnale rumoroso sui mattoni. C'è un singhiozzo asciutto che si forma nel suo petto, e lei lo tiene lì, godendo della sua stessa debolezza.

Lexa s'inginocchia accanto a lei, le mani coperte dai guanti posate sulle sue cosce. Ne solleva una di un centimetro, prima di piegare le sue dita in un pugno e riportarla indietro. Restano in quella posizione per alcuni momenti – Clarke piegata in due in agonia mentre la causa del suo tormento è una silenziosa presenza al suo fianco.

Inizia orrendamente a diventare confortante.

"Ho bisogno di odiarti," sussurraClarke, mantenendo lo sguardo sulle mani di Lexa. "Tutto ciò che ho fatto, dev'essere colpa tua." La sua voce si spezza e le nocche di Lexa sbiancano. "Altrimenti, come posso vivere con me stessa?"

Fuori dal suo perimetro, Clarke vede Lexa abbassare la testa in un debole cenno. Poi Lexa rilassa le sue dita e pressa il palmo sul pavimento, a qualche centimetro di distanza dal ginocchio di Clarke.

Ci sono tracce di sporco sotto le sue unghie e alcune cuticole sanguinano, proprio come le sue.

Clarke non vuole farlo, ma la sua mano sinistra scivola in avanti e atterra con un morbido tonfo sui mattoni. I loro mignoli quasi si toccano.

Lexa emette un respiro tremante.

"Mi odio abbastanza per entrambe."

 

 

 

 

 

 

 

Note conclusive:  "Ma questa tizia non ha nient'altro da fare che pubblicare fanfictions?" so che l'avete pensato. Ammettetelo. 

Ad ogni modo, la prima cosa da dire su questa ff è che non è mia, si tratta di una traduzione. 

Ho, ovviamente, chiesto il permesso dell'autrice e lei mi ha detto che sarebbe stata felicissima della cosa :') 

Per chi volesse trovare la storia originale, basta andare su "ao3" (Archive Of Our Own) e cercarla, il titolo è appunto "Love on the Ground" e il nome dell'autrice è "thebaddestwolf".

Non so se effettivamente i link su efp funzionano (non ho mai provato ad inserirne uno) ma intanto ve lo lascio: http://archiveofourown.org/works/5641144/chapters/12991297

Ho deciso di tradurla perché l'ho trovata meravigliosa, ma per chi non fosse fluente in inglese ho pensato che valesse la pena averla anche in italiano. Non cambierò assolutamente nulla dalla storia originale, a parte qualche parola per poter rendere meglio il concetto in italiano, ma immagino sia normale. 

La storia originale è divisa in soli 3 capitoli, come se fossero diversi mini episodi di ciò che succede. Io ho deciso di spezzettarla ulteriormente in modo da facilitarmi la traduzione e di conseguenza non far passare troppo tempo tra un aggiornamento e l'altro :') 

Detto ciò, non sembra che ci sia dell'altro, se non che la storia prende viva dal momento in cui Clarke arriva a Polis, quindi potrebbe considerarsi spoiler per chi non ha ancora terminato di vedere The 100. 

Per chi invece segue la programmazione originale sa bene che le cose non sono andate così, ma fingiamo che lo siano per il bene di questa splendida ff :')

See you!  

  
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