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Autore: HhtvareNa_Styles1407    16/02/2016    1 recensioni
Dear Victim, ≫ One Shot.
Collegata a "Dear Bully,".
«In ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere. » -Primo Levi
Perché non facciamo smettere tutto ciò?
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Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Cara vittima,
sono stato così crudele con te nel corso della nostra adolescenza e ne sono consapevole. 
Non riuscirò mai ad ottenere il tuo perdono dopo tutto il male che sono riuscito a farti. 
Mi sono comportato da stupido per gran parte della mia vita, ma devi credermi quando ti dico che sono cambiato e che ti amo da morire.

Da bambino ero basso, grasso e, che tu ci creda o meno, ero brutto. Mia madre non mi degnava di nessuna attenzione, preferiva giocare con mia sorella. Lei era bella, alta e snella e mi ero ripromesso di diventare come lei in un giorno lontano.

Vorrei avertene parlato prima, ma non ho mai avuto il coraggio. Come non ho mi avuto il coraggio di guardarti negli occhi mentre ti dicevo quanto eri brutta. Non ho avuto il coraggio di fare molte cose, e me ne pento.

Non ricordo il motivo specifico per cui ti picchiavo, ma all'epoca avevo bisogno dell'aiuto di uno psicologo per superare la morte di mio padre. Quel che mia madre non sapeva, e nemmeno io, era che quell'uomo non aveva mai frequentato l'università per laurearsi e, poi, diventare uno psicologo. Mi aveva rifilato degli anti depressivi nonostante avessi solamente dodici anni ed io li avevo presi.
Mi sentivo sempre arrabbiato e non sapevo come sfogarmi, poi sei arrivata tu: la ragazza nuova che attirava le attenzioni di tutti. 
Nessuno ti aveva mai classificata brutta, l'unica cosa negativa che avevo sentito dire da loro era che eri solo 'carina'. Così ho iniziato a prendermela con te, così piccola e fragile.
Dicevi di amarmi, ma come si fa ad amare chi per anni ti ha fatto del male?

Ero in una sorta di mondo malsano dove fare del male alla gente mi divertiva e mi faceva sentire meglio. Quelle pillole mi avevano trasformato in un mostro agli occhi delle persone, soprattuto ai tuoi occhi.

La cosa che mi ha fatto star male è stata la tua lettera dove ammetti di avermi usato per tutti questi anni, e ti posso capire, quale persona sana di mente amerebbe il suo peggior incubo? 
Ma devi sapere delle cose prima di prendere delle decisioni significative.

Quando mi vedevi con una ragazza diversa ogni settimana significava solamente una cosa: erano le amiche di mia sorella. Loro mi chiamavano quando qualcosa andava storto. Mia sorella era dipendente dalla droga ed è morta d'overdose proprio tra le mura scolastiche. Nessuno si era mai accorto del suo stato poiché si nascondesse in qualche stanzino per drogarsi. 
Mi assentavo per lunghi periodi, è vero, ma non andavo molto lontano. Rimanevo chiuso nella mia stanza a piangere la morte di mia sorella o quella di mio padre. Quei giorni erano così brutti, mi sentivo così male da non distinguere la realtà dalla finzione.
All'età di sedici anni non mi sono trasferito, sono stato allontanato dalla scuola per dei presunti problemi mentali che nessuno è mai riuscito a confermato. Sono stato rinchiuso in una clinica di riabilitazione mentale per parecchio tempo ed ho sempre pensato a te. Tenevo nascosta una tua foto sotto il cuscino e la guardavo prima di addormentarmi. Tu mi hai dato la forza di andare avanti, anche se non ne sei mai stata consapevole.

Quando i medici hanno deciso di farmi uscire da quel posto io e mia madre ci siamo trasferiti nel North Carolina per sfuggire dai ricordi. Entrambi pensavamo di fare la cosa giusta rimanendo lontani dalla città che ci aveva portato via due persone importanti, ma non è stato così.
Qualsiasi cosa le ricordava delle caratteristiche di mio padre o dei modi di fare di mia sorella ed un giorno ha deciso di farla finita, da un momento all'altro ho visto scomparire la mia famiglia senza nemmeno accorgermene. 
Da quel momento, dal momento in cui mia madre aveva deciso di raggiungere due persone così importanti, io decisi di prendere in mano la mia vita e farmi strada. Certo, all'inizio non è stato tutto così facile, dovetti lavorare duro per arrivare dove sono ora.
Pensa, agli inizi accoglievo i miei clienti nella mia cantina perché non potevo permettermi uno studio ed una targa con su scritto il mio nome.

Continuavo a portare con me una tua foto dentro al mio portafoglio e speravo con tutto me stesso di rivederti e chiederti umilmente scusa per tutto ciò che era successo. E così successe, ti vidi uscire dalla caffetteria con una t-shirt rosa e dei jeans troppo stretti. Ti cadde il bicchiere a terra e ti sentii sino all'altro lato della strada mentre ti lamentavi di quanto era successo, ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi ed offrirti un caffè, infondo come potevano essere cambiati i tuoi inquietanti pensieri su di me? 
Tuttavia quando ti rividi ricordai quante volte tu mi avessi pregato di smetterla, quante volte mi avevi guardato incantata pensando a qualcosa di davvero carino. Ricordai quante volte ti spinsi addosso al tuo armadietto e quante volte ti feci cadere il materiale scolastico a terra. Ricordai tutto il mio squilibrio mentale e corsi al mio appartamento maledicendomi per ciò che avevo fatto durante la mia adolescenza. 
Mi guardai allo specchio quel pomeriggio e decisi di dimenticare il passato ed aspirare ad un futuro grandioso. 
Il giorno dopo ti vidi di nuovo in tutta la tua bellezza uscire nuovamente dalla stessa caffetteria. Camminavi distrattamente sui tuoi tacchi dirigendoti dalla parte opposta della città e ti nascondevi sotto la tua sciarpa di lana grigia. Notai un piccolo cambiamento in te; i tuoi capelli avevano assunto una tonalità quasi paragonabile al biondo e, candendo in boccoli perfettamente ordinati sulle tue spalle, ti davano un'aria differente, quasi migliore da ciò che quelle ciocche nere ti davano prima. 
In quel momento mi innamorai nuovamente di te. Mi innamorai della tua espressione confusa mentre sorseggiavi il tuo decaffeinato e scrivevi qualcosa sul tuo cellulare. Mi innamorai della scia di profumo che lasciasti mentre camminavi. Mi innamorai del modo in cui i tuoi jeans misero in evidenza le tue gambe e di come il tuo cappotto ti sfiancasse. Mi innamorai di te per l'ennesima volta e mi sentii in paradiso quando mi rivolgesti la parola. 
Per qualche strano motivo pensavo davvero che avresti accettato di vivere assieme a me, di sposarmi e di continuare in un modo serio, e mi hai spezzato il cuore con quelle parole, ma sono sicuro che qualcuno riuscirà a rimediare, ma preferirei che quel qualcuno fossi tu.

Ti chiedo solamente di iniziare da capo, dimenticando le brutte azioni, gli errori e gli incubi e spero vivamente che tu tenga in considerazione questa proposta. 

Mi scuso per tutto ciò che ho fatto.

Sinceramente tuo,

bullo.

PS: ti amo così tanto.

 
   
 
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