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Autore: reflective_eyes    16/02/2016    0 recensioni
Un altro scontro dell'eroe di Hyrule per riuscire a sconfiggere definitamente il male, ma non sarà così facile.
In questa storia inserirò anche i punti di vista di personaggi quali Ghirahim, Faith, e altri.
That writig is always on your favour
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Faih, Ganondorf, Ghirahim, Link, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Link's POV
Il bruciore alla gamba era insopportabile, specialmente ora che mi ero alzato.
Non mi sarei mai potuto difendere, ma non sarei morto prostrandomi ai piedi del mio assassino.
Avrei fatto esattamente quello che aveva detto lui; sarei stato un eroe fino all'ultimo.
La sua risata rieccheggiò divertita, mentre piegava leggermente il capo all'indietro, scoprendo gli occhi,che ora brillavano di una luce malvagia, che solo una cosa avrebbe potuto soffocare;il sangue, il mio sangue.
Tutto successe così velocemente che non riuscì a comprendere cosa stesse accadendo.
Ghirahim era lontano un paio di metri da me, poi non c'era più, e infine mi comparve davanti, puntando delicatamente la lama contro il mio petto, facendola scorrere lentamente su e giù.
-Ma guardati- disse, sorridendo in modo falsamente dolce- Un grande eroe come te messo in difficoltà così facilmente? Non c'è quasi più gusto.
Feci una smorfia, e solo in quel momento mi ricordai della spada che tenevo debolmente nella mano destra.
Era la mia ultima possibilità, dovevo giocarmela.
Alzai di scatto il braccio, colpendolo al ventre, creando uno squarcio profondo.
Un grido frantumò il silenzio che si era formato tra di noi, e il patriarca dei maghi si piegò in due, provando a tamponare la fuoriuscita di sangue.
Alzò lentamente lo sguardo su di me, le mani tremanti e la fronte lucida di sudore. Ma non una lacrima solcava le guance pallide e scavate.
Schioccò debolmente le dita, producendo un flebile suono.
In quel preciso istante comparve una catena, nera come l'inchiostro, contornata da un alone nero come la notte.
Era come se fosse stata forgiata con il dolore e la paura che avevo provato fino ad allora.
Ghirahim si appoggiò alla parete ricoperta di antichi fregi per sostenersi in piedi, mentre, con la mano libera, fece un segno, quasi impercettibile.
Tuttavia, al comando il concatenamento di metallo si mosse, come lanciata da mani invisibili, nella mia direzione, colpendomi al petto e facendomi perdere nuovamente l' equilibrio.
Rimasi un attimo stordito e confuso, senza sapere cosa fare. Quel poco di distrazione, però, bastò a farmi imprigionare alla colonna alla quale mi reggevo.
Avevo la braccia bloccate lungo i fianchi, la master sword appena fuori dalla mia portata.
Ma tanto non mi sarebbe servita.
Non contro di lui, non in quelle condizioni.
Il patriarca dei maghi si avvicinò lentamente a me, il bracco sinistro posato sul ventre per bloccare la fuoriuscita del liquido rosso.
-Allora,- cominciò lui, alzando debolmente la spada con la mano libera- dove eravamo rimasti?
Adesso c'era meno di un metro tra noi, e riuscivo a vedere le sue labbra tremare, per lo sforzo di rimanere in piedi e per il dolore che esso causa.
Mi mise la punta della lama sotto il mento, per poi far leva e tirarmi su il viso, in modo che lo vedessi in viso.
Una pozza cremisi si allargava ai suoi piedi, mentre mi fissava negli occhi, con aria di superiorità.
Mi dimenai, provando a liberarmi, ma non ottenni nulla.
Era inutile.
Inutile sperare, inutile provare a liberarsi, inutile credere di riuscire a fuggire.
Tante volte mi sono chiesto quando avrei raggiunto il limite. Sapevo sarebbe successo, ma non credevo così presto.
Non ebbi il tempo di pensare ad altro però, perché nel preciso istante in cui terminai di formulare il pensiero sentì una lama affilata
lacerare la mia pelle e la mia carne.
Un bruciore intenso mi pervase, diffondendosi dal petto alle altre parti del mio corpo tremante, mentre il sangue mi impregnava la tunica, come l'acqua del fiume dove solevo tuffarmi, che ora è lontano, come la mia casa.
Non ricordo di aver gridato, ma il mio eco era ancora udibile, mentre rimbalzava tra le pareti del tempio.
Tremavo violentemente per la mancanza di sangue al cervello, o almeno questo è quello che ho sempre detto, mentre in realtà avevo paura.
Pura di perdere tutto, paura di non riuscire ad aiutare chi ancora credeva in me.


♦Ghirahim's POV
Era incredibile.
Non riuscivo a credere di essere riuscito ad impossibilitare i movimenti dell'eroe con un trucco così elementare.
La lama affondò nella sua carne con estrema facilità, creando uno squarcio molto profondo.
Ero stato però molto attento a non creare danni agli organi vitali.
Non se la sarebbe cavata così facilmente.
Un grido risuonò nell'antico luogo di culto, disperdendosi nell'aria fredda e buia della notte.
Tremava come un pulcino bagnato, il viso angelico storto in una smorfia di dolore.
Una strana sensazione mi pervase. Era come... pietà?
Era un sentimento che avevo dimenticato da tempo.
Era come se volessi aiutarlo, come se qualcosa mi legasse a lui come egli ora era incatenato alla colonna.
Ma certo...Faith.
Solo il suo nome faceva male.
Eravamo rimasti separati per così tanto tempo che ormai non ricordavo neanche più la sua voce e il suo viso era ridotto ad una macchia sfocata nella mia memoria.
L'ultima volta che la vidi era di fronte a me, e mi parlava, con una rosa rossa in mano. Non riesco a ricordare l'argomento della conversazione. Mi stava dicendo qualcosa... poi un velo nero era caduto su di me.
Ganon mi aveva ritrasformato in spada, e stava per colpire Faith.
Avevo usato una quantità enorme di energia per bloccargli il braccio e permettere alla mia spada gemella di scappare.
Poi mi aveva punito, e Zant era stato felice di fare il lavoro sporco.
Sono rimasto richiuso per due settimane in una stanza dove non potevo vedere la luce del sole, e ogni notte Zant entrava, torturandomi, traendone ogni volta un piacere maggiore.
Tutto questo ero però riuscito a sopportarlo, sapendo che lei era al sicuro, con il mio nemico.
Dovevo rivederla, anche solo per qualche attimo.
Presi la Master Sword in mano, tenendola con delicatezza, quasi avessi paura di romperla.
C'era solo un modo per poter vedere nuovamente il suo viso, anche se non sopportavo l'idea di farle qualcosa contro la sua volontà.
Era un metodo che avevo imparato a mie spese, per far tornare l'anima di una spada nella sua forma umana.
La lama tremolò, e giusto qualche attimo dopo Faith era finalmente di fronte a me.
Rimasi però molto confuso.
I pochi ricordi sfocati che avevo di lei la ritraevano sorridente.
Adesso invece sembrava che...piangesse?

   
 
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