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Autore: Fanie33    15/02/2016    3 recensioni
Baci, principalmente.
I paring classici intervallati da Ship di cui tutto si può dire tranne che si trovano spesso.
Dalle sorprese a quello che un po' ci si aspettava, ogni capitolo racconta una storia diversa.
Ogni capitolo, un bacio diverso.
[Wincest-Weecest-Destiel-Sabriel-Debriel-Sastiel-Lubriel-Crobby-Dean/Lisa-Megstiel-Wincestiel-Samifer-Gabriel/Kalì-Calthazar...]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Threesome | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Rating: Giallo.
Genere: Malinconico e molto, molto introspettivo. Non so ancora come sia potuto succedere.
Contesto: Quinta stagione.
Note: È una Sabriel, ma è un po' meno bene di quello che speravo di cavarci. Introspettivissima, preparatevi, e... boh, in pratica non c'è niente.
Spero che non vi faccia tanto schifo.
Ci si vede giù.

 

The touch of your hands



C'era qualcosa di profondamente consapevole nel modo che aveva Gabriel di accarezzare la pelle esposta del corpo di Sam.
Era lento, metodico, preciso, si aggrappava con gli occhi e con il pensiero ad ogni lembo scoperto e lo toccava, con attenzione e sicurezza.
Non parlava quasi mai, quando lo sfiorava in quel modo, lo guardava e basta, con il viso contratto da una concentrazione estrema, sacra, e lo spingeva a sussultare ad ogni battito di ciglia.
Era un tocco diverso da quello che usava per spogliarlo, o per richiamarlo a sé ogni volta che il cacciatore si perdeva tra i pensieri sull'Apocalisse e i sensi di colpa per il passato. Quando lo accarezzava, che fosse con le mani, con le labbra o con la lingua, non era malizioso, o esigente, o disperato, o supplichevole. Era calmo, fermo e delicato, e allo stesso tempo sicuro, rassicurante e dominante. Non aveva importanza che fosse in piedi, o seduto sul letto, o inginocchiato sul pavimento, o sdraiato sotto al corpo di Sam, o a cavalcioni del suo grembo, era sempre lui ad avere il controllo in quei tocchi, ad imprigionare il cacciatore con i propri occhi in uno stallo di silenzio e fiato spezzato.
Non aveva importanza nemmeno il momento o il luogo, la sofferenza e la disperazione in cui le loro vite annegavano, la calma surreale che prometteva tempesta, il silenzioso rimpianto di ciò che era perso, i dubbi sul passato e la paura del futuro. Ogni cosa perdeva significato nel momento in cui Gabriel appoggiava le proprie mani e la propria bocca sul corpo di Sam, quando nessun suono scorreva più tra di loro a parte i loro respiri, e tutto il resto rimaneva chiuso fuori.

Da quando era successo, da quando un'ennesima battaglia li aveva spinti così inesorabilmente l'uno verso l'altro, tutte le convinzioni del cacciatore si erano ridotte in frantumi. Quel poco che rimaneva saldo in lui, era legato alle dita dell'arcangelo sulla propria pelle, ed era stranamente abbastanza per non crollare.
Non si era mai chiesto -non se lo era permesso- cosa di quello che accadeva tra lui e Gabriel fosse così indispensabile per lui, così necessario come l'aria. Forse, era troppo spaventato dalla possibilità di scoprire che era lui stesso, la sua essenza, la sua presenza e la sua stessa esistenza a renderlo così assuefatto, a permettergli di essere qualcosa di diverso da se stesso -un cacciatore, un martire, il tramite di Lucifero-, qualcosa di un po' più vicino a quello che avrebbe voluto essere -un uomo libero, un fratello migliore, una creatura un po' meno spezzata-.
E ci pensava, ogni tanto, quando erano insieme, quando le cose sembravano essere meno inaffrontabili, quando il mondo là fuori era meno distrutto e quando il futuro sembrava quasi esistere, ma la verità è che nessun pensiero sopravviveva intatto al tocco di Gabriel, alle sue mani e alle sue labbra, e allora Sam lasciava perdere.
E andava bene.

C'era stato un momento, ad un certo punto, in cui si era sforzato di essere migliore. Si era detto che se davvero l'arcangelo voleva lui, si meritava almeno di avere tutto ciò che il cacciatore poteva dargli.
E così ci aveva provato, aveva nascosto i propri demoni, si era lasciato toccare e accarezzare, aveva seppellito le proprie paure e le proprie insicurezze, e si era mostrato a quegli occhi ambrati nel modo migliore possibile, nel mondo più normale possibile.
Aveva chiuso dentro di sé tutto quello che lo aveva reso diverso, in passato, tutto ciò che gli ricordava il sangue di demone, o la morte di Jessica, o i litigi con suo padre. E ancora tutto quello che lo rendeva il tramite di Lucifero, le delusioni date a Dean, la paura di non essere all'altezza del compito.
Si era mostrato a lui come avrebbe voluto essere, meno cacciatore e più uomo, meno rovinato e più normale, ricacciando indietro tutti quegli aspetti di sé che lo rendevano, a tutti gli effetti, un Winchester.
Si era lasciato baciare, toccare e stringere, pregando che fosse abbastanza, che Gabriel non vedesse quello che lui aveva così faticosamente cercato di nascondere. Si era detto che lui sarebbe valso qualsiasi sforzo, e quello non era niente in confronto a quello che avrebbe voluto essere in grado di fare.
Ma Gabriel, con quelle mani e quelle labbra e quella lingua, lo aveva ancorato di nuovo a sé, lo aveva stretto e baciato, e mentre con le dita lo toccava ancora e ancora, in quel modo consapevole e perfetto e lo sguardo concentrato di chi ha una meta e intende arrivarci, si era piegato su di lui, con le ginocchia puntate sulle lenzuola sfatte e il bacino a cavalcioni dei suoi fianchi, e gli aveva sussurrato all'orecchio quanto stupido fosse il suo meraviglioso cacciatore.
«Stai facendo uno sforzo enorme solo per apparire normale agli occhi di questo mondo, Sam Winchester, ma non lo sei» aveva detto, stringendoselo addosso, mentre lui ansimava sulla sua bocca. «Tu sei straordinario. Lo sei sempre stato, e lo sarai sempre»

E alla fine lui ci aveva creduto, creduto davvero.
Era stato proprio quello che Gabriel voleva, se stesso, e lo era stato con i propri demoni, le proprie paure, le proprie insicurezze e tutta la fragilità, il senso di colpa. Si era lasciato vedere nudo in ogni modo possibile, e nemmeno una volta si era pentito di averlo fatto.
L'arcangelo, con le sue mani sicure e il tocco delle labbra, lo aveva reso migliore senza cambiarlo, gli aveva mostrato che anche nelle peggiori sofferenze esiste la luce, ed era stato lì per lui, la sua ancora di salvezza perfino durante la fine del mondo.
Arrendendosi alle sue carezze, Sam si era garantito una felicità che non credeva che potesse appartenere alla sua vita, e l'aveva stretta così forte che alla fine nemmeno il Diavolo era riuscito a portargliela via.


All'inizio di loro, quando l'Apocalisse era più lontana e il mondo non era ad un passo dal crollo, quando le mani dell'arcangelo non lo avevano ancora reso schiavo di qualcosa che non avrebbe mai creduto di poter desiderare, il cacciatore era stato arreso all'idea che quello che lui gli stava dando era troppo, e non se lo meritava. Aveva cercato di allontanarlo, di tenere le distanze, di negare quanto in profondità Gabriel avesse già scavato la sua pelle e la sua anima.
All'inzio di loro, quando uno era ancora solo un trickster e l'altro solo un cacciatore, quando Sam era appena un sogno mascherato da desiderio e non una necessità impressa a fuoco sulla sua Grazia, l'arcangelo si era chiesto fino a che punto fosse prudente spingersi per un umano, per comprendere una creatura così diversa. Aveva cercato di fargli capire quale meraviglioso essere fosse, e si era sempre scontrato con un muro impenetrabile.
All'inizio di loro, quando Lucifero era quasi solo un mito e la speranza esisteva ancora, quando il cacciatore ancora pensava che il suo destino fosse quello di ferire sempre le persone che amava, e per questo le teneva lontane, Gabriel lo aveva messo davanti ad un dato di fatto. Gli aveva mostrato quanto di bello ci potesse essere anche in un mondo popolato da mostri e crudele con chi cercava di combatterli, destinato a finire come ogni altra cosa.
Gli aveva detto che tutti meritano di essere felici, anche lui.
Gli aveva detto che c'erano cose che nemmeno l'Apocalisse sarebbe mai stata in grado di distruggere.
Gli aveva chiesto di fidarsi di lui, di lasciarsi andare.

Di quel Sam non si era mai pentito.













NdA
Salve a tutti.
Spero non siate morti nel tragitto.
Sarebbe dovuta essere tutt'altra cosa, ma si vede che questo è quello che succede quando vorresti scrivere e invece devi studiare. Che brutta vita.
Va beh, fatevi sentire, un bacio a tutti e a presto.
Fanie

   
 
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