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Autore: __roje    16/02/2016    3 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO X

Trascinato da Kioko mi ero ritrovato improvvisamente in palestra a dare una mano. Era proprio più forte di me, non riuscivo ad allontanarmi definitivamente da lì. Tuttavia la mia presenza non dispiacque a nessuno.
Feci persino la conoscenza del nuovo componente della squadra Kaoru, una ragazzo della mia stessa età ma di un altra sezione. Era estroverso e anche troppo invadente per i miei gusti, sembrava andare parecchio d’accordo con Kyoja, avendo molti tratti caratteriali in comune. L’avevo anche visto giocare, aveva una buona predisposizione essendo alto quando Hara, ed era anche abbastanza robusto. Anzi a vederlo da dietro sembrava esattamente Hara, capelli neri, solo portati più corti e gli occhi più dolci color nocciola. “Avete visto che tiro?!” urlò.
“Dannazione idiota non devono girarsi per ogni tiro che fai!” lo sgridò Tetsuo.
“Ma volevo che si vedesse” sbuffò Kaoru.
Era arrivato un altro personaggio a disturbare Tetsuo e di questo ero felice. Nel frattempo io e Kioko stavamo mettendo al fresco le bevande, anzi ero io che facevo il mulo avanti e indietro dal magazzino mentre lei annotava semplicemente le cose sui suoi fogli. “Ok questi sono gli ultimi” dissi stanco morto.
“Grazie mille Ryu. Se l’avessi chiesto a loro mi avrebbero detto di sicuro no.”
E chissà perchè. Vedendo gli altri i campo mi domandai dove fosse Hara “Scusa ma dov’è Hara?”
“Ha detto che andava a rinfrescarsi un pò.”
Durante l’allentamento? Mi parve molto strano. Così senza darlo a vedere sgattaiolai silenzioso nello spogliatoio, probabilmente si era nascosto lì e chissà perché.
Lo trovai seduto a terra intento a fasciarsi la spalla ma con scarsi risultati, mi partì una risatina spontanea, che gli costava chiedere l’aiuto di qualcuno.
Andai dunque a prendere la cassetta del pronto soccorso e la feci scivolare a terra verso di lui. Hara sussultò e la fissò confuso per qualche secondo, poi mi guardò con un occhiata glaciale.
“Se vuoi te la fascio”
“Non capisci proprio quando uno ti dice di sparire.”
Ignorai quel suo commento. Sapevo troppo bene cosa pensava e rammentavo perfettamente quello che mi aveva detto quella volta, ma non riuscivo a lasciarlo lì. Aprii la cassetta e tirai fuori del ghiaccio secco. “Questo mi aiutava molto quando mi facevano male i muscoli.”
Molto delicatamente tolsi la benda dalla sua spalla. Con mio mio stupore c’era un grosso livido, e tutta la spalla era gonfia. “Ha l’aria di fare molto male” “Non sbagli” strinse di denti.
“Credo che dovresti dirlo al mister non puoi giocarci sopra.”
Hara mi spinse via “Fatti gli affari tuoi!” tuonò.
Il nostro rapporto era sempre stato così ma negli ultimi tempi era andato peggiorando. Hara era peggiorato. Non gli avevo fatto nulla di male infondo, quindi perché fare così, sempre e ovunque?
Proseguii con la medicazione cercando di fasciare tutta la spalla delicatamente, purtroppo non fui abbastanza bravo e raccolsi qualche suo lamento. A lavoro finito mi alzai per rimettere tutto a posto, e lui restava lì, immobile sul pavimento poggiato contro gli armadietti. “Ero arrabbiato quel giorno” iniziò improvvisamente a dire.
“Cosa?”
“Non farmelo ripetere cazzo.”
Impacciatamente cercò di rimettersi la maglietta e senza sollevare troppo la spalla ci riuscì.
“A me non interessa quello che hai detto quella volta” dissi allora.
“Ah si?”
“Certo”
Afferrò poi dei pantaloni puliti e lì indossò davanti a me senza curarsene, “Allora avresti lasciato la squadra il giorno dopo stesso senza una ragione?”
Beccato. “E’ vero non volevo più vedere la tua faccia di cazzo” dissi esasperato.
“Oh finalmente un pò di verità” sorrise bieco, “quel giorno non stavo bene comunque, me la sono presa con la persona sbagliata.”
Erano delle scuse indirette quelle? “Non puoi semplicemente dire scusa?”
“Apprezza già questo, sega.”
E si era tornati al buon vecchio ‘sega’. Non so, mi sentii felice nel sentirglielo dire. “Non saremo mai amici io e te” feci notare “quindi a che serve dirmi che eri nervoso quel giorno.”
“Non saprei in verità.”
Perfetto, conversazione più chiara non poteva esserci. “Facciamo così allora. Partiamo da zero, cancelliamo tutto e ripresentiamoci da persone civili.”
Hara mi fissò sconvolto “Sei impazzito?”
“Già pessima idea. Ascolta io non riesco a far finta di nulla quando ti ho davanti e non so tu come faccia.”
Sapeva perfettamente a cosa alludevo e fino a quel momento non avevamo mai davvero affrontato l’argomento. Magari parlarne poteva essere la soluzione, ma Hara non mi rispondeva anzi distolse lo sguardo da me.
“Diamine e dì qualcosa!” lo spronai.
“Che vuoi ti dica!!”
Era rossore quello che aveva sul volto? Era seriamente arrossito davanti a me. Non potevo crederci. Il belloccio della scuola era seriamente a disagio.
“Non ti sto chiedendo di darmi una spiegazione ma di dirmi come comportarmi.”
“Non credo ci sia un modo di comportarsi. Semplicemente non devi più pensarci.”
Sul serio lui non ci pensava mai? Ero l’unico? “Già forse dovrei smetterla” sorrisi in modo amaro.
Fu in quel momento che avvertimmo la vibrazione di un cellulare e mi resi conto che era proprio il mio. L’afferrai dalla tasca e quando lessi il nome di Masato pensai che non fosse davvero il momento.
Sotto gli occhi scrutatori di Hara dovetti rispondere.
“H-hey” ero letteralmente a disagio.
- Ciao Ryu. Senti che hai da fare oggi? Abbiamo finito prima gli allenamenti e avevo pensato di fare un salto alla tua scuola per poi spostarci, che ne dici? Tanto finisci per le quattro giusto?-
“E-cco... in questo momento sto aiutando in palestra.”
- Perfetto! Allora posso passare senza problemi!-
Diamine come faceva a non capire che non era il momento? Vidi Hara raccogliere le sue cose, sistemandole, dentro di me gli urlavo di non andare via perché non avevamo finito di parlare e chissà come oggi eravamo riusciti ad aprire una discussione.
- Ci vediamo tra poco ciao! –
“Ciao Masato” Per fortuna era durata poco.
“Da quando frequenti quello?”
La domanda mi spiazzò un pò. “Prego?”
“Non sei mai uscito con anima viva e adesso esci con quel tipo.”
Come si era passati a parlare di Masato e della nostra amicizia? “Non sono una antisociale come credi.”
“Come no.”
“Non ti riguarda con chi esco.”
Lo sguardo di Hara si fece di nuovo gelido e di scatto mi venne incontro. Pensai, ecco ora mi mena sul serio, avevo usato un tono troppo altezzoso per i suoi gusti. Inaspettatamente però mi afferrò per il mento, e si fermò a pochi centimetri da me. “Certo che mi riguarda capito?”
E queste furono le sue parole e mi lasciò andare andandosene. La mascella mi faceva malissimo, non credevo potesse aveva una presa tanto forte. Capii che non mi sarei più liberato di lui dopotutto.
Quando tutti rientrammo in palestra arrivò poco dopo anche Masato che molto gentilmente aveva portato dei dolci per tutta la squadra. Non esisteva persona più gentile di lui.
Il gesto fu apprezzato da tutti persino da quel burbero di Tetsuo che mangiava vogliosamente tutti i dolcetti fregandosene che ce ne fossero abbastanza per noi, il solito egoista.
“Allora vi trovate bene a Tokyo?” domandò Kioko che ancora tentava un approccio con lui.
“Si abbastanza. Ci sentiamo disorientati ma tutto sommato è molto bella.”
Kioko era praticamente invaghita ormai, nessuno la schiodava di lì, neanche il mister quando la chiamava. Beh Masato riusciva a conquistare chiunque dopotutto, pensai.
L’unico di noi che non aveva neanche fatto un cenno di saluto nei suoi confronti fu Hara che restava da solo in campo a fare tiri liberi.
Che imbecille pensai tra me non capendo una cippa di quei suoi strani comportamenti.
“Stasera che hai da fare Ryu?”
Quella domanda mi riportò alla realtà “Niente di particolare in verità.”
Masato parve illuminarsi “Perfetto. Allora stasera ti porto io in un posto.”
Non sapevo se fidarmi, come poteva conoscere la città se era qui solo da pochi giorni? La sua proposto fu udita anche da quella impicciona di Kioko. “Uscite?!”
“Ehmm si”
“Perfetto. Hey ragazzi che ne dite se organizziamo di nuovo tutti insieme.”
“Ti prego no..” dissi quasi supplicandola di non farlo.
L’ultima volta che aveva proposto una cosa del genere mi ero trovato nel letto con un ragazzo e ripetere l’esperienza non mi andava affatto. Kyoja disse immediatamente sì, perché diavolo erano tutti così disponibili.
“Yuuto e tu?” urlò ancora Kioko.
Dì di no ti supplico. Ma Hara parve quasi leggermi nel pensiero e sorrise bieco, faceva sul serio paura. Rispose di si. Non sapevo se era rivolto a me o in generale. In tutto questo Masato era completamente rimasto spiazzato ma non vietò a loro di unirsi a noi, era troppo gentile per farlo dopotutto. Infondo quello era anche un suo difetto.
“Qualcosa non va?” mi domandò vedendomi abbattuto.
“Oh vedrai.”
La storia si andò a ripetere. Stesso luogo per l’appuntamento, questa volta però decisi di indossare qualcosa di semplice perché francamente non ne valeva neppure la pena, e non mi preoccupai di arrivare puntuale tanto non mi sarei perso assolutamente nulla, mi dispiaceva solo per Masato.
Quando però arrivai all’incontro trovai tutti vestiti in modo decente, insomma normale, persino Kioko. Ne rimasi molto colpito, persino Hara indossava una semplice maglietta e un paio di jeans. Ovviamente tra noi restava quello più bello, fin quando non vidi anche Masato che wow sapeva prepararsi davvero bene.
“L’idiota è persino in ritardo” disse Testsuo schifato.
“Già Ryu ma che modi sono!” mi sgridò anche Kioko.
Avevo chiaramente detto a me stesso che non mi importava di arrivare tardi o meno, eppure mi sentii profondamente in colpa nei loro confronti.
Masato mi venne incontro dicendomi che stavo bene vestito in quel modo. Mi domandai se ci vedesse bene visto che era la prima cosa che avevo preso dall’armadio.
“Dove diavolo andiamo ora” domandò Hara sgarbatamente.
Ma se non aveva piacere di essere lì perché ci era venuto?
“Io volevo vedere la ruota panoramica al dire il vero” spiegò Masato “era lì che volevo portarti ma ci sarete già stati tutti immagino.”
All’unisono risposero tutti di sì, tranne me.
“L’unico imbecille che non c’è stato” commentò Hara.
Si creava sempre la situazione perfetta per farlo intromettere, strinsi i pugni dalla rabbia. Masato mi mise un mano sulla spalla e sorrise. “Tranquillo sarà la nostra prima volta insieme.”
Non ci mettemmo molto ad arrivare. Rimasi completamente affascinato dal posto, e dal numero di persone che vi erano. Più volte fui spintonato a destra e sinistra da persone di corsa, e spesso ebbi paura di aver perso il resto del gruppo. Non ero mai stato ad Odaiba prima e ritrovarmi lì era davvero strano.
Intorno a me luci e colori rendevano quel luogo un mondo completamente diverso da Tokyo. Passammo accanto ad un enorme Gundam dove c’erano gruppi di ragazzi a farsi foto. Ovviamente a nessuno di noi venne minimamente in mente di fare una cosa del genere. Nemmeno all’esuberante Kyoja. Rimasi pochi secondi a vedere quei ragazzi, sembravano sul serio divertirsi un mondo diversamente da me che ero sulle spine.
Camminammo ancora e arrivammo in un punto dove era visibile la baia di Tokyo e il Rainbow bridge completamente illuminato. Uno spettacolo affascinante, persino Masato ne rimase a bocca aperta.
E infine eccola l’enorme ruota panoramica.
Vederla lì così maestosa mi fece paura, io che non ero mai nemmeno salito su un cavalluccio nelle fattorie.
“Mica qualcuno soffre di vertigini?” domandò ridacchiando Kyoja.
“Non è così alta come sembra” si intromise Hara.
Non sapevo quanto credere alle sue parole, infondo lui era grande e grosso sembrava non avere paura di nulla. Diversamente da me che avevo paura persino dei fulmini. Purtroppo per me non era il momento di dimostrarsi fifone o Tetsuo avrebbe avuto un altro motivo per prendermi in giro.
“Visto che siamo in 6 dividiamoci in coppie!” propose Kioko avvinghiandosi immediatamente a Masato il quale apparve seriamente spaventato dal suo atteggiamento.
“Sei la solita” osservò Hara
“Ryu saliamo io e te?” mi domandò Kyoja.
Grazie al cielo e annuii immediatamente.
La coda era davvero interminabile come anche le chiacchiere di Kioko, non volevo essere nei panni di Masato il quale era seriamente in difficoltà a contenere i riti di corteggiamento di quella ragazza. Mi venne da ridere.
Kyoja mi strinse il braccio, improvvisamente. “Tutto bene?”
“Ecco Ryucchan mi sento un pò strano in realtà.”
“Femminuccia soffri di vertigini?” lo punzecchiò Tetsuo.
“Non c’è nulla da ridere idiota!”, dissi, “Se non te la senti non salire, se vuoi resto con te.”
“Oh no non voglio privarti del tuo primo giro ma davvero mi viene da vomitare.”
E così fu, di colpo e in mezzo alla gente Kyoja vomitò sulla maglietta di Tetsuo. Il momento più esilarante della mia vita, ero stato ripagato di mesi di tortura e la sua espressione era impagabile, completamente sconvolto.
Rimasi lì imbambolato per tipo dieci minuti cercando di mettere a fuoco l’accaduto. Non potei fare a meno di sorridere ma dovevo sopratutto aiutare Kyoja.
“Dannazione che schifo!”
“Ti serve dell’acqua” suggerii
Kyoja mi sorrise comunque “Tranquillo ora passa.”
Hara tirò fuori dalla sua tasca un tovagliolo e glielo porse.
“Hey qualcuno di voi si è accorto che ho del vomito addosso o no?!”
Hara lo guardò disgustato “Va a ripulirti idiota” disse secco.
Uao non aveva carinerie neanche per il suo amico.
“Giuro che vi picchierò tutti!”
Ma nessuno si stava più curando delle sue idiozie. Ci allontanammo dalla fila per cercare un posto dove far riprendere fiato a Kyoja, ma Kioko non volle saperne di rinunciare al suo giro così ci mandò al diavolo.
Cosa non farebbero le donne per un bel ragazzo.
Tetsuo nel frattempo era sparito e nessuno si curò di dove fosse andato. Hara stranamente gentile andò a prendere una bottiglia d’acqua per Kyoja e gliela porse. “G-grazie” commentò timidamente il ragazzo.
“Credo che fosse semplicemente panico” osservò.
“Già. Forse dovremmo vedere come sta Tetsuo.”
“Naah, starà bestemmiando nel bagno.”
Kyoja rise alle parole di Hara. Wow, quella sera sembrava sul serio carino e penso che l’avesse notato anche Kyoja che era improvvisamente arrossito. Poi però capii che quel rossore non era affatto normale, così gli poggiai una mano sulla guancia.
“Credo che tu abbia la febbre.”
“Ma è impossibile” si scostò.
Senza pensarci due volte afferrai il mio cellulare.
“Che cosa fai?” mi domandò Hara.
“Voglio chiamare i suoi genitori mi sembra ovvio. Kyoja dammi il loro numero.” Inizialmente parve titubante ma poi acconsentì ammettendo stesso lui di non sentirsi affatto bene. Il telefono non bussò a lungo e rispose una donna con la stessa tonalità di voce di Kyoja, doveva essere la madre. Le dissi semplicemente che il figlio era accaldato e non si sentiva bene, le spiegai che eravamo lontani da casa sua per tornare a piedi e che non riusciva a camminare.
La donna parve chiaramente preoccupata e mi rispose che sarebbe venuti in auto. Non dovemmo attendere a lungo, nel frattempo io mi ero seduto accanto a Kyoja e quest’ultimo aveva poggiato la testa sulla mia spalla chiudendo gli occhi. Che tenero, pensai.
Hara nel frattempo era in piedi davanti a noi e si guardava in giro. Mi chiedevo vivamente cosa pensasse in quel momento, probabilmente che tutto ciò fosse solo una seccatura, conoscendolo.
“Mi dispiace Ryucchan” Kyoja aveva la voce per la prima volta rauca e debole.
“E di cosa idiota” sorrisi
“Ho rovinato l’uscita a tutti.”
“Non ci pensare a questo” si intromise anche Hara che ancora una volta cercava di aiutare.
Lo guardai attentamente e lui ricambiò, ma il suo sguardo non aveva nulla di cattivo sembrava un ragazzo normalissimo, uno di quelli che non amavano prendere in giro il prossimo.
Nel mio cuore piangevo, perché conoscevo la realtà. Provai tanta amarezza principalmente perché con me non aveva mai avuto parole di conforto, o modi gentili. Provai invidia.
Passò altro tempo e finalmente arrivarono i suoi genitori. La mamma era praticamente la copia di Kyoja, identica statura e viso. Raccolse il figlio aiutandolo a salire in macchina e ci ringraziò di essergli rimasti accanto.
“Che serata di merda” esordì a quel punto Hara quando vide l’auto andare via.
“Mi chiedo che fine abbiano fatto gli altri a questo punto.”
“Capirai.”
Hara di punto in bianco mise le mani in tasca e cominciò a camminare in direzione opposta alla ruota panoramica. Dove diavolo stava andando. Stava lentamente svanendo in mezzo alla folla, ed era sempre più lontano da me.
Mi guardai indietro e pensai a Masato e Kioko che erano ancora lì, ma poi qualcosa mi disse di andargli dietro. Ovviamente il solito grillo parlante nella mia testa mi dava dello stupido, che mi sarei messo nei guai come l’ultima volta ma poco mi importava.
Cominciai dunque a seguirlo. Lui che mi camminava davanti e io a pochi passi dietro dietro. Non sapevo se si fosse accorto della mia presenza, si guardava a destra e a sinistra in cerca di qualcosa.
Forse cercava Tetsuo, pensai. Sarebbe stava la cosa più scontata che potesse fare. Poi mentre dava uno sguardo in giro, lanciò un occhiata sfuggente alle sue spalle e sfoderò la sua classica espressione seccata. “Perchè diavolo mi stai seguendo?”
“Non stiamo cercando Tetsuo?”
Fu davvero la prima cosa che mi venne in mento in quel momento. Hara sospirò e proseguì per la sua strada ignorandomi completamente come suo solito. Dov’era finito il ragazzo gentile di prima? Perché solo io dovevo vedere quell'orribile lato del suo carattere.
Senza accorgermene era entrato in fast-food lì vicino. Quindi aveva scaricato praticamente tutti per andarsi a mangiare un panino? Egoista del cazzo, pensai dentro di me. A causa delle mie pessime decisioni non potevo nemmeno tornarmene indietro visto che non conoscevo affatto quel posto. Mi maledissi.
Dentro Hara era già alla cassa ad ordinare e mi lanciò un altra occhiata vedendomi avvicinare.
“Gli altri saranno preoccupati” feci notare
“Non credo che a Kioko interessi molto di noi visto che è con Masato.”
Quella cruda verità mi fu sbattuta in faccia con quel suo tono ironico e pungente.
“Io adesso mangio quindi vedi tu dove andartene.”
Possibile che non avesse altri modi con cui parlarmi. Lo guardai disgustato ma non risposi, decisi così di ordinare anch’io un menù dal display e assecondare quei suoi modi e voglie da donna incinta.
Quando la ragazza del locale ci servì il menù notai con mio stupore che avevamo esattamente ordinato la stessa cosa, e restammo completamente ammutoliti.
“Ed ecco i vostri frappè con con panna e cioccolato. Buon appetito!”
Persino il frappè era identico, con le scaglie aggiunte di nocciole. Guardai poi Hara ma questo era pietrificato, non mi degnò di una parola, afferrò il suo vassoio e andò a cercarsi un tavolo. Mi affrettai a prendere il mio e lo seguii.
“Sembra invitante!” dissi osservando il mio mega panino. Più che altro stavo tentando di iniziare una normalissima conversazione. Vedevo le persone intorno a noi completamente a loro agio con amici o fidanzati, e sembravano divertirsi un mondo. Noi eravamo completamente fuori contesto. Hara mangiava le sue patatine guardando fuori dalla finestra facendo finta che di fronte a lui non ci fosse nessuno.
Cercai allora di finire al più presto quel panino perché volevo proprio tornarmene a casa, era insopportabile. Lo ignoravo e mi veniva a punzecchiare, gli davo contro e mi ignorava. Come voleva che mi comportassi?
In cuor mio ero triste. Triste che non mi sopportasse. Guardai anch’io fuori dalla finestra e vidi in lontananza la ruota panoramica illuminata, chissà che stavano facendo gli altri. Non ci avevano proprio calcolato forse davvero eravamo di impiccio per loro. Ero un impiccio per tutti. Strinsi i pugni sotto il tavolo. Infondo non era cambiato nulla dall’inizio dell’anno. Potevo cambiare taglio di capelli, abiti, atteggiamento ma continuavo a non piacere più di tanto alle persone.
“Vuoi andarci?” Mi domandò di punto in bianco Hara interrompendo il mio struggimento.
“Dove?”
“Lì” e indicò verso la ruota. Perché tirava fuori completamente a caso domande idiote. Si, che volevo andarci visto che eravamo venuti per quello e mi ero ritrovato a stare in un fast food in sua compagnia. Ma come potevo dire tutto ciò. Era lì che mi guardava con quel suo sguardo indecifrabile che aspettava una mia risposta. “Parli sempre e ora sei muto.”
“Posso scocciarmi anch’io di parlare ogni tanto?” risposi seriamente innervosito.
“Allora?”
“Beh comunque dovremmo tornarci per gli altri.” La scusa del cazzo. Volevo andarci e come un idiota non lo dicevo chiaramente. Hara allora sorseggiò la sua bibita ancora più seccato per la mia risposta. Voleva sentirsi dire no?
Finimmo di mangiare e vidi che stavamo tornando indietro. Ne fui lieto, ma invece di andarsene a mangiare da solo non avrebbe potuto aspettare che ci fossero gli altri?
Tornammo alla coda che nel frattempo era molto diminuita. Guardai in giro cercando di scorgere i volti di Masato e Kioko, ma c’era davvero tanta gente così pensai di chiamarli.
Hara mi afferrò per un braccio facendomi sussultare “Vieni possiamo salire.”
Mi strattonò all’interno della cabina sotto gli occhi perplessi dell’addetto che di solito vedeva coppiette lì sopra. Che vergogna pensai, o forse ero io a farmi dei film sapendo i nostri precedenti.
La cabina era ancora più piccola di quello che credevo. Mi sentivo ancora più agitato, eravamo solo noi due in uno spazio così ristretto. Cominciai a pensare a cose assurde e mi tornò in mente quella notte al lago, mi senti di fuoco e cercai di scacciare il pensiero immediatamente. Non pensarci, dimentica!, mi gridavo.
Hara si sistemò di fronte a me apatico come suo solito. “Ecco ora puoi raccontare di esserci stato, sega” disse ghignando.
“Non era con te che volevo salirci in verità.”
“Ci sono ragazze che farebbero salti mortali per essere al tuo posto, potrai vantartene.”
Quell’ironia cominciava davvero a starmi sulle palle. Dentro di me pregai che quel dannato giro durasse il meno possibile, ma poi ogni cattivo pensiero svanì quando cominciammo a salire e la vista divenne spettacolare. Si vedeva tutta la baia di Tokyo illuminata, gli enormi grattacieli sembravano così piccoli e le auto sembravano puntini luccicanti che si muovevano a caso.
Mi avvicinai di più al finestrino, entusiasta di quello spettacolo. Sorridevo, per tutta la serata mi ero sentito agitato e di mal umore e ora stavo palesemente sorridendo a quel paesaggio.
“Guarda si vede la Tokyo Tower!” dissi istintivamente.
Hara guardò il punto che stavo indicando con sufficienza “Carino.”
“Possibile che non ti piaccia nulla!”
“Non è il mio genere di divertimento questo, tutto qui.”
E quella era la sua dannata risposta “Allora perché saresti venuto?”
Hara mi guardò intensamente per la prima volta da quando era iniziata la serata, tanto da farmi paura. Gli avevo già visto quello sguardo e no in situazioni felici da rammentare.
“A Tetsuo piace Kioko” iniziò improvvisamente a dire tornando a quel suo atteggiamento distaccato “quindi era preoccupato che potesse rimanere sola con Masato ma così è stato alla fine.”
“Per questo è scappato e non più tornato?”
“Già, non credo volesse farsi vedere completamente sporco.”
Lo guardai confuso “Ok e che cosa c’entri tu?”
“Io osservo il suo rito di corteggiamento e lo derido, fine.”
Era un mostro persino con gli amici. Rimasi incredulo “Non sta bene prendere in giro una persona innamorata.”
Hara sorrise “E perché sega? E’ la parte più divertente. Chiunque perde se stesso quando si innamora di qualcuno, anche la persona più forte diventa debole e vulnerabile e persino quell’idiota si è rivelato come tutti gli altri.”
Per la prima volta forse stavo scavando un pò di più nei suoi reali pensieri e ciò che sentivo non mi piaceva affatto. Come poteva pensare una cosa del genere persino del proprio amico.
“Io credo che tu stia sbagliando.” Hara mi guardò confuso. “Non credo affatto che volere bene a qualcuno renda debole quella persona al contrario, si diventa più grandi e consapevoli di voler fare di tutto per quella persona. Il tuo ragionamento è stupido.”
A quel punto Hara sfoderò il suo gnigno “Sapevo che uno come te avrebbe detto una cosa simile. Ma fattelo dire sega, non sei nella posizione di dire ciò visto che nessuno ti vuole bene.”
Cosa?
“E’ ironico sentir parlare di amore da chi per tutta la vita non ha fatto altro che studiare ed è rimasto invisibile persino nella propria classe per un anno intero. Mi fai solo ridere.”
Il mio corpo si era pietrificato di colpo, i miei pensieri si erano azzerati. Le sue parole furono come lame affilate, ricoperte di velone. Un veleno spregevole che usciva sempre dalla sua bocca.
Sentii qualcosa di caldo scorrermi lungo la guancia. Hara mutò immediatamente quella sua espressione cattiva e di scherno in stupore perchè probabilmente stavo piangendo.
Che mezzo uomo ero. Io, Ryuchi Yumei stavo frignando come un bambino proprio davanti a lui.


SCHEDA PERSONAGGIO:

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Nome: Yuuto Cognome: Hara
Età: 16 anni
Data di nascita: 18 Dicembre Luogo di nascita: Tokyo, Giappone
Altezza: 1,82 Peso: 73kg
Capelli: Neri Occhi: Arancioni
Gruppo sanguigno: 0
Scuola: Kudan Kenkyuusho Sezione: Secondo anno, 1 sezione
Colore preferito: Bianco Cibo preferito: Tutto
Like: Basket
Dislike: Chi balbetta e chi si impiccia degli affari degli altri
  
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