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Autore: Vulpix    17/02/2016    3 recensioni
TIME LINE:
I fatti “narrati” vanno a collocarsi nella terza stagione, prima della Season Finale, in un’immaginaria serie di eventi che partono dopo la 3x23 e in cui gli avvenimenti della 3x24 non sono mai accaduti.
*****
PREFAZIONE:
Sono trascorsi 3 anni da quando tutto ebbe inizio…
Tre anni dall’inizio della fine.
Tre anni in cui molte cose sono accadute e forse troppe cose erano cambiate…
(dal testo)
"Il 3 è il numero perfetto per eccellenza...
Sant' Agostino diceva che il 6 era il numero perfetto perchè il Signore ha creato il mondo in 6 giorni...
Per Dante il numero perfetto è il 9... numero primo, divisibile solo per se stesso e multiplo del numero perfetto. Il 9 è il 3 al cubo, l’elevazione a potenza del numero perfetto a se stesso...
Tra le tre, io preferisco la terza versione...
Il 9 è la perfezione in assoluto... per questo tu sarai la mia nona vittima!"
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Roy Montgomery
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Nel futuro
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  «Vegno del loco ove tornar disio;
amor mi mosse, che mi fa parlare.»
(da Inferno, II, 71-72)


Sentiva qualcosa di soffice e caldo sotto la sua mano e percepiva che l’altra stringeva tra le dita qualcosa.
Era ancora troppo assonnato per riuscire a capire cosa fosse e ormai troppo abituato a ricordare quella sensazione, che credeva fosse ancora una volta uno dei suoi sogni.
Mosse la mano destra, liberandola dalla presa e se la portò al viso, strofinandosi gli occhi, poi li aprì.
Solo in quel momento, vedendo il corpo della donna stretto al suo, il viso tra la sua spalla e il collo e la mano sul suo petto, capì che dopo quasi tre anni quello non era un sogno ma la realtà.
Riportò la mano su quella di lei e dopo aver riunito le loro dita, l’avvicinò alle sue labbra, lasciandovi dolci baci.
Poi voltò il viso verso Kate che dormiva beata e rilassata tra le sue braccia.
“Perché abbiamo dovuto aspettare tanto tempo, Kate? Lo so e l’ho sempre saputo che quello che è successo quella notte non l’abbiamo dimenticato, nessuno dei due. Per quanto mi sia sforzato di odiarti in questi anni, non è stato abbastanza intenso da superare l’amore che provo per te!
Perché hai voluto tenermi fuori dalla tua vita? E ora? Ora ho il permesso di entrarci o domani fingeremo che non sia successo nulla?” 
I suoi respiri erano diventati irregolari, la tensione stava riaffiorando in lui e quei pensieri di certo non l’aiutavano.
Decise di aver bisogno di bere qualcosa e prendere una boccata d’aria.
Cercando di non svegliarla, non sarebbe stato pronto ad affrontarla, l’aiutò a sistemarsi su un fianco e si allontanò dal suo abbraccio.
Indossò i suoi boxer e, prima di uscire dalla stanza, si voltò e appoggiò allo stipite della porta. Rimase ancora un po’ ad ammirarla dormire, come non aveva potuto fare la loro prima notte e poi come all’ora, si diresse in cucina. 

 

۝§۝§۝


La fece scivolare dolcemente, fino a farla stendere sul divano, accompagnando il movimento con il suo corpo. Continuarono a baciarsi per diversi minuti. Lui ogni tanto cercava di sollevarsi, per guardarla in viso, oltre che per riprendere fiato, ma soprattutto per capire se quello che stava succedendo tra loro fosse reale. Se lei fosse disposta a portare il loro rapporto ad un livello superiore.
Ad un tratto ci fu qualcosa che lo fece fermare di colpo. Aveva appena ricordato uno dei motivi per cui lei non poteva essere sua. Apparteneva ad un altro uomo!
Il suo sguardo interrogativo lo attraversava fino al profondo della sua anima.
Dio solo sapeva quanto desiderava quella donna ma non poteva. Non poteva sfruttare quel suo momento di debolezza e la distanza di quell’uomo che avrebbe dovuto essere al suo fianco a sorreggerla. Per quanto gli facesse male ammetterlo, sapeva che avrebbe dovuto esserci lui al suo posto.
Si allontanò da lei, ritornando in ginocchio e poggiandosi sui suoi talloni, mentre i suoi occhi erano ancora fissi su quelli di lei ma il suo viso iniziava a muoversi oscillando leggermente.
Kate si sollevò sui gomiti e strinse le sopracciglia nella muta richiesta di capire cosa gli fosse successo.
- Non posso!- rispose allontanando le mani da lei e poggiandole sulle proprie ginocchia.
La vide distogliere lo sguardo dai suoi occhi e chiudere le labbra in una morsa, mentre spostava il viso verso un punto indecifrato.
- Non posso farti questo, Kate… Non è da me e tu non lo meriti!-
- Farmi cosa, Rick?- chiese riportando lo sguardo verso di lui.
- Non sarò io a farti tradire il tuo uomo! Probabilmente non lo ami, forse ti stai solo lasciando trascinare dalla situazione, dal tuo momento di debolezza di questi giorni… Ma non posso fare l’amore con te… Non…-
Vide di nuovo comparire sul suo viso quel sorriso che tanto amava, e che gli era mancato negli ultimi giorni, e non riuscì a trattenere le sue labbra dal sollevarsi e ricambiarlo.
Kate sollevò un braccio verso di lui, fino a sfiorargli il viso e posare due dita sulle sue labbra.
- Rick…- disse, fermando il fiume di parole dello scrittore.
- Non preoccuparti per questo… Ho lasciato Josh due settimane fa!-
Un sorriso si allargò sul suo volto e le baciò le dita ancora sulle sue labbra. Spostò la mano fino a sfiorare quella di lei e coprendola le portò entrambe a contatto con la sua guancia.
- Perché?- le chiese poco dopo.
- L’hai detto tu poco fa… Non l’amavo!-
Ancora una volta restarono incatenati ai loro sguardi persi uno negli occhi dell’altro.
- È molto dolce quello che hai detto ma…-
- Ma?- le chiese, trattenendo il fiato.
- Ma non sono in crisi… non ho bisogno di un contatto con il tuo corpo solo per sentirne il calore. È quello che voglio!- disse spostando la mano verso la sua nuca e cercando di convincerlo a riavvicinarsi a lei.
Sebbene il suo cuore volesse crederle cecamente, c’era qualcosa in lei, in quei giorni, che lo faceva ancora titubare.
- Rick… non c’è più nulla che m’impedisca di farlo, nessuna ragione per cui nemmeno la parte più razionale di me potrà convincermi che questa sia la cosa più sbagliata da fare… Per una volta ho bisogno di essere me stessa! -
Lentamente si chinò di nuovo su di lei, occhi negli occhi, fino a far incontrare le loro fronti. Si sorrisero labbra sulle labbra e dopo averle dato un bacio veloce, iniziò la scesa lungo il collo, fino ad arrivare al bordo della maglia.
Tornò a fissarla negli occhi, mentre faceva scivolare lentamente una mano al di sotto dell’indumento, accarezzandole il fianco.
Solo quando Beckett iniziò a sbottonagli la camicia, capì che entrambi lo volevano davvero e che niente avrebbe potuto più fermarli. Senza perdere un secondo di più, fece risalire la maglia fino al collo e lasciò che lei lo aiutasse a toglierla.
Approfittando di quel breve momento in cui si erano separati, saltò giù dal divano e le prese le mani, facendogliele cingere intorno al suo collo, poi le passò una delle sue sotto le gambe.
Tornarono a baciarsi e nell’esatto momento in cui le loro bocche entrarono in contatto, la sollevò prendendola in braccio. A Kate sfuggi un gridolino di sorpresa e lui non riuscì a reprimere un sorriso.
  Arrivò nella sua camera e l’appoggiò con delicatezza sul letto. Continuarono a spogliarsi lentamente, guardandosi negli occhi ad ogni ‘passo’, assaporando quel momento magico tra loro. Si baciarono ed amarono con ardore, passione e allo stesso tempo tutta la dolcezza di cui erano capaci. Fecero l’amore finchè non gli cedettero le forze. Si addormentarono l’una nelle braccia dell’altro, scambiandosi piccoli baci e tenere carezze.

 

۝§۝§۝

   
Sentì dei passi alle sue spalle, si strinse nella coperta continuando a fissare l’orizzonte, senza voltarsi.
- Hey - le sentì dire, mentre si accovacciava sul gradino dietro il suo e gli allacciava le braccia al collo.
- Ciao- fu la sua risposta, forse un po’ troppo fredda.
La sentì allentare la presa e percepì con la coda dell’occhio che lei si era trattenuta dal baciarlo ed ora lo fissava.
Voltò lo sguardo per un secondo, poi tornò a guardare di fronte a sé.
- Mi sono persa qualcosa?- chiese nervosamente, mentre portava una mano sulla testa, spostando il ciuffo che ribelle le ricadeva sul viso -Ho fatto qualcosa? -
La sua voce era un soffio tremolante e lui non poté fare a meno di voltarsi verso di lei e attirarla a sé.
Le diede un bacio sulla fronte.
Kate fu spiazzata da quei gesti e lo guardò con il suo solito cipiglio indagatore.
- No... Non è successo niente- le sorrise e la vide rilassarsi per un secondo, ma poco dopo la vide guardarlo come a volergli scrutare l’anima.
Si alzò dagli scalini e incominciò a camminare. Si avviò verso la ringhiera ma ad un tratto tornò indietro da lei, che era ancora seduta sui gradini della portafinestra del soggiorno.
- Scusami Kate, non so che cosa mi sia preso, è solo che...-
- Fa ancora male.- lo interruppe lei.
- Si- rispose, sedendosi di nuovo sul secondo gradino, questa volta era rivolto nella sua direzione, poggiò un piede sul marmo e incrociò entrambe le braccia sui loro ginocchi, per poi posarvici il mento.
Lei iniziò ad accarezzargli il viso. Il silenzio regnava tra loro, nessuno dei due trovava il coraggio per affrontare l’argomento, per rivangare il passato ed entrambi avevano paura di dove li avrebbe portati quel discorso.
- Si Kate, fa male!- fu lui a parlare, alzando lo sguardo e incrociando il suo. –Fa male…- distolse lo sguardo, volgendolo al panorama e poi continuò-Fa male perché non so il perché!-
Senza lasciarle modo di rispondere o fare qualcosa, si alzò di nuovo, si rivolse a lei e dall’alto le disse:
- Non riesco a capire perché mi hai tagliato fuori dalla tua vita-si voltò-non riesco a capire perché sparire per quasi tre anni, senza una parola, senza una traccia!- camminava su e giù furiosamente-Non hai preso le distanze solo da me, da noi…-
- Rick calmati- cercò di dire lei, alzandosi e avvicinandosi a lui.
- Lasciami finire-le disse e poi allontanandosi dalla sua mano che tentava di raggiungerlo –Non mi toccare...-
Kate si sedette di nuovo sugli scalini e questa volta attirò le gambe a sé e le cinse con le braccia, prima di rivolgere lo sguardo verso di lui.
- Ti rendi conto di quello che ho passato? Sei sparita nel nulla! Nessuno sapeva che fine avessi fatto… Potevo capire se dopo la nostra litigata avessi voluto tagliare i ponti con me… ma quello che mi ha fatto stare male tutto questo tempo sai cos’è?- si avvicinò a lei e si accovacciò in modo che potesse vederle negli occhi.
Al suo no, continuò:
- Sapevo benissimo cosa significava quel volo a Los Angeles, della tua corsa disperata alla ricerca dell’assassino di tua madre… Ma quello che mi ha fatto stare male è stato sapere che non hai avuto fiducia di noi… Non ti sei fidata della tua squadra! Nessuno sapeva che fine avessi fatto, se fossi viva…-
- Io…-
- Si lo so… Roy…-
- Cosa?-chiese alzandosi di scatto.
- Ho sempre immaginato che lui sapesse qualcosa, che ti tenesse sotto controllo… Il tuo far perdere le tracce così, da un giorno all’altro doveva aver avuto un complice! E chi se non il Capitano?-
La detective sembrò espirare profondamente e si sedette di nuovo. Sul suo viso un timido sorriso gli fece capire che aveva ‘visto giusto’.
- Ma…-
Lei alzò il viso a incrociare i suoi occhi.
- Quello che non capisco è perché non hai avuto fiducia in me?-
Prima che potesse rispondergli le mise due dita sulle labbra e continuò.
- Si lo so, so quello che ho detto quella…- fece un attimo di pausa –mattina.-
Sul suo viso apparve un dolce sorriso e a lui si scaldò il cuore, sentiva che la rabbia stava scemando.
-Quella mattina ho trovato la carta d’imbarco… Tu avevi già programmato tutto e mi avevi escluso.-
- Rick…-
- Sai quali sono state le due domande che mi sono sempre fatto in questi anni e alle quali non ho mai trovato risposta?-
- No -
- Se io non mi fossi alzato, come questa notte, per andare in cucina a bere, la mattina dopo cosa sarebbe successo? Te ne saresti andata senza dirmi nulla?-
- Rick -
Si alzò e cominciò a camminare.
- Vedi, ho trovato il biglietto, ti ho chiesto spiegazione e abbiamo litigato. Ma se non fossi andato in cucina, se fossi rimasto nel letto con te, ci saremmo alzati, avremmo magari fatto colazione- si voltò verso di lei-e poi non ti avrei rivista mai più?-
Kate non sapeva cosa rispondergli e questo era ben visibile. Si avvicinò ai gradini e si lasciò cadere in ginocchio.
- Non lo so… Sapevo benissimo cosa mi avresti detto, che era una pazzia e sono certa che me lo avresti impedito. Volevo solo andare a LA e cercarlo… dovevano essere un paio di giorni, una settimana… E soprattutto non avevo previsto che saresti venuto a casa mia quella sera!-
- Ecco…-
- Cosa?-
- Non avevi previsto che ti scoprissi, che litigassimo furiosamente e che facessimo l’amore!- le disse con un tono aspro ma con gli occhi che lo tradivano.
- No, Rick… Credevo di poter ‘sparire’ come hai detto tu, di poter volare a LA, trovarlo e ritornare…- disse le ultime parole abbassando lo sguardo.
- Kate...- le mise un dito sotto al mento, cercando i suoi occhi-adesso viene la seconda domanda, quella di cui ho più bisogno di sentire la risposta, ma che temo di più di ogni altra cosa.-
- No, Rick. Non sono venuta a letto con te per dirti addio, perché credevo che potesse essere la nostra ultima occasione o perché sapevo che non ti avrei più rivisto!-
Gli prese il viso tra le mani e continuò-Quella notte abbiamo fatto l’amore. E’ successo perché lo volevamo entrambi, credo…-
- Certo che si! Come puoi solo pensare che io non l’abbia voluto quanto te?-
Sorrise mentre una lacrima le iniziava a solcare il viso e lui gliel’asciugò.
- Non posso negare che nei giorni seguenti, abbia pensato che fosse stato un errore, una mia debolezza, che non avrei dovuto lasciarmi sopraffare da quello che sentivo… ma quella sera, tu eri lì davanti a me, con la tua dolcezza, preoccupato perché qualcosa mi turbava… Avevo bisogno solo di un abbraccio ed era quello che ho cercato - abbassò lo sguardo e voltò il viso verso l’orizzonte.
- Nemmeno io avrei mai pensato che quella sera sarebbe successa la cosa più bella della mia vita. E Kate, credimi, nonostante in questi due anni abbia cercato di odiarti, ne sia stato persino convinto, quando la mia mente e il mio cuore andavano alla notte trascorsa tra le tue braccia, non ricordavo più un solo motivo per portarti rancore.-
Lei si girò ad incrociare il suo sguardo e sollevò la mano ad asciugargli la lacrima che era sfuggita al suo controllo. Anche il viso della donna era rigato del liquido salino e lui fece il suo stesso gesto. Si guardarono e sorrisero.
- La nostra unica, anzi prima notte insieme è una delle due… Tre cose più belle che mi siano capitate nella vita!-
- Tre?- gli chiese curioso.
Lei sorrise e gli spiegò-Quella notte, Johanna e questa notte…-
Un sorriso timido e un po’ di rossore sulle guance la rendevano ancora più dolce.
Le si avvicinò e la baciò con trasporto, dimentico di tutta la rabbia che aveva provato, conscio che ora la cosa più importante era che lei fosse di nuovo li con lui, che gli avesse appena detto che la loro notte insieme era stata importante anche per lei, che…
“un momento… si è corretta, ha detto unica notte e poi prima… ha detto che è stata importante e che lo è stata anche questa notte….”
Lei lo guardava scrutandolo, cercando di capire che cosa gli passasse per la testa e lui intuì la cosa.
- Pensavo…- disse afferrandola per la vita e avvicinandola a sé.
- A cosa?- gli chiese, mentre allacciava le sue braccia intorno al collo.
- Hai detto che quella notte fu la prima… questa la seconda…-
- Si Rick… ho intenzione di incrementare le cose belle della mia vita!- sorrise e appoggiò la fronte alla sua, mentre i suoi occhi, ne era certo, avevano iniziato a scintillare.
- Sai che questo vuol dire che hai appena accettato il fatto che non ti libererai più di me?-
Scostò il viso, quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
- Vuol dire che non ho nessuna intenzione di liberarmi di te! Ora che ti ho ritrovato non ti lascerò sfuggire!-
Riuscì solo a sorridere, prima di ritrovarsi le labbra sulle sue.
Quando il bacio terminò, ancora labbra contro labbra, non riuscì a trattenere la battuta amara.
-Non sono stato io a fuggire...-
- Lo so…- rispose lei, separando i loro visi e guardando verso l’esterno.
 - Scusa...- le chiese.
Si voltò verso di lui e sfiorò il viso con l’esterno della mano.
- Hai ragione. Ti ho fatto del male… Spero solo che mi perdonerai.-
- Non importa il passato, Kate-le disse prendendole la mano nella sua –quello che conta è il presente e il futuro. Io voglio viverlo con te!-
Lei sorrise.
-Anche io!- si fissarono negli occhi e poi lei riprese-Per cui, se non vuoi che sia breve perché muoia congelata, che ne dici di tornare in casa?-
Solo in quel momento si accorse che lei era uscita in terrazza solo con il pigiama, probabilmente si era svegliata e non trovandolo era andata in cerca per la casa, come era successo la loro prima volta.
Questa volta però lui, dopo aver bevuto, aveva preso il plaid dal divano e se lo era messo addosso, prima di uscire in terrazza per schiarirsi le idee.
-Hai ragione, è notte fonda e fa freddo! Scusami non avevo visto cosa avevi indosso.-
- Tu non hai freddo? Hai solo gli boxer sotto la coperta!-
-Uhhh tu invece hai fatto caso a cosa ho…-
- Inutile che fai quello sguardo malizioso… Quando non ti ho trovato a letto, ho cercato con lo sguardo in camera. I tuoi vestiti erano dove li avevamo gettati… Mancavano solo i boxer… Ti ho cercato in giro, poi ho capito che non potevi essere andato lontano.- disse sorridendo e facendogli la linguaccia.
-Dove volevi che andassi? È casa mia, fino a prova contraria!-
- Lo so… per questo, quando ti ho trovato qua, la tua reazione mi ha spaventata. Credevo ti fossi pentito.-
-No, mai!- disse attirandola a sé e stringendola in un abbraccio –Mai! Avevo solo bisogno di un po’ di tempo per riflettere... e una boccata d’aria!-
-Ora possiamo tornare dentro?-
- E’ quasi l’alba, ti va di aspettarla insieme?-
Lei lo guardava ancora senza parole e lui immaginò che avesse freddo. Si sciolse dall’abbraccio e diresse verso i gradini.
Si sedette sul più alto e allargò le braccia.
-Vieni qui… ti riscaldo io!-
Kate non se lo fece ripetere due volte, si avvicinò a lui, si sedette sul secondo gradino e si  accoccolò a lui, facendosi accogliere nel suo abbraccio e scaldare dal suo corpo e dalla pesante coperta che li avvolgeva entrambi.
Fu così che attesero il sole sorgere, aspettarono il nascere del nuovo giorno e quello che sarebbe stato un nuovo e primo giorno della loro vita insieme.  
 

   
 
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