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Autore: Fede Seminara    16/02/2016    2 recensioni
Dean Winchester, un uomo forte, coraggioso, disposto a tutto per colui che amava più di qualsiasi altra cosa. lui, quell'uomo che non avrebbe mai abbandonato a costo di perdere tutto. Lui, il compagno di una vita ha deciso di andar via, di scappare dalla sua vita per averne un'altra. Sam non c'è più e Dean si sente a pezzi. dentro si sé porta un vuoto che non riesce più a riempire, nonostante l'amore di qualcuno pronto a salvarlo dal precipizio in cui stava cadendo. Sam era tutto ciò che contava, era suo fratello e il suo compito era quello di proteggerlo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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-CAPITOLO 16 -




Fui davvero sorpreso di aprire gli occhi e di trovare Castiel ancora al mio fianco, quello è stato il regalo di Natale più bello che avessi mai ricevuto. Pensavo che non appena avessi chiuso gli occhi se ne sarebbe andato, invece era rimasto lì, accoccolato a me, riscaldandomi dal freddo gelido dell’inverno.
Non riuscivo davvero a capire quale fosse il suo scopo, mi sentivo come una specie di adolescente con le farfalle nello stomaco. Castiel diceva di amarmi e poi se ne andava. Diceva che non riusciva a starmi lontano, ma poi scompariva senza lasciare traccia. Mi sentivo usato e dannatamente triste. Proprio quando avevo capito di amarlo, lui aveva deciso di prendere le distanze.
Quando mi alzai dal tappeto Castiel rimase ancora a terra, immobile e con lo sguardo fisso su di me. Decisi di non fissarlo, non era necessario farmi ancora del male. È vero, era ancora lì, ma presto se ne sarebbe andato. -Sei davvero bello!- disse improvvisamente. Afferrai i miei pantaloni ed iniziai a vestirmi. Non lo degnai neppure di una parola. -Ora hai deciso di non parlarmi!?!- mi chiese tristemente. Mi fermai un istante e mi voltai per guardarlo meglio. -Cas, cosa vuoi che ti dica?- risposi tristemente. -Non lo so, appena ti sei alzato hai cambiato umore!- disse balzando in piedi. Nel movimento lasciò scivolare a terra le lenzuola che lo coprivano, lasciandolo nuovamente nudo davanti ai miei occhi. Lo guardai soffocando un sorriso, era così perfetto in ogni sua forma e movimento. -Mi hai sorpreso al dire il vero Cas …- ammisi. -Ti ho sorpreso per cosa?- mi chiese. -Sei rimasto con me stanotte, credevo che te ne saresti andato!- sorrisi. -E come avrei potuto farlo?- mi domandò deluso dalla mia affermazione. -Non lo so, visto il discorso che mi ha fatto ieri sera … - continuai. Castiel si zittì di colpo e quel suo comportamento diede conferma a ciò che pensavo. L’angelo si rivestì di tutta fretta e sparì senza neppure salutarmi.
Per un istante guardai lo spazio dove prima giacevamo sereni, dove avevamo condiviso il nostro piacere e soprattutto dove ci eravamo scambiati il nostro amore.
Mi rivestii cercando di non pensare a lui, tanto in fondo non ne valeva la pena. Mentre io mi corrodevo l’anima lui sicuramente stava pensando ad altro. Io ero l’ultimo dei suoi pensieri.
Ad un tratto, mentre caricavo le armi nel bagagliaio della Baby, affondando di tanto in tanto nella neve, notai alle mie spalle una presenza fin troppo conosciuta. Mi voltai lentamente sbattendo con violenza lo sportello del bagagliaio.
-Hey amore, fai i bagagli?- disse quella voce che tanto odiavo.
-Crowley!- esclamai serrando la mascella.
-Presente principessina!- sorrise.
-Cosa vuoi?- domandai irritato dalla sua presenza. Il Re dell’Inferno si avvicinò a passo lento, ma deciso.
-Sono venuto per sentire la tua decisione. Ormai il tempo sta per scadere e credo che tu stia per fare la scelta giusta!- mi disse girandomi intorno.
-Se per scelta giusta intendi ucciderti all’istante, allora si, sto per fare la scelta giusta!- ringhiai sicuro di me. Con il ciondolo al collo ero immune al suo attacco.
Crowley scoppiò a ridere di gusto lasciandomi addosso un senso di puro disgusto. Odiavo quel figlio di puttana, lo avrei ucciso ad ogni costo.
-Ti facevo più intelligente Dean!- disse.
-Mi dispiace di aver deluso le tue aspettative Crowley, mi merito una punizione!- dissi ironico.
-Potremo fare scintille tu ed io insieme, possibile che tu non riesca a capire!- urlò.
- Perché non provi a costringermi!?!- dissi cercando di provocarlo. Il Re dell’Inferno si fermò un istante a fissarmi. Il suo sguardo era insicuro, quasi come se avesse capito che c’era qualcosa di diverso in me. Improvvisamente alzò di scatto una mano e mi scaraventò a pochi metri dalla mia automobile. Caddi battendo violentemente la schiena. Soffocando un grido di dolore mi rigirai nella neve. - Sei proprio uno stupido, perché continui a sfidarmi. Posso ucciderti con un battito di ciglia se solo decidessi di farlo!- urlò.
- Allora perché non lo fai eh? Cosa aspetti!- dissi dolorante. Crowley alzò nuovamente la mano e mi scaraventò ancora una volta a terra. Questa volta battei la gamba sinistra sopra una roccia appuntita. Il dolore era immenso e insopportabile. Il ciondolo serviva per proteggermi, ma il dolore riuscivo lo stesso a percepirlo.
Crowley continuò a ridere e a prendermi in giro. Dolorante mi portai una mano sopra alla gamba colpita e cercai di respirare.
- Allora Dean!?! Accetti o lasci?- insistette.
- Lascio figlio di puttana!- risposi.
Il Re dell’Inferno si avvicinò con prepotenza e mi afferrò per la giacca. Con forza sovraumana mi sollevò e mi appese al muro come se fossi una piuma.
- Non devi scherzare con me Winchester, potrebbe finire male!-disse guardandomi negli occhi.
- Per chi? Per te o per me ?- dissi sorridendo.
Veloce come un fulmine estrassi da sotto la giacca il pugnale che mi aveva regalato Castiel. Con furia infilzai la gamba del Re dell’Inferno, sprigionando un grande lampo di luce. Crowley urlò dal dolore maledicendomi.
Guardai la lama azzurra illuminarsi e improvvisamente sentii un strano bruciore. Abbassai lo sguardo verso il mio petto e vidi che le ali incise stavano sprigionando una strana energia colorata.
- Che razza di merda hai addosso?- mi domandò preoccupato e spaventato. Sorrisi sentendomi di colpo potente e avanzai verso di lui con fare minaccioso.
- Preparati a tremare Crowley! Di a Sam che sto arrivando!- dissi infuriato.
- Morirai Dean! Ti farò a pezzi e ti darò in pasto ai miei cani!- urlò.
- Non aspetto altro!-
Prima di sparire mi guardò scatenando tutto il suo odio, poi sparì senza lasciare traccia. Rimasi così, con la lama angelica nel palmo della mano e le ali sul petto illuminate. La pelle bruciava ancora, ma dopo pochi minuti tornò tutto normale. Quella lama era davvero fantastica!.
*** A malincuore ricordai che fra pochi giorni sarebbe scaduto il tempo. Il giorno della battaglia si avvicinava sempre di più ed io non avevo la minima idea di cosa si dovesse fare. Mi sentivo impotente, Balthazar non mi aveva dato istruzione precise, aveva solo parlato di volontà Divina a cui non si poteva attribuire una spiegazione logica. Castiel rimaneva la mia unica fonte, ma non volevo affatto rivolgermi a lui. Non potevo rincorrerlo ogni qualvolta decidesse di andar via. Ero stanco e lui sembrava aver deciso di stare per i fatti suoi.
Mentre consumavo il mio ennesimo pranzo, da solo e cercando di sopravvivere al giorno di Natale provai ad immaginare chi sarebbe stato il vincitore di questa guerra.
Dopo aver finito di pranzare decisi di mettermi in viaggio. Non avendo altro da fare pensai di raggiungere Garth e di aiutarlo nei suoi casi. Quando finalmente mi convinsi ad uscire, un lampo gigantesco di luce mi assalii. Capii all’istante che l’artefice di tutta quella scena non poteva essere il mio Castiel. Mi coprii gli occhi con le mani fino a quando nella casa non tornò tutto normale.
Quando la luce terminò vidi davanti a me, fermo e sorridente il buon vecchio Balthazar. Mi sorrise come se si aspettasse dei complimenti per la sua apparizione.
- Balthazar … - dissi sorpreso.
- Hey Dean, come te la passi?- mi domandò sempre con quel suo sorriso amichevole.
- Sopravvivo!- risposi diffidente.
- Lo stai facendo molto bene … Ti da fastidio?- disse indicandomi.
- Cosa?- domandai stupito.
- Il marchio sul petto, ti fa male?-
- In verità brucia un po’, ma non sempre!- risposi.
- Devi abituarti, fra un po’ sarà tutto finito!- disse iniziando a camminare per la casa. lo osservai preoccupato, che cosa voleva dire con quella frase?.
- Che vuoi dire?- domandai seguendolo.
- Il marchio delle ali svanirà una volta che la guerra sarà finita. È stato un dono in più che Dio ti ha offerto. In questo momento è come se io stessi parlando ad un altro angelo!-
- Io un angelo!?! Ma per favore!- dissi irritato.
- Che ti piaccia o meno Dean è così. È troppo tardi per tornare indietro!- mi disse minaccioso.
- Castiel dov’è?- domandai all’improvviso. Balthazar cambiò espressione e distolse lo sguardo.
- È … è al comando dello squadrone dei soldati blu. Dio ha scelto lui per guidare quella fazione. Io starò al comando della fazione opposta!- rispose.
- Perché Dio avrebbe scelto Castiel?- domandai preoccupato.
- È il soldato più feroce del Paradiso!- disse irritato dalle mie improvvise domande.
- Credevo che non vi fidaste di lui … -
- Credo che questo non abbia importanza Dean. Dio ha scelto lui e lui guiderà i soldati!-
- È un modo per tenerlo lontano da me vero … - dissi improvvisamente. Balthazar si fermò di scatto e rimase immobile dandomi le spalle.
- So che sai tutto, puoi essere sincero !- continuai iniziando a temere quel suo lungo silenzio. l’angelo si voltò e mi guardò con aria titubante, quasi come se sapesse ma fosse tentato dal silenzio.
- Castiel ha fatto troppo di testa sua Dean, sono stato io a convincere Dio di metterlo al comando! Castiel ha sempre eseguito gli ordini e in questo momento non potevo permettergli il lusso di pensare ad altro. Abbiamo una guerra da combattere Dean e non posso vedervi insieme quando la fuori sta per scoppiare il finimondo!- disse alzando il tono della voce.
- Finimondo Balthazar? Hai davvero così paura?-dissi arrabbiato.
- Tu non hai idea di cosa è capace Lucifero!!- urlò di colpo.
- Lucifero?- ripetei sorpreso. Balthazar sospirò amareggiato e si lasciò cadere sopra una poltrona.
- Si Dean … Lucifero. Credi che non combatterà anche lui? Farà di tutto per distruggerci!- continuò.
Lo guardai incuriosito, lo sguardo di quell’angelo nascondeva qualcosa. - Puoi parlarmene!- dissi sedendomi di fronte a lui. Balthazar esitò un momento, poi iniziò a parlare.
- Lucifero era un mio vecchio amico … uno dei soldati più grandi di tutto il Paradiso. Dio lo ammirava in ogni forma e bellezza, diceva che era il più forte, il più intelligente, l’unico degno di sedere al suo fianco. Dio decise di affidargli il nome “Lucifer”, che significa letteralmente portatore di luce. Era un giovane pieno di ambizioni e obbiettivi, ma era troppo sicuro di sé e amava confrontarsi con gli altri angeli. Era un prepotente e gli piaceva pavoneggiarsi. Dio non vide quello che accadde, troppo preso ad accogliere anime e nel frattempo Lucifero se ne approfittò, comandandoci tutti e obbligandoci ad eseguire ordini inventati da lui. In poche parole si montò la testa e credette di poter fare ogni cosa, finché un giorno ebbe la stupida idea di scappare ed avventurarsi sulla Terra. Nessun angelo prima di allora osò uscire dal Paradiso, ma lui pensò di poterlo fare, in fondo era il braccio destro di Dio. Si mostrò agli uomini creando scompiglio e distruggendo ogni cosa. Un angelo lo scoprì e si rivolse a Dio mostrandogli cosa avesse combinato. Dio infuriato lo fece richiamare e lo minacciò di togliergli le ali, ma mosso dalla pietà decise di perdonarlo. Lucifero era troppo spavaldo e orgoglioso per accettare quello che accadde e fece del tutto per scoprire chi avesse fatto la spia. Trovò l’angelo e lo fece a pezzi. Dio lo sgridò severamente ma ancora una volta non riuscì a punirlo . Lo amava, era il guerriero più valoroso di tutto il Creato! Lo perdonò ancora, fiducioso che il suo soldato sarebbe tornato ad eseguire gli ordini, ma non lo fece più. Iniziò ad uccidere chi si opponeva ai suoi ordini e a distruggere tutto ciò che non approvava. Era troppo il sangue versato inutilmente e alla fine … alla fine Dio decise di farla finita. Legò Lucifero su una croce d’argento e a noi angeli ci ordinò di metterci in cerchio intorno a lui. Disse che quello che stava per fare ci sarebbe servito da lezione e per molti fu esattamente così. Con brutalità gli strappò via le ali e le innalzò sanguinanti innanzi a noi. Una scena raccapricciante, ma in fondo se l’era cercata. Lucifero urlava furiosamente, era stato umiliato e soprattutto privato delle proprie ali. Lui le aveva nere, grandi e soffici … in poche parole le ali più belle che avessi mai visto. Dio lo lasciò appeso alla croce per giorni, finché decise di gettarlo giù. Aveva tradito la sua fiducia, non lo voleva più tra i suoi angeli, così aprii un varco nel cielo e lo scaraventò giù, chiudendogli per sempre le porte del cielo!- disse con voce sempre più lieve. Rimasi in silenzio, rapito dal racconto di Balthazar e aspettai con ansia che continuasse.
- Quando Lucifero toccò il suolo la Terra si spaccò a metà. Lui sprofondò al centro e cadde nella lava. Dal Cielo guardammo tutta la scena e credemmo che fosse morto, ma non fu così. Lucifero riemerse della lava scatenando una tempesta di fiamme. Era vivo ed era più infuriato che mai … quello fu l’inizio dell’Inferno!-
Guardai l’angelo spalancando gli occhi. Quella storia era davvero incredibile, le leggende degli uomini non erano del tutto false.
- Stai dicendo che è stato Dio a generare il male?- esclamai sorpreso.
Balthazar aggrottò le sopracciglia e mi guardò come se avessi detto la cosa più grave del mondo.
- Dio ha fatto il suo dovere! Lucifero non è mai stato degno di essere un angelo, era un Tiranno!- urlò.
- Era un soldato!- aggiunsi io.
- Non obbediva agli ordini di Dio!!!-
- Tutto quello che sta accadendo è opera del tuo Dio Balthazar, perché non muove il culo e viene a risolvere questo disastro!?! Ha paura forse? Conosce Lucifero meglio di qualunque altro, lo ha sconfitto una volta, potrebbe farlo di nuovo!-
- Perché parli di cose che non sai!?!- mi urlò all’improvviso.
Lo fissai arrabbiato, tutto quello che stava dicendo non aveva un senso. Se Dio aveva generato l’Inferno scaraventando Lucifero giù dal paradiso, allora perché non aveva fatto nulla per rimediare al suo errore?. - La gente muore ogni giorno a causa di questi fottuti demoni! La mia famiglia è stata uccisa a causa del suo errore Balthazar! In tutta la mia vita ci fosse mai stata una volta in cui avesse risposto alle miei preghiere!- urlai.
- Il mondo prega in continuazione Dean, non può ascoltare tutti voi!- rispose alterato.
- Soltanto Castiel ha avuto il coraggio di aiutarmi! Solo lui ha messo in pericolo la sua stessa vita per aiutarmi mentre tutti voi perdevate tempo a giocare a freccette angeliche sull’arcobaleno!- ringhiai.
L’angelo mi puntò il suo dito contro e mi fissò con aria preoccupata.
- Devi iniziare a dimenticare Castiel Dean, lui non può restare!- esclamò.
- Lo dici tu!- risposi minaccioso.
- Tu non capisci Dean! Se lo ami come credo che sia, allora lascialo andare! Non è al sicuro qui, non deve lasciare assolutamente il Paradiso o per lui sarà la fine!- disse disperato. Lo guardai un istante e vidi riflessa nei suoi occhi pura paura. Era sincero e la sua spontaneità mi fece capire che in fondo c’era davvero qualcosa che non andava in quella faccenda. Sapevo che Balthazar si fidava di me, me lo aveva sempre dimostrato in ogni occasione.
Triste per il mio amico, cercai di calmarmi e di riprendere il controllo dei miei nervi, urlare e sbraitare contro un angelo non era certamente quello che mi serviva per stare meglio.
Balthazar sospirò ed iniziò nuovamente a camminare per la stanza, mentre io rimasi seduto sulla poltrona dandogli le spalle.
- Non ha senso ormai mantenere segreti Balthazar. Credo di averti dimostrato più volte la mia lealtà!- dissi con un tono seccato.
- Castiel … è … è l’ultimo discendente di Lucifero … -
Sorpreso da ciò che avevo appena ascoltato, balzai in piedi di scatto e lo raggiunsi per guardarlo negli occhi.
- Che significa!?!- domandai preoccupato.
- Castiel discende dalla razza di Lucifero Dean! Prima della sua nascita, Dio fece fuori tutti i suoi discendenti, ma poi … quando arrivò Castiel, tutto cambiò. Quegli occhi limpidi e grandi non nascondevano nessun potere oscuro. Quando crebbe però, notammo in lui una forza spaventosa. Era buono si, ma quando si arrabbiava era capace di distruggere ogni cosa.
Dopo Lucifero Castiel è diventato l’angelo più ribelle di tutto il Paradiso, ma non lo fa con cattiveria. Si lascia trasportare con facilità e non riesce a concentrarsi su i suoi compiti. Quando ha incontrato te poi , ha perso completamente il senso della ragione. Per questo ti sto dicendo di trovare una soluzione, Castiel potrebbe essere ucciso! Dio non commette mai lo stesso errore più volte e Castiel non merita di morire per un umano come te!- disse amareggiato. Io e l’angelo ci guardammo per qualche secondo, poi distolsi lo sguardo e abbassai lievemente la testa. Balthazar posò la sua mano sopra la mia spalla e la scosse lievemente.
- Tu sei una persona speciale Dean … hai fatto molto per l’umanità, ma ci sono cose che non puoi risolvere. Dopo aver scaraventato Lucifero giù dal Paradiso, Dio ha pagato le conseguenze con sangue umano e non. Tutti coloro che non sono stati idonei ad eseguire i suoi ordini, sono stati uccisi! Castiel è ancora innocente, ma se non tenuto sotto stretta sorveglianza potrebbe fare sciocchezze e allora nessuno potrà più salvarlo! Né io, né tanto meno tu, Dean!-
Rimasi in silenzio ad assorbire ogni singola parola di Balthazar, quasi come se fossi una specie di spugna, immaginando e pensando a come avrei potuto allontanare Castiel da me. Io amavo quell’angelo e la voglia di averlo accanto era più grande di qualsiasi altra cosa, ma non potevo metterlo in pericolo.
- Quando si ama troppo qualcosa Dean, prima o poi si finisce col distruggerla. – continuò tristemente. Mi guardò un ultima volta, addolorato come me per le parole che aveva pronunciato. Abbassai lo sguardo, non perché non avessi la forza per sostenere il suo, ma semplicemente perché non avevo voglia di lasciar modo a Balthazar di comprendere le mie emozioni.
Mi voltai e avanzai verso la finestra, osservando con gli occhi colmi di tristezza il paesaggio ricoperto dalla neve. Alzai lo sguardo al cielo e vidi che stava pian piano tornando grigio, non aveva più il colore degli occhi di Castiel.
- Il pugnale che ti ha regalato Dean, è un dono molto prezioso, ma anche molto stupido da parte sua. Castiel si fida di te e vorrei che potesse essere così per tutti, ma purtroppo non lo è. Spero solo che tu abbia coscienza di ciò che hai mano!- disse improvvisamente.
- Hai paura che possa usarlo contro di voi?- risposi con tono sarcastico.
- Sei un Winchester, sei capace di tutto!-
Sorrisi a quella frase di gusto e decisi di non rispondere, che senso avrebbe avuto?. C’era una parte di Castiel in quel pugnale, lo avrei portato con me in eterno.
Ad un tratto un altro lampo di luce ci assalì entrambi. Mi coprii gli occhi irritato da quelle maledettissime apparizioni. Non sopportavo affatto la loro irriverenza.
Quando riuscii ad aprire gli occhi vidi Gabriele e Ezechiele sorridermi con un espressione degna di un pugno.
- Hey Dean, come te la passi!?!- mi domandò Gabriele girandomi intorno.
- Cosa vuoi!?!- risposi irritato.
- Che accoglienza calorosa Winchester … - disse sbuffando.
- Che ci fate qui?- domandò all’improvviso Balthazar.
- Non potevamo perderci la chiacchierata vecchio Balth! Allora, hai spiegato al nanetto qui quello che deve fare!?!- disse sorridendomi con un’aria da ebete. Lo fissai cercando di mantenere la calma, la voglia di prenderlo a pugni era immensa. Non sopportavo affatto quello sbruffone!.
- Dean sa già quello che deve fare!- rispose Balthazar.
- Sei pronto?- mi domandò Ezechiele. Lo guardai fisso nei suoi occhi azzurri e annuii.
- Sono nato pronto! Tutto quello che voglio è riavere mio fratello indietro e combatterò fino alla morte se necessario. Non ho paura … sono qui per lottare, ora più che mai!- risposi staccando il mio sguardo da Ezechiele a Balthazar. L’angelo più anziano mi sorrise.
- È molto commovente il tuo discorso da fratello premuroso e bla bla bla, ma stai dimenticando il vero obbiettivo per cui stiamo combattendo! Dobbiamo affermare il potere del Paradiso e annientare quelle merde schifose dell’Inferno! Sam è il problema minore!- esclamò Gabriele. Preso da un attacco d’ira lo afferrai per la camicia e lo sbattei addosso alla parete. In quel momento non capii più nulla e mi sentii più forte che mai. Le ali sul mio petto si illuminarono nuovamente e il pugnale di Castiel iniziò a rilasciare lampi di energia. Preoccupato da quell’eccessiva potenza, lasciai andare l’arcangelo.
- Stammi a sentire figlio di puttana! L’unica ragione per cui combatto con voi è Sam! Non me ne frega un cazzo del vostro Paradiso di merda!-ringhiai.
- Come osi parlare in questo modo!?!- esclamò minaccioso.
- Smettetela!- intervenne Balthazar. –Stiamo per affrontare una guerra e voi vi comportate come due ragazzini d’asilo! Non hanno importanza le ragioni di Dean, quello che conta è che è dalla nostra parte!- aggiunse.
- È una follia, non ci servirà a niente! Lucifero lo farà a pezzi o peggio ancora, potrebbe essere Sam a farlo a pezzi! Dovremmo occuparcene noi, questa questione non lo riguarda!- urlò.
- Mi riguarda eccome invece! C’è mio fratello in quella merda!!!- - È troppo tardi per tuo fratello!- disse infuriato.
D’impulso colpii con tutta la forza che avevo in corpo quell’arcangelo sbruffone. Una volta a terra lo immobilizzai puntandogli la lama di Castiel alla gola. Il pugnale si illuminò nuovamente ed iniziò a divenire incandescente.
Gabriele rimase immobile, spaventato dalla mia forza improvvisa e dall’arma che stavo impugnando.
- Smettila Dean, lascialo andare!- mi urlò Balthazar, ma non lo ascoltai. L’energia azzurra scorreva in me, la sensazione della potenza angelica era un qualcosa di inebriante.
- Dove hai preso questo pugnale!?!- domandò Ezechiele preoccupato. - Dean!- urlò Balthazar incitandomi a lasciare andare l’arcangelo.
Dopo qualche secondo obbedii e lo lasciai andare. Nascosi l’arma sotto alla camicia e mi allontanai in cucina per prendermi una birra.
- Non ne uscirai vivo Winchester! Tu morirai!- disse Gabriele prima di scomparire. Dietro di lui fece lo stesso Ezechiele, lasciandomi nuovamente solo con l’angelo più anziano.
- Sei per caso impazzito!?!- mi urlò.
- No!!!- risposi.
- Assalire in questo modo un arcangelo!?!- mi rimproverò.
- Pensi che a me importi qualcosa? Sai già il motivo per cui sto dalla vostra parte! Una volta che sarà finito tutto quanto io darò la caccia a tutti voi se necessario!- dissi alzando il tono della voce. Balthazar fissò per un istante il punto in cui avevo nascosto l’arma, poi tornò a fissare me senza dire una parola.
- Non temere vecchio mio, se voi starete al vostro posto, nessuna piuma si staccherà dalle vostre ali … - sorrisi. L’angelo mi fissò preoccupato.
- Ti verremo a prendere quando sarà tutto pronto. Fino ad allora … stammi bene!- disse, poi sparì silenziosamente.
   
 
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