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Autore: ParoleNelCuore02    16/02/2016    1 recensioni
È la notte delle sterminio del clan Uchiha, vista dagli occhi di Itachi: un ragazzo costretto ad uccidere tutta la sua famiglia per salvare la vita del suo Otouto.
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[Dal testo]
[...]"Nessuna pietà. Nessuna compassione. Sei un ninja, un Ambu. Non provare nulla per il nemico. Agisci e dimentica."
Nella tua testa rimbombano solo le parole che ti hanno ripetuto durante il tuo addestramento. Quel credo ninja che, lo sai, non ti appartiene, ma che è l'unica cosa che ti sprona a continuare. Inarrestabile.
L'odore di sangue stordisce i tuoi sensi, ovattando il mondo circostante. Non vedi nulla se non corpi morti ai tuoi piedi.
Uomini, donne, bambini.
"Nessuna pietà..."[...]
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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LUNA DI SANGUE




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Corri nella notte. Silenzioso come solo tu sai fare, celando la tua presenza nelle ombre che si allungano alla luce della luna. 
Hai degli ordini e li rispetterai.
A qualsiasi costo. 
Ad un tratto percepisci un chakra familiare nelle vicinanze. Salti, atterrando su un palo della luce. 
Vedi quel bambino correre per le strade della tua città, diretto a casa. Sai cosa devi fare e non esiti. 
Allunghi un braccio puntando un dito verso di lui. Bloccandolo, illudendolo, fermandolo. 
Solo allora riprendi a correre. Pochi secondi e davanti a te compare quell'arco che hai varcato talmente tante volte da averne perso il conto. Sopra di te si staglia il simbolo bianco e rosso che hai portato con orgoglio fin dalla nascita. 
Non ti fermi. Non puoi pensare. Non puoi esitare. 
Estrai la Katana e avanzi verso la prima casa. Rapido. Silenzioso. Vuoto. 
Sì, vuoto. Dentro di te non c'è nulla. Hai seppellito le tue emozioni, i tuoi sentimenti, le tue paure.
Il bambino che eri fino a ieri è morto. O forse no...sai che da qualche parte sta urlando per tornare, per fermarti, per bloccare quella follia. 
Non riesci a sentirlo. O forse semplicemente non vuoi. 

Le tue mani afferrano la porta scorrevole. Non tremi. Non ti fermi. 
Entri in quella stanza e agisci, affondando la Katana nei corpi dormienti. 
Continui per ore, macchiando quel quartiere dello stesso colore che dipinge i tuoi occhi. 
La tua arma ferisce, mutila, uccide e tu non te ne accorgi neppure. 

"Nessuna pietà. Nessuna compassione. Sei un ninja, un Ambu. Non provare nulla per il nemico. Agisci e dimentica." 

Nella tua testa rimbombano solo le parole che ti hanno ripetuto durante il tuo addestramento. Quel credo ninja che, lo sai, non ti appartiene, ma che è l'unica cosa che ti sprona a continuare. Inarrestabile. 
L'odore di sangue stordisce i tuoi sensi, ovattando il mondo circostante. Non vedi nulla se non corpi morti ai tuoi piedi.
Uomini, donne, bambini. 
Nessuna pietà...

Poi una giardino familiare ti si presenta davanti agli occhi. 
E le tue gambe smettono di correre. 
Adesso lo senti: forte, chiaro....disperato. Un grido sordo che ti scuote fin nelle viscere: Itachi Uchiha riesce a riemergere, forse per pochi secondi, un battito di ciglia, ma è sufficiente. 
I tuoi occhi tornano dello stesso colore dell'onice e si perdono ad osservare quel luogo carico di ricordi. 
In quel momento un bambino apre la porta correndoti incontro. 
«Aniki! Sei tornato!» dice continuando ad avvicinarsi di corsa. Ad un tratto lo vedi saltare con le braccia spalancate ed un sorriso bellissimo ad incorniciargli il volto. 
Quel corpicino salta per abbracciarti....e svanisce, trapassandoti come un fantasma. 
Ti ritrovi a fissare quella porta illuminata dai raggi della luna piena. 
«Perdonami, Otouto...» sussurri, mentre le tue iridi tornano cremisi. 
Il tuo corpo allora, si nutre del tuo odio, della tua rabbia. Del rancore, della frustrazione e dell'impotenza che per anni hai soppresso.
Per lui.
Per proteggerlo. E continuerai a farlo.
È questo a guidare la tua mano. 
È questo a darti la forza di trafiggere quel cuore che ti aveva sempre amato.
È questo a farti affondare la lama nello stesso ventre che ti aveva dato la vita.

Il letto che ti ha accolto tante volte nelle notti di tempesta è macchiato di sangue. 
Due corpi giacciono abbandonati ai tuoi piedi. Riversi lì dove tu stesso li hai lasciati.
Non vedi altro se non quegli occhi vuoti che ti fissano, ciechi, avvolti dal velo opaco della morte. 
Poi una voce. Dei passi. Il tuo nome. Il cigolio della porta. E il tuo nome, di nuovo. Questa volta, però molto più vicino, disperato. 
Uno shuriken lascia la tua mano, andando a piantarsi nel legno dietro di te. 
Ti volti, vedendo il sangue gocciolare da quel viso che avevi giurato di non ferire mai. 
Fissi quegli occhi d'onice così simili ai tuoi eppure così diversi: i suoi sono ancora limpidi, luminosi, neri come la notte più profonda. 
Non rossi. Non tinti di sangue come i tuoi. 
Fissi quegli occhi e li vedi oscurarsi, spaventati; terrorizzati dalla stessa persona che hanno sempre ammirato.
Terrorizzati da te. 
Dentro, da qualche parte, sai che il cuore di Itachi si è infranto. 
E allora sai che lo devi fare.
Per lui. Per quella parte di te che non vivrà più.
Per quel ragazzo che è morto in quella notte di luna piena accanto alla sua famiglia. 
«Per Itachi» ti dici. 
Solo allora le tue gambe si muovono di nuovo, per inseguire quell'ultima vita che una volta avevi giurato di proteggere. 
Salti da un tetto e gli blocchi la strada. 
Lui inciampa e cade ai tuoi piedi. 
Tu vorresti solo afferrarlo prima che tocchi il suolo, abbracciarlo e chiedergli scusa. Vorresti portarlo via da tutta quella morte e quel dolore. 
Eppure continui a fissarlo, impassibile. 
Lui urla terrorizzato, incredulo: non riesce ad accettare che tu abbia fatto una cosa del genere. 
«Credici, fratello mio» pensi. Però sai di non poter cedere. 
La tua missione è compiuta, hai eseguito gli ordini, ma ora ne hai un'altra, la più difficile. 
La più importante. 

Lo insulti. Lo disprezzi. Lo umili. 
Lo fai sentire debole. Inutile. 
Gli sbatti in faccia la verità. Gli dici ciò che hai fatto. 
Ti fai odiare. 
Gli dai qualcosa per cui vivere.
Gli lasci uno scopo:
la vendetta. 

Senti Itachi urlare, protendersi verso quel bambino scosso dal pianto. Lo senti gridare il suo nome con tutta l'angoscia e il dolore che avevi cercato di dimenticare. 
Sai che dietro lo sharingan i tuoi occhi stanno piangendo. Stanno piangendo per te, per Itachi, per quella vita che nessuno dei due potrà avere.
Per quel fratello che rimarrà solo contro il mondo.
Per quel cuoricino che verrà corrotto dalla follia.
Per quegli ideali che gli spezzeranno l'anima.
Per te e per lui.
Per quella famiglia che non potrete più essere. 

Poi sparisci, abbandonando quel bambino sotto i raggi di una luna macchiata di sangue. 





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