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Autore: Angelina88    17/02/2016    0 recensioni
Questa è la storia di una facoltosa famiglia libanese che dopo le tensioni che nel 2003 si erano create tra il Libano e lo stato di Israele, decide di trasferirsi in Italia, più precisamente a Bergamo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Mio fratello
 
Parecchie ore dopo papà mi disse che stava andando in aeroporto e se mi andava di accompagnarlo. Io mi vestii così di fretta che dimenticai il velo e da quel giorno non lo misi più perché scoprii che non mi dava affatto fastidio che gli uomini vedessero i miei splendidi e lunghi capelli neri  lisci come la seta.
Arrivati in aeroporto, a Milano, attendemmo davanti alle porte scorrevoli l’arrivo di Ismael. Dopo neanche cinque minuti fece la sua apparizione tenendo per mano una bellissima ragazza.
Mio fratello riconobbe subito mio padre e trascinando velocemente la sua valigia, raggiuntolo gli si gettò tra le braccia e una grossa lacrima gli solcò il bel volto.
  • oh padre, mi sei mancato da morire! e voltandosi verso di me disse:
  • oh mio Dio, Sadhya, sei diventata uno splendore e detto questo mi abbracciò forte. Io mi strinsi a lui tanto da togliergli il respiro e cominciai a piangere sollevata mentre lui mi sussurrava:
  • ogni notte per quattro anni non ho fatto altro che pensare a questo meraviglioso momento.
  • Oh Ismael, quanto ho pregato, quanto abbiamo pianto e tu finalmente sei qui con noi, sia lodato Allah che ha ascoltato le mie preghiere!
Poi ci separammo, la ragazza che era con lui era stata in disparte, lui allora la prese per mano e la spinse verso di noi dicendoci:
  • lei è Ruth, la mia ragazza! Disse con orgoglio
io mi avvicinai a lei, le tesi una mano ma lei non la prese, allora la guardai nei suoi occhi azzurri stranamente opachi e privi di luce, e capii che Ruth era cieca, allora le presi la mano e le dissi: 
  • piacere di conoscerti, io sono Sadhya, la gemella di Ismael.
  • Piacere mio, disse sorridendo, non vedevo l’ora di conoscerti, Ismael mi parla sempre di te!
Mio padre si fece avanti e le disse:
  • io invece mi chiamo Mohamed e sono onorato di conoscerti.
 
Dopo aver completato le presentazioni ci recammo in macchina e andammo a casa, per la strada chiesi a Ruth se le fosse andato di dormire nella mia stanza e lei se ne mostrò molto felice, Ismael avrebbe invece condiviso la stanza di Adam.
Intanto, visto che ci voleva almeno mezz’ora per arrivare a casa, Ismael incominciò a raccontarci di ciò che aveva vissuto in questi anni. Ci disse che non appena salì in quell’auto, gli bendarono gli occhi e cominciarono un lungo viaggio, durante il quale gli tolsero l’orologio affinché perdesse la cognizione del tempo, molte ore dopo, quando faceva già buio, gli tolsero le bende e lo fecero mangiare in una stanza buia, chiusa a doppia mandata.
Il giorno dopo lo portarono in una scuola, il cui nome era scritto in aramaico, perciò capi di essere in Israele, dopo qualche giorno si ambientò bene e i suoi rapitori, assicuratisi del suo carattere mite, presero a mangiare allo stesso tavolo con lui. Era diventato molto amico della mamma di questi due giovani fratelli, che erano palestinesi al servizio di Hamas e avevano dovuto rapirlo per dimostrare di essere all’altezza della situazione:
-  Insomma io ero stato rapito per garantir loro di entrare in questo gruppo di terroristi. Non sono stato trattato male se non consideriamo la mia falangetta, ma in fondo è stata colpa mia, li ho fatti arrabbiare in un momento non consono e ne ho subìto le conseguenze. Qualche settimana dopo nel recarmi a scuola mi accorsi di una ragazza che continuava a venir spintonata a destra  e a manca da un gruppo di bulli, alla fine, cadde a terra e loro se ne andarono ridendo sguaiatamente, allora mi avvicinai, la aiutai ad alzarsi e le pulii il volto, furono i suoi occhi offesi e pieni di lacrime che mi fecero capire che avevo tra le mani qualcosa che non avrei mai permesso a nessuno di togliermi. Così io e Ruth ci conoscemmo. Lei mi raccontò di essere la figlia di un importante rabbino di Gerusalemme e che frequentava il liceo classico musicale. Io le spiegai che facevo anch’io la stessa scuola perché suono il pianoforte, mentre lei suona il violino.
Quando gli dissi di essere musulmano si intristì perché il padre non avrebbe mai approvato la nostra amicizia. Poi le chiesi se fosse stata cieca dalla nascita e lei mi spiegò che era da quando a tre anni le era caduto un pesante blocco di ferro sulla nuca che le aveva leso il nervo ottico e dopo essere stata a lungo in coma si svegliò in un mondo terribilmente buio, tanto da far paura, poi però si era abituata a questo buio e le immagini della sua infanzia ogni tanto le scorrevano davanti colorate in modo così intenso da dolerle.
Mentre discorrevamo piacevolmente giungemmo a destinazione. Scendemmo così dalla macchina, entrammo a casa e Adam mi saltò in braccio, chiedendomi:
-    ma Sady, questo ragazzo che ti assomiglia così tanto, chi è?
-    Non posso credere che tu ti sia dimenticato del tuo adorato Ismael?
-    Ismael? Il mio fratellone?
-    Sì, proprio lui!
-    Come è alto, come è bello!
-    Dai, fatti prendere in braccio e salutalo!
Allora timidamente si avvicinò ad Ismael che lo prese in braccio e lo sollevò in aria dopodiché  lo abbracciò forte, ed Adam riconobbe il suo profumo e finalmente abbandonò tutto il suo scetticismo e si sciolse in un mare di parole.
Poi Fatima e Jasmine, meravigliate da tanta allegria, scesero e non vollero credere ai loro occhi. Poi dopo averli strofinati più volte si convinsero e si fiondarono giù per le scale abbracciandolo e piangendo contemporaneamente:
-           oh Ismael quanto mi sei mancato; disse Fatima scossa dai singhiozzi.
-           Anche tu bellezza, sei diventata una donna ormai ed io mi sono perso la parte più bella del tuo sviluppo, è come vedere una rosa senza aver potuto assistere al miracolo del suo sbocciare!
Poi rivolgendosi a Jasmine:
-           E tu principessa, guarda che bella sei!
-           Certo che sei proprio un infame a farci una sorpresa del genere, rischiavamo tutti un infarto, disse ridendo.
Poi se lo abbracciò anche lei. E finiti i saluti lo portai di sopra in camera di mamma e mentre la raggiungevamo gli spiegai brevemente la situazione. Lui capì e allora bussammo, mamma non rispose allora entrai e la vidi seduta davanti allo specchio che si truccava. Erano anni che non si specchiava più. Allora le chiesi:
-           mamma, cosa stai facendo?
-           Mi sto facendo bella per il mio bambino, non sono più malata vero? Ora con l’aiuto di Ismael e il tuo guarirò vero?
-           Ma certo mamma!! Dissi mettendomi a piangere.
-           Amore, non piangere se no Ismael capisce che c’è qualcosa che non va. Scusami se ti ho costretta a buttar via gli anni migliori della tua vita a fare da mamma a tua madre, ma ora ti prometto che reagirò.
-           Mamma, non devi scusarti io chiedo a Dio solo di ridarti la salute.
-           Grazie piccola, sai, ogni madre della terra vorrebbe avere una figlia come te.
-           Dai, ora basta fare la vanitosa, e le sussurrai in un orecchio: guarda che Ismael sta aspettando che tu gli dica di entrare da dietro la porta.
-           Oh, entra bambino mio!!
Allora Ismael entrò e la scena che accadde mi strappò il cuore, mia madre si alzò dalla sedia, gli andò incontro e lo strinse forte al suo petto e cominciò a piangere, scrollandosi di dosso il brutto male che ce l’aveva strappata.
Anche Ismael piangeva e le chiedeva di scusarlo per averle causato tutto quel dolore.
Poi, per la prima volta dopo tanto tempo ci riunimmo attorno al tavolo della sala da pranzo, finalmente eravamo di nuovo una famiglia al completo, anzi, addirittura con un membro in più!
 
Finito di cenare noi fratelli ci riunimmo tutti nel salottino della mia stanza, che era ormai divenuto il nostro punto di ritrovo preferito, spostammo il tavolino di cristallo, mettemmo dei morbidi cuscini sul tappeto e ci sedemmo sopra.
Ruth si presentò alle mie sorelle. Adam alle nove si addormentò, allora lo portai nella sua stanza, lo coccolai in modo che si riaddormentasse nel suo letto e poi tornai nella mia stanza. Nel frattempo Fatima era andata ad allenarsi alla sbarra della sua camera, e Jasmine sbadigliando ci diede la buonanotte. Rimanemmo così in tre, chiacchierammo fino alle undici e poi stremati ci salutammo. Io e mio fratello ci demmo la buonanotte abbracciandoci, e dopo aver baciato la sua Ruth, Ismael andò a raggiungere Adam nella sua nuova stanza.
Il mio letto era da una piazza e mezza, perciò io e Ruth dormivamo insieme. La aiutai a disfare la sua valigia, e le feci spazio nel mio armadio. Poi dopo esserci messe in pigiama e dopo aver pregato, ognuna a modo suo, ci coricammo. Chiacchierammo ancora per un po’ e poi ci addormentammo tenendoci per mano.
L’indomani, un sabato, mio padre accompagnò mio fratello e Ruth ad iscriversi al liceo classico di Bergamo. Una volta inseriti nella classe i due trascorsero la giornata a scuola. Io avevo tre verifiche quel giorno: matematica, filosofia e storia. Andarono tutte molto bene e siccome io e Letizia consegnammo presto, uscimmo dalla classe e facemmo un giro per la scuola. Nel corridoio incontrammo il preside, che mi fermò e mi chiese come mi trovavo nella nuova classe e se avevo dei problemi con la lingua. Io gli risposi dicendo che stavo molto bene nella nuova scuola e lo ringraziavo della premura con me dimostrata. Io e Letizia proseguimmo e lei mi disse che quel giorno era particolarmente felice perché Fatìma a, sua sorella veniva a passare il weekend da lei. Allora incuriosita da quel nome le chiesi chi fosse:
  • Io la considero la mia sorella gemella, ha origini senegalesi e la mia famiglia l’ha tenuta in affido per undici anni, poi dopo le medie sua madre ha deciso che fosse giusto che lei raggiungesse il fratello a Vercelli e continuasse gli studi là.
  • Cavoli, deve essere stava dura per te!
  • Sì molto, siamo molto attaccate, però ci sentiamo tutti i giorni e quindi è un po’ come averla qua! Mi togli una curiosità? Io annuii e allora lei continuò:
  • Che lingua parlate a casa?
  • Bè, dipende: io adoro parlare in italiano, mia sorella Fatima ama invece il francese, Jasmine l’inglese insieme ad Adam e Myriam, mamma e papà l’arabo…però generalmente o parliamo in inglese o in francese.
  • Dev’essere bello conoscere tutte queste lingue.
  • Penso di sì, non posso dirlo perché essendo abituata così non so come si vive altrimenti.
  • Già, è come quando chiedi a un cieco se vede tutto nero e lui ti risponde che non sa come sia il nero e quindi non può farti capire cosa vede.
  • Sì, penso di sì, bè, mi piacerebbe molto conoscere questa Fatìma, me la vuoi descrivere?
  • Certo, con piacere. È una bella ragazza. È nera come la liquirizia, è alta, magra, ha un bel fisico, Ha i capelli neri e molto ricci, ha un bel sorriso. È simpatica, solare, allegra, gentile, premurosa, ama i bambini…insomma mi assomiglia molto!
  • Direi che siete uguali!
  • Già, sai siamo nate addirittura lo stesso giorno!
  • Il ventidue dicembre giusto?
  • Sì, brava, e tu il quattordici aprile!
  • Giusto!
  • Dai, è meglio tornare in classe perché tra qualche minuto suona. Senti, se ti va domani te la porto così la conosci.
  • Molto volentieri, grazie, ma a lei non dà fastidio?
  • No, figurati, conosce sempre con piacere nuova gente!!
 
Quel pomeriggio sentii Letizia al telefono, era appena arrivata a casa dalla stazione con sua sorella, che saputo che la volevo conoscere chiese di parlare con me al telefono. Allora me la passò e lei:
  • ciao! Sai che il mio terzo nome è proprio uguale al tuo?!
  • Davvero? Allora sei musulmana anche tu!
  • Sì, bè, sono contenta che domani ci conosceremo!
  • Anche io non vedo l’ora… dai, domani per le due e mezza vi aspetto qui da me.
  • D’accordo, ciao bella!
  • Ciao, ciao.
E interruppemmo la comunicazione. Mi aveva fatto proprio una buona impressione!
Quella sera io e i miei fratelli andammo a cena fuori, invitammo anche Pietro e Simone e ovviamente Adam restò a casa.
Tornammo verso mezzanotte, poi prendemmo i nostri cuscini e ci accomodammo sul tappeto della mia  stanza e cominciammo a vedere un film magnifico: “A walk to remember” lo vedemmo in lingua originale e alla fine piangevamo tutte come fontane. Fatima mi chiese se mi andava di dormire con lei quella notte perché si sentiva poco bene, allora cedetti il mio posto a Jasmine, era infatti importante non lasciare sola Ruth, perché se avesse avuto bisogno di qualcosa durante la notte c’era bisogno di aiutarla.
Salutai Ruth e mi recai in camera di Fatima. Lei mi fece posto nel suo letto e cominciammo a chiacchierare:
  • Che cos’hai da non stare bene?
  • Non lo so, è come se avessi un peso enorme sullo stomaco, non riesco più a camminare a testa alta da quando Ismael è tornato e faccio fatica reggere lo sguardo della gente.
  • Perché?
  • Perché mi sono resa conto che sono diventata una persona malvagia ed egoista, che fa le cose non per il gusto di farle ma per il piacere che provo nell’essere la migliore; ferisco continuamente le persone con il mio carattere superbo, e fino a qualche giorno fa non me ne rendevo neanche conto. Sadhya, sono addirittura arrivata a pensare che Jasmine fosse una persona incompleta, inferiore, che non arriverà mai da nessuna parte solo perché le manca un pezzo insignificante di gamba. Cominciò a piangere. E ho capito che non mi sono affatto comportata da sorella maggiore verso di lei in tutti questi anni, l’ho sempre guardata come una povera derelitta da compatire, e mi sono accorta che sono stata pessima anche con Adam, tutte le volte che mi chiedeva un sorriso, una carezza o di essere preso in braccio e consolato dopo una caduta, mi sono sempre comportata da vigliacca, preferendo chiamare te piuttosto che assumermi le mie responsabilità. Io voglio cambiare, aiutami a crescere, ti prego! Io le accarezzai i capelli e continuai:
  • Innanzitutto una persona che vuole crescere non reagisce piangendo come una bambina, lei tirò su col naso e mi guardò coi suoi grandi occhi verdi, e poi io ti aiuterò volentieri: non continuare a rimuginare sul passato, ormai ciò che è fatto è fatto, si può solo andare avanti e cercare di migliorarsi.
  • Hai ragione!
  • Poi, Jasmine non merita di essere considerata inferiore per un handicap che non le è nemmeno congenito e poi è più in gamba di noi due messe insieme, penso che devi cominciare a ragionare: non solo chi è perfetto esteriormente come te è una persona a tutti gli effetti, c’è gente là fuori che deve combattere ogni giorno contro malattie inimmaginabili, eppure lo fa ed ha una scopo nella vita e presto o tardi lo raggiungerà, qualunque essere umano ne ha il diritto! E anche il piccolo Adam che ti adora, merita un po’ più di considerazione da parte tua!
  • Ok, ti giuro che mi impegnerò e diventerò una persona migliore.
  • Brava! Le dissi dopo averle dato un bacio in fronte. Poi le chiesi, ma quel ragazzo che ti aveva chiesto il numero, vi state poi sentendo?
  • Ma certo, si chiama Mikail, fa I liceo, ha una media altissima, gioca a basket ed ha una sorellina più piccola che si chiama Monika ed ha quattro anni. La sua mamma è polacca e suo papà è russo, sono ebrei e sono qui da tre generazioni.
  • Che bello! Allora uscirete insieme.
  • Che dici, me lo merito?
  • Io penso proprio di sì e poi magari anche lui può aiutarti a diventare una persona migliore!
  • Già, domani sera usciamo, durante gli intervalli viene sempre nella mia classe a trovarmi, è un bravo ragazzo sai, e poi è tanto gentile.
  • Io penso ti piaccia anche perché piace a tutte e quindi l’avere il ragazzo più ambito del liceo è per te motivo di orgoglio.
-           Già, è una debolezza che chissà quando riuscirò a sconfiggere!
   -        L’importante è che tu stia bene con lui e lo faccia stare bene, poi i motivi che ti attraggono vengono dopo.
      -    Come sei saggia! E tu, faccende di cuore?
-     No, niente di niente, ma sto bene così, quando capiterà sarò pronta… dai ora dormiamo piccolina, e cerca di rilassarti.
-    Ok, grazie Sady, non so cosa farei senza di te!
-    Hai pregato prima di venire a letto?
-    Sì, ormai è quasi un anno che faccio tutte le cinque preghiere, mi viene automatico.
-    Bene, brava, e ricorda che essere una buona musulmana ti aiuta ad essere una buona persona!
                   -    Buonanotte.
 
La mattina dopo aprii gli occhi verso le nove piacevolmente riposata e mi accorsi che tra me e Fatima, c’era un intruso: Adam, chissà da quanto era lì! Era piacevolmente disteso con la testa appoggiata sulla mia spalla e la mano nei capelli di Fatima. Io cercai di divincolarmi stando ben attenta di fare il minimo rumore, andai nella mia stanza a scegliere i vestiti da indossare e andai a fare il bagno. Dopo mezz’ora uscii dalla vasca con la pelle tutta raggrinzita, mi avvolsi nel mio morbido accappatoio e cominciai a spazzolarmi i miei lunghi capelli. Sapete, i miei capelli coprono tutta la mia schiena, ho la riga sul lato destro della testa ed una frangia laterale scalata.
Presi le forbici e cominciai a scalarli tutti, dieci minuti dopo erano notevolmente più corti, arrivavano ancora oltre le spalle e l’immagine che mi rifletteva lo specchio era un incanto!
Mi misi la crema, mi vestii ed uscii dal bagno.
Avevo addosso un paio di jeans piuttosto attillati, una t-shirt nera ed una felpa rossa col cappuccio. Andai in camera di Fatima e vidi che Adam era sveglio, allora gli dissi:
  • buongiorno cucciolino, hai dormito bene in mezzo alle tue sorelline?
  • Sì, siete molto comode! Sai ha già risposto Eva, Ti è appena arrivato un gufo!
  • Davvero? E dove è la lettera?
  • Ecco, tieni. La srotolai e lessi:
 
Cara Sadhya,
come vanno le cose nella nuova scuola? Per noi qui ad Hogwarts addirittura meglio degli scorsi anni, sarà perché siamo al settimo anno e dunque i programmi sono molto più divertenti. Coi professori ormai è nato un bellissimo rapporto! Ti avevo detto che l’anno scorso in questo periodo io ed Harry c’eravamo lasciati?
Bè, era successo che lui si era preso una cotta per Ginny ed io per Cedric Diggory, allora abbiamo cambiato partners, ma due mesi dopo ci siamo rimessi insieme e ieri mi ha dato l’anello: mi ha chiesto di sposarlo appena usciamo da Hogwarts, ovviamente tu sarai insieme a Hermione e Ginny la mia damigella d’onore!
E tu hai trovato il ragazzo? Ho saputo che ti eri innamorata di Harry l’estate scorsa, forse se ti avesse conosciuta prima avresti avuto una possibilità, ma temo dovrai accontentarti di essere la sua migliore amica.
Sai, la mia famiglia ha adottato Draco Malfoy, perché si è ritrovato solo dopo che sua madre è stata rinchiusa ad Azkaban. È diventato un ragazzo d’oro sai ed ora si chiama Draco Von Shrieder.
I miei fratellini non vedono l’ora di rivedere il piccolo Adam, ti andrebbe di venire da me per Natale? Fammi sapere qualcosa al più presto. Ora ti saluto bella, ricordati che ti vorrò sempre un mondo di bene! Ho saputo che è tornato Ismael, salutalo anche se non mi conosce. Tanti bacioni
Tua Joy
 
Adam mi chiese:
  • allora che ti ha detto, stanno bene i miei amici?
  • Sì, stanno tutti bene… forza, andiamo a fare il bagno così poi gli rispondiamo e magari facciamo una foto con la tua macchina speciale e gliela inviamo!
  • Sì, che bello!
Mi diede la mano e lo portai in bagno, gli dissi di spogliarsi e di mettersi in acqua mentre io andavo a scegliere i vestiti. Tornai pochi minuti dopo con un paio di jeans, una maglia verde ed una felpa a righe marroni, arancione e verde militare.
Notai con piacere che era già a mollo nell’acqua, allora cominciai a strofinarlo energeticamente, poi gli lavai i capelli, che dal biondo quasi bianco si stavano scurendo in un biondo cenere e poi lo sciacquai, aprii il tappo della vasca, gli misi l’accappatoio e lo asciugai, poi lo presi in braccio e gli tagliai le unghie, infine misi anche a lui la crema e lo vestii. Mi piaceva molto occuparmi di lui: era un bambino fantastico, ubbidiente e molto dolce, era molto responsabile e piuttosto maturo per la sua età, ragionava come un adulto e penso che questo sia dovuto al fatto che a due anni ha dovuto rinunciare alle cure di mamma.
Poi io e Adam andammo a far colazione, una volta finito, chiedemmo a zia Norma di scattarci una foto e così rispondemmo a Eva:
 
Cara Joy,
non immagini con che piacere ho letto la tua lettera! Noi stiamo tutti bene, e sono contenta che ad Hogwarts vada così alla grande!
Anche io mi trovo molto bene nella nuova scuola, ho trovato molti amici simpatici anche se effettivamente il Libano mi manca, per Natale non c’è nessun problema: ma viaggeremo in scopa o sulla macchina volante del signor Weasley? Che fate di nuovo a scuola? Che M.A.G.O. avete deciso di intraprendere tu, Hermione Ron ed Harry? Giochi ancora a Quidditch? Rispondi presto, ti allego alcune foto… tanti bacioni ti voglio bene
Sadhya
P.S. Adam vi saluta caramente e vi manda tanti tanti baci.
 
Legai la lettera alla zampa di Anouk, scrissi l’indirizzo e la mandai a Hogwarts.
Adam se ne andò a cavalcare il suo pony mentre io andai in camera mia, Jasmine era sveglia e aspettava che io le portassi le stampelle per poter andare in bagno a lavarsi.
La accompagnai e le chiesi se avesse dormito bene, lei mi rispose di sì e mi chiese se Fatima stesse meglio:
  • Sì, non ti preoccupare, non era nulla di grave!
  • Bene, menomale! Puoi andare a prendermi i vestiti per piacere?
  • Certo, hai qualche preferenza?
  • No, qualsiasi cosa andrà bene!
Corsi nella sua stanza e le presi un paio di jeans, la sua maglietta preferita che era verde e lunga, una cintura ed una maglia nera a maniche lunghe.
Tornai su e la aiutai ad infilarsi nella vasca, le lavai la schiena e stetti lì a chiacchierare mentre si lavava.
Le chiesi:
  • ha avuto bisogno di qualcosa Ruth?
  • No, verso le tre mi ha chiesto se potevo darle dell’acqua, ma parlava nel sonno, io comunque l’ho fatta bere e lei ha ripreso a dormire.
  • Sì, lo fa tutte le notti alla stessa ora, ma non mi ero mai accorta che dormisse!
  • Sì, se provi ad ignorarla si mette ad urlare e si sveglia da sola perciò è meglio darle subito da bere appena la senti!
  • Forse ho il sonno talmente pesante che mi sveglio solo dopo che anche lei si è svegliata.
  • Può darsi, hey ma che hai fatto ai capelli?
  • Ti piacciono? Li ho scalati!
  • Stai benissimo, lo fai anche a me?
  • Certo se ti fidi!
  • Sicuro! Dai aiutami ad alzarmi che ho finito.
Allora la presi in braccio, la sollevai facendo in modo che appoggiasse a terra il piede, le passai l’accappatoio e le misi a posto i suoi biondi capelli, le sistemai la riga e glieli tagliai. Poi si mise la crema e la aiutai a vestirsi: mise la maglia nera, sopra mise quella verde, poi le infilai i jeans, che mise sotto alla maglia verde, le agganciai la cintura e la protesi e poi la pettinai.
Mia sorella avrebbe festeggiato la settimana seguente il suo dodicesimo compleanno e le si stava modellando il fisico. Infatti le si era stretta notevolmente la vita e allargati i fianchi, era dimagrita molto ed ora era uguale a me di fisico, i suoi capelli erano sempre biondi chiari e la sua pelle chiarissima. Non portava più il velo e stava diventando proprio una bellissima ragazzina.
Uscimmo dal bagno e fuori dalla porta incontrammo Fatima che salutò Jasmine con un abbracciò chiedendole:
  • hai dormito bene sorellina?
  • Sì grazie, e tu?
  • Molto bene! Poi rivolgendosi a me mi disse:
  • Mi aiuti a lisciarmi i capelli per favore?
  • D’accordo.
  • Ma Sadhya, sbaglio o avete tagliato tutte e due i capelli?!
  • No, è esatto!
  • Cavoli, siete bellissime!
  • Grazie! Rispondemmo in coro.
Poi Jasmine scese a far colazione ed io entrai in bagno con Fatima.
Lei aprì l’acqua e cominciò a riempire la vasca, e intanto si spogliava, poi entrando in acqua mi disse:
  • sei riuscita a dormire stanotte?
  • Sì, grazie e a te è passata la malinconia?
  • Sì, ti sei accorta che alle due è venuto Adam?
  • No, mi ero appena addormentata!
  • Io invece l’ho sentito, mi chiamava ed era agitato perché aveva fatto un incubo, allora l’ho consolato e si è addormentato. Senti, mi fai la ceretta?
  • Sì, dammi una gamba!
Allora cominciai a depilarla. Poi finito di lavarsi si infilò l’accappatoio e cominciai a separarle i capelli in ciocche.
Dapprima li lisciai con spazzola e phon, una volta asciutti li passavo con la piastra. E glieli spuntai anche. Non mi ero mai accorta dei riflessi biondi che avevano.
Stava bene coi capelli lisci ma siccome aveva la faccia piccola le stavano meglio i ricci. Mentre si vestiva le domandai:
  • senti, cosa pensi di regalare a Jasmine?
  • Non ne ho la minima idea, e se le facessimo un regalo insieme?
  • D’accordo, hai saputo che mamma e papà le regalano uno Stradivari?!
  • Davvero? Chissà come sarà felice!
  • Io pensavo ad una macchina fotografica professionale magari subacquea.
  • Perfetto, io allora provvedo alla stampante.
  • Ma no, non digitale, quelle normali sono migliori e poi lei si sta già costruendo la camera oscura, quindi..
  • Ah sì, non me ne ero neanche accorta! Ma quanto costa?
  • Quella che ho visto io tremila euro, compreso il treppiedi.
  • Non male, dai, tiriamo fuori millecinquecento euro a testa!
  • Perfetto!
  • Sai anche cosa le regaleranno Myriam e Ismael?
  • Sì, Myriam ha già spedito un set di colori ad olio e delle tele, mentre Ismael pensa ad una giumenta, almeno poi lui esaudisce il sogno di crearsi l’allevamento.
  • Sì, ma ha già visto i prezzi?
  • Certo e l’ha addirittura già comprata.
  • Bello, e Ruth?
  • Penso che lo faccia insieme ad Ismael!
  • Sono proprio contenta, non si scorderà mai di questo compleanno! Ma hai notato come sta crescendo in fretta?
  • Sì, ma guarda che abbiamo fatto tutte così!
  • Già, dici che diventerà addirittura più bella di me?
  • Come posso saperlo, però può darsi..
In quel momento Ruth bussò alla porta, la facemmo entrare e lei chiese se potesse lavarsi anche lei, allora uscimmo dal bagno dopo averle chiesto se avesse bisogno di qualcosa.
Io e Fatima andammo in camera mia e le dissi:
-     Sai, oggi pomeriggio Letizia verrà qui con sua sorella che ha il tuo stesso nome!
  • davvero?! Allora è musulmana anche lei?
  • Sì, è senegalese.
  • Chissà che bella che è allora, nella mia classe c’è una ragazzina che viene dal Senegal ed è bellissima, solo che è mulatta, mi assomiglia molto tra l’altro… è alta, magra, ha i capelli riccissimi e lunghi. Si chiama Aida ed è la mia migliore amica!
  • Wow, ma chi dei suoi genitori è senegalese?
  • Sua madre!
  • Ah sì, e come si chiama la signora?
  • Aminta.
  • Come la madre del profeta! Ma sua padre ha dovuto convertirsi all’Islam?
  • Sì, e ora si chiama Djamilou..
  • Bel nome!
  • Hai da fare dei compiti per domani? No, li ho fatti ieri, e poi domani c’è la versione di greco.
  • Che bello…è difficile?
  • No per nulla, è come il latino, una volta capito il meccanismo è semplice, e poi è una lingua molto affascinante!
  • Dove andrete in gita quest’anno?
  • In Grecia, ad Atene, e voi?
  • Noi a Londra…
  • Che meraviglia, in che mese e per quanti giorni?
  • Fine aprile inizio maggio, dal lunedì alla domenica.
  • Bello, noi invece a meta aprile per cinque giorni, andiamo in nave.
  • Bello, noi invece in treno fino alla Manica e poi con lo shuttle.
Nel frattempo eravamo scese in cucina ad apparecchiare il tavolo dato che il pranzo era quasi pronto.
 
   
 
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