Il Rosso era piantato su due piedi come incollato al pavimento.
I pugni serrati lungo i fianchi stretti e i denti chiusi in una morsa. 
Il volto era una maschera di odio mista a disgusto e rabbia, una ruga gli solcava la fronte.
Fissava la "cosa" posta sul tavolo del soggiorno come se fosse un ripugnante scarafaggio. 
Sollevò lo sguardo e incurvò le labbra in una smorfia di disappunto.
- Che cazzo vuol dire questo? - ringhiò.
Dall'altra parte del tavolo, seduto in assoluta calma, He Tian stava godendosi l' ultima sigaretta. Ampie nuvolette di fumo azzurro spuntavano dal suo ghigno sempre presente, mentre le dita affusolate tamburellavano allegre sulla superficie legnosa.
- E' il tuo regalo. - disse, prendendo l'enesima boccata.
Il Rosso gli riservò un'occhiata di rabbia. Strinse gli occhi fino a ridurli a due spilli.
-Stronzo... me la pagherai.... 
He fece spallucce e rigirò la sigaretta tra le dita con fare compiaciuto.
- Rispetta i patti, poi ne riparleremo. - sorrise.
Il Rosso ringhiò, affondò di più le unghie nei palmi e tremò. Lanciò uno sguardo di odio al tavolo e si avvicinò guardingo, come se quello che gli si parava davanti fosse una bomba pronta ad esplodere. 
- Bastardo... - sibilò, osservando lo scempio a cui si sarebbe sottoposto.
Il moro inclinò la testa di lato con fare ironico e beffardo - Ma come...L'ho scelto apposta per te e ... 
- NON INDOSSERO' UN SIMILE SCHIFO!!!!! - latrò il Rosso con fare animalesco, piantandogli gli occhi in faccia come se volesse incenerirlo. Avanzò ancora di più, sovrastandolo con la sua mole. 
He, che aveva spento la sigaretta nel posacenere accanto, inarcò un sopracciglio e lo squadrò dal basso poco convinto - Fai come ti dico ... o sarà peggio per te. - disse con tono tranquillo, la sua mano tamburellante smise all'improvviso di picchiettare e socchiuse le palpebre. 
Il Rosso deglutì impercettibilmente, cosa che tradì la sua rabbia. Distolse lo sguardo che cadde spudoratemente sul regalo. Respirò a fondo, tremando come se stesse cercando di contenersi. Il respiro si trasformò in un ansimare sempre più incalzante.
- Ti odio... - mormorò, con uno sguardo dritto in quello di He - Stronzo ... - ringhiò, contorcendo le mani - FIGLIO DI PUTTANA!
Il Rosso gli fu addosso. La sedia si ribaltò e rotolarono sul pavimento. Il ragazzo, dall'alto della sua posizione, sorrise perversamente, mentre si preparava sferrare un gancio. He Tian, intanto, aveva liberato il braccio che era rimasto bloccato sotto al ginocchio del Rosso e, prima che quest'ultimo potesse attaccare, gli strinse con violenza un capezzolo. Il coinquilino, colto del tutto impreparato, si lasciò sfuggire un rantolo di dolore. Il moro fece breccia nella sua resistenza e lo spinse a terra. Lo bloccò sedendosi sullo stomaco e immobilizzandogli i polsi, i suo volto aveva un'espressione  spaventosamete divertita.
- E' così che tratti il tuo padrone? - domandò, a qualche centimetro dal suo viso.
- Schifosa troia... alzati e chiudi questa fogna. - sputacchiò il Rosso.
He aggrottò la fronte. Un rumore, simile a uno scoppio secco, echeggiò nella stanza. Il Rosso sentì un dolore lancinante pervadergli lo zigomo ed espandersi fino ai denti. 
Il moro fece un verso beffardo e si massaggiò le nocche.
- Sei tu la troia, non io. - disse, lanciandogli un'occhiata magnetica e  sorridendo trionfante. 
Il ragazzo, stordito dal colpo, sentì lo sguardo bruciare sulla pelle e non potè fare altro che dimenarsi, sentendo il corpo sinuoso ed elastico del compagno aderire al proprio. Ciò gli regalò un brivido gelato.
- Paga il tuo pegno o ti gonfio di botte. - disse calmo. I muscoli di He erano incredibilmente forti e si contraevano ogni volta che il Rosso azzardava un movimento.
- Brutto pervertito... Non sarò la tua cameriera! - sbraitò, nascondendo dietro alla voce spavalda un velo di paura. 
He Tian si avvicinò a un centimetro dal naso e sorrise. Provava particolarmente piacere a tenerlo sotto scacco. 
- Hai un quarto d'ora per vestirti. - disse - Se quando torno non ti trovo con addosso quello ... - il moro sferrò un pugno al pavimento come avvertimento. Il Rosso, salvatosi dal colpo solo per pochi centimetri, deglutì e rimase come pietrificato.
Il coinquilino lo liberò dalla presa e roteò la gamba per alzarsi.
- Tieni. - disse, raggiundendo il tavolo e lanciandogli la divisa sulle gambe. 
Il ragazzo contemplò il vestito da maid accigliato, fulminò He con uno sguardo e strinse il tessuto come per strozzarlo.
- Un quarto d'ora. - ricordò il moro. Detto ciò, con fare altezzoso, si sfilò la maglietta e la appoggiò sulla spalla. 
Il Rosso non potè fare altro che osservare quel corpo magro e muscoloso allontanarsi. Lo sguardo indugiò sui jeans a vita bassa e sulle natiche sode.
Deglutì.
Tornò a guardare la divisa da maid e la sbatacchiò. Si rialzò massaggiandosi lo zigomo e sibilando si dolore. Si adagiò il vestito sui propri abiti e impallidì. 
- Ma che stronzo che è. - ringhiò, constatando che la gonna gli arrivava a metà coscia.
Un rumore d'acqua scrosciante lo fece guardare in direzione del bagno. Serrò gli occhi e stropicciò il corpetto con fare vendicativo.
Prima di dirigersi verso la camera da letto notò uno scatolino appoggiato sul tavolo. Senza esitare, il Rosso lo agguantò confoga e lo sbattè nel primo cassetto a portata di mano.
Non avrebbe più giocato a poker.
Non con He Tian.