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Autore: tixit    17/02/2016    7 recensioni
Parafrasi ed adattamento di una poesia di O'Hara (Bere una coca con te). Fuffa derivativa insomma, equiparata ad una song-fic.
Solo una imitazione (O'Hara è O'Hara).
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: non mi appartiene Lady Oscar in quanto della Ikeda e non mi appartiene la poesia di O'Hara. 
Note: parafrasi, adattamento, modifica e fuffa derivativa di Bere Una Coca Con Te, poesia di O'Hara - leggera ed onesta nel suo stupore di quanto poco serva certe sere. Versi liberi - sia per O'Hara, che per me.

Presumo che chi legge la conosca (per me è molto bella) e, se non la conosce: sul tubo si trova il video di O'Hara che la legge.
Per di qua!
https://www.youtube.com/watch?v=YDLwivcpFe8

E' stata anche usata a forza per una scena di un film per ragazzine, stilosissimo adattamento di un libro per ragazzi, che proponeva una riscrittura moderna de La Bella e la Bestia ambientata in una scuola superiore americana (e non solo).




Bere un bicchiere di vino con te

in una guingette di quelle fuori porta,

dove una bottiglia costa poco e non vale la pena di farla passare per la porta del dazio,

dove ci sono le catalpe vicino alla porta d'ingresso e ci si può sedere nel giardino sotto una pergola quando splende il sole,

è ancor più divertente che andare a Versailles, al Café Procope a Parigi, a Palais Royal

o vomitarsi l'anima per il liquore nella città vecchia,

vicino a Rue de l'Harpe dove una volta si scannavano per decidere Dio da che parte stava,

e ora vendono il vino migliore, degno della tavola di un Conte.

Un po’ perché con quella tua uniforme rossa, sembri una Giovanna d'Arco guerriera, ma molto meno folle

anche se, forse, non molto più felice,

ché le voci che senti, anche quando c'è silenzio, alla fine sono sempre solo due - quella di tuo padre su tutte,

mentre la mia non arriva nemmeno in terza posizione, bisbiglio inascoltato come lo stormire delle foglie in primavera (spero gradito altrettanto)

un po’ per il mio amore per te, anche se muto e oscuro, vergognoso segreto che non si deve dire,

un po’ per il tuo amore per la cioccolata che sempre mi lascia stupito vedendo in una donna senza infanzia un gusto così da bambina,

un po' per la speranza di riportarti in braccio fino a casa sotto una luna strega,

un po’ per i fiori ostinati delle rose, attorno ai pali del gazebo

un po’ per la complicità nascosta dei nostri sorrisi di fronte a tutte le altre persone, che non sanno decifrare chi sei anche se è così ovvio,

e, credimi, quando sto con te non mi riesce proprio di capire coma possa esistere una cosa così immobile

come una statua e come possa essere considerata bella, 

quando ci sei tu, con me, ed io con te, che duelliamo per tutto il giardino,

e mentre ti vedo guizzare, sorda a tutte le tue voci e, una volta tanto felice,

io me lo chiedo, si me lo chiedo sul serio come sia possibile che le cose siano quello che di solito sono

perché una statua non può più essere una statua, ma solo un ostacolo,

e una cancellata solo qualcosa che chiude il resto del mondo fuori con tutte le sue beghe,

e un albero solo ombra sotto cui sostare,

ed io preferisco osservare te piuttosto che Notre Dame, e tutte le statue del Palazzo, e della Reggia e di Versailles intera

eccetto forse per qualche quadro di una mostra, ma solo perché ancora non ci siamo andati

e allora diventa l'occasione per poter uscire assieme, noi due, per una cosa che non sia il lavoro,

e il fatto che ti muovi così che nemmeno un fuoco, e quella pelle e l'oro dei capelli, e quel sorriso raro, 

rende tutti i ritratti della Vigée Le Brun e di Boucher solo esercizi di stile su tela, 

di gente innamorata della forma, che sembra perdersi dell'essenza di ogni cosa,

appresso alla futilità di una altalena, di calze intraviste e forse una giarrettiera,

quando tutti questi bellissimi disegni parlano in fondo solo di gente immortalata senza mai la persona giusta accanto

ed io quando li guardo penso che non hanno proprio nulla di quanto davvero serve, che poi, a voler vedere, sarebbe solo una persona che gli riempie il cuore.

Anche quando non dice un sì.

Ed è per questo che, se non te lo posso dire, almeno lo scrivo,

perché resti una traccia di uno di tutti gli istanti in cui io sono stato felice accanto a te

senza bisogno di un forse.

   
 
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