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Autore: ChristabelFitz    17/02/2016    2 recensioni
Lea e Ariel si sono buttate nell'avventura dell'accademia musicale. Non sanno cosa aspettarsi, e forse è meglio non aspettarsi niente per evitare di rimanere deluse.
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«E ora ti conviene coprirti con una dura corazza. Il mondo dell'accademia non è così semplice quando si parla di competizione. Non abbatterti alle prime delusioni. Lo dico per esperienza»
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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2.




 
È passata solo una giornata qui all'Accademia, e già so praticamente tutto quello che devo sapere. Alcuni studenti degli anni più avanzati, dieci minuti fa sono passati per le stanze per consegnarci il Regolamento e l'orario delle lezioni che inizierà domani. Leggendo, scopro che non è necessario che uno studente partecipi a tutte le materie scolastiche (escluse italiano, matematica e le materie musicali, che non vengono contate nell'orario): bisogna scegliere al massimo otto discipline e minimo sei. Poi ci sono le attività pomeridiane facoltative come gli sport, che inizieranno dalla settimana prossima e abbiamo un paio di giorni per interessarci e iscriverci.
Nella camera ora ci siamo solo io e le mie due coinquiline. I ragazzi sono usciti per informare tutti gli altri del primo anno. Sono distesa sul letto che divido con Ariel, con la testa appoggiata sulla sua pancia. Paige, invece, sta chattando con qualcuno attraverso il suo computer portatile.
«Dai, sembra interessante questa cosa dei corsi. Possiamo scegliere gli stessi in modo da essere sempre nella stessa classe!» esclama la mia migliore amica.
«Si può fare»
Mi sistemo meglio per poter segnare quali discipline affrontare per tutto quest'anno.
«Italiano e matematica, sono incluse, quindi via due» inizia Ariel, con espressione rilassata sul volto. «Io direi che educazione fisica la scartiamo immediatamente, eh?»
Scoppio a ridere. «Certo. Se abbiamo bisogno di smaltire i chili di troppo facciamo degli esercizi giornalieri qui in camera»
«Così mi piaci, Lea. Io storia non la faccio! Piuttosto geografia!» esclama, facendomi sussultare.
«Sei matta? Storia è molto più interessante che cercare dei paesi su una cartina» ribatto, scegliendo la materia che prediligo.
«Vada per geografia» Ariel non si smentisce.
«Un corso non in comune, poverine» ci schermisce Paige, intenta a farsi una treccia veloce. Anche lei ha preso la tabella degli orari.
«Possiamo sopravvivere» rispondo, continuando a leggere il quadro orario.
Poco dopo, abbiamo finito. Frequenterò italiano, matematica, storia, spagnolo, filosofia, scienze e religione. Sette su otto, mi sembra ottimo. Ariel ha due corsi diversi dai miei, geografia al posto di storia e psicologia al posto di filosofia.
«Tu che materie studierai Paige?» chiede Ariel, fingendosi interessata, solo per creare un dialogo con la nostra compagna di stanza con cui divideremo parecchio tempo.
«Otto materie su otto, tutto tranne religione» risponde, alzandosi dal letto per poi uscire dalla stanza.
«Diamo un'occhiata al regolamento?» propongo con un sospiro.
Così, ci mettiamo a leggere tutto ciò che dovremo rispettare all'interno di questa Accademia. Non pensavo fosse così severa, ma mi ci abituerò.
 
Io e Ariel abbiamo un po' ordinato le nostre cose, svuotando completamente la valigia, che poi abbiamo riposto sotto al letto. È quasi ora di cena, quindi andiamo nel piccolo bagno per lavarci le mani e sistemarci per non sembrare troppo sceme proprio al primo giorno. Paige, nel frattempo, è sparita.
«Secondo te,..?» inizio, ma la mia amica finisce la frase. Mi conosce troppo bene.
«Ethan potrebbe essere in mensa come no. Cioè, immagina, con tutti gli studenti che ci sono in questa scuola, la mensa è gigantesca, ma sarà possibile individuarlo con il nostro speciale radar “trova ragazzi belli”»
Scoppio in una risata, spruzzandole un po' d'acqua in faccia. Inizia così la battaglia che ci ritroviamo a fare quasi ogni giorno come quando eravamo bambine.
Arrivate in mensa, mi manca il fiato. Non pensavo ci fossero così tanti studenti in questo istituto, non riesco neanche a vedere la fine degli infiniti tavoli che si riempiono come niente fosse. Io e Ariel scorgiamo Max in fila con un vassoio vuoto per prendersi da mangiare, e corriamo dietro di lui.
«Ciao Max!» esclama Ariel, afferrando da un tavolo affianco due vassoi, uno per me e uno per lei.
«Ragazze! Come vi trovate per ora qui?» risponde lui con un sorriso. È vero, pensandoci, è seriamente carino.
«Benissimo. È fantastico, sembra quasi un sogno. Certo, forse con la nostra compagna di stanza non è così meraviglioso, ma cercheremo di non morire prima della fine dell'anno»
Scoppiamo a ridere e arriviamo finalmente al punto in cui Max sta riempiendo il suo vassoio di cibo.
«Che ne dite se vi sedete al mio tavolo? Per parlare un po'» ci propone, sistemando delle verdure in una piccola terrina.
Io e Ariel ci guardiamo per capire se entrambe siamo d'accordo, e poi annuiamo.
Dopo aver preso un hamburger con delle patitine fritte, seguiamo il nostro amico che ci conduce in un tavolo dove sono seduti due ragazzi.
«Allora, lui è Steven, mio fratello, mi ha promesso per questa sera di sedersi con me per raccontarmi come si svolgono le lezioni, dato che lui frequenta già l'Accademia, e lui invece è John, il mio coinquilino nonché migliore amico» spiega Max, prendendo posto sulla panchina.
Io mi sistemo in parte ad Ariel, che ne approfitta per stringere la mano a tutti e sedersi vicino a Steven. Ho colto immediatamente il suo colpo di fulmine verso quel ragazzo, che assomiglia a uno di quelli che oggi abbiamo incrociato e sentito discutere con la segretaria. Un po' come me ed Ethan.
«Ehi!»
Mi volto verso quella voce familiare.
A proposito di Ethan.. oh cazzo, Ethan!
«Ciao..» mormoro in risposta, forse così flebilmente che col fracasso non si è nemmeno sentito.
«Come stai?» mi domanda, abbassandosi verso il mio viso – di sicuro per udire meglio quello che dico dato che sembro muta -.
«Bene, grazie, tu?»
Credo che non abbia sentito neanche questo, perché aggrotta la fronte.
«Tutto ok!» ripeto, alzando la voce e lui sorride, per poi farmi un cenno di saluto con la mano e fermarsi dietro a Steven. Ah, sono amici.
Ariel si volta verso di me con gli occhi che mi parlano. Siccome non può urlare direttamente, mi mostra che è incredula in un altro modo.
«Come faccio a mangiare? Cioè.. Ethan e Steven nello stesso momento, capisci? Impossibile!» le rispondo, scuotendole il braccio.
Lei si morde il labbro e fa segno di sì con la testa. Non trova nemmeno le parole per descrivere questo momento confuso al cento per cento.
 
Io e Ariel saliamo le scale lentamente, insieme a tutto il resto della flotta degli studenti. Max e John sono al nostro fianco.
John è davvero simpatico, trova sempre una battuta per tutto. Con lui non si può passare cinque minuti senza restare senza un polmone dalle risate.
A un certo punto ci dividiamo e prendiamo strade diverse per arrivare nelle nostre stanze. Una volta rimaste sole, io e Ariel sorridiamo, lanciandoci sul letto e abbracciando il cuscino.
«Okay, Lea. Lea, ascoltami. Smettila di esaltarti. Guardami»
Alzo gli occhi verso di lei, che resta a braccia incrociate.
«Ti ascolto» dico.
«Regola numero uno: non mostrare mai questo entusiasmo in pubblico. Non voglio che la gente pensi di noi che siamo due pazze invasate, abbiamo una reputazione da difendere»
«Certamente, è quello che per ora abbiamo fatto. Regola numero due?»
«Non dobbiamo lasciare che Ethan e Steven siano una distrazione. Lo studio è lo studio, Ethan e Steven un'altra cosa»
«Direi» borbotto, ridendo sotto ai baffi. So che Ariel in questo momento si sente una realizzata presidentessa, quindi meglio non che io non mi mostri troppo divertita.
 
Sento la sveglia intermittente di Paige che ha impostato ieri sera prima di dormire. Mi rotolo un po' nel letto fino ad arrivare a dare una gomitata a qualcosa e, dal lamento, deduco sia stata la faccia di Ariel.
«Scusa» dico sottovoce, scostando le coperte e cercando di alzarmi. Arrivo alla finestra, la spalanco e alzo le tapparelle.
Mi guardo intorno. Anche Paige si è alzata e si è chiusa in bagno. Se ha intenzione di tenerselo lei per tutto il tempo facendoci arrivare tardi alla nostra prima lezione di italiano giuro che la pagherà cara.
«Ariel, sono le sette! Alzati» tolgo le coperte anche a lei, che si ancora al cuscino emettendo degli strani mugolii. «Dai che vediamo Steven in corridoio!» provo con un altro tentativo, ovviamente funzionante.
Ariel tenta di mettersi in piedi con un salto.
«Ci sono!» esclama, prendendo la divisa per cambiarsi. Fa per andare in bagno, ma io la fermo.
«C'è Paige» spiego.
«Paige, datti una mossa!» grida lei, battendo i pugni sulla porta. Prego tutti i santi che non venga qualcuno dalle altre stanze a protestare per il baccano che stiamo – sta – facendo di prima mattina.
Nel mentre che attendiamo che il bagno si liberi, accendo il cellulare e noto delle chiamate perse da mia madre. Si preoccupa per tutto, anche se non lo dai mai a vedere. Le mando un messaggio, scrivendole che la chiamerò non appena possibile.
«Ecco, ecco, è tutto per voi» dice la nostra coinquilina, andando fuori dal bagno, già vestita, pettinata, truccata e profumata. «Vado a fare colazione, ci vediamo amiche del cuore» borbotta uscendo dalla stanza.
«Insopportabile» commento, iniziando a preparami.
La divisa che dobbiamo indossare è semplice, ma mi piace. Si tratta di una camicia bianca, con una cravatta nera. Sopra, se fa freddo, va indossata la giacca blu con la scritta dell'Accademia. Per le ragazze, poi, c'è una gonna a pieghe di un azzurro scuro. Nei periodi freddi, ovvero tra qualche settimana, sono richieste le calze per non trasformarsi in ghiaccioli. Solo sulle scarpe abbiamo libera scelta, a costo che non siano di colori troppo accesi o stravaganti.
Fisso indecisa il contenitore dei trucchi, per poi lasciarlo lì chiuso. Sono lì solo per emergenza brufoli enormi o feste improvvisate. Per qualsiasi evenienza, prendo il correttore e me lo infilo in tasca. Stessa cosa fa Ariel, che però prende anche un rossetto. Si giustifica con il fatto che potrebbe incontrare Steven.
«Sono le sette e mezza, orario perfetto per la colazione. Saremo in classe ancor prima di tutti per prendere i posti migliori» concordo con la mia migliore amica, che ammicca.
Facciamo per aprire la porta, ma è chiusa. A chiave. Un senso di panico inizia ad invadermi lo stomaco.
«Ehm.. Ariel.. le chiavi dove sono?» domando, cercando di mantenere la calma.
«Sono sempre state sul tavolino. E adesso non ci sono» replica lei, iniziando a battere un piede sul pavimento bianco.
«Sicura che non le abbiamo lasciate, che ne so, sul comodino? Da qualche parte?» cerco disperata una soluzione.
«Lea, sembri mia nonna con l'Alzheimer. È stata Paige, è palese. Ci odia. L'ho sempre detto che è una poco di buono quella! E adesso cosa facciamo?»
 


 
ANGOLO AUTRICE
Ed eccomi qui, dopo quasi un mese di assenza. Ve lo dirò sempre però purtroppo non riesco ad aggiornare dandomi una scadenza anche se vorrei mettere un capitolo a settimana, però d'estate è una cosa più fattibile! ;)
Spero con tutto il cuore che questo secondo capitolo vi sia piaciuto! Lo so che è un po' spento, e non mi convince.. però non sapevo cosa mancava per renderlo un po' più accettabile D:
Vi avverto.. i primi capitoli saranno un po' noiosi perché il bello deve ancora cominciare.
Ma intanto, vediamo i primi disastri!
Sotto come sempre metterò qualche immagine :)
Grazie mille per le recensioni, siete state gentilissime! Alla prossima, un abbraccio.
Christabel Fitz



 
John       http://i54.tinypic.com/v4t5q8.gif


Christian (sotto richiesta di VivaPotter, ecco a voi il fratello maggiore di Lea)
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Steven (occhi a cuoricino) http://wtfkate.files.wordpress.com/2014/03/tumblr_myro9iihga1sqcau0o1_500.gif?w=487



E scusate, ma dovevo metterci anche lui, il caro Ethan, sì, di nuovo, sono fissata. Ceh ma il sorriso? ;D ♥
 http://49.media.tumblr.com/tumblr_mbyuhmSFvc1r1538eo1_500.gif
   
 
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