Serie TV > Altro
Segui la storia  |       
Autore: foggy_SnowDay    15/02/2016    0 recensioni
[Surface - Il Mistero degli Abissi]
La Iderdex nasconde molto più di quello che si pensa: la specie a cui appartiene il piccolo Nim infatti è solo l'inizio di ciò che Alger Koastler ha in programma per il mondo e la specie umana.... e Miles è il centro di tutto quanto.
Con uno tsunami pronto a colpire la sua città e grossi cambiamenti già in corso nella sua vita, il ragazzo dovrà affrontare una realtà del tutto diversa da quella che pensava di conoscere, una realtà che lo costringerà a tirar fuori la parte di sé che aveva dimenticato e che lo porterà a scoprire un passato che non avrebbe mai pensato gli appartenesse.
Nuove conoscenze, vecchi amici e antiche memorie perse nel tempo saranno i protagonisti di questa nuovissima ed entusiasmante -speriamo xD- seconda stagione di "Surface - Il Mistero degli Abissi"
Genere: Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LEGGETE QUI PRIMA DI INZIARE!!!
Questo avviso è più che altro indirizzato a chi non è la prima volta che entra in questa storia e ha già letto il primo capitolo prima che l'aggiornassi: ci sono dei cambiamenti nella parte finale, quindi forse è meglio che andiate a controllare se nn volete confondervi (la parte cambiata si trova dopo questo simbolo: -xxx- ) E' stata un po' una cosa impulsiva.... lo so che di solito non si fa, però ho avuto un idea migliore riguardo alla storia e ho deciso di cambiare alcune cose per renderla un po' meno what if e più fedele alla serie originale ... ma soprattutto per differenziarla da quella in inglese perché onestamente non amo scrivere le stesse cose ottocento volte (se vi interessa darle un occhiata a proposito potete andare su fanfiction.net nella sezione Surface; il titolo è lo stesso di questa).
Spero di non avervi confuso le idee con questo cambiamento (che però non dirò quale sia per non confondere chi invece è la prima volta in assoluto che entra qui xD)
Mi scuso ancora, spero che in questo modo si capisca lo stesso e che il racconto sia più dinamico.

Buona lettura ;)


 

 

 

 

Miles stava correndo a perdifiato lungo un corridoio austero. Caitlyn e la coppia di sconosciuti che avevano incontrato pochi minuti prima lo stavano seguendo altrettanto concitati, mentre dietro di loro il piccolo Nim chiudeva la fila saltellando.

L'acqua sgorgava copiosa dalle finestre in frantumi riempendo rumorosamente la parte bassa dell'edificio, il che ricordava loro costantemente di sbrigarsi se non volevano finire sommersi dalla corrente. Puntavano dritti verso la porticina in fondo alla galleria sopra le navate, perché era lì che si accedeva al campanile, il posto in alto più vicino che gli fosse venuto in mente.

Miles aprì la porta frertolosamente e si insinuò per primo dentro la piccola sanza mentre gli altri lo seguivano a ruota.

Si ritrovarono tutti di fronte ad una scala e Rich, il tizio nuovo, fu il primo a salirvi, solo che non appena raggiunse la cimaa si accorse che la botola sulla quale si affacciava era chiusa.
«Mi serve qualcosa di pesante!» incalzò. «Qualcosa per rompere il lucchetto! Qualsiasi cosa!»
Gli altri iniziarono a guardarsi intorno.
«Lì!» disse la donna indicando il gruzzolo di mattoni impilati nel sottoscala.
«Sì ecco» fece Miles afferrandone uno e porgendolo all'uomo.
«Questo andrá bene» approvò la donna.
Rich iniziò a sbatacchiarlo contro il lucchetto mentre altri lo guardavano in silenzio. L'edificio nel frattempo gorgogliava, cigolava e si lamentava sotto i potenti colpi dell'acqua. Era un suono terrificante. La struttura vibrava e si contorceva mentre le onde l'aggredivano senza pietà emettendo un rombo continuo, quasi a volerne annunciare l'imminente crollo.
Miles faceva avanti ed indietro di fronte alle veneziane -impaurito, preoccupato e col cuore che gli batteva a mille nel petto per l'agitazione- mentre Caitlyn si sedette terrorizzata in fondo alle scale.
La paura che l'edificio piombasse loro addosso cresceva ogni secondo che passava.... pareva non aver mai fine. Finché, ad un certo punto, tutto iniziò a scemare: i muri smisero progressivamente di tremare, l'acciaio cessò di emettere urla agonizzanti … persino Rich smise di colpire la botola, quasi temesse che il minimo rumore potesse incoraggiare il crollo di qualcosa.
Il campanile stava tornando silenzioso.
Lo scroscio dell'acqua e le occasionali lamentele dell'edificio erano le uniche cose che si potevano sentire... il tempo si era come fermato.
Nel silenzio della torre, Caitlyn affogò il viso fra le mani e cominciò a singhiozzare disperata. La donna, di cui ancora non sapevano il nome, se ne accorse e l'avvolse in un abbraccio istintivo.
«Ehi» mormoravaa carezzandole i capelli. «Avanti, non piangere»
«Voglio rivedere mio padre!» fu la protesta della ragazza.
«Ssh» bisbigliò l'altra posandole le mani sulle guance e costringendola con delicatezza ad incrociare il suo sguardo. «Calma, smettila» le carezzava il viso «Buona, Caitlyn. Non piangere, lo rivedrai tuo padre»
«Com fai a dirlo?!» ribattè l'altra in lacrime «Tu non lo sai che gli è successo!»
La donna l'abbracciò di nuovo permettendole di piangere sulla sua spalla.
«Invece lo so, devi credermi» insisteva. «Lo rivedrai tuo padre»
Miles le guardava sofferente non sapendo cosa fare.
Caitlyn era la sua amica no? Doveva essere lui quello che la confortava dicendole che tutto si sarebbe sistemato, eracompito suo perlomeno provarci..... ma allora perché non se la sentiva? La risposta si insinuò nella sua testa come un tarlo fastidioso: anche la sua famiglia era chissá dove, probabilmente in pericolo. Questo era il mitivo principale del suo sentirsi incapacitato: come poteva assicurarle che sarebbe andato tutto bene, che le cose si sarebbero sistemate e che le loro famiglie stavano bene se neanche lyi be era convinto?
Al solo pensiero del piccolo traghetto sul quale li aveva visti l'ultima volta un brivido gli percorse tutta la schiena: se lo tsunami li aveva colpiti mentre attraversavano il canale le chance che fossero ancora vivi erano poche.... o addiruttura nezsuna.
No, si sgridò mentalmente. Non posso pensare così, DEVO essere positivo. Per loro... e per Caitlyn. Non è il momento di pensare al peggio. Sono al sicuro, stanno bene, se ne sono andati in tempo
Ma questo gli fece solo salire le lacrime agli occhi.
Distolse lo sguardo.
Non voleva piangere, non quando farlo era la cosa di cui l'amica aveva meno bisogno.
Poi i suoi pensieri finirono sui due sconosciuti: non era sicuro che i due fossero una coppia, perciò non seppe dire se avevano figli... però che dire della loro famiglia? Avevano genitori anziani? Amici? Forse anche loro stavano pensando a chi forse rischiavano di perdere.
Decise che non voleva pensarci, almeno non ancora. Dovevano salvarsi, poi si sarebbero occupati del resto.
Si avvicinò alla porta e sgusciò con lo sguardo sul piccolo oblò che vi si apriva sulla cima. Da lì ispezionò l'oceano abusivo che occupava la parte bassa della chiesa e un'ondata di sollievo lo alleggerì dall'ansia non appena si accorse che le acque si stavano placando.
«Guardate» disse attirando l'attenzione degli altri mentre un piccolo sorriso si fece strada fra le sue labbra. «Credo... credo che sia finita» fissava l'acqua quasi ridendo. «Sì, è finita!»
«No, non lo è» affermò la donna che stava continuando ad abbracciare Caitlyn. «Gli tsunami vengono a ondate» spiegò. «Ci sarà un onda, poi un altra.... e un altra ancora»
La notizia rese il pianto di Caitlyn ancora più disperato di prima, mentre ogni traccia del sorriso che aveva illuminato il volto del ragazzo svanì nel nulla.
Il suo sguardo era di nuovo fisso fuori dell'oblò, dove l'acqua continuava a gogliare imperterrita.
No, non era ancora finita.
Ma non fu quella la notiza peggiore del momento: un brusio familiare in fondo ai suoi pensieri ed uno strano formicolio alla base del collo lo informarono della vicinanza di qualcosa di molto possente.... una presenza che Miles aveva imparato a riconoscere ma che allo stesso tempo era molto diversa da ciò a cui era abituato. 
«Oh mio dio»
Le parole gli sfuggirono di bocca prima che riuscisse a controllarle.
«Cosa c'è?» domandò la donna prestandogpi attenzione. Miles, non sapendo cosa dire, le lanciò uno sguardo spaventato. Come poteva spiegarle il fatto che poteva sentire la presenza di quelle creature quando neanche lui sapeva come fosse possibile?
«Aspetta qui» bisbigliò la donna a Caitlyn prima di avvicinarsi a Miles. Il suo sguardo guizzò fuori della porta, permettendole di scoprire da sé quale fosse il motivo per cui il ragazzo si fosse così spaventato: una sagoma scura era affiorata fuori dall'acqua per poi sparirvi di nuovo.
Paura fu l'emozione che le si dipinse immediatamente sul volto: una di quelle creature -uno degli ADULTI- stava nuotando proprio dentro la chiesa!

Miles sapeva della sua vicinanza ancor prima di averla vista. L'elettricità che la cereatura stava emanando valeva più di mille parole e rendeva il ragazzo perfettamente consapevole della sua presenza... per non parlare poi di quello che stava facendo alla sua testa: era travolgente.
Anche se ormai era quasi abituato a sentire queste creature, la vicinanza di questa lo spaventava cento volte di più della situazione di costante pericolo che li aveva accompagnati fino a quel momento.
L'animale stava cercando qualcosa: del cibo, comprese il ragazzo.
Era affamato -davvero molto affamato- e la sua elettricità era già caricara a pennello per colpire qualsiasi cosa somigliasse ad uno spuntino.
Poi uno strano pensiero si fece strada nella sua mente: nella testa di Miles fu recepito come una sensazione di profonda confusione, che però era condita da una buona dose di curiosità.
Qualcosa di estraneo ma familiare si trovava nelle immediate vicinanze, qualcosa che incuriosiva la creatura..... qualcosa che in quel preciso momento stava pensando intensamente a lei.
Miles sgranò gli occhi.
Stava sentendo lui.  
Il ragazzo percepì muoversi nell'acqua, ma prima che riuscisse a capire cosa stava succedendo, la vide sbucare davanti all'oblò, sul bordo della galleria... proprio sotto il suo naso. Stava annusando l'aria curiosamente.
Sa che siamo qui, per colpa mia adesso ci sta cercando, pensò Miles terrorizzato.
Il ragazzo non poteva dire quali fossero i pensieri esatti della creatura -che aveva infatti un modo comletamente diverso di comunicare rispetto a quello umano- ma se avesse deciso di attaccarli, lui avrebbe potuto fare ben poco per salvare la sua e la pelle altrui. Il fatto poi che persino Nim era innervosito dalla sua presenza non lo rilassava neanche un po'.
Scambiò un occhiata sconcertata con la dottoressa ed entrambi rimasero immobili come statue in un silenzio condiscendente: meglio non fare rumore se volevano rimanere vivi.... dquesto in sostanza era il loro mutuo accordo. 
La creatura stava ancora annusando nella loro direzione e Miles fu quasi sicuro che li avesse trovati, stava persino iniziando a percepire l'inconfondibile vibrazione che precedeva la scarica elettrica quando qualcos'altro catturò l'attenzione dell'animale: un altro flusso di pensieri..... un altra creatura.
Miles era abituato a percepirne più di una contemporaneamente, era come se fossero sempre tutte collegate fra di loro: i pensieri delle altre erano sempre presenti, come un lieve brusio di sottofondo nella mente della creatura sulla quale si stava concentrando.
Questa volta però era diverso: i pensieri di sottofondo furono prepotenti, come se la loro fonte stesse urlando forte e chiaro non solo nella mente della creatura, ma pure nella sua. Non era un'eco come quelli a cui era abituato, ma un vero e proprio grido silenzioso, un emozione talmente forte che se la sentì scendere fin nelle ossa.
Ma non fu solo la portata di quel grido a terrorizzarlo.
C'era dell'altro in quei pensieri, qualcosa che lui non aveva mai percepito, neppure con Nim: non erano state le solite semplici emozioni, le solite immagini dal significato immediato a spuntare estranee nella sua testa, ma era stato un significato logico e razionale ad arrivare forte e chiaro nel suo cervello.
Quelle che aveva sentito erano state delle vere e proprie parole. Parole diverse, non esattamente pronunciate nella sua lingua, ma il loro sigificato era stato più che chiaro: VATTENE VIA.
E la creatura miracolosamente le aveva capite e, ancora più sorprendente, aveva obbedito subito con uno sbuffò rabbioso, immergendosi in acqua e allontanandosi in un baleno da lui e dai suoi compagni.
«Se ne è andata» mormorò la donna scioccata. Miles le rivolse uno sguardo altrettanto sconvolto, poi tornò a guardare con insistenza la piscina fuori della porta come se stesse per esplodere.
Qualcosa li aveva appena salvati, qualcosa aveva scacciato via la creatura.
E non solo... quel qualcosa aveva pure parlato.
Com'era possibile? Com'era possibile che una di quelle creature avesse parlato?
Nim gorgogliò dall'angolo della stanza.
Sei stato tu? Si chiese meravigliato. Ma la domanda gli occupò la mente solo per poco.
Pochi istanti dopo infatti la terra ricominciò a tremare, solo che questa volta, nessuna parola fu pronunciata fra gli occupanti della piccola stanza per un po'.
L'unico a fare rumore era Rich col suo continuo sbatacchiare.
Poi, come se si fosse appena svegliata da un incubo, la Dottoressa -come aveva iniziato a chiamarla Miles- si rese conto di quel che stava avvenendo e corse al suo fianco incoraggiandolo a colpire più velocemente.
«Sto colpendo più forte che posso!» affermò l'altro seccato. «Ci sono quasi»
«Forza, forza!» incalzava la donna. Gli altri si erano tutti catapultati sulle scale adesso. «Avanti Rich!»
Bonk bonk bonk... SQEECK
«fatto!» esultò l'uomo aprendo la botola con un colpo deciso delle braccia.
Gli altri iniziarono a salire, uno dopo l'altro, metre Rich stava in cima aiutandoli ad uscire.
Il vetro delle veneziane si ruppe alle loro spalle schizzando ovunque, ma li lasciò illesi. La scala proseguiva per altre due rampe prima di sbucare sul tetto del campanile attraverso un'altra botola, questa volta aperta. 
Miles e Cait furono i primi ad uscirne e si accucciarono in fretta sul pavimento alla base della guglia, mentre la dottoressa gli si mise dietro circondavandoli con le braccia in un gesto protettivo.
Rich fu l'ultimo.
«Attenti!» disse schiacciandoli a terra quando un getto d'acqua oltrepassò il bordo del parapetto colpendo il pavimento «State giù»
Rimasero così, l'uno spiaccicato contro l'altro, per un bel po'.
Cait e Miles si tenevano le mani mentre Rich circondava tutti da dietro con le braccia in un gesto goffo ma protettivo. Caitlyn stava piangendo abbracciata a Miles che, nonostante cercasse di sembrare coraggioso, anche lui tratteneva a stento le lacrime.
Persino gli adulti si lamentavano quietamente mentre l'edificio tremava tutt'intorno a loro.
La paura era palpabile, pulsava nell'aria con una vita a sé stante.
Nessuno parlava, non ce ne era bisogno: stavano tutti aspettando.
Aspettando di morire, di vivere, di vedere illuminarsi la speranza che ce l'avrebbero fatta una volte per tutte.
Sembrò durare un'eternità. L'edificio fu sul punto di collassare un paio di volte, ma alla fine rimase in piedi.  Come era accaduto poco prima, tutto iniziò a scremare. Inizialmente fu impercettibile, poi tutto si fece sempre più tranquillo finchè ad un tratto il tremore cessò definitivamente.
«Bene» mormorò Rich nervosamente. «Bene»
Caitlyn tremava come una foglia accanto a Miles mentre la dottoressa respirava veloce in preda alla paura guardandosi intorno quasi incredula del fatto che il campanile avesse resistito ad un'altra onda distruttiva. .
«perfetto, benissimo... è passato» borbottava Rich quasi per convincersene «state tutti bene?».
«Sì» rispose Cait un po' incerta.
Stiamo ancora respirando, pensò Miles con sollievo ed incredulità. Dopo tutto quel che avevano passato, dopo tutto quel che era successo, erano ancora VIVI.
Poi un gorgoglio familiare si fece strda fra le lamentele dell'edificio ed il suo sollievo diventò presto una vera e propria folata di gioia.
«Nim» mormorò con un sorriso. La creaturina saltò giù dal cornicione dove se ne era rimasta fino a quel momento, emettendo fusa di gioia.
Era felice che stessero bene... e Miles era felice che fosse lì con loro.
«eehhr... è domestico, vero?» domandò Rich con cautela.
«Ma certo» mugolò il ragazzo assentemente. «Tranquillo»
Rich però se ne dimenticò presto. Si alzò lentamente, guardando preoccupato ciò che si trovava oltre la balaustra che preventivava loro di cadere di sotto.
Gli altri ne seguirono presto l'esempio, alzandosi piano, uno dopo l'altro.
Centinaia di emozioni coloravano i loro sguardi mentre fissavano increduli il paesaggio che li circondava.

Paura.

Preoccupazione.

Meraviglia.

La vista di fronte a loro era a dir poco surreale.
I pochi tetti e le cime degli alberi che erano rimasti ancora in piedi erano gli unici indizi a testimoniare che in mezzo all'oceano di acque torbide e gorgogianti che li crcondava, un tempo c'era un cittá.

«Questo.... è un nuovo mondo» Qualcuno mormorò dopo un lungo istante.
Ed era roprio vero: era la fine di un mondo.... e l'inizio di un altro.

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: foggy_SnowDay