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Quando si parla di sfiga…
Sottitolo:
Stronzo di un cuGGino!
(^____^)
Sotto-sottotilo: ah, le fin d’amour….
Quando si parla di
sfiga, ci si riferisce a persone ben precise, che all’interno di questa
storia sono….
Julian prese lentamente fiato,
ricorrendo a quell’assurdo rituale zen che imponeva d’immaginare
l’aria che si stava inspirando come dorata, piena di luce e dolce di
sapore, mentre quella che si espirava era nera, sporca e puzzolente. Nonostante
questo
rituale avesse il mirabile intento di rilassare l’utilizzatore, su Julian non fece alcun effetto.
- Siamo ancora in tempo per tornare a casa, Sorrento?
Il giovin biondino dei Solo
voltò i suoi dolci e allegri occhioni verde prato verso il compagno, un
fanciullo dai capelli di un inusuale tinta viola pallido e
gli occhi grigio chiaro. Questi scosse la testa.
- No, Julian, non siamo in tempo.
Julian sentì le sue fragili
illusioni spezzarsi.
- Ma io voglio tornare a casa!
Piagnucolò.
- Non voglio ricevere quei demoni!
- Hai promesso, Julian.
- Lo sòòò…
ma possiamo dire che l’aria di mare mi ha devastato gli ultimi neuroni,
oppure che sono dovuto partire d’urgenza e che non tornerò prima
del giugno 2011!
- La cosa che mi fa ridere è che tu ti prodighi tanto
per gli orfani di tutto il mondo, ma quando si tratta dei tuoi parenti
preferiresti essere buttato in mare con un paio di scarpe di cemento….
- Oh, Sorrento tu non li conosci! Loro sono dei demoni! Sono
angeli caduti dal paradiso! Loro sono… sono…
Julian riprese fiato, preparandosi
per dire l’ultima parola.
- Pucciosi.
“Lo meno. Io lo meno.”
Pensò Sorrento, sorridendo in maniera tirata. Ma lui
non li aveva ancora visti arrivare, questi fantomatici cuginetti… sapeva
che erano biondi, di dieci anni e che non si muovevano mai senza il fidato
maggiordomo sedicenne.
Quando la nave con lo stemma dei Solo attraccò,
quattro o cinque fattorini potarono via montagne su montagne di valigie
bianche, finché non scese un ragazzo alto e dinoccolato, dai capelli quasi
bianchi. Questi si diresse verso Julian esibendosi in
un leggero inchino.
- Il mio nome è Maximilian.
- E sei…?
- Il maggiordomo dei signorini.
- E loro…?
- Julian, stanno scendendo proprio
ora.
Sorrento, allora, comprese quanto terribile fosse l’arma
della pucciosità.
I due bambini erano alti precisamente uguali ed entrambi
erano forniti di morbidi, fluenti, lucenti e liscissimi capelli biondo miele
(lunghi per la bambina e corti per il bambino), nel pacchetto standard,
inoltre, erano compresi enormi occhi vere acqua e boccuccie rosate a forma di cuore, zigomi delicati, volti
ovali, piccole mani lisce, gambette snelle e dentini metà da latte e
metà definitivi, sempre perfetti e talmente regolari da non sembrare
frutto di madre natura di un abilissimo dentista.
Avvolti, lei in fluttuanti abiti stile gothic lolita e lui in eleganti vestiti stile ouji totalmente
bianchi, rilucevano splendenti alla luce del sole greco.
Julian deglutì a vuoto.
Sorrento fu costretto a strizzare le palpebre per guardarli direttamente.
I due bambini allora si voltarono verso di loro, sfoderando
dolcissimi sorrisi angelici.
- Cugino Julian!
Esclamarono in coro, correndo verso di lui. Julian spalancò le braccia, sorridendo felice.
- Cuginetti!
- CuGGino!
I due si lanciarono per abbracciarlo…
Errata corrige, si lanciarono per tirargli una bella
ginocchiata gemella nei gioielli di famiglia.
- Stronzo di un cuGGino!
Esclamarono, sempre in coro, mentre Julian
cadeva a terra agonizzante. Sorrento spalancò la bocca. Maximilian non
ci fece neanche caso, troppo impegnato a dirigere i facchini.
- Non ci chiami mai, neanche una cartolina in tanti anni e
solo ora ti decidi a cagarci?! E tutto solo
perché la donna che ami si sposa e tu ti senti depresso ad andare da
solo la matrimonio che è comunque fra
più di tre mesi!
- No…
Rantolò Julian alzando lo
sguardo verso di loro
- Per quello ho chiamato Sorrento…
- Sei davvero un figlio di buona donna, Julian….
Commentò Sorrento, affibbiando un serafico calcio
nello stomaco di un già provato Julian.
- Andiamo bambini.
Disse, poggiando le mani sulle spalle dei due.
- Lasciamo quest’essere infame ai gabbiani.
Ed oltre a lui,
anche….
- Isaac! Ti prego stammi vicino!
Piagnucolò Baian, agitando
per aria le braccia vorticosamente e mandando la schiena in avanti e indietro
in maniera innaturale.
- Ma insomma, Baian!
Sbottò Isaac avvicinandoglisi
leggiadramente sui pattini.
- Potevi dirmelo che non sapevi pattinare!
- Te l’ho ripetuto incessantemente per circa due ore!
Persino mentre mi mettevi i pattini! Te l’ho dettohhhhhhhh…!
Isaac si spostò giusto in tempo per prendere tra le
braccia Baian che rischiava l’ennesima
disastrosa caduta sulle chiappe.
- Lo so, lo so…
Disse, assumendo una posa che ricordava vagamente
l’Amleto.
- Ma adoro vederti cadere tra le mie braccia!
- Demente.
Sbottò Baian, staccandosi
da lui e tentando di pattinare da solo. Inutile dire che inciampò nei
suoi stessi piedi e cadde sulle ginocchia.
- Isaac….
Si lagnò Baian, mentre
Isaac andava da lui. Baian alzò le mani
sbucciate, stesso destino era capitato alle ginocchia, disgraziatamente
lasciate scoperte da un paio di pantaloncini bianchi.
- Questo in piscina farà male…
Isaac sorrise, facendolo poggiare a se e portandolo su una
panchina ai bordi della pista, verso la borsa in cui aveva portato
(perché era un tipo previdente, lui) il necessario per il pronto
soccorso.
- Colpa tua che non hai voluto mettere le protezioni.
Lo rimproverò gentilmente, mentre lo aiutava a
sedersi.
- Ma sono cresciuto per quella roba!
-Io invece vedo che ti sbucci come un marmocchio.
Isaac lo guardò sorridendo.
- Su, dammi la mano.
- No!
- E perché?
- Perché tu poi ci metti l’alcool che brucia!
- Stavamo mica parlando di
marmocchi? Dai, dammi la mano.
Baian, reticente, gli prose la mano. Isaac guardò le piccole ferite e
abrasioni che si era causato.
- Incredibile. Di trecento metri di pista senza neanche un
sasso, tu hai beccato l’unico punto in cui c’era la breccia..
- Lo so, sono un concentrato di sfiga vivente.
Borbottò Baian, guardando
altrove. Issac scosse la testa, prendendo cerotti e
bende dal cassettino verde.
-Guarda cosa faccio, Baian.
Baian lo guardò incuriosito
avvicinare il volto alle sue mani, poggiando le labbra sulle ferite e leccandole
piano con la punta della lingua. Baian arrossì
incredibilmente.
- Isaac! Potrebbe vederci qualcuno!
- E chi ci viene a pattinare alle otto di sera?
- Ma.. ma…!
Issac lo zittì con nuovo
bacio sulla pelle lesa. Asciugò poi la mano con un panno pulito e vi
applicò un piccolo cerotto con Hello Kitty.
- Ma io ti odio!
- Lo so, anch’io ti amo.
Il rito venne ripetuto anche con l’altra mano e poi
con le ginocchia. Una volta adeguatamente curato, Baian cercò di rialzarsi, reggendo alla panchina.
Non fece però in tempo ad aggrapparsi ad Isaac, che questo
sfrecciò rapidamente via.
- Isaac! Che diavolo fai?! Vuoi che
cada un’altra volta?!
Una volta allontanato di circa cinque metri, Isaac
aprì le braccia, guardandolo.
- Su, vieni qui.
Lo invitò, muovendo leggermente le mani.
- Dai!
- Isaac, cadrò!
- Dai, che se non ci provi non ci riuscirai mai! E poi, come
potrebbe essere più disastroso di quella volta
in montagna?
- Quale? Intendi quando mi sono fatto tre chilometri di
pista a quattro di spade? O quando scendendo a tutta velocità non sono
riuscito a frenare e ho travolto dieci persone in fila per lo skilift?
- Umm..
io pensavo a quando ti sei incastrato alla fine della seggiovia, sei rotolato
giù fino all’inizio pista, hai perso gli sci e hai continuato a
scivolare fino a metà pista, mangiandoti quasi tutta la neve dello
stabilimento.
- Urgh. Quello l’avevo
rimosso.
- La cosa carina è stata che quando sono arrivato da
te ti sei lanciato tra le mie braccia gridando “Isaac!” e piangendo.
Guarda cosa deve succederti per spingerti ad abbracciarmi…
Isaac scosse la testa sconsolato.
Isaac lo guardò, muovendo qualche passo incerto.
- Dai, forza! Ci sono io qua!
- E dammi un minuto!
-…..
- Che guardi?
- Minuto passato.
- Isaac!
Ruggì Baian, irritato.
Mosse nuovamente una decina di passi. Ma se ogni passo consentiva uno
spostamento di due millimetri non era mica molto utile, eh…
Alla fine, Baian riuscì a
buttarsi tra le braccia di Isaac, ritrovandosi a pensare che forze anche Ulisse,
una volta ritornato ad Itaca, davanti alla sua casa doveva
aver provato una sensazione simile.
- Baian…
- Uh?
- È una mia impressione o una delle ruote dei tuoi
pattini se sta andando per conto suo?
Baian aveva visto moto perdere le
ruote. Macchine, furgoni, aerei, carrelli della Tv e
biciclette.
Ma non aveva mai visto la ruota di un pattino staccarsi e
andare beatamente per i fatti suoi.
Scoppiò a ridere.
A.Corner___
A me Isaac e Baian piacciono tanto
ç_ç ma la rete è povera di
questi due..ç_ç
non gli vuole BBBene ç_ç
l’unica colpa di Baian è, in fondo, di
essere il primo nemico e, soprattutto, di aver combattuto contro Seiya! Se
avesse combattuto contro Shun o Ikki o uno qualunque dei bronzini avremmo avuto
due volumi di chiacchiere, seghe mentali e flashback strappalacrime!è_é questa è DISCRIMINAZIONE ecco
cos’è!è______é comunque, spero che conosciate la
mistica posizione sciistica del 4 di
spade ùWù altrimenti darò
delucidazioni nel prossimo capitolo, perché oggi non ne ho voglia. Isaac
e Baian indossano i pattini a quattro ruote da
pattinaggio artistico, meravigliosi perché le ruote se ne vanno davvero per i fatti loro! Io l’ho
provato ç_ç avevo massacrato i
cuscinetti a sfera…ç_ç sono
divertenti perché vanno molto più veloci dei rollerblade comuni =ç= è che a me non me ne
frega nulla di fare salti e pose complicati, mi basta che vadano
veloci…=çççççç=(
della serie: se è veloce, preferisco un mulo ad un cavallo *_*) solo che
penso siano abbastanza difficili da utilizzare, appunto quel questa loro
velocità ù_ù poi se ti sbilanci
non avanti o indietro cadi subito… il bello è che basta appena
piegarsi di lato per curvare *_*
Si Pucchy, in realtà i miei neuroni ti amano, ma li costringo a mentirsi e a dire che ti odiano, perché sai, tu e i miei tre neuroni.. insomma, sareste una coppia poco convenzionale.. pensa allo scandalo..ù_ù
Aiakos “fan girl in sindrome premestruale”? *-* hai azzeccato il concetto *-*
Voggio anch’io un muffin çWç spediscimene uno!çWç