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Autore: Manu_Green8    18/02/2016    0 recensioni
Lauren poteva contare soltanto su una persona nella sua vita: Louis Tomlinson, suo vicino di casa e migliore amico da ormai tanti anni. E la svolta nella vita del neo cantante, porterà di conseguenza un cambiamento in quella della ragazza.
Il trasferimento, la conoscenza della band, il passato alle spalle.
Ma Lauren riuscirà a gestire il tutto? Con il nuovo lavoro accanto al migliore amico, un irlandese biondo e un nuovo mondo da esplorare, riuscirà ad avere una vita "normale"?
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Niall/OC; Larry Stylinson
E dopo una lunga riflessione, ho deciso di far venire a galla ancora una volta la mia ossessione per i One Direction con una fan fiction (rimandando altri lavori in programma).
Partirò dall'inizio, tenendo conto (per lo sfondo) di fatti realmente accaduti (tappe del tour, interviste e roba varia), ma tutto il resto è pura fantasia. L'unico personaggio che mi appartiene (ovviamente!) è quello originale.
Buona lettura!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Otto mesi.

Niall si sentiva vuoto. Non parlava più con nessuno, non mangiava, non reagiva più a nulla. E forse il termine era proprio quello giusto: si sentiva svuotato da qualsiasi tipo di emozione.
Passava le sue giornate seduto sulla solita poltrona verde di quella stanza d'ospedale così bianca da fare male gli occhi. Verde. L'unico puntino colorato dentro quella stanza silenziosa. Verde. Come la speranza che era svanita insieme a tutto il resto dall'animo del ragazzo.
Stava ore a fissare il corpo inerme di Lauren, disteso nella stessa posizione su quel letto, mentre le immagini di due settimane prima lo tormentavano sempre. Di giorno e di notte. Quelle immagini che rappresentavano Lauren svenuta tra le sue braccia, per terra nella loro camera da letto, troppo stanca per reagire a qualsiasi cosa.
Le sirene nelle sue orecchie e il continuo bip delle macchine che gli si era impiantato nel cervello. Lauren era peggiorata così velocemente. La chemioterapia sembrava non funzionare e il suo corpo non collaborava più. Era legata alla macchine, mentre i dottori continuavano a farle trattamenti che Niall non capiva, cercando di far combattere il corpo della ragazza contro la leucemia.
Ma forse era solo questione di tempo. E la paura che Niall non sentiva più si vedeva chiaramente su Louis, Harry, Liam e chiunque fosse vicino ai ragazzi.
Nessuno riusciva più a sopportare quella situazione. Chiunque entrasse in quella stanza d'ospedale doveva trattare con una Lauren priva di sensi e un Niall completamente vuoto. Era insopportabile.

-

"Andiamo, Niall. Alzati da lì e andiamo a casa. E' da tre giorni che stai qui. Devi alzarti e venire a casa con me. Adesso!" Liam aveva alzato la voce, cercando di ottenere invano una reazione sul suo amico biondo.
Liam era l'unico che ormai riusciva ad arrabbiarsi con lui. Tutti ci avevano rinunciato quando Bobby, Maura e Greg erano arrivati a Londra e Niall aveva continuato a restare impassibile.
Tutti avevano rinunciato, ma non Liam. Fu per quello che quel pomeriggio era riuscito a farlo alzare da lì e a portarlo a casa, per una doccia e per mangiare qualcosa. Anche se forse, dopotutto, non era stata un'idea brillante.
Niall era salito al piano di sopra, mentre Liam e Harry erano rimasti di sotto ad aspettare. Che mossa stupida. Niall non era andato nel bagno. Aveva continuato a camminare lungo il corridoio e aveva aperto la porta della sala di musica. Aveva guardato il pianoforte e accanto la chitarra che Lauren l'anno prima gli aveva firmato. Ricordava perfettamente la sua risata quando Niall l'aveva pregata di firmargli quello strumento. Risata che non sentiva più da mesi.
Il biondo camminò verso lo strumento a corde e l'afferrò con entrambe le mani per la testiera. Nessuno riuscì mai a comprendere quel gesto. Niall aveva semplicemente alzato la chitarra sopra alla testa e l'aveva fatta schiantare con violenza sul pianoforte più volte, creando un baccano da far venire i brividi e mandando in mille pezzi lo strumento di legno.
Era proprio dopo quel rumore assordante che Liam ed Harry si erano guardati per un secondo, prima di correre al piano di sopra e trovare Niall inginocchiato per terra, scosso dai singhiozzi e con in mano un pezzo di legno che lo stava facendo sanguinare. Liam ed Harry quella volta lo avevano dovuto sorreggere, mentre Niall non riusciva a controllare il pianto e il moro aveva dovuto forzarlo ad aprire la mano, prima che qualche scheggia entrasse nella pelle del ragazzo.
E il pezzo che Liam si ritrovò in mano era quello che mostrava ancora la firma della ragazza seguita da una piccola x, adesso macchiata del sangue del ragazzo in frantumi, proprio come la sua chitarra.

-

Dieci mesi.

Era tutto inutile.
Lauren non voleva combattere. Niall non voleva combattere. La fine sembrava essere così vicina.
O forse no. Era solo un tunnel buio senza fine. Ma forse, da qualche parte, un puntino luminoso si stava accendendo e rafforzando. Niall e Lauren dovevano solo voltarsi e rendersi conto che c'era.

Lauren sedeva sulle gambe di Niall. Il suo cappello sulla testa e la tuta che le stava tremendamente larga, facendola sparire ancora di più. Al biondo sembrava quasi di tenere in braccio una bambina. 24 anni. Lauren guardava la torta al cioccolato che aveva davanti, nonostante le venisse da vomitare. Liam, Harry, Louis la stavano guardando, in attesa che spegnesse quelle candeline.
Sarebbe stato l'ultimo compleanno? Sinceramente Lauren non era l'unica a chiederselo. Aveva voltato la testa verso Niall e con un piccolo sorriso aveva detto: "Mi dispiace, amore. Non volevo farti del male in questo modo".
Niall aveva perso una sola lacrima, che gli aveva solcato la guancia. "Esprimi un desiderio, Rennie" le aveva detto, cercando di ignorare il commento della ragazza.
E Lauren aveva annuito, asciugando con il pollice la lacrima di Niall. "Anche se dovessi lasciarti... Torna a vivere, Niall". E quello era stato il suo ultimo desiderio. Non quello di sconfiggere la sua malattia, ma quello di sapere Niall di nuovo felice.

Niall aprì gli occhi di colpo, con il respiro veloce e pesante.
"Cosa hai sognato sta volta?". La voce di Louis gli fece voltare la testa e incontrare quel paio di occhi blu, che proprio come quelli di Niall erano cupi e spenti. "Il suo compleanno? Di nuovo? O quella volta che stava abbracciata ad Harry e ha fatto piangere entrambi?".
Niall sospirò. Odiava fare quei sogni, che non erano sogni e fantasie, ma solo semplici ricordi che riaffioravano nella sua mente.
"Tornare a vivere" sussurrò Niall, portando le ginocchia al petto.
"Compleanno" disse a sua volta Louis.
Niall si sporse in avanti e afferrò la mano di Lauren. Era così fredda. La portò alla bocca e la baciò.
"Mi manca" disse a voce più alta e Louis si stupì. "Mi manca sentirla parlare, ridere, cantare, suonare. Baciare. Mi manca da morire".
Quello era il discorso più lungo che Niall avesse fatto nelle ultime settimane. "Lo so, Niall. Manca anche a me".
A quel punto Niall si voltò a guardare il suo amico. "Volevo sposarla".
"Non usare il passato, Niall" lo ammonì il maggiore.
"Volevo metterle un anello al dito e vederla vestita di bianco. Anche se adesso il bianco mi fa paura" continuò imperterrito il biondo.
"Potrà sempre usare un altro colore. Rosa magari".
"Lauren odia il rosa, Lou".
Louis sorrise. "Lo so".
Niall si passò una mano sul viso e si stropicciò gli occhi. "Perché, Lou? Perché non c'è qualcuno che ci aiuti? Perché sempre a lei? A noi?" disse sfinito. Si faceva quelle domande ogni dannatissimo giorno.
"Non lo so, Niall. Ma sono passati due mesi da quando Lauren è finita qui. E lei è ancora qui, Niall. Sta combattendo o altrimenti...".
Niall lo interruppe: "Non dirlo".
Louis sospirò e annuì. "Ma ti prego, Niall. Non smettere di credere. Lei non vorrebbe".
Il biondo scosse la testa e la poggiò sulle ginocchia."Come prosegue la vita lì fuori?" chiese e Louis si sorprese ancora una volta. Non si aspettava che Niall gli parlasse e ovviamente non si aspettava che gli facesse quella domanda.
I fan avevano reagito più bene che male. Non che non ne avessero persi, ma ormai più della metà del fandom aspettava il coming out Larry ed erano stati felici. Beh, relativamente, date le circostanze. Le Niall's girl erano impazzite. Alcune di loro avevano gettato odio contro Niall e Lauren, ma erano solo una piccolissima minoranza. E sfortunatamente Louis l'aveva tastato sulla pelle, quando una di quelle, mentre camminava per strada gli aveva urlato: "Spero che Frost muoia".
Louis aveva pianto tra le braccia di Harry per il resto del pomeriggio, ma si era reso conto che dopotutto, gran parte dei loro fan stavano mandando amore e supporto a quella coppia frantumata.
Il Twitter di Niall era così intasato che sinceramente avrebbe avuto paura quando ci sarebbe rientrato.
Non che il suo telefono fosse messo meglio. Chiunque avesse saputo di Lauren aveva provato a chiamare il biondo, ma lui si rifiutava di parlare con tutti. Non aveva bisogno di sentire quanto alla gente dispiacesse.
E qualcuno era anche passato lì: Ed, Olly, Calum, Ashton, Michael, Luke, Zayn... amici di Doncaster, amici di Niall. Ma era come se il biondo non ci fosse in quella stanza. Chiunque entrasse lì, aveva solo voglia di piangere una volta uscito.
"Procede. I fan si stanno abituando. Il management ci ha fatto causa" raccontò Louis e Niall si mise a ridere.
"Abbiamo vinto?" chiese il biondo.
"Non ancora, ma ci siamo quasi. Harry e Liam hanno rilasciato un paio di interviste radiofoniche, ma niente di che".
"Le Larry shipper?".
Louis sorride. "Esultano e mandano amore a noi e a voi. Loro non se la sono presa per niente".
Niall si mise a sedere composto, allungando di nuovo le gambe e sospirando. "Ci credo. E poi?".
Louis si passò una mano tra i capelli. "Stiamo pensando di rimandare il tour se...".
Niall abbassò lo sguardo e non disse nulla. Non sapeva che cosa pensare sul suo lavoro. Non sapeva se sarebbe riuscito a farcela. Non sapeva neanche come avrebbe fatto a recuperare quei chili che aveva perso insieme alla sua muscolatura. Lo notava perfettamente con le sue felpe: erano tutte diventate grandi e riusciva ad affondare perfettamente in esse. Non si guardava allo specchio da un po'. E non aveva intenzione di farlo. Avrebbe visto solo un ragazzo a pezzi, con il viso pallido e la barbetta più lunga di quanto l'avesse mai avuta. I capelli più lunghi e con molto più colore naturale visibile di quanto si ricordasse. I suoi occhi spenti e se avesse guardato bene, colmi di tristezza e senso di colpa.
"Mi dispiace" sussurrò, tirando su con il naso.
"Ehi, Niall. Loro capiranno..." Louis si alzò in piedi e si avvicinò di più al ragazzo, andandolo ad abbracciare.
"Sono solo una delusione" borbottò Niall, stringendosi nell'abbraccio del maggiore.
"Non è vero, Niall. Cerca solo di essere forte, ok? Ti prego, non mollare. Torna a sperare con noi. Torna da noi, Nialler. Lauren non è l'unica che ci manca. Ci manchi anche tu".
E Niall sospirò. Forse le parole di Louis lo avrebbero fatto riflettere e qualcosa pian piano sarebbe potuta cambiare.

-

Undici mesi.

Niall non riusciva a credere di essere ancora lì, in quella situazione. Aveva bisogno di un impulso, di un qualcosa che gli facesse cambiare idea. Non voleva che un anno passasse in quel modo. Non voleva iniziare l'anno nuovo senza l'amore della sua vita.

Cara Lauren,
È straziante. Non ce la faccio più.

Stava cominciando a convivere con la depressione e gli avevano consigliato di iniziare a scrivere un diario. E Niall lo aveva fatto. Ma ovviamente c'era
solo un destinatario possibile.

Manca poco. Lo so, lo sento. Manca pochissimo.

Niall non voleva più tremare dalla paura. Non voleva più aspettare che la morte gli ridesse in faccia.

Non voglio che tu perda questa battiglia, ma adesso più che mai lo temo, amore mio.
Sei ancora qui con noi, con me: so che stai lottando, che stai cercando di non farti prendere in giro dalla morte. 
Ma se non fossi tanto forte da riuscirci e mi lasciassi?
Lo so, odiami. Dovresti farlo. Perché ti sto tradendo. Non credo più in te. Non credo più in me. Più in niente, piccola.
Vorrei solo...

Pensieri strani gli vorticavano nella testa. Sempre.
"Niall". Il biondo alzò lo sguardo dalla carta e incontrò gli occhi color nocciola di Liam.
"Vuoi qualcosa da bere?" gli chiese, cercando di essere gentile.
"Cosa penseresti se..." stava iniziando a dire, ignorando la domanda che gli era stata posta, ma poi si era fermato.
"Cosa?".
Niall sospirò. "Niente, lascia perdere. Sono troppo fifone per farlo".
Liam si sentì male al solo pensiero. Niall aveva pronunciato quelle parole come se niente fosse e il moro non riusciva a credere che ci stesse seriamente pensando.
"Niall, che stai dicendo? Ti prego, non mettermi paura".
Niall sospirò e scosse la testa. "Non preoccuparti, Li. Davvero". E Liam era uscito dalla stanza.

Non ti farei mai questo torto. Dopotutto è stato il tuo ultimo desiderio, giusto? Torna a vivere. Ma se non ce la facessi, amore?
Sarei fifone come dico di essere o...?
Non dovrei fare questi discorsi. Se i tuoi occhi fossero aperti mi guarderesti con disappunto. Mi diresti che sono solo stupido. E che la mia vita è la cosa più importante sulla terra. Me lo ripetevi sempre, ricordi? Che mi ami e che sono la tua gioia di vivere, la tua motivazione. La tua vita.
Evidentemente non era grande abbastanza questa motivazione... Era debole proprio come noi adesso. Guarda, come ci siamo ridotti? Come mi sono ridotto. 
Avrei solo bisogno di un segno. Di qualcosa, dannazione. 
Vorrei sentire per l'ultima volta la tua voce, guardare il verde dei tuoi occhi, ma temo che non sarà più così... Il mio desiderio non cont

"Niall" era stato solo un sussurro, tanto che il biondo aveva creduto di esserselo immaginato. Aveva voltato la testa verso la ragazza, lasciando cadere la penna sul tavolo e aveva sospirato.
"Adesso ti immagini anche le cose, Niall" aveva sussurrato a se stesso.
Si era passato una mano sul viso e poi era sobbalzato di nuovo. Quel fruscio di lenzuola che gli aveva fatto alzare di scatto la testa. Lauren che adesso aveva gli occhi aperti e lo guardava in silenzio.
Niall non riuscì mai a capire quello sguardo. Sembrava spaventata. O forse no. Forse era solo il ribrezzo nel guardare Niall in quello stato. O forse, come c'era da scommettere, era solo il senso di colpa nell'aver ridotto il suo fidanzato in quello stato.
"Oh mio dio" disse Niall mentre le lacrime gli annebbiavano la vista.
"Ehi, Niall" ripeté Lauren con un sorriso stanco e il biondo si affrettò ad alzarsi e raggiungere il letto.
"Ehi, amore mio. Sei... Sei sveglia. Come stai?" le aveva chiesto accarezzandole la guancia con una mano e stringendo quella di Lauren con l'altra. Avere di nuovo le dita intrecciate e sentire la presa che veniva ricambiata stava per far scoppiare Niall in lacrime. Aspettava quel momento da troppo tempo.
"Stanca" rispose la ragazza, cercando di sorridergli. E poi Niall si sporse in avanti e la baciò, mentre con la mano premeva il tasto di chiamata sopra al letto.
"Mi sei mancata così tanto" disse Niall, lasciando finalmente le sue lacrime libere di cadere.
"Quanto tempo sono stata fuori?" chiese Lauren, sollevando il braccio e accarezzando la sua guancia, ruvida e bagnata al contatto. "Che cosa hai combinato, piccolo?" gli chiese, soffermandosi a guardare il suo aspetto. Anche Niall, in quello stato, non sembrava stare bene.
"Tre mesi e mezzo" rispose lui, abbassando il viso e appoggiandolo sul petto della ragazza.
Lauren infilò le dita tra i capelli del ragazzo. "Niall, amore. Devi tagliarli, non credi?" e ridacchiò.
Niall si sentiva finalmente felice, dopo tantissimo tempo. Il suo desiderio era stato espresso: aveva risentito la sua voce. E la sua risata. E forse non sarebbe stata l'ultima volta.

-

"Bentornata tra noi, Len" disse Louis, senza smettere di sorridere.
"Grazie, Boo. Anche se non avete fatto un buon lavoro con lui" e indicò Niall, che rimase in silenzio.
"E non hai visto casa vostra" il commento era uscito dalla bocca di Harry senza che riuscisse a frenarsi.
"Cosa ha fatto a casa nostra? L'ha distrutta?" chiese con gli occhi spalancati.
"Ti ricomprerò il pianoforte, te lo prometto" disse Niall e la bocca di Lauren si aprì per lo stupore, insieme ai suoi occhi. "Mi dispiace" aggiunse il biondo, passandosi una mano sul viso.
"Niall?".
"Mmh?" il ragazzo sollevò di nuovo lo sguardo e incontrò gli occhi verdi di Lauren.
"Guarda che se non mi torni normale, con tutti i muscoli al loro posto, i capelli biondi e la barba tolta, ti mollo" lo minacciò e i presenti ridacchiarono, eccetto Niall che sospirò.
"Si vede che adesso sta bene" commentò Louis andando a baciare la ragazza sulla guancia. Erano mesi che non la vedevano in quel modo. Sembrava che fosse tornata la Lauren di sempre, prima ancora che la malattia la colpisse.
"Bene è un parolone, Lou. Ma ce la farò. Non ho intenzione di far vincere questo schifo".
I dottori erano entusiasti di questo risvolto. Le terapie stavano finalmente facendo effetto e quella Lauren ne era la prova.
"Visto?" chiese Louis, rivolgendosi al biondo. "Io te l'avevo detto".
"Lou, non prendertela con il mio angelo. Anzi, vieni qui" lo esortò, allungando una mano verso di lui. Niall fece un paio di passi e la raggiunse. "Sai una cosa, Niall?".
Niall la guardò, mentre lei metteva una mano dietro al suo collo. "Cosa?".
"Ti amo".
E Niall aveva sorriso. "Ti amo anch'io, Rennie" le aveva risposto, facendo incontrare le loro labbra e facendo sorridere tutti i presenti.
E quelle due parole, ripetute centinaia di volte in quegli anni, racchiudevano tutto ciò che i due ragazzi avevano passato: la loro forza, il loro legame. Semplicemente loro. Si amavano e quella era l'unica cosa importante.
Il loro amore dava vita a qualsiasi cosa: alla speranza per esempio. Quel sentimento che tutti associavano al verde e che Lauren aveva iniziato ad amare. Quel sentimento che era riaffiorato nei cuori di tutti e che aveva fatto sì che Niall e Lauren, dopo tutte quelle peripezie, avessero un futuro.





ANGOLO AUTRICE:
E E.. E BUONSALVE. LO SO, CAPITOLO CORTO. PARDON. 

CHE DIRE A QUESTO PUNTO? SI, INSOMMA, SONO ARRIVATA QUASI ALLA FINE. RIMANDO I SALUTI E I RINGRAZIAMENTI AL PROSSIMO E ULTIMO CAPITOLO (L'EPILOGO). E ADESSO DICO SOLO CHE MI VIENE DA PIANGERE, SUL SERIO. MI SONO LEGATA TANTO A QUESTA STORIA E SPERO CHE VI SIA PICIUTA.
XX  
-M

  
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