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Autore: REDASH    18/02/2016    0 recensioni
“Non me la bevo Kitty” le disse in un sussurrò, accarezzandole la pelle sotto l'orecchio sinistro col suo respiro. Katherine scalciò tentando di toglierselo di dosso, stizzita, ottenendo solo che lui le bloccasse anche le gambe, intrecciandole alle sue. Sottili brividi di piacere le risalirono la spina dorsale, esser schiacciata dal suo peso era sempre una dolce tortura, anche se avrebbe tanto voluto tagliargli le corde vocali e farci un bel fiocco. Nonostante si agitasse nel suo cuore, e anche altrove, un turbinio di emozioni, Kat mantenne un tono di voce molto misurato.
“Odio che tu mi chiami Kitty, Gab, è tanto difficile da afferrare?!”
“Ma sai rispondere solo con altre domande oggi?”
“Forse ,se tu ponessi quesiti intelligenti ,otterresti delle risposte.”
“Forse se tu vuotassi il sacco, ti libererei e potremmo andare a pranzo ,finalmente.”
Silenzio. Greyash contro Herondale. Iridi di ferro incatenate ad iridi smeraldine.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Questa è la mia prima one-shot e vi assicuro ce ne saranno altre,perchè credo di aver fatto il passo più lungo della gamba ,addentrandomi nelle fan-fic. Ritengo che questa modalità di scrittura sia la più adatta alle mie esigenze attuali, poichè non ho mai abbastanza tempo,ma convivo con l'esigenza di scrivere.Tornando a questo breve stralcio di storia vorrei dire un paio di cose prima di lasciarvi alla lettura. In primo luogo, sebbene sia ambientata nel mondo shadowhunters, i personaggi e la loro caratterizzazione , sono interamente miei e quindi vi sarei grata se vi regolaste di conseguenza(seguire la prassi prevista,ossia credit e quant'altro). In secondo luogo probabilmente sarà il prologo di un' altra one shot a cui sto lavorando,dai toni più interessanti e dunque se non vi è dispiaciuta,tenetela d'occhio ,poiché avrà una sorta di seguito. Detto ciò enjoy  your reading, e se vi è piaciuta, una piccola recensione o messaggio, sono molto graditi. Un bacio a testa,
 
RedAsh.






Era davvero troppo da sopportare. Le stramaledette pareti fatte di carta velina dell'istituto, le risatine, i gemiti. Per tutta la notte. Tutte le stramaledette notti. Basta.
Katherine Queen Greyash marciò fuori dalla porta della camera che occupava all'istituto di Los Angeles da almeno 6 anni, per andare ad informare gentilmente Gab che i suoi fottuti nervi da cacciatrice di demoni avevano ufficialmente ceduto. Un paio di passi a destra e si ritrovò di fronte l'uscio del suo parabatai, dove iniziò a bussare come posseduta da Amon in persona, o meglio nella sua entità malefica.
“Gab?! Gabriel Caesar Herondale apri questa fottuta porta o la butto giù a calci ,per poi pulirmi gli stivali sul tuo culo!”
Ci vollero ancora pochi secondi, scanditi dai piccoli pugni della ragazza contro la porta di legno di ciliegio, prima che lo shadowhunters si recasse ad aprirla. In fine finalmente il giovane Herondale si degnò di ricevere la sua gradita ospite.
-Per l'Angelo Kat, il tuo tempismo peggiora di giorno in giorno.” esclamò il ragazzo infastidito e con aria poco civile,buttandosi occhiate nervose alle spalle.
Tipico. Era proprio da lui sentirsi offeso per essere stato disturbato, quando era lui stesso una fonte di disturbo vivente.
-” Oh perdonami se ho interrotto la tua scopata Gab, ma sai sono un tantino stufa di dover aspettare i tuoi comodi ogni benedetto istante della mia vita!” esclamò un'altrettanto poco civile Katherine, incrociando le braccia sopra al petto. Le molteplici rune che le percorrevano le braccia sottili erano bene in vista, tanto che il ragazzo notò alcune realizzate da poco,fra cui un iratze.Gab la scrutò attentamente in volto, leggermente confuso da quella reazione,chiedendosi anche il motivo di quelle nuove rune.
-”Cosa?! Ma che ti prende ?! Ti si è spezzato lo stilo?!”
La interrogò sforzandosi seriamente di comprendere il motivo di tanto disappunto. La ragazza ricambiò lo sguardo furiosa e sprezzante.
“No Gabriel, il mio dannato stilo è tutto intero! Sono solo stanca di non riuscire a chiudere occhio la notte a causa dei tuoi sollazzi e ,come se non fosse sufficiente, dovermi allenare il giorno dopo e doverlo fare in ritardo per lo stesso motivo!Ti riesce così difficile tenere su le mutande di recente e rispettare un cazzo di orario?!”
Il ragazzo continuava ad esser piuttosto confuso, passasse pure la confusione notturna, ma cosa cambiava l'ora in cui decidevano di allenarsi?! Avevano tutto il pomeriggio. Tuttavia decise di optare per la diplomazia e si scusò, promettendo che l'avrebbe raggiunta appena finito e che da quella notte stessa avrebbe svolto i suoi passatempi notturni altrove.
Nonostante la resa la sua parabatai non sembrava ancora contenta, tanto che dopo l'ennesimo sbuffò di insofferenza, voltò le spalle diretta verso la palestra, lasciandolo impalato sull'uscio, mentre tentava ancora di dare un senso a quello scoppio d'ira. Rimase lì impalato ancora qualche secondo, passandosi una mano fra i crini scuri e naturalmente scarmigliati ;poi tornò a letto, per dedicarsi alla splendida Seelie che aveva rimorchiato la sera prima, dopo esser stato a caccia.
Dopo 40 minuti buoni, accompagnata la fata all'uscita dell'istituto, Gabriel si recò finalmente in palestra e, esattamente come si era aspettato, vi trovò Katherine intenta a tirare i suoi pugnali angelici contro un fantoccio. Che fosse ancora furiosa era  lampante, impossibile non notare la postura rigida, esattamente come la mascella, ciò nonostante era di una precisione micidiale. Concentrata e veloce,mirava il bersaglio e poi lanciava con grazia innata.I suoi polsi scattavano come cobra ad ogni lancio, i muscoli guizzavano sotto la pelle chiara e la lunga coda di capelli color oro frustava l'aria. Era impossibile non ammirare quel connubio di forza ed eleganza, sensuale ma letale. Sul fantoccio c'erano già almeno due delle sue lame. Una piantata sulla fronte, un' altra sull'arto inferiore sinistro e l'ultima che si apprestò a lanciare ,dritta nel petto, all'altezza del cuore. Dopo il terzo tiro, la ragazza si diresse verso il bersaglio per raccogliere le sue armi e Gabriel pensò bene di scegliere quel momento per interromperla. Rimanendo pogiato con una delle ampie spalle sullo stipide all'entrata e le braccia tornite e ,riccamente decorate da un'infinità di rune, incrociate al petto, fischiò piano per ottenere la sua attenzione.
“Siamo decisamente di buon umore oggi.”
La ragazza si voltò lentamente per incontrare lo sguardo smeraldino del suo parabatai ,che la scrutava già da un po' con la sua solita aria strafottente. Gli avrebbe tirato volentieri un coltello in mezzo a quegli splendidi occhi di giada, se ciò non avesse significato dover ripulire il pavimento e poi dovergli fare un iratze per non guardarlo dissanguarsi, prospettiva che una parte di lei trovava piuttosto allettante. Suo malgrado accantonò i propositi omicida, ormai più padrona di se stessa dopo quasi un'ora passata a sfogarsi contro il suo più grande amico, Bob il fantoccio. Nulla la scaricava e la faceva sentire viva come combattere. I suoi pugnali angelici erano una perfetta estensione del suo corpo, e non poteva esser altrimenti dandosi il caso che aveva imparato a farlo intorno ai sette anni. Lanciare le veniva naturale come respirare e le trasmetteva la presenza famigliare di suo padre, le aveva insegnato lui a farlo quando ancora poteva bearsi delle sue sgridate e dei suoi abbracci. Nulla davvero la rassicurava e allo stesso tempo eccitava come combattere. Nulla ,certo, a parte una certa persona. La ragazza tornò a raccogliere tutte le sue armi, dopo un lungo sguardo, ed in fine decise di degnare Gabriel di una risposta.
“Alla buon ora. Iniziavo a credere di dover tirare coltelli contro la tua porta per farti decidere ad uscire.” Il ragazzo le rivolse un mezzo ghigno sgembo. Le dava i brividi.
“Si può sapere qual'è il problema?” le chiese calmo.
La shadowhunter scosse la testa e gli disse che il problema era la sua mancanza di rispetto per i suoi impegni e il fatto che le aveva sottratto troppo sonno. Gab inarcò un sopracciglio scuro, assumendo un'espressione scettica. Non le credeva, chiaramente. Conosceva Kat come le sue armi, e se c'era una cosa che ogni abitante dell'istituto sapeva, era che non era solita esplodere in quel modo.Era la tipica ragazza misurata, contenuta, racorosa e vendicativa forse, ma non era il tipo da sprecare il suo tempo in quelle scenate. Non a caso l'avevano ribattezzata la regina delle nevi. Niente sembrava mai scalfirla, non dopo che era rimasta sola al mondo.Era l'ultima erdere della ,già poco numerosa, famiglia dei Greyash.Gli ultimi discendenti erano stati decimati nello scontro con Sebastian, il figlio di Valentine, e la sua armata. Si era salvata solo lei, ed era stata mandata all'istituto insieme a lui e qualche altro orfano. Erano diventati una famiglia loro e gli altri tre ragazzi che condividevano il tetto da 6 anni a quella parte. Erano stati tutti compagni d'addestramento, ma Gabriel conosceva Kat da soli otto anni e l'aveva vista esplodere così una sola volta, molti anni prima.Era accaduto quando uno dei loro compagni all'accademia le aveva sottratto uno dei suoi pugnali angelici,poco dopo la morte di suo padre. Quando lo aveva scoperto, prima aveva stanato il vigliacco, lo aveva pestato neanche fosse un ragazzo corpulento, e non una ragazzina minuta e mingherlina e poi,solo dopo averlo lasciato a terra sanguinante, era corsa a rintanarsi in uno dei vecchi bagni. Lui l'aveva trovata in un angolo,nelle docce comuni, le aveva asciugato le lacrime, l'aveva consolata e le aveva dato il suo sostegno anche nei giorni seguenti, quando tutti la guardavano con diffidenza. Erano amici da quel giorno.Qualche anno dopo erano diventati anche una famiglia, non solo con il legame di parabatai ,ma anche perchè erano i soli sopravvissuti ai loro cari. Il Moro si staccò finalmente dall'uscio e raggiunse la ragazza. La superava di una ventina buona di centimetri , ed era infinitamente più grosso ,ma si tenne a distanza di sicurezza. Era ancora arrabbiata e il fatto che avesse recuperato quella parvenza di calma,non era un buon motivo per abbassare la guardia, tuttaltro. Lei gli sorrise amabilmente, come percependo le sue remore. Neanche quello era buon segno.
“Se sua maestà ha deciso di degnarsi, combattiamo un po', che ne pensi?” lo apostrofò con sarcasmo. Gabriel annuì togliendosi la felpa con la zip e gettandola di lato. Katherine lo imitò, facendosi passare la maglia ampia,che le impediva la piena liberta di movimento, dalle spalle e rimanendo solo con il top sportivo. Il moretto si prese qualche istante per ammirare fugacemente quel piccolo corpo tonico e la morbida sporgenza del seno costretto nell'indumento nero.
“Un corpo a corpo?” le domandò sempre più scettico.
Non avrebbe avuto speranze, Kat non era una stupida,lo sapeva perfettamente. Possibile che la sua rabbia nei suoi confronti fosse tale da spingerla sfogarla prendendolo a pugni, ben consapevole che avrebbe perso in ogni caso ?!
La biondina si limitò ad annuire seria, assumendo la posizione,pronta a scattare. Gab fece altrettanto, cosicchè iniziarono a girare tracciando un'immaginario cerchio, l'uno attendendo la mossa dell'altro.
Fu Katherine ad attaccare per prima scagliando un calcio sul fianco destro del ragazzo,momentaneamente lasciato privo di difesa. Il colpo andò a segno , vista la velocità incredibile della shadowhunter, ma Gabriel era abituato ad incassare, così si mosse lesto, assestandole un mal rovescio sul viso. Benchè avesse mirato alla spalla, la colpì in pieno volto.Katherine accuso il colpo con una smorfia,saggiando il sapore del sangue, che aveva iniziato a scorrere copioso dalla spaccatura prodottasi, a causa del colpo, sul labbro inferiore. Gabriel la fissò allarmato,scusandosi ,senza tuttavia abbandonare la posizione di difesa. Per tutta risposta la sua parabatai tentò un pugno, indirizzato alla mascella, che però questa volta parò magistralmente. Andarono avanti a pugni ,calci e prese ancora per un po', finchè Katherine non atterrò Gabriel con un poco leale quanto saggio sgambetto. Lo shadowhunter atterrò di schiena, rimanendo momentaneamente senza fiato e sbattendo la testa contro il pavimento rivestito di un sottile strato di imbottitura. La biondina stava già caricando l'ennesimo calcio ,indirizzato alle costole, quando un piuttosto seccato Gab le afferrò una caviglia, facendola cadere rovinosamente a terra di fianco a lui. Dopodichè per accertarsi che non vi fossero ulteriori rappresaglie, la schiacciò al suolo con il suo peso , tenendole i polsi i modo che le braccia fossero ben tese sopra il capo.
-“Kat, Kat,Kat” le disse scuotendo i capelli neri ,come una notte senza stelle,con fare derisorio” lo sai che il corpo a corpo non è mai una buona idea con me.”
La ragazza si esibì nella sua migliore espressione di disgusto,perfettamente riuscita grazie anche al sapore ferroso del sangue, che le aveva ormai pervaso completamente lingua e palato.
“Fottiti Gab.”
“Con piacere, non appena raggiungerò la doccia”
“Sei un porco”
Gabriel rise divertito, ostinato tuttavia a non mollare la presa.
“Allora me lo dici perchè hai fatto quella scena madre qualche ora fa?”
“Te l'ho già detto mi sembra, o oltre al cervello non ti funzionano più neanche i condotti uditivi?!”
“Non me la bevo Kitty” le disse in un sussurrò, accarezzandole la pelle sotto l'orecchio sinistro col suo respiro.
Katherine scalciò tentando di toglierselo di dosso, stizzita, ottenendo solo che lui le bloccasse anche le gambe, intrecciandole alle sue. Sottili brividi di piacere le risalirono la spina dorsale, esser schiacciata dal suo peso era sempre una dolce tortura,anche se avrebbe tanto voluto tagliargli le corde vocali e farci un bel fiocco. Nonostante si agitasse nel suo cuore, e anche altrove, un turbinio di emozioni, Kat mantenne un tono di voce molto misurato. “Odio che tu mi chiami Kitty, Gab, è tanto difficile da afferrare?!”
“Ma sai rispondere solo con altre domande oggi?”
“Forse ,se tu ponessi quesiti intelligenti ,otterresti delle risposte.”
“Forse se tu vuotassi il sacco, ti libererei e potremmo andare a pranzo ,finalmente.”
Silenzio.
Greyash contro Herondale. Iridi di ferro incatenate ad iridi smeraldine.
Katherine sospirò pesantemente, voltando il capo di lato,arrendendosi. La rabbia era ormai scemata, si sentiva solo infinitamente stanca.
“Non te lo posso dire Gab.”
“Puoi dirmi tutto Kat. Sono la tua famiglia, sei la mia parabatai.”
A quelle parole la ragazza tornò a guardare Gabriel dritto in faccia, con i tratti del bel viso scolpiti in una tristezza antica.
“E' proprio questo il problema.”
“Cosa vuoi dire?”
“Io..” sussurrò la ragazza deglutendo” io ci tengo a te Gab, ma non nel modo giusto. Non come tu tieni a me.”
Il ragazzo le liberò una mano per carezzarle dolcemente uno zigomo.
“Non esiste un modo giusto Katherine per volere bene alle persone”
La bionda era a disagio come mai le era capitato prima.
“No,tu non capisci. Io ti voglio bene,ma non come dovrei volerne ad un fratello. Non come dovrei volerne al mio parabatai.”
L'enormità di quella confessione colpì Gabriel come un pugno nello stomaco. Chiuse gli occhi qualche secondo per assorbire il momento e la felicità che sentiva crescere fin nelle ossa. Riaprì gli occhi per ritrovarla sempre lì, con le gote rosse d'imbarazzo, tremante di paura per quella confessione. Il labbro inferiore,morbido e roseo, spaccato per la recente lotta e la coda scarmigliata. Era bellissima. Le carezzò ancora le labbra con l'indice, attento a non esercitare eccessiva pressione,laddovè glielo aveva lacerato pocanzi. Il silenzio si protraeva e  Kat non era mai stata un tipo paziente.
 “Fammi alzare” gli ordinò ormai incapace di trattenere l'amarezza che la pervadeva.
Gabriel scosse il capo, sorridendole felice. Un sorriso ricco di promesse, un ghigno che non prometteva nulla di buono. Le si avvicinò al volto, incollando la fronte alla sua, e a qualche centimentro dalla sua bocca le sussurrò
“Quindi eri gelosa? Bastava il mostro verde per sciogliere Snow Queen?”
La furia di Katherine tornò potente come qualche ora prima, ma un nuovo sentimento le martoriava le viscere: l'umiliazione.
“Ti stai divertendo non è vero? Sono solo un'altra tacca sull'asticella delle tue concquiste. Per l'Angelo, che stupida.”
“Come puoi pensare una cosa simile?!” il ragazzo era seriamente sconvolto da quella reazione. Dove diamine era finita la loro naturale sintonia?!
“Come ,mi chiedi? Stai qui a gongolare mentre ti confesso i miei sentimenti, o meglio la mia colpa.. Se solo il Conclave lo sospettasse..”.
“E tu credi che gongoli perchè mi stai dando una lucidatina all'ego? Per l'angelo Kat ma come è possibile che non ci arrivi?”
Il silenzio era ancora una volta assordante.
“Provo lo stesso per te idiota! Da anni ormai. Solo che non ho mai osato dirtelo,credevo mi vedessi come un fratello.Senza contare che anche solo questa conversazione potrebbe costarci la testa” tentò di ironizzare Gab, con il principio di un sorriso ,pronto a nascere ad un angolo delle sue labbra cesellate.
Katherine si fece mortalmente seria e sospirò. Il seno sodo che si alzava ed abbassava, accompagnando il respiro in fuga.
“Proprio per questo ho sempre taciuto, Gabriel. Non possiamo, è contro le regole,non avrei neanche dovuto confessartelo.”
Nell'udire quelle parole il ragazzo le sistemò una ciocca di capelli setosi,sfuggiti alla coda,dietro l'orecchio. Odiava vederla il quello stato. Kat era una guerriera, una sopravvisuta,un'itrepida. Non poteva appartenerle un sentimento paralizzante come la paura. Non poteva esser rassegnazione quella che trapelava dalla sua voce.
“Potremmo provare, non lo diremo a nessuno.” abbozzò sussurrando , strusciando al contempo il naso sul suo collo per bearsi del suo odore.
La shadowhunter socchiuse gli occhi, scuotendo il capo,tentando di mantenere un briciolo di contegno. Quante volte,nel cuore della notte, aveva sognato di potersi stringere a lui in quel modo, lasciandosi andare finalmente ai suoi sentimenti?! Eppure non era possibile. I sogni ,sono solo sogni e il fatto che lui ricambiasse ciò che sentiva, non cambiava la realtà dei fatti. Gabriel rimaneva il suo parabatai, non potevano stare insieme e mai avrebbero potuto.
“Non sono pronta rischiare.”
Gabriel montò su tutte le furie. La rabbia crebbe immediatamente tanto da spingerlo a destarsi, allontanandosi fisicamente da lei.
“Rischiamo la vita ogni giorno, non hai mai avuto timore di morire,Katherine! E ora mi vieni a dire che non te la senti di rischiare per me, per noi ?! “
La bionda si rialzò a sua volta ,il bel viso contorto da una rabbia bruciante. Come poteva esser così cieco?
 “Benedetto Raziel ,ma come fai a non capire?! Non ho paura per la mia vita ,ma per la tua! Non sopporterei di esser la causa della tua morte, e se per questo, per saperti salvo, dovrò rinunciare alla mia felicità, è esattamente quello che farò, chiaro?!”
Gabriel la scrutava incredulo. Aveva ragione, era un'idiota ed anche un'egoista. Abbassò gli occhi ,curvandosi su stesso, disarmato di fronte all'evidenza della ragione di Kat. No, neanche lui avrebbe mai potuto sopportare,anche solo pensare ,di esser la causa della morte di lei. La differenza fra loro due era sempre stata quella: lui agiva d'impulso, lei calcolava ogni mossa, introducendo nell'equazione ogni singola conseguenza,ancor prima di considerare una determinata scelta. Stava giusto per scusarsi,senza tuttavia darsi per vinto, doveva esserci un dannato modo,quando la sua parabatai aggiunse con voce macchiata di sdegno.
“La cosa migliore Gabriel è dimenticare questa conversazione. Ci vediamo a cena.”
Detto ciò Katherine si voltò nuovamente, uscendo definitivamente dalla palestra. Il giovane Herondale non la seguì, tuttavia rimase a fissarla immobile fin tanto che rimase nel suo campo visivo.
   
 
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