Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: DarkYuna    16/02/2016    2 recensioni
"Le creature che appartengono a due specie diverse, non sono destinate ad essere felici."
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8.
*Condannata a morte*









 
 
Come viveva una condannata a morte?
Male?
Forse…
Disperata?
Può darsi.
 
 
Ora capivo il perché agli essere umani non era dato conoscere la data della propria morte, per non vivere freneticamente avviliti fino a quel giorno… non sapevo di preciso quando la mia vita si sarebbe spenta, eppure immaginavo che l’epilogo non fosse lontano, ma non avevo paura, non piangevo, anzi, ero quasi contenta: avrei riabbracciato i miei genitori.
Un conto era essere “consapevoli” di morire, un altro era venire informati del “quando” e da “chi” sarebbe stato il responsabile della propria fine.
 
 
Charlotte poggiò le due Coca-Cola sul tavolino del pub, goffa nelle movenze, stramba nei vestiti normali, così abituata a vederla in divisa da cameriera, ora sembrava un pesce fuor d’acqua, in un contesto più ordinario e meno ottocentesco.
<< Spero che le vada bene, signorina. >>. Si accomodò al posto di fronte al mio, contenta di aver fatto il suo dovere.
 
 
Storsi la bocca, decidendo di avere un temperamento meno funereo, almeno per questa sera. Avevo avuto alcune ore di libertà vigilata, dagli arresti domiciliari, quindi mi sarei goduta l’uscita con lei.
<< Ti ho chiesto già tre volte di non chiamarmi signorina e di usare una forma meno ufficiosa. >>, la ripresi bonariamente. << Sarò solo Selin e basta… da domani puoi chiamarmi come preferisci. Non farmi sentire così vecchia! >>.
 
 
Le ci volle molto per abituarsi… ma alla fine non ci riuscì.
<< Non riesco, signorina. >>, si stremò oltremisura, abituata a darmi del “lei” e a portare rispetto.
 
 
Sorrisi arrendevole, presi la bottiglietta di vetro e ne sorseggiai il contenuto freddo, che arrivò dritto in gola e mi gelò lo stomaco. Tornare alle vecchie abitudini, era come prendere una boccata d’aria pura, dopo aver trattenuto il respiro tanto a lungo.
<< È un bel posto qui. >>, giudicai, scrutando il locale carino, familiare e caloroso, pieno di persone di ogni tipo ed età, ragazzi, bambini e famiglie, che si godevano una serata diversa e frizzante. Lontana da nonna Lucy, Sebastian, il patto e le sconvolgenti verità, mi sentivo nuovamente una diciassettenne qualunque in compagnia di una buona amica.
L’odore di cibo si mescolava nell’atmosfera intima, assieme a profumi diversi, voci e risate, che migliorarono notevolmente il mio umore e dissiparono il pensiero fisso sulla mia morte.
 
 
 
<< Ci venivo spesso con i miei genitori da piccola. >>, disse lei, seguendo il mio sguardo sereno. << Poi hanno divorziato ed abbiamo smesso di riunirci qui, come una vera famiglia. >>, raccontò e la tristezza svigorì la dolcezza nei tratti armoniosi e delicati. Aveva sciolto i lunghi capelli castani, che le ricadevano a sbuffo sulle spalle sottili.
 
 
Gravai una mano sulla sua, condividendo il suo ricordo triste.
<< Fa male, lo so. >>.
 
 
<< Non dovrei essere così stupida in sua presenza, signorina, le chiedo umilmente perdono. >>, si scusò sincera, abbassando la testa mortificata.
 
 
<< Non devi chiedermi nulla, Charlotte. Ognuno di noi ha un dolore diverso, che ci ha segnate nel profondo e ti ringrazio di aver diviso il tuo con me: è importante. >>.
 
 
I suoi occhi si intravidero da sotto la frangetta.
<< Non le ho mai chiesto se avesse bisogno di esternare il suo di dolore. Deve essere stato difficile ritrovarsi sballottati come un pacco postale dall’altra parte del mondo, senza conoscere nessuno e dover ricominciare daccapo dopo una simile tragedia. >>.
 
 
Inspirai profondamente ed espirare fu una missione impossibile, poiché si era avvicinata ad un argomento che non avevo mai trattato con nessuno e mi era difficile dare voce alla sofferenza radicata nell’anima. Mi ero così concentrata nel non provare niente, che alla fine c’ero riuscita, ed ammette che non stavo affatto bene, mi innervosii.
<< È stato… difficile. Sì, difficile è la parola giusta. E mi sono sentita sola, molto sola, è per questo che ho cercato di instaurare un rapporto di amicizia con te, Tomas e Jared, gli unici con cui potessi parlare. Mia nonna non è rinomata per essere affettuosa e Sebastian… beh, hai visto tu stessa com’è Sebastian. >>.
 
 
Incurvò la bocca all’ingiù.
<< Sebastian fa soffrire le persone. Ha fatto soffrire anche lei. >>, disse, sicura delle sue convinzioni, sbalordendomi: era così evidente che mi avesse fatto del male, che me ne faceva tutt’ora e che me ne avrebbe fatto in futuro, fino a portarmi alla morte? << Sono profondamente mortificata per questo, signorina. Sembra che le persone che la circondano, la fanno inevitabilmente soffrire. >>.
 
 
<< Già. >>, mormorai, più a me stessa che a lei. Provare dolore era una concezione abitudinaria della mia vita e avrei venduto davvero la mia anima al demonio, per un’ora, una solamente, in compagnia dei miei genitori, per abbracciarli e dirgli quanto bene gli volessi. << Dov’è la tua famiglia, adesso? >>.
 
 
<< Abitano nel nord dell’Irlanda, in un piccolo paesello di provincia. Non li vado a trovare da parecchio tempo e mi piacerebbe andarci. >>, confidò malinconica, giocherellando con il tappo della bottiglietta e i ricordi che le scorrevano sul volto giovane. << Sono venuta da sola qui a Blackrock, in cerca di un lavoro ed essere un po’ indipendente. Sogno di crearmi una famiglia ed una casa con… >>. Si fermò prima di rivelare troppo, imbarazzata che stesse dando voce alle sue speranze.
 
 
Inarcai le sopracciglia e mi lasciai andare ad un sorriso impiccione.
<< Con? >>, la esortai a rivelare.
 
 
Charlotte divenne rossiccia come un pomodoro e balbettò.
<< Tomas. >>.
 
 
<< Tomas?! >>, feci eco sorpresa. Non mi ero per nulla accorta che ci fosse del tenero tra di loro e che lei ne fosse innamorata. << Da quanto tempo state insieme? >>.
 
 
Scrollò le spalle, abbattuta.
<< Noi… noi non stiamo insieme, in realtà. La padrona non vuole che ci siano storie tra i domestici, però non posso negare che ci sia del tenero, solo che Tomas preferisce mettere dei soldi da parte prima. Se venissimo scoperti, verremmo licenziati in tronco, io sarei costretta a tornare al mio paese e lui a Londra e verremmo divisi per sempre. >>.
 
 
La storia era così scriteriata ed inconcepibile, che faticai a crederci, però era tipico di mia nonna obbligare la gente a scegliere vie difficili, per compiacerla.
<< È orribile! >>, sbottai perplessa, odiando ferocemente quella donna che condivideva il mio stesso sangue, ma che con me aveva ben poco da spartire. << E… e come fate? Cioè, non ti capita mai di desiderare di abbracciarlo o voler stare da sola con lui? >>.
 
 
<< Sì, però passiamo molto tempo insieme, e non ci pesa molto fare finta di nulla: in fondo è per il nostro futuro. E voi signorina? >>.
 
 
Accavallai le gambe ed incrociai le braccia sul tavolo, per avvicinarmi a Charlotte ed impedire ad orecchie indiscrete di ascoltare il nostro discorso.
<< Io cosa? >>. Sorridevo amabilmente, sapevo dove stesse vertendo la conversazione. 
 
 
Farfugliò impacciata, impaurita di essersi spinta oltre il consentito.
<< Sarà meglio che mi faccia gli affari miei. >>, convenne insicura.
 
 
<< Vuoi sapere tra me e Sebastian? >>. Parlare di lui era l’ultima cosa che volessi, però fui remissiva e divulgai lo stretto indispensabile. << Credo che sia così fedele al suo ruolo e a servire mia nonna, che mi vede solo come fumo negli occhi… >>. Il bacio dolce e passionale che mi aveva dato al ballo per il mio debutto in società, smentiva totalmente la mia convinzione.
 
 
<< È sempre stato una persona singolare, non voglio sparlare di lui, però tutti noi lo troviamo strano. >>.
 
 
“Ci credo… è un demone!”.
 
 
<< Il suo modo di fare, trae in inganno. >>. Oltre alla sua estrema freddezza, la bellezza fatale e il non possedere un cuore. Un essere umano non era come lui, assolutamente! Ed io mi ero innamorata proprio di un demone.
 
 
<< Mi chiedo cosa ci trovate in lui? >>.
 
 
“Me lo chiedo anche io.”.  
 
      
<< Non lo so… è difficile da spiegare a parole cosa ci attrae verso un’altra persona. >>. Pensai a Sebastian e mi parve quasi di vederlo, entrare nel pub, camminando languido, gli occhi rossi che mi cercavano tra la folla e il sorriso perfido, compiaciuto di aver stanato la sua preda. La bellezza soprannaturale sarebbe spiccata su chiunque altro. << Forse la voce di velluto o gli occhi intensi, le mani affusolate, la bocca morbida, l’intelligenza… quel modo in cui mi guarda, come riesce a farmi sentire. C’è qualcosa in lui, è come se soffrisse, forse è questo che mi attrae. È come se fosse un’anima affine, come se sapesse cosa provo. >>, raccontai trasognante, fissando un punto impreciso nel vuoto, senza vederlo realmente.
 
 
Quando guardai Charlotte, lei era boccheggiante e disorientata, per ciò che avevo rivelato.
<< Non immaginavo che ne foste così innamorata. >>.
 
 
“Più di quanto credi, mia cara amica.”.
 
 
<< Sono una brava attrice, devo esserlo. Mia nonna sospetta qualcosa, ma non voglio che mi scopra, temo cosa possa arrivare a fare. E comunque è una storia senza futuro, tra quasi un mese compirò diciotto anni e me andrò da qui, la mia vita è a Los Angeles, i miei genitori sono sepolti lì, ed è lì che tornerò. Non sto affatto bene qui, non mi piace e non mi sento a mio agio. Questi modi arcaici di fare, come se fossimo nell’ottocento, non sono abituata. >>.
 
 
Charlotte bevve qualche sorso della sua ordinazione, in evidente preoccupazione per i miei piani.
<< Cosa farà una volta tornata a Los Angeles? >>.
 
 
“Sempre se non morirò prima.”.
 
 
Scrollai le spalle. Non mi ero posta tale problema, così abbagliata dall’idea luminosa di voler fuggire al più presto, per salvarmi la vita.
Da una parte non mi importava di morire, era l’unico modo per ricongiungermi ai miei genitori, dall’altra le briciole di un istinto di sopravvivenza, si dibatteva per prevalere.
<< Non lo so, forse cercherò un lavoro, forse proverò a ricominciare, a gettarmi alle spalle tutte le brutte cose, Blackrock, mia nonna e… >>.
 
 
<< Sebastian. >>, concluse Charlotte, perspicace. << È sicura che riuscirà a dimenticarlo? Ne è così presa. >>.
 
 
<< Devo farlo, non ho altra scelta. >>. Non mi ponevo neppure il dilemma, ero così sicura che mi avrebbe ucciso prima che io prenotassi il volo per Los Angeles, che non progettavo alcun futuro o azioni. Magari avrei dovuto scrivere un testamento, almeno una lettera a Sebastian, dove lasciavo che fosse il mio cuore a parlargli, visto che a voce era difficile confessargli i sentimenti.
Lo perdonavo, poiché non era sua volontà prendersi la mia vita, ma era un ordine di nonna Lucy, lui provava dei sentimenti, non amore, ma delle emozioni che gli si avvicinavano. Almeno prima di morire, volevo capire il perché di questo mio sacrificio, per questo dovevo entrare da sola nella maledetta libreria che veniva chiusa a chiave alla fine di ogni lezione privata.
 
 
Charlotte adocchiò l’orario al cellulare e sbuffò contrariata.
<< La serata è volata, Sebastian sta’ venendo a prenderci. >>.
 
 
Curvai le spalle all’ingiù, depressa di dover tornare a forza al castello e ai miei arresti domiciliari, in attesa… attesa della mia fine.
<< Potremmo uscire di nuovo venerdì prossimo, che ne dici? Sempre se non hai altri impegni. >>.
 
 
Si alzò dal tavolo, afferrò il cappotto e lo infilò.
<< Ne sarei davvero lieta, signorina. È bello trascorrere del tempo in sua compagnia. >>. Fece per prendere anche il mio di cappotto, per aiutarmi ad indossarlo, ma l’anticipai, per impedirle di comportarsi come se fosse al mio servizio. Almeno qui, volevo che mi trattasse come suo pari. Potevo passare sopra alla sua difficoltà a darmi del “tu”, ma per il resto me la cavavo benissimo da sola.
 
 
Uscimmo fuori dal pub, parlando dello strano tipo in fila alla cassa, vestito di nero, che non faceva altro che lanciarci occhiate bizzarre, come se intendesse attaccare bottone. Ci giocavamo il posto da protagonista su chi fosse davvero l’oggetto delle attenzione del giovane uomo.
 
 
<< Oh signorina, lei si sottovaluta secondo me. Lei è davvero una bellissima ragazza e non solo nel suo aspetto fisico, lei ha anche un gran cuore. >>, disse sincera Charlotte, sostandomi accanto e strofinandosi le mani infreddolite.
 
 
Il gelo pungente di inizio dicembre non era la miglior compagnia, nell’attendere che il maggiordomo arrivasse.
Grattai impacciata il collo, imbarazzata dal complimento e che non condividevo. Non ero poi questo granché ed anche io avevo tanti difetti e un caratteraccio brutto.
 
 
<< Oh andiamo, Charl… >>, e quando mi voltai, vidi con orrore la pistola puntata alla tempia della cameriera e alla base del braccio, vi era il tizio insolito che ci aveva tenuto d’occhio dentro il pub.
 
 
<< Non una mossa o la tua amica fa una brutta fine. >>, minacciò l’uomo, che non aveva l’aria di scherzare.
 
 
Sbarrai le palpebre, perle di sudore freddo mi imbandirono la fronte e mi parve la triste replica del passato, la notte che avevo ritrovato il cadavere smembrato di mia madre. Non volevo vedere un’altra persona morire.
Lei era così spaventata, che non si muoveva più e mi fissava tremante.
 
 
<< Chi sei? >>, vociai rude, riconoscendo nella mia voce la crudeltà di nonna Lucy. Ostentai una sicurezza che non avevo, per prendere tempo, nella speranza che Sebastian arrivasse.
Dall’incrocio in cui doveva giungere la Rolls Royce, non vi era traccia di macchine o fari che potessero presagire il suo arrivo e farmi sospirare di sollievo. 
Le strade erano deserte e, nonostante tutto, nessuno si sarebbe arrischiato ad aiutare due ragazze, minacciate da un malvivente armato.
 
 
<< Solo un mandante che non ha nome, ciò che importa è che il mio padrone sia felice e la persona che può far felice il mio padrone, sei proprio tu, Selin Lennox. >>.
 
 
Caricò il colpo in canna, pronto a fare fuoco senza pietà e se non cercavo un diversivo in fretta, Charlotte sarebbe morta ed io chissà che fine facevo. In fin dei conti, il mio futuro era davvero un’incognita e perfino il domani era un traguardo lontano e irraggiungibile.
 
 
<< Chi è il tuo padrone? >>.
 
 
Gli occhi di ghiaccio incontrarono le mie, che dovevano celare lo sgomento e che mostravano freddezza e insensibilità. Un ghigno malefico lo rendeva più minaccioso e pericoloso.
<< Non importa. >>.
 
 
<< E cosa vuole? >>. Il cuore batteva lenti tonfi nel petto, fischiando nelle orecchie e procurandomi un mal di pancia atroce.  
 
 
<< Te. >>.
 
 
Delle luci nella notte catturarono i miei occhi atterriti e la macchina lussuosa che tanto agognavo svoltò l’angolo, certa che fossi al sicuro, dovevo creare un diversivo per togliere Charlotte dagli impacci e farmi soccorrere dal maggiordomo.
D’istinto caricai la gamba all’indietro per tirare un calcio dritto e potente all’inguine del criminale, mantenendo il totale controllo della situazione e delle mie emozioni. Non potevo permettermi di crollare o avere crisi di nervi proprio adesso.
 
 
<< Sebastian! >>, gridai disperata, strattonando Charlotte verso di me, per iniziare a correre dalla parte opposta. Mi girai frenetica, ed avvertii la mano che teneva stretta quella della cameriera, venire tirata con ferocia e lei che cadeva sul marciapiede.
Davanti a me, vi era un secondo uomo dal viso coperto da un passamontagna nero, che mi scagliò un pugno brutale ed inaspettato in pieno viso, talmente facinoroso e rabbioso che il contraccolpo mi fece stramazzare sulla carreggiata e picchiare la testa sull’asfalto sdrucciolevole.
 
 
L’ultima cosa che udii furono i freni di una macchina che stridettero sulla strada e poi il buio mi inglobò nel limbo del mio inconscio. 











Note:
Questa volta sono riuscita ad aggiornare un po' prima, almeno non ho lasciato trascorrere un secolo o due xD 
Dopo tanto struggimento, finalmente un colpo di scena, che ci voleva proprio a mio parere. Credo proprio che al prossimo capitolo volerà una testa, esattamente la mia, ma spero che sarà di gradimento anche quello. 

Come sempre ringrazio chi commenta (appena mi libero dagli impegni, risponderò con piacere) chi legge e chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite e le seguite. Grazie anche ai fantasmini che leggono solamente. 


La storia può presentare errori ortografici.

Un abbraccio.

DarkYuna.
 
 
  
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